
"Il Dio morto così giovane" è uno sfogo, un testo di fede. In un movimento eccessivo, cioè in contrasto con la sapienza e la ragione, ansimante, perduto, canta la gloria di Gesù come uomo tra gli uomini, uomo tra i fratelli. Frédéric Boyer è uno scrittore cristiano. Il suo atteggiamento singolare non è nell'accettazione, è nella rabbia, nella ricerca e nel rischio.
Geremia è profeta in tempo di crisi. Vive in un periodo storico più difficile del nostro, ma molte analogie ci accomunano alla sua stagione. Anche se rischia di essere considerato esclusivamente profeta di sventura, uomo triste e cupo, tanto che il suo nome ha dato origine alle cosiddette "geremiadi", è invece profeta che semina speranza laddove la storia, e il peccato del popolo, sembrano non lasciare altro che rovine. Ci ricorda che, se si vuole avere l'audacia di edificare e costruire qualcosa di nuovo, occorre avere altrettanto coraggio nell'estirpare e demolire, distruggere e rimuovere. Il suo rotolo ci costringe al discernimento: cosa sradicare e abbattere, per poter piantare ed edificare.
Un commento all'Apocalisse visto, prima di ogni altra cosa, come libro profondamente cristologico. Il volume presenta nelle pagine di sinistra l'intero testo nella versione Cei. Nelle pagine di destra viene proposta una lettura attenta capace di rivelare, al di là dei simboli, dei numeri, degli animali fantastici e delle scene strabilianti, l'esistenza di un tema centrale: la gloria di Gesù.
La storia della torre di Babele e della confusione delle lingue, raccontata in venti righe dal significato non chiaro incuneate nel testo della Genesi, è penetrata durevolmente nell'abbecedario simbolico dell'Occidente. Nel suo libro l'autore esamina innanzitutto il racconto della Genesi con le armi della filologia e ricapitola i tentativi che si sono fatti di identificare il fatto storico all'origine del racconto e di localizzare la torre stessa. Quindi racconta le interpretazioni date nell'ermeneutica ebraica, nella cultura medioevale, nella pittura. Infine si chiede: che cosa vuol dire per noi Babele? Il mito di Babele si offre per una intensa riflessione sulla condizione dell'uomo di oggi e sulla condizione umana in genere.