
Questo libro raccoglie diversi cicli di lectio divina che l'autore ha tenuto in tempi e sedi diverse nel corso degli anni. È una proposta molto concreta per l'uomo d'oggi: lasciarsi provocare e mettere in discussione dalla Parola di Dio, sapendo che l'uomo delle Scritture non si chiede "Chi è Dio?", ma piuttosto "Cosa vuole Dio da me?", e che Dio parla le nostre stesse parole. L'autore si è ispirato a principi fondamentali: l'ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo la Parola è medicina per le nostre sofferenze, ma anche profumo che rischiara ancora di più il senso della vita e della gioia vera la Parola è lo specchio in cui vediamo concretamente - senza illusioni o immaginazioni - il nostro volto e quello che siamo veramente.
Il volume, "Appassionati di Gesù Cristo, dedicati ai giovani" curato dall'Associazione Biblica Salesiana, contiene tredici contributi di Lectio Divina sulla Parola di Dio in chiave salesiana in preparazione al Capitolo Generale 29. Ogni capitolo presenta riflessioni bibliche e salesiane su un tema biblico specifico. Ogni Lectio è articolata in tre nuclei intrinsecamente collegati: la centralità di Cristo nella vita personale; la dimensione comunitaria della nostra vocazione e missione nella corresponsabilità laicale; gli aspetti istituzionali dell'animazione e del governo della congregazione.
"Buongiorno brava gente" con queste parole Francesco d'Assisi si rivolse agli abitanti di Poggio Bustone quando, lasciata la sua città, iniziò a predicare la Parola di Dio per le strade del mondo. Un saluto che racchiude insieme l'entusiasmo per l'avvio di una nuova giornata e il piacere di poterla condividere con gli altri. La recente pandemia ci ha insegnato che nessuno si salva da solo, e che andare incontro a chi ci è vicino, con una parola, un gesto, un pensiero positivo, è un atto salvifico, rigenerante. Per accompagnare le persone in questi difficili mesi, padre Enzo Fortunato ha avviato una rubrica quotidiana sulla sua pagina Facebook, aprendola proprio con il francescano saluto "Buongiorno brava gente" via via è divenuta un prezioso momento di confronto e conforto reciproco, nel quale scoprire la bellezza di non sentirsi soli, di farsi comunità alla luce del Vangelo e dell'esperienza del santo di Assisi. Così, ripartendo dalle riflessioni che lì sono scaturite, padre Enzo ci propone in queste pagine un breviario per tutto l'anno, un cammino di meditazioni che scandisca il nostro tempo giorno per giorno. Perché "il Vangelo è la guida per aprire un cantiere dentro noi stessi. Nella misura in cui lavoriamo su noi stessi, lavoriamo il mondo. Nella misura in cui ci immaginiamo nel sogno, cresciamo in un mondo diverso». Anche noi siamo invitati a ricordarci che l'unico modo per affrontare le difficoltà è avere fede, e che «il rapporto con Dio, la preghiera, ci conduce agli altri. È un modo di vivere la Parola e la nostra esistenza basato sull'avvicinarsi, sul sostenersi a vicenda, sul prendersi per mano". Solo così, camminando insieme, diventeremo strumenti di pace e renderemo ogni giorno un buon giorno.
Chi è, veramente, Gesù? Sappiamo cosa è diventato dopo la sua morte, in duemila anni di fede cristiana. Ma come lo considerano i contemporanei? Cosa pensano quando lo ascoltano parlare e mentre lo vedono agire? Poco prima della fine, egli pronuncia su di sé parole enigmatiche: «Io so da dove vengo, e dove vado. Voi, invece, non sapete da dove vengo e dove vado» (Gv 8,14). Può questo messaggio di un «re» ebreo illuminare anche l'origine e la meta della nostra vita? Attraverso un fitto e appassionato dialogo con i Vangeli, Giulio Busi traccia il profilo di un Gesù ribelle, assai diverso dall'immagine del buon pastore, mite e mansueto, trasmessa da gran parte della tradizione cristiana. È il Gesù della polemica e dell'invettiva. E, insieme, il Gesù visionario che sovverte e trascende ogni limite di spazio e di tempo, in continuo movimento tra il «qui» della sofferenza e della sopraffazione e il «là» della pace e della vita spirituale. A delinearsi con chiarezza in queste pagine è, in particolare, una «storia ebraica» del maestro di Nazaret. Per lui, infatti, gli ebrei non sono mai «loro» ma «noi». E se la sua ribellione s'indirizza anche contro l'élite religiosa giudaica, è pur sempre la ribellione di un ebreo, orgoglioso della propria appartenenza, che sa interpretare la Torah in modo straordinariamente raffinato, eppure libero, nuovo, creativo. Alla fine, Gesù è un re proscritto, su cui pende un ordine di arresto. Un rabbi itinerante braccato e costretto a nascondersi. Quando sale a Gerusalemme per l'ultima Pasqua, sa che verrà tradito, catturato, percosso, ucciso. I suoi si sbandano, rinnegano. Solo un gruppo di donne non lo lascia nell'ora più oscura. E soltanto una donna cerca il proprio maestro e per prima lo trova, all'alba, in un giardino, al di là della morte. Il giudaismo ha rifiutato il regno senza potere impersonato da Gesù. Il cristianesimo ha trasformato la missione errante dei primi discepoli ebrei, senza famiglia e senza averi, senza bagaglio e senza armi, in una realtà solida, ben costruita, capace di durare per millenni. Ma la ribellione di Gesù ancora continua.
