
Perché un commento iconografico ne La Bibbia, Scrutate le Scritture? Perché Parola e icona sono ambedue doni divini per aiutarci a cogliere ed esprimere il Mistero. Nella Scrittura la Parola si manifesta come "evento", una irruzione del divino, una rivelazione. Mentre l'icona svela e arricchisce questa rivelazione nelle forme e nel colore: "Ciò che ci viene comunicato con le parole, l'immagine ce lo annuncia e ce lo consegna mediante i colori". Di fronte alla necessità di una "nuova estetica" che accompagni l'evangelizzazione dell'uomo moderno, la proposta iconografica di Kiko Argüello risponde ai principi che il Concilio e la tradizione della Chiesa avevano auspicato. Argüello riprende la tradizione iconografica dell'arte bizantina, arricchita di tutta la novità dell'arte contemporanea, a servizio della comunità cristiana nella liturgia, in dei "retablo" e "corone misteriche" che danno agli spazi liturgici la bellezza e la presenza dell'icona che apre ed accompagna alla comprensione della storia del Mistero.
Un'edizione prestigiosa con oltre 300 miniature dei più grandi maestri italiani del '400, tratte dai più famosi codici rinascimentali custoditi nella Biblioteca Apostolica Vaticana (Bibbia del Belbello da Pavia del 1434, Codici Urbinati del 1476-1478) riprodotte a sei colori e oro su carta speciale pergamenata. L'opera, nella traduzione della "Nuovissima versione dai testi originali" curata da 34 noti biblisti tra cui Carlo Maria Martini e Gianfranco Ravasi - è impaginata su due colonne con brevi note marginali e presenta Introduzioni generali e Presentazioni dei singoli 73 libri, sussidi e schede informative, Tavole cronologiche e carte geo-topografiche del mondo biblico. La rilegatura è in Balacron con impressioni in oro, doratura sul taglio delle pagine e fodera in velluto. L'edizione è custodita in uno speciale cofanetto in plexiglass che diventa un originale leggio espositore.