
Il testo completo del Vangelo di Matteo nella versione ufficiale della CEi, accompagnato da note e box esplicativi a cura di Paolo Curtaz. In appendice, tavole illustrate sulla Palestina al tempo di Gesù, Gerusalemme, il Tempio, la regione del Lago di Tiberiade per avere una visione completa degli spostamenti di Gesù durante il suo ministero terreno.
Un utile sussidio per la catechesi dei bambini, dei ragazzi e dei giovani. Un agile strumento per chi si accosta per la prima volta al testo del
Vangelo di Matteo. Introduzione, note e box esplicativi chiari ed essenziali. Cartine in fondo che permettono di localizzare visivamente i diversi luoghi di cui si parla nel Vangelo.
La figura del patriarca Giacobbe potrebbe, per certi aspetti, essere assimilabile a quella di Ulisse, l'eroe greco cantato da Omero. Anche il ciclo dei racconti biblici dedicati a Giacobbe gravita attorno all'idea del viaggio, con una partenza e un ritorno ben evidenziati. Anch'egli, come Ulisse, stette lontano dalla sua terra vent'anni. Il ciclo di Giacobbe si trova così a descrivere l'itinerario e le situazioni che un viandante in esilio dalla propria terra è costretto a subire per potervi alfine fare ritorno. La struttura essenziale dei racconti dedicati al figlio di Isacco viene qui offerta in una nuova traduzione dalla originaria lingua ebraica assieme a un commento esegetico e teologico. La storia di Giacobbe in una nuova traduzione con commento esegetico e teologico.
Il vangelo secondo Matteo è stato sempre considerato il vangelo per eccellenza, il «primo vangelo», e non solo perché apre il canone del Nuovo Testamento, ma soprattutto perché (con Giovanni) è stato il vangelo più commentato dai Padri, anche se per un vero e proprio commentario si dovrà attendere Origene, intorno al 240. Quello di Matteo però non è semplicemente un racconto come
ma una vera e propria «biografia», che in parte ricalca quelle antiche, pur non riprendendone alcune caratteristiche, quali la descrizione fisica del personaggio o l’introspezione psicologica dello stesso.
Seguendo i criteri della Collana (Nuova versione della Bibbia dai testi antichi), il volume offre un’ampia introduzione, il testo antico, la nuova versione italiana, le note filologiche e il commento teologico al libro.
Il volume presenta il testo antico a fronte, una traduzione moderna e fedele al testo antico e un ricco apparato di note filologiche e di commento.
IL CURATORE
Giulio Michelini, frate minore, insegna Nuovo Testamento all’Istituto Teologico di Assisi. Ha studiato alla Facoltà di Lingue dell’Università di Perugia (dove ha lavorato sulla traduzione verso il gotico del Vangelo secondo Matteo), alla Pontificia Università Gregoriana, dove ha conseguito il dottorato in Teologia biblica, e al Bat Kol Institute di Gerusalemme. È autore di diversi articoli scientifici e - insieme ai coniugi Gillini e Zattoni - di due commenti biblici destinati alle coppie: La lotta tra il demone e l’angelo (Cinisello Balsamo 2007); Rut. La straniera coraggiosa (Cinisello Balsamo 2009, con un contributo di Massimo Cacciari).
In Paolo di Tarso incontriamo una figura cruciale del cristianesimo nascente, senza dubbio la più influente e determinante dopo quella di Gesù di Nazaret. Paolo non soltanto ci ha lasciato un'attestazione straordinaria della sua esperienza di fede in Gesù, ma ha anche fornito la prima interpretazione teologica della "buona notizia" di Gesù Cristo Signore. Il volume ha l'intento di aiutare il lettore a entrare negli scritti paolini seguendone il pensiero nei suoi risvolti teologici e pastorali più rilevanti. Questa introduzione rappresenta un utile sussidio per un primo contatto con l'epistolario paolino e serve da stimolo per continuare ad attingere alla straordinaria ricchezza di testi che tanto hanno influito nella storia della chiesa. Il testo fa parte di una serie di manuali che si caratterizzano per la completezza dell'informazione, evitando però la pedanteria dei dettagli.
L'apostolo Giovanni è il teologo della vita spirituale. Egli ci offre nei suoi scritti la più grande teologia dell'esperienza cristiana. Di qui l'importanza della meditazione teologico-spirituale di questo testo, e la necessità per noi di chiedere al Signore la luce per capire quello che lo scrittore ispirato ci ha voluto dire. Questo commento di un mistico quale fu Divo Barsotti si rivolge a tutti coloro che desiderano approfondire contenuti e caratteristiche della vita cristiana.
Quasi una vita di Gesù è un saggio che ricostruisce, partendo dai testi autografi di Bernanos, un progetto da lui a lungo pensato, ma che si decise a scrivere solo nei suoi ultimi mesi di vita, quando ormai era gravemente ammalato. E infatti Bernanos morì prima di poter realizzare la sua Vita di Gesù e di essa abbiamo soltanto il frammento iniziale, che viene proposto in due pagine a stampa subito dopo l’Introduzione del curatore. Poche righe che però esprimono chiaramente il suo desiderio di scrivere una vita di Gesù per le persone semplici e umili: «Vorrei parlare di Gesù Cristo molto semplicemente agli uomini che non lo conoscono più, vorrei parlarne dalla soglia di una chiesa o dietro un pilastro, da povero uomo come gli altri». Il volume, curato da don Marco Ballarini, dottore della Biblioteca Ambrosiana e profondo conoscitore dell’opera di Bernanos, offre al lettore le pagine migliori della produzione narrativa, saggistica e teatrale di Bernanos che si riferiscono alla figura di Gesù o alle Sue parole, e ricostruisce, seppure per frammenti, una ideale vita di Cristo «secondo Bernanos». Ne risulta così un testo singolare, una Vita di Gesù scritta utilizzando le parole e secondo le intenzioni di un grande romanziere moderno.
L'autore
Georges Bernanos (1888 - 1948) è uno dei più celebri autori della letteratura francese del Novecento. Personaggio e romanziere di difficile definizione - tanto da rendere complesso inquadrarlo in un preciso contesto letterario - , fervente cattolico, ha posto al centro della sua opera l’antagonismo tra il Bene e il Male. Sotto il sole di Satana (1926) è il suo primo romanzo, al quale hanno fatto seguito, tra gli altri, Diario di un curato di campagna (1936) e Monsieur Ouine (1943).
Il volume propone una sorta di itinerario all’interno della Bibbia, dove il silenzio appare come una «ricca metafora dell’essere e dell’agire di Dio» (Báez), ma anche l’ambito in cui l’amore umano prende coscienza della sua essenza miracolosa, della sua libertà e della sua potenza di intimità. Perciò «l’umanità di chi non tace mai si dissolve» (Guardini) ed è impossibile riconoscere i bisogni del prossimo e confessare Dio come Padre senza l’ascolto. L’ascolto è ciò che permette la relazione autentica con l’Alto e l’altro. I personaggi biblici sono proposti in un’ottica originale e tracciano un percorso che dall’Antico giunge al Nuovo Testamento, dove in Gesù di Nazaret, il Verbo uscito dal Silenzio, «il mistero nascosto da secoli e generazioni» si è pienamente rivelato. Chiude il volume una piccola guida su come apprendere l’arte del silenzio.
L'autore
Sandro Carotta, monaco benedettino presso l’Abbazia di Praglia (PD), collabora con diverse riviste di spiritualità e ha pubblicato: Cristo mia speranza è risorto. Il triduo pasquale (La Scala, 2008); Con lo sguardo di Maria. Icone bibliche e poeti, con Manuela Cavrini (Messaggero, 2009); Vogliamo vedere Gesù (Scritti Monastici, Abbazia di Praglia 2012).
"Gesù è maestro, perché ha imparato", "Gesù è maestro, non perché dice delle parole di istruzione, ma perché è la Parola di Dio, comunicata a noi in modo concreto attraverso la sua umanità". "Un semplice maestro può solo spiegare la teoria, mentre il maestro Gesù ha la forza di cambiare la vita e di trasformare l'esistenza, per rendere una persona in grado di compiere quello che da sola, pur con tutta la buona volontà, non riuscirebbe a realizzare". In queste tre frasi sta la sintesi del volume: ripercorre la vita di Gesù attraverso i vangeli e mostra come diventi maestro perché lo è fin dall'inizio. Si conclude con una prospettiva interessante: al discepolo tocca imparare il Cristo. Aiuta a staccarsi da una concezione nozionistica di Gesù maestro.