Il Vangelo di Giovanni è il più colto dei Vangeli ma anche il meno affidabile dal punto di vista storico. È questa un'opinione antica, diffusa, tenace. Ed è però un'opinione profondamente falsa.
Tutto si è svolto in un pugno d'ore, diciotto o venti al massimo. Dall'imbrunire di un giorno, al primo pomeriggio del successivo. In modo convulso. Per lo più nottetempo o alle prime luci dell'alba. Il processo che ha cambiato il destino dell'uomo è stato celebrato sicuramente in fretta, ma in base a quali accuse? Secondo quale rito? Chi aveva ordinato l'arresto e perché? E soprattutto, chi aveva il potere di convalidare il provvedimento emettendo la sentenza finale? Ad essere indagate sono le ultime febbrili ore di Gesù di Nazareth, il giovane profeta giustiziato su un patibolo romano a Gerusalemme in un anno convenzionalmente datato 33 della nostra èra. Vicende viste, forse per la prima volta, anche dalla prospettiva degli occupanti romani. È questo un libro dove si entra e si esce dalla storia, dove si raccolgono e indagano i documenti, dove si commentano le fonti e le si fa parlare, e dove anche uomini e cose prendono vita. Fra queste pagine si ode il rumore della pialla del falegname, lo stridio delle ruote dei carri, il belato degli agnelli; si vedono il bianco della farina e il grigio del fumo dei camini e si percepiscono le presenze misteriose di maghi, indovini, assassini. Saggismo e gesto narrativo s'incontrano: c'è la precisione storica e c'è la vita, la passione per il mondo e il talento di raccontarlo. Molti sono i protagonisti della storia e appaiono più tormentati, sfaccettati, umani, di quanto siamo soliti considerarli...
Le parole di Gesù raccontano un modo diverso e rivoluzionario di vivere. Non una religione né delle regole da seguire, ma un pensiero sul mondo e su di noi per far sbocciare prospettive differenti. Un invito per ragazze e ragazzi a interrogarsi sulla vita in una chiave nuova, attraverso le parole di Gesù. Età di lettura: da 8 anni.
Il commento alla Lettera ai Colossesi vuole essere un tentativo di lettura pastorale della Parola, accostata nella linea di alcuni grandi esegeti che hanno studiato il testo paolino; essi lo hanno ricondotto ad alcune delle risonanze che ha suscitato nei Padri della Chiesa, citati con abbondanza, sia nell'esame del testo, sia nel messaggio. Il volume richiama a un'ermeneutica di cui i Padri della Chiesa sono stati maestri, affermando la centralità assoluta della Parola di Dio. È un ritorno alle fonti di un'esegesi che è sempre attenta a leggere Cristo in ogni espressione della Parola e a ritenere tutta la Scrittura rivolta all'uomo, nella sua realtà puntuale, storica, esistenziale, inserita nel progetto di salvezza. La traduzione offerta dall'autrice, quasi sempre una semplice trasposizione verbale, mira a far avvicinare il più possibile all'originale; la struttura, indicata da pochi rilievi operati nel testo, vuole lasciare ogni iniziativa al lettore, che può far parlare la Parola in tante possibili voci.
Nel Vangelo di Giovanni, Gesù e i discepoli condividono un momento di difficoltà e insieme cercano di intravedere atteggiamenti e percorsi per affrontare il futuro. È la narrazione riportata nei capitoli 13-17, comunemente chiamati "discorsi di addio", perché collocati dall'evangelista poco prima della passione e della morte di Gesù, ma in realtà strutturati come "conversazioni". Il volume non si propone di offrire un'esegesi completa ed esaustiva del testo giovanneo, ma di cogliere sollecitazioni e stimoli per rileggere il rapporto personale con Cristo e la sua incidenza nella vita e nella missione delle comunità ecclesiali. Il lavoro è suddiviso in tre parti: la prima ripercorre i capitoli 13-16 del quarto Vangelo per scoprirne le dinamiche e i processi di fondo in ordine soprattutto alla dimensione ecclesiale; la seconda è incentrata sulle cinque promesse dello Spirito Santo presenti nei capitoli 14-16; la terza si conclude con alcune riflessioni sulla preghiera di Gesù (capitolo 17).
