
Al fine di comprendere Giosuè, l'autore propone una lettura accurata del libro nel suo contesto storico-sociale: per evitare interpretazioni e ripulse infondate, il primo passo è quello di non trasferire in un libro antico idee contemporanee della violenza, giudicandolo in base ai suoi principi interni e superando la stessa necessità di ricorrere all'insegnamento di Gesù per trovarvi significato.
La Bibbia è il racconto di un Dio che, rivelandosi nella storia, accetta di farsi raccontare secondo una prospettiva storica. Accostarsi alla Bibbia come a un racconto storico che confermi la storicità dei fatti narrati o, viceversa, considerarla un insieme di leggende prive di fondamento storico significa tuttavia condannarsi a una lettura fuorviante.
L'autore affronta in queste pagine la duplice dimensione della storia nella Bibbia e della Bibbia nella storia, facendo il punto sul dibattito storiografico, sui rapporti tra storia e fede e sulla liceità dell'utilizzo della Bibbia come fonte storicamente attendibile.
La Bibbia racconta storie, scenari e personaggi indimenticabili, avvincendo i lettori con il semplice fascino delle parole. Al contempo è presente nella letteratura di ogni epoca e luogo: da Dante a Melville, da Leopardi a Merini, essa va riscoperta nella straordinaria fioritura letteraria cui ha dato origine. Sabrina Bonati e Silvia Fontana seguono quindi un duplice percorso: l'analisi formale delle Scritture tramite strumenti letterari e la ricerca nel codice-Bibbia dei geni da cui, nella letteratura universale, discende una stupefacente progenie di simboli e temi.
Nel commentario a I Corinzi, Richard B. Hays ci rivela un volto poco conosciuto, se non addirittura inedito, di Paolo di Tarso.
Accanto alla passione missionaria dell’apostolo, Hays ne mette infatti in luce le grandi competenze pastorali: scrivendo alla giovane comunità cristiana di Corinto, attraversata da gravi conflitti, Paolo non soltanto riesce ad affrontare i dissidi proponendo soluzioni in grado di evitare la spaccatura della chiesa, ma trova anche il modo di trasformarli in opportunità per l’evangelo.
Rivisitato dall’apostolo, il conflitto diventa quindi crea­tivo e fecondo per la comunità che, attraverso di esso, impara a comprendere che cosa significa, nel concreto, vivere in Cristo.
La prova delle persecuzioni
L'attesa serena della venuta di Cristo
L'assenza di segni premonitori della sua venuta imminente
Beverly Roberts Gaventa illustra con precisione le marcate somiglianze, di struttura e linguaggio, e le considerevoli differenze, di tono e contenuti, di I e II Tessalonicesi, identificando in ciascuna epistola alla comunità fondata da Paolo nella capitale della provincia romana di Macedonia gli elementi che oggi le rendono importanti per la vita della chiesa.
Roberts Gaventa si colloca tra gli studiosi che, considerando indubbiamente paolina la prima lettera, ritengono viceversa pseudoepigrafica II Tessalonicesi.
La diversa attribuzione delle due epistole spiega così il contrasto tra le visioni teologiche dei due testi, in particolare riguardo al tema escatologico della parusia, il ritorno di Gesù.
Di norma l'accostamento tra i termini "Bibbia" e "geografia" porta a una disciplina che studia i territori in cui si sono svolte le vicende bibliche. Il libro di Paola Brunello, Aluisi e Fabrizio Tosolini cambia radicalmente prospettiva per indagare le visioni del mondo e gli elementi culturali che, presenti nel testo biblico, si sono poi intrecciati con la cultura dell'Occidente, incidendo profondamente non solo sulla scienza chiamata "geografia" ma sulla stessa concezione del mondo e della relazione tra essere umano e ambiente. Ne è nato un volume che va al cuore della geografia contemporanea.
L'amore di Osea per la moglie come specchio di quello di Dio per il suo popolo. La denuncia delle aberrazioni e le ingiustizie dei potenti. Le minacce per indurre il profeta a tacere.
ll commentario di Thomas C. Oden alle epistole a Timoteo e Tito si fonda sulla tradizione interpretativa classica: esegeti quali Atanasio, Giovanni Cristostomo, sant'Agostino, san Girolamo, nonché Lutero, Calvino e Wesley, ne sono per l'Autore i migliori interpreti, non solo perché più vicini nel tempo, ma per il minore debito verso le teorie speculative e la maggiore attenzione alla tradizione condivisa.
Oltre un orizzonte biblico ristretto entro i confini del sacro e dell’anima
Per una lettura della Bibbia che faccia i conti con l’orizzonte storico
Le Scritture e i paradigmi teologico-politici per leggere il proprio tempo
Leggere la storia con la Bibbia, leggere la Bibbia con la storia, che compito! È già difficile leggere (bene) la Bibbia e la storia separatamente, capire (bene) l’una e l’altra, ciascuna per sé. Ma quanto più difficile è tentare di abbinare le due letture intrecciandole e al tempo stesso rispettandole entrambe!
Impresa ardita, la lettura intrecciata qui proposta, per non dire temeraria, eppure quanto necessaria! Chi sarà all’altezza di un compito così arduo? E d’altra parte chi vorrà sottrarsi a quest’opera che è, a ben guardare, l’essenza stessa della vocazione cristiana?
Paolo Ricca
A partire da "il coraggio, l'altruismo e la fantasia" sottolineati da Francesco De Gregori in una sua nota canzone, per Marco e Tobia Dal Corso la Bibbia e il gioco del calcio presentano diversi tratti comuni.
Commentario all'Epistola di Paolo ai Romani.