
Quando, nel 1976, uscì la traduzione italiana de Il Nuovo Testamento di Kümmel, si trattò di un evento importante, in quanto fu resa disponibile all'ampio pubblico una storia dell'esegesi «unica per completezza dell'oggetto e per la lucidità della sua organizzazione». Così la definì Mauro Pesce nella sua lunga introduzione al volume, che tuttavia, congiuntamente a grande apprezzamento, dichiarò l'esigenza, da parte degli studiosi italiani in campo vuoi storico vuoi esegetico, di porsi in maniera dialettica nei confronti dei contenuti in essa proposti. Kümmel assume infatti come modello la scienza neotestamentaria tedesca degli anni '30 e ne ricostruisce pezzo per pezzo la formazione per quanto riguarda sia la struttura che i principali risultati.
A quasi 35 anni dalla prima edizione, in un tempo in cui ancora la questione della possibile composizione di un approccio storico-critico e un approccio teologico ai testi del Nuovo Testamento occupa incredibilmente le pagine dei quotidiani, finendo spesso col contrapporre il Gesù della storia al Gesù della fede, le EDB rendono nuovamente disponibile questa pietra miliare per la storia dell'esegesi europea nell'epoca moderna, arricchendola con un'ampia postfazione del noto biblista Rinaldo Fabris, che accompagna per le vie della storia dell'interpretazione conducendo fino ai giorni nostri.
Sommario
Introduzione all'edizione italiana (M. Pesce). Prefazione alla prima edizione. Prefazione alla seconda edizione. I. La preistoria. II. Il passo decisivo. III. La base delle discipline essenziali alla scienza neotestamentaria. IV. La visione coerentemente storica del Nuovo Testamento. V. Il Nuovo Testamento alla luce della storia delle religioni. VI. L'indagine storico-teologica sul Nuovo Testamento. Conclusione. Bibliografia per la storia della scienza neotestamentaria. Postfazione (R. Fabris). Indice delle citazioni. Indice dei nomi.
Note sull'autore
WERNER GEORG KÜMMEL (Heidelberg, 1905 - Magonza, 1995), teologo ed esegeta protestante, ha studiato a Berlino, poi a Marburgo e a Heidelberg, dove ha conseguito il dottorato nel 1929. Nel 1932 diviene ordinario di esegesi neotestamentaria a Zurigo e nel 1952 succede a Rudolf Bultmann nella cattedra di Marburgo. Le sue principali pubblicazioni sono: Kirchenbegriff und Geschichtsbewusstsein in der Urgemeinde und bei Jesus (1943), Verheissung und Erfüllung (1945), Einleitung in das Neue Testament (1963), Die Theologie des Neuen Testaments nach seiner Hauptzeugen. Jesus. Paulus, Johannes (1969). Una raccolta dei suoi principali articoli fino al 1964 è: Heilsgeschehen und Geschichte. Gesammelte Aufsatz, 1933-1964 (1965). Alla storia dell'esegesi egli ha dedicato una costante attenzione, che si è concretata non solo nella storia tradotta nel volume, bensì anche in frequenti importanti rassegne, pubblicate a parte o sulla «Theologische Rundschau» da lui condiretta.
Come diceva A. von Harnack, è impossibile scrivere una biografia di Gesù (Vita Jesu scribi nequit). Fedele allo statuto dell'indagine storica, il saggio non si prefigge di ricostruire chi è stato veramente il Nazareno, ma intende mostrare che cosa di lui è possibile dire sulla base delle tantissime fonti documentarie criticamente vagliate oggi disponibili. Da quasi tre secoli la ricerca si è infatti occupata del tema con alterne fortune, e in particolare gli ultimi decenni hanno visto fiorire studi di grande impegno e valore, soprattutto in area anglofona. Il risultato ne è stato una serie impressionante di ipotesi di ricostruzione. Nello sforzo di potere maggiormente chiarire i termini della questione e proporre soluzioni fondate, l'autore procede con rigore critico e animo sgombro da preconcetti fideistici. Sin dal titolo vuole rendere conto di una importante peculiarità degli studi attuali: Gesù era un ebreo di due millenni or sono, figlio del suo tempo e della sua terra di origine, la Galilea. Il confronto con fenomeni, movimenti e figure della terra palestinese di allora lo mostra ben inserito nel suo mondo, erede della nobile tradizione religiosa giudaica, eppure presenza scomoda che genera opposizioni tenaci e reazioni violente fino alla condanna alla morte di croce. Il volume, che nella prima edizione del 2002 ha suscitato ampio dibattito, documentato anche da stampa, radio e televisione, riconferma l'inesauribile interesse attorno alla figura di Gesù.
Riproposto in edizione economica, il volume raggruppa i principali simboli biblici in modo che possano illuminarsi a vicenda per affinità o per contrasto. Essi sono suddivisi per temi, ciascuno dei quali dà luogo a molteplici variazioni. Le diverse serie di segni si sovrappongono o si differenziano, determinando così l'efficacia espressiva e il fascino del testo. Non si tratta di un dizionario da consultare solo occasionalmente. Si può ricorrere al volume come lessico, per chiarire una questione particolare, ma il suo utilizzo è più ampio: chi vuole familiarizzare con l'immaginario biblico trova nelle sue pagine un cammino che delinea una visione del mondo costruita sulla base non di concetti astratti, ma a partire dalla realtà concreta che si offre all'esperienza dell'uomo.
Il volume indaga la struttura poetica e la ricca simbologia che servono da supporto al salmista per descrivere situazioni di vita, atteggiamenti interiori, esperienze umane drammatiche e altissime tensioni religiose.L'analisi del linguaggio poetico, le parole e le figure, la costruzione dei periodi e i piani prospettici consentono di fare emergere l'organizzazione interna dei poemi e la loro unità, mentre l'approfondimento del ricco repertorio dei simboli religiosi permette di esaminare il vasto patrimonio di ogni comunità orante.I salmi, infatti, sono soprattutto preghiera, espressioni poetiche di intense esperienze religiose.
La Bibbia è il libro più letto al mondo, ma non è sempre il libro letto meglio. Leggere bene è come risolvere un enigma: occorre confrontare gli elementi, esaminare la storia di un personaggio, talvolta consultare un atlante. È più importante fare domande che affidarsi alle risposte. L'autore uno dei più noti teorici della narratologia biblica - descrive in modo semplice che cos'è e come si applica un metodo creativo di lettura, che mira a familiarizzare i lettori con intuizioni semplici ma potenti, e tecniche di arte narrativa di uso corrente da diverse generazioni oltre i confini degli studi biblici.
Testo privilegiato della preghiera messianica e liturgica del cristianesimo, la collezione dei salmi è sì opera di mistica e di teologia, ma spesso anche impresa di alta qualità poetica, costellata di simboli lampeggianti, costruiti su vigorose e complesse espressioni letterarie. Questo microcosmo simbolico racchiude mirabili tesori di preghiera che esprimono la dimensione orante attraverