
Questo volume analizza e approfondisce il significato della formula "Stare davanti a Dio per tutti" usata da Edith Stein in una lettera a Fritz Kaufmann, allo scopo di comprendere la spiritualità di Edith Stein e di autori a lei vicini. L'espressione, infatti, dice non solo la centralità dell'orazione nella visione che ella ha del Carmelo ma, innanzitutto, il fatto che l'orazione è ai suoi occhi inseparabilmente unita alla funzione di intercessione ed espiazione, a quella via crucis cui ogni vita carmelitana in particolare, e religiosa più in generale, è chiamata a seguire. Il libro è un invito alla lettura diretta dei testi di Edith Stein e un richiamo al "lieto messaggio della Croce" di cui ella è annunciatrice: la sofferenza ha un senso e una fecondità.
Profughi, rifugiati, migranti: sono diverse le denominazioni con cui vengono indicate le persone che, attraverso il Mediterraneo, hanno raggiunto fortunosamente il nostro Paese per sfuggire a guerre e povertà. Ma per don Nandino e le cinque mamme che si prendono cura di loro sono semplicemente «i figli del mare». Per Amadou (dal Gambia), Festus (dalla Nigeria), Moussa (dal Mali), Ousain (dal Senegal) e Mady (dal Burkina Faso) si sono spalancate le porte della canonica, ma soprattutto si è aperto il cuore del parroco e delle cinque donne che li aiutano a vivere una vita più dignitosa. I giovani migranti raccontano le loro storie in prima persona, alternate ai pensieri e alle riflessioni di don Nandino e delle cinque donne (tra cui l'autrice) che, madri di ragazzi cresciuti nel benessere della nostra società, si trovano a fare confronti sulla diversità dei destini e l'uguaglianza delle aspirazioni a una vita «normale» che dividono e al tempo stesso uniscono i loro figli a questi «figli del mare».
Le meditazioni presentate in questo volume sono state preparate per la predicazione degli Esercizi Spirituali del Rettor Maggiore e del Consiglio Generale dei Salesiani di Don Bosco (26 giugno - 2 luglio 2011). Queste pagine possono essere valorizzate come testi di meditazione personale, come testo di lettura spirituale in preparazione al bicentenario della nascita di San Giovanni Bosco, oltre che come materiale per incontri formativi sulle sfide attuali dell'educazione e della pastorale giovanile.
Gli scritti spirituali di Don Domenico Masi (1880-1964). Nato a San Clemente (Forlì) nel 1880, prete dal 1905, fu cappellano militare in Libia (1911) e poi tenente della sanità in Friuli durante la prima guerra mondiale. Fatto prigioniero a Caporetto, è condotto in campo di concentramento in Germania. Tornato in Italia, inizia (1915) la pubblicazione del periodico Ramoscello d’olivo e nel 1925 fonda la congregazione delle suore “Sorelle dell’Immacolata” e successivamente, tra il 1926 e il 1945, orfanotrofi, case di riposo, case religiose e altre opere assistenziali, che dovrà ricostruire dopo la seconda guerra mondiale. Per aiutare i giovani e gli operai apre una tipografia, una falegnameria e una fabbrica di mattonelle. Nel 1960 si ammala gravemente, finché muore il 1° aprile 1964.
In questi "colloqui" l'autore, mentre esalta Maria, innalza un inno all'umanità, a ciascuno di noi, concepito nel progetto eterno come immacolato e destinato alla gloria del cielo con il proprio corpo. Per ognuno dei Misteri di Gioia, Luce, Dolore, Gloria il libro presenta il testo biblico di riferimento, e suggerisce una ricca meditazione e una preghiera-poesia.
I nove schemi per la preghiera qui raccolti invitano a riscoprire le diverse sfumature dell'Eucaristia che si colgono nei momenti che compongono il rito liturgico.