
Parlare d'amore vuol dire parlare del Signore. Egli si rivela a noi nelle nostre relazioni amorose. Il testo va letto proprio come in un canto d'amore terreno, figura dell'incarnazione: espressione della solidarietà di un Dio che prende fattezze umane per amare con un cuore di carne.
L'autore rivisita con il cuore la vicenda di Gesù vivendola come protagonista discreto: ascolta, vede, si interroga e registra la realtà dell'uomo di Nazareth. È un cammino in ascesa verso la comprensione più completa di chi da singolare, interessante "compagno di viaggio", diviene progressivamente il "motivo" del viaggio. Un'originale e poetica rilettura della storia terrena di Gesù e dei suoi discepoli.
Originale l'intuizione di Valentino Salvoldi: se uno di noi é Dio, anche noi siamo Dio. Nostra comune vocazione é essere Cristo, più che cristiani. Ideale che diventa realtà se noi, sulle orme del maestro, viviamo alla luce del vangelo che in queste pagine viene proposto e attualizzato attraverso brevi racconti, immagini, intense preghiere.
La Passione di Gesù Cristo raccontata e meditata come un dramma in quattro atti e un epilogo. Non è una rappresentazione scenica, ma un testo per la meditazione basato sui Vangeli, sulla riflessione teologica e sull'esperienza di vita dei cristiani. Ogni "scena" è scandita da tre momenti: "Rifletti": è il riassunto del fatto con elementi esegetici e teologici che ne aiutano la piena comprensione; "Prega": un breve spunto di preghiera che si può ampliare personalmente; "Prometti": la proposta di un impegno pratico per calare nel quotidiano quanto meditato.
"Scrivere su san Giuseppe significa da un lato attingere alla fonte del vangelo, dall'altro tenere perlomeno conto di ciò che attraverso la storia è sorto e si è riflettuto su di lui. Di primo acchito si può dire che il vangelo è molto parco nel parlare di san Giuseppe, non facendogli peraltro dire alcuna parola. E nessun riferimento se ne fa negli altri scritti del Nuovo Testamento. Se tuttavia è vero che il racconto evangelico gli dedica poche pagine, non è dalla scarsità delle informazioni che ne deriva necessariamente una minore rilevanza. Le cose essenziali possono dirsi, infatti, con brevi parole. Il fine di queste meditazioni è così poter riscoprire san Giuseppe a partire dal testo sacro. In fondo la sua missione, unica nella storia, è quella di chi ha accolto la custodia della santa Famiglia conducendola sulle strade spesso impervie e faticose della sua esistenza, e offrendole un umile servizio." (dalla Introduzione)
Vangeli e Atti degli Apostoli hanno in comune il fatto di essere scritti di carattere narrativo. Si tratta inoltre di narrazione storiografica. Del resto, Atti è la seconda parte della cosiddetta opera lucana, il cui primo tomo è costituito dal terzo vangelo, espressamente definito nel suo prologo come "narrazione" (dièghesis: Lc 1,1). Il termine "vangeli" è riservato ai quattro testi (Matteo, Marco, Luca, Giovanni) totalmente incentrati sulla vita, la passione, la morte e la risurrezione di Gesù Cristo. Gli Atti invece contengono solo pochi frammenti della vita terrena di Gesù (At 10,37-43) e narrano eventi successivi alla risurrezione, interessandosi all'opera di evangelizzazione originata dalla Pentecoste e ai primi passi delle comunità cristiane. A differenza sia dei vangeli che degli Atti, le lettere e l'Apocalisse non sono scritti narrativi: le lettere testimoniano un rapporto dirette fra il mittente e le comunità cristiane colte nel loro presente, mentre l'Apocalisse è una lettura della storia a partire dall'evento pasquale, il Cristo, Agnello immolato, morto e risorto.
Violenze carnali, adulteri, fratricidi, incesti, vendette, lapidazioni, diluvi e carestie. Queste sono le macabre vicende e i terribili disastri narrati nella Bibbia. Il libro più letto al mondo, che per secoli, preso alla lettera, ha alimentato e giustificato soprusi inauditi in nome di Dio. Infatti, cercare di comprendere la Bibbia senza una contestualizzazione linguistica, storica, a volte anche archeologica, è un'impresa spesso fallimentare. Ma come possiamo trarne insegnamento se il suo significato più profondo ci sfugge? Simone Venturini in questo libro ci offre una prospettiva inedita: e se la chiave di lettura fosse dentro di noi, laddove l'anima sconfina con il mistero di Dio? A partire dalla conoscenza di sé e dall'esperienza che facciamo di Dio nei momenti più intimi della nostra vita, è possibile leggere la Bibbia in modo diverso, al riparo da anacronismi o tendenze fideistiche e scoprirne il suo senso profondo e il suo potere nascosto. Aiutarci a capire chi siamo, qual è la nostra missione e chi è veramente Dio.