
Il terzo Vangelo ha sempre esercitato un fascino particolare, fascino che si ripercuote sull'autore del Vangelo stesso e degli Atti degli Apostoli, identificato dalla tradizione con Luca, il "caro medico" del quale Paolo trasmette i saluti. L'immagine familiare lo rappresenta come compagno fedele dell'Apostolo, e la pietà popolare lo identifica con uno dei discepoli di Emmausce lo presenta come il pittore della Madonna. Luca è presente ovunque, in questo testo, con il suo stile e il suo vocabolario, con la disposizione data al materiale, con la capacità di attualizzare le tradizioni ricevute e di presentarle secondo la propria visione tologica. Egli si rivela, così, servitore della Parola e vero autore. Questo commento al Vangelo di Luca è proposto ai lettori che hanno una certa pratica della questione biblica, senza essere specialisti in materia, con l'intento di offrirne una spiegazione abbastanza dettagliata, che tiene presenti i dati della ricerca esegetica attuale.
Commento esegetico teologico
tradizione, redazione, teologia
Il volume analizza esegeticamente le dieci istruzioni padre-figlio di Proverbi 1-9. La metodologia esegetica seguita (diacronica e sincronica) segue le istanze del metodo storico-critico e si avvale della ricchezza ermeneutica delle scienze umane (la sociolinguistica e la psicologia dello sviluppo). L'attenta esegesi dei testi, che muove dal lato sociolinguistico secondo il quale l'organizzazione sociale e relazionale avvengono attraverso il medium dell'attività linguistica, getta nuova luce sul concetto di autorità e delinea la portata e la forza dll'insegnamento del padre-maestro, recuperando la visione dell'uomo che soggiage all'insegnamento offerto dal maestro (obiettivi, valori, visione del mondo, paure, certezze). Si approfondisce così la dimensione personalistica delle istruzioni mediante l'analisi del "saggio in relazione". L'interazionismo simbolico costituisce un valido supporto per cogliere la costruzione sociale della persona. Questa prospettiva ermeneutica disegna un volto inedito della figura del padre-maestro e definisce i tratti della nuova identità educativa dl padre: egli abilita il figlio ad un approccio "olistico" alla realtà, alieno da duelismi antropologici che vorrebbero contrapporre e separare ambiti differenti dell'esistenza umana.
Malgrado il consistente sviluppo degli studi sul Vangelo di Giovanni in questi ultimi anni, le pubblicazioni dedicate ai "Discorsi di Gesù" (Gv 5-12) come blocco unitario, sia dal punto di vista diacronico sia da quello sincronico, sono rare, nonostante la rilevanza che tali discorsi possono fornire alla comprensione del rapporto tra Gesù e i Giudei del suo tempo. I problemi che pone il testo sono di varia natura: letteraria, storica e teologica, oltre che metodologica, e continuano, ancora oggi, ad animare il dibattito tra gli studiosi. L'Autrice, nel comprendere la preziosità del contributo che j citati Discorsi sono in grado di fornire alla comprensione del rapporto istauratosi tra Gesù e i Giudei del suo tempo, valorizza nella sua lettura la dimensione storica e narrativa del testo. Il testo giovanneo, indagato con cura, non tarda a manifestare nuove e considerevoli ricchezze.
Il quarto dei Vangeli canonici si presenta come un'opera estremamente complessa dal punto di vista letterario e contenutistico. Nella lettura e comprensione del testo, gli studiosi si sono soffermati, in particolare, sull'identificazione dell'Autore - è Giovanni, il figlio di Zebedeo e il fratello di Giacomo? -; sull'analisi dello stile (il frequente ricorso al simbolismo, l'attenzione conferita dal narratore alla parola, soprattutto a quella di Gesù, il carattere “intrusivo” del narratore con la funzione di orientare il lettore verso una migliore comprensione, ecc.); sulla relazione del Quarto vangelo con quelli sinottici e con l'Antico Testamento; sulla datazione del testo e suo scopo. Nell'affrontare tutti i più importanti interrogativi sul testo, oltre ad una lettura esegetica l'Autore propone una lettura teologica del Vangelo di Giovanni.
salmi scelti dal primo libro del Salterio
Uno strumento esegetico per lo studio e il commento alla Parola di Dio nella predicazione. La struttura del Vangelo di Matteo da un lato corrisponde a quella tradizionale degli altri sinottici in cui Gesù viene descritto nelle sue tappe fondamentali, quali il battesimo, la missione in Galilea, il viaggio verso Gerusalemme, la passione, morte e risurrezione; dall'altro è caratterizzata da cinque sezioni che fungono da colonne portanti di tutta l'opera: il discorso della montagna, quello missionario, quello parabolico, quello ecclesiale e per ultimo quello escatologico. Cinque composizioni letterarie che interrompono la sequenza narrativa per riportare le parole di Gesù, discorsi nei quali, in modo progressivo, si manifesta la sua dottrina. L'autore rilegge il Vangelo di Matteo proponendo un commento esegetico e teologico che mette in luce l'armonia interna e la profonda ricchezza spirituale del testo.
Il commentario esegetico-teologico proposto guida il lettore nella conoscenza del secondo Vangelo, fornendo indicazioni di tipo linguistico e storico, accompagnate da riflessioni esegetiche e approfondimenti di tipo teologico e narrativo, in dialogo con gli studi e le metodologie più recenti. Il commentario propone l’analisi di tutti gli episodi del Vangelo, letti nel loro contesto più ampio e valutati nella loro funzione narrativa in relazione all’intero racconto. Una snella introduzione aiuta inoltre a reperire le competenze necessarie per affrontare l’analisi del testo, che è effettuata secondo una metodologia di tipo narrativo, per accompagnarlo passo dopo passo alla scoperta del Vangelo di Marco, trattato anzitutto per quello che è: un racconto avvincente e misterioso, capace di creare «un mondo di conflitti e suspense, di enigmi e segreti, di domande e rovesciamenti delle evidenze, d’ironia e di sorpresa» (C. Focant).
Il terzo vangelo canonico è il risultato di un’armonia tra tradizione e attualizzazione. Questa sinergia nasce dall’incontro fecondo tra l’annuncio evangelico originato nel mondo giudaico e la tradizione filosofica letteraria del mondo greco-ellenistico. Stupefacente risulta la fusione di questi due universi che porta alla rivisitazione della figura di Gesù. La quale assume un ulteriore spessore salvifico proprio grazie all’apporto della tradizione speculativa ellenistica. L’uso del metodo storico in voga a quel tempo trascina l’autore di questo Vangelo in una ricerca dei fatti di Gesù che lo porta a trovare in temi particolarmente illuminati e derivati dalla cultura ellenistica la chiave interpretativa della figura del messia.