Quello di Geremia è il libro più lungo dell'Antico Testamento (il Testo Masoretico consta di 21981 parole) e presenta l'attività del profeta lungo un arco di tempo che supera i quarant'anni (dal 627 a.C. a una data non precisabile dell'esilio, probabilmente il 580 a.C.): rilegge questo periodo storico in linea con i criteri del Deuteronomio e annuncia un'alleanza nuova tra Dio e Israele. Con la sua vicenda personale e il suo attaccamento alla parola di Dio, il profeta vi occupa un posto tale che, almeno nelle sezioni biografiche e nei lamenti, è difficile separare nettamente la sua persona dal messaggio che annuncia. Perciò l'importanza del libro è dovuta, oltre al messaggio della nuova alleanza, al fascino, al ruolo determinante e alla centralità del profeta. Non è un caso che nel Nuovo Testamento Geremia venga menzionato, il solo tra i profeti scrittori, per indicare un rapporto di identità con Gesù Cristo (Mt 16,14); il che dimostra sia il posto preminente che egli si era guadagnato nella prima generazione cristiana sia la consapevolezza di un legame tra lui e la persona di Gesù di Nazaret.
Sotto il genere letterario dell'intervista, don Guido Benzi, direttore dell'Ufficio Catechistico nazionale della CEI, presenta la personalità e la teologia di Paolo. L'interesse del volume nasce dalla facile accessibilità e immediatezza dello stile. Qualunque lettore può accostarsi a Paolo e al suo pensiero senza lasciarsene schiacciare. I passi delle lettere paoline a volte sono citati direttamente, altre volte stanno sullo sfondo. Numerose indicazioni storico-geografiche aiutano a capire il quadro storico-culturale in cui si è mosso Paolo.
Negli ultimi quarant'anni circa, la ricerca sul secondo libro dei Maccabei ha ricevuto un notevole impulso, rimuovendo vecchi pregiudizi che avevano portato per lungo tempo a considerarlo inferiore al primo libro dei Maccabei e causando una nuova consapevolezza del suo valore storico-letterario. Rispetto alla lettura convenzionale del passato, Doran sottolinea almeno tre motivi di particolare interesse: il titolo, che non indica affatto la continuazione del primo libro dei Maccabei, ma racchiude un racconto piuttosto differente nello stile e nel contenuto; il genere, che non caratterizza un'opera storica in senso moderno, ma che si ispira piuttosto allo scopo parenetico ed esortativo di invitare i suoi lettori a seguire fedelmente le tradizioni ancestrali dell'ebraismo; la struttura stessa del libro, che è composto di due parti più brevi, le due lettere, e una più ampia, la narrazione. Seguendo i criteri della collana ("Nuova versione della Bibbia dai testi antichi"), il volume offre un'ampia introduzione, il testo antico, la nuova versione italiana, le note filologiche e il commento teologico al libro.
La liberazione dalla schiavitù dell'Egitto e i lunghi anni di vagabondaggio nel deserto verso la Terra Promessa sono una tappa fondamentale della storia della salvezza. Essi rappresentano un momento originario e fondante durante il quale il popolo di Dio ha imparato a vivere di fede, a fidarsi del Signore e a riconoscerne la presenza provvidente e amorevole di padre e pastore buono. L'autrice, biblista e interprete dei testi biblici, aiuta a comprendere le pagine che narrano questo cammino, ne evidenzia lo spessore teologico e la dimensione spirituale. Con chiarezza mostra come l'esperienza di Israele narrata nel libro dell'Esodo rappresenti un punto di riferimento significativo anche per noi cristiani, chiamati a ripercorrere il cammino spirituale del deserto e della radicale dipendenza da Dio. Una riflessione sul cammino spirituale e la salvezza rivolta a tutti i cristiani.