
Questo volume propone un'originale e interessante forma di pellegrinaggio alla propria chiesa parrocchiale, anche alla piu semplice e povera, per riscoprirne il senso e il valore. Il pellegrinaggio, segno della condizione dei discepoli di cristo in questo mondo, ha sempre occupato un posto importante nella vita del cristiano ed h parte integrante dell'esper ienza giubilare. E' un cammin o verso la tenda dell'incontr o con dio, con la sua parola e con i sacramenti, soprattutto la riconciliazione e l'eucar istia, in compagnia di maria, la pellegrina e discepola del signore. Traccia esempl ificativa fatta in questo libro e`il pellegrinaggio verso una delle piu`famose chiese parrocchiali, quella di ars sur formans (francia), patria di san giovanni maria vianney, il santo curato d'ars. Rif lettendo sui vari luoghi e simboli dell'edificio sacro (fon te battesimale, amobone, altare, ecc.) sara possibile rivisitare ed approfondire la propria esperienza di fede personale e comunitaria, soffermandosi poi in preghiera.
Alzare lo sguardo verso le stelle è da sempre un segno che nell’uomo di ogni epoca e di ogni età si fa strada il richiamo dell’infinito. Guardando l’immensità del cielo stellato si alimenta il senso del mistero e la domanda di Dio.
L’autrice raccoglie nel libro tutte le sollecitazioni che ha ricevuto riguardo al rapporto con le stelle, da preghiere a canti, da osservazioni dirette a testi che descrivono la volta celeste, da racconti che ci fanno immedesimare nel loro svolgersi a descrizioni anche scientifiche dell’universo che mantengono intatto se non amplificano il senso di immensità a cui siamo di fronte.
L'uomo, dalla preistoria fino ad oggi, si è sempre domandato quale fosse il proprio destino oltre la morte. Molti pensatori non credono che esista una vita oltre, altri credono che l'individuo continui a vivere in qualche modo anche dopo il suo decesso. L'argomento è certamente vastissimo.
La fede cristiana con il termine "Novissimi" ha codificato quattro passaggi essenziali della trasformazione della vita fisica sulla terra nella vita definitiva: Morte, Giudizio, Inferno, Paradiso. Nel libro si affrontano anche temi quali la reincarnazione, lo Spiritismo, il Transumanesimo, aborto e eutanasia, esperienze di pre-morte, incorruzione dei corpi, e molto altro. Ma sempre alla luce della fede cristiana.
Il mondo sembra proporci solo eventi tristi, dolorosi, luttuosi. Viviamo in una realtà che genera spesso paura, sospetto, una contagiosa indifferenza o rassegnazione come se ci trovassimo di fronte ad un fato ineluttabile. Di fronte a questo scenario che ispira solo pensieri negativi e pessimistici, l'Autore, nelle meditazioni qui raccolte, ci invita a ricordare che Dio in Cristo ha vinto il mondo. Sarebbe sorprendente sintonizzarci un giorno con il telegiornale ed ascoltare delle previsioni ottimistiche sul futuro del mondo: la pace è ormai vicina, la fame è vinta, la violenza cede il passo all'amore, la speranza prende il posto della disperazione. Eppure per un credente la Resurrezione di Gesù ha inaugurato il tempo in cui la nostra speranza di pace, verità, fraternità, oggi considerate delle utopie, può essere realizzata.
Il digiuno è una via di ascesi personale ed ecclesiale che tutti i fedeli, ciascuno nella sua misura, sono chiamati a vivere. Proposto non per opprimere i cristiani ma per rendere più chiaro l’esempio di Cristo che attraverso il digiuno si è preparato a trionfare su tentazioni più grandi. Il testo costituisce un tentativo di riscoperta del significato profondo del digiuno cristiano, anche grazie all’apporto delle scienze umane moderne. L’autore sottolinea il fine del digiuno come liberazione del “desiderio” dal “bisogno”: perché torni a essere puro desiderio di Dio che ci rende capaci di una relazione libera e rispettosa con gli uomini e con le cose.
Costi Bendaly (1926), laico, da sempre profondamente impegnato nella vita della chiesa ortodossa e in particolare nel Movimento della gioventù ortodossa, di cui ha fatto parte sin dalla sua fondazione. Ha sempre lavorato nell’insegnamento e nella ricerca nell’ambito della psicologia, della pedagogia e della filosofia contemporanea. Il suo pensiero è conosciuto in Medio Oriente sia tra i cristiani non ortodossi sia in ambiente musulmano.
I tre cantici che aprono il vangelo di Luca, quello di Maria (il Magnificat), di Zaccaria (il Benedictus) e di Simeone (che nella liturgia viene recitato come salmo di compieta), sono qui analizzati da un punto di vista originale e coerente fra loro: sono gli unici momenti in cui nel Nuovo Testamento si “canta” e non è un caso che siano all’interno del vangelo dell’infanzia di Luca, come un crescendo verso la consapevolezza della trasformazione della presenza di Dio nella storia: il culmine dei tre canti è la dichiarazione di Simeone, che afferma la propria fede ormai libera da un dio “padrone” e capace di ritrovarsi e attendere la salvezza di fronte alla presenza di un dio bambino.
La novità cristiana, anche rispetto al Primo Testamento, è qui adombrata.
L'Autore
Natale Benazzi è nato nel 1961 a Legnano. Vive a Milano. Teologo, collabora con l’Ufficio beni culturali della Conferenza Episcopale Italiana (ha curato, tra l’altro, l’antologia Arte e Teologia per i tipi di EDB, 2003). Nell’ambito della storia della Chiesa ha curato l’antologia Archivum. Documenti della storia della Chiesa dal I secolo a oggi (Piemme, 2000). Ha pubblicato tra l’altro: Il libro nero dell’inquisizione (Piemme,1998); Il caso del monastero indemoniato (Piemme, 2000); La Chiesa non risponde (Piemme, 2002); Il Natale del 1943. Esercizi di cristianesimo sulle lettere di Bonhoeffer da Tegel (Centro Ambrosiano, 2003); Dieci domande scomode a Gesù (Piemme, 2005).
Questo volumetto - il primo di una serie dedicata alla misericordia raccoglie riflessioni, storie e preghiere legate alle prime due "Opere di misericordia corporale". Attraverso la lettura di due brani della Bibbia e la narrazione di un tratto della vita di san Vincenzo de' Paoli, questo volume cerca di penetrare il ricco e profondo significato del richiamo evangelico delle due "Opere di misericordia", richiamo che pone il credente di fronte a un vero e proprio aut aut della carità: o si nutre e si disseta il fratello/volto di Cristo o si viene maledetti e cacciati lontano da Cristo stesso.
Visitare gli infermi e consolare gli afflitti. Questo volumetto unisce una delle Opere di Misericordia corporali con una di Misericordia spirituale; l’afflizione del cuore e l’infermità del corpo sono infatti due condizioni spesso prossime l’una all’altra; ma sono anche due situazioni quasi intercambiabili: vi sono, infatti, infermità del corpo e dello spirito, dell’animo, della mente.
Quando si pensa alla visita agli infermi, ci si sofferma soprattutto sulle condizioni di malattia del corpo, e meno su quelle delle malattie interiori, che il tema dell’afflizione invece esprime compiutamente. Oggi, soprattutto, la malattia “spirituale”, interiore, la depressione, le forme di bipolarismo, di infermità mentale, sono estremamente presenti, particolarmente significative, anche perché colpiscono sia i singoli che i loro nuclei familiari. E, se ci è difficile già far visita agli infermi nel corpo, ci sembra ancora più complesso stare accanto a chi ha ferite interiori, meno quantificabili, più sfuggenti. Riflettere sulle due Opere di Misericordia cui è dedicato questo volumetto, unendole in una sola meditazione e preghiera, diventa, dunque davvero importante.
Questo volume è dedicato a due Opere di Misericordia corporali: Vestire gli ignudi e Alloggiare i forestieri. La tradizione cristiana è ricca di episodi in cui un ospite misterioso, accolto per pura carità, si rivela essere un angelo in cammino sulle strade del mondo. E se pane e acqua, argomenti centrali delle prime due opere di misericordia corporale, toccano immediatamente il tema della sopravvivenza dell'uomo e dell'umano, il vestire e l'ospitare riguardano un passaggio ulteriore, che è quello, potremmo dire, della stabilità della relazione con chi è nel bisogno. Dar da mangiare e da bere si può fare anche senza "farsi carico" del corpo altrui: vestire e ospitare, invece, presuppone un'accoglienza più intima e, quindi, più impegnativa. Nel nutrire il povero si può anche mantenere una distanza da lui; si può dar da bere senza "toccare" la carne. Vestire e ospitare presuppongono un venire a contatto che ci impegna ulteriormente e ci rivela qualcosa in più di noi stessi, della nostra società, della nostra cultura. E anche delle nostre paure, di fronte alle esigenze della carità e della misericordia.
Il tema della "carcerazione" è, per il cristiano, legato a quello del "peccato". E le opere di misericordia che danno il titolo a questo volumetto aiutano a comprendere una dialettica che resta centrale nel messaggio di Gesù e della Chiesa: se la giustizia umana impone infatti una punizione per la colpa personale, il giudizio evangelico - pur non negandola - la affronta manifestando un orientamento misericordioso per il quale ci chiede di venire in soccorso del colpevole non "punendolo", ma "educandolo" e "visitandolo". Così, per il cristiano, l'ammonizione del peccatore non è separabile dallo stare presso di lui; il rimprovero - indicatore della colpevolezza - non è distinguibile dalla "visita" e dall'accompagnamento - che segnala, piuttosto, la vicinanza: noi non possiamo occuparci del male senza stare accanto a colui che lo compie, o che lo ha compiuto. Il motivo? Semplice: anche noi, ciascuno di noi, "non siamo senza peccato"; perciò non ci è dato di "scagliare la prima pietra". La novità della presenza di Gesù nel mondo è esattamente questa: il Figlio di Dio è venuto "per i peccatori", non per i giusti; è venuto alla ricerca della pecora perduta, non per starsene tranquillo con le 99 al riparo nell'ovile.
L'opera di misericordia che ci invita a prenderci cura dei nostri cari defunti è quella che forse più ancora delle altre può condurci a comprendere il mistero della vita eterna; non la vita prolungata con artifici, ma quella promessa da Dio a coloro che lo amano e che si amano. La vita eterna, che è vita di comunione già germogliante nell'oggi; e che, proprio in quanto comunione, è vita che si eterna. Questo volume affronta anche un tema quasi scomparso dai nostri orizzonti, anche catechistici: i cosiddetti "novissimi": morte, giudizio, inferno e paradiso. La seconda parte del testo è dedicata alle rivelazioni di santa Faustina Kowalska sul paradiso, il purgatorio e l'inferno. La mistica polacca spicca, infatti, nel racconto delle sue visioni, per la profonda capacità di unire il tema della morte e dell'aldilà con quello della Misericordia, centro della sua vita spirituale e delle sue rivelazioni.