Questo volume prende in esame il singolare invio di Geremia, da parte di Yhwh, al gruppo dei Recabiti, paradigma dello straniero, da cui non ci si può aspettare nulla. Ma pur essendo lontani da Dio, essi offrono paradossalmente un insegnamento a chi si ritiene fedele e vicino a Dio.
Lo studio mette in evidenza il contrasto tra la fedeltà possibile (Recabiti) e l’infedeltà ostinata e reiterata (popolo di Giuda). Il desiderio di Yhwh, che auspica il «ritorno», s’incrocia dunque con la libertà del popolo che continuamente lo ripudia. L’atto pedagogico di Yhwh, il cui progetto è di richiamare il popolo di Giuda all’ascolto, all’obbedienza e alla fedeltà alla vigilia dell’imminente catastrofe e anche attraverso la lezione di fedeltà dei Recabiti, si pone come obiettivo il capovolgimento di ogni situazione bloccata.
Il titolo del volume mira a evidenziare il punto culminante raggiunto dalla creazione in quel capolavoro biblico che è il Cantico del cantici. Per Simoens si ha qui il compimento di Genesi 2-3 e la creazione di Adamo e di Eva non va vista in due momenti successivi, ma come creazione «in coppia». La coppia è specchio della pienezza della creazione ed ha caratteristiche regali e sacerdotali: è deputata al culto.
Ed ecco quindi che la donna non è elemento aggiuntivo, ma è la pienezza e in certo senso ‘redime’ l’uomo. Nel Cantico essa è presente in pienezza, tanto che per Simoens il Cantico ha come autore un’autrice.
Le mediazioni verso Dio sono la parola e la donna, e Dio è il compimento finale. Una lettura che trova un sorprendente parallelo nel Nuovo Testamento, nel quale il Verbo e Maria/la Chiesa sono mediazione a Dio/compimento.
Lo studio può essere definito una lettura antropologica e teologica, poiché privilegia la descrizione e la celebrazione della relazione fra l’uomo e la donna. Accompagna attraverso l’intero testo del Cantico, dall’inizio alla fine.
Sommario
Introduzione. 1. Collocazione del Cantico. 2. Titolo e prologo (Ct 1,1-4). 3. L’incontro e il suo contesto (Ct 1,5-2,7). 4. La visita (Ct 2,8-17). 5. La ricerca notturna (Ct 3,1-5). 6. L’enigma regale (Ct 3,6-11). 7. L’elogio dell’amata (Ct 4,1-5,1). 8. La sofferenza d’amore (Ct 5,2-8). 9. L’elogio dell’unico amato e acquietamento. L’elogio dell’unica amata e celebrazione (Ct 5,9-6,3 e 6,4-10). 10. Gli enigmi del desiderio (Ct 6,11-7,11). 11. L’unione e i suoi simboli (Ct 7,12-8,4). 12. L’epilogo (Ct 8,5-7). 13. Ultime implicazioni (Ct 8,8-14). 14. Strutturazione letteraria del Cantico e sviluppi biblici. Appendice. Bibliografia.
Note sull'autore
Yves Simoens, nato a Kinshasa (Congo) nel 1942, è stato ordinato nella Compagnia di Gesù nel 1973. È docente di Sacra Scrittura al Pontificio Istituto Biblico di Roma e al Centre Sèvres di Parigi. Si dedica anche all’animazione spirituale con ritiri ed esercizi. Presso le EDB ha pubblicato: Secondo Giovanni. Una traduzione e un’interpretazione (22002) ed Entrare nell’alleanza. Un’introduzione al Nuovo Testamento (2003).
Per focalizzare il contenuto di base dell'introduzione alla lettera ai Corinzi può essere utile partire dal testo degli Atti degli apostoli in cui Luca descrive l'evangelizzazione di Corinto. Siamo nell'ambito del secondo viaggio missionario di Paolo, quello che lo porta ad attraversare le terre europee. Dal racconto emerge anzitutto la costituzione di un nuovo gruppo missionario composto da Paolo, Aquila e Priscilla, Silvano e Timoteo. L'evangelizzazione di Corinto tocca in un primo momento i giudei, ma poi, a causa della loro resistenza e opposizione, si rivolge più direttamente ai pagani o meglio ai proseliti. Il capo della sinagoga tuttavia aderisce, mentre la casa di un proselito diventa base della giovane comunità. A Corinto, dunque, sorge una chiesa abbastanza composita, con presenza piuttosto consistente di membri provenienti da esperienze tra loro diversificate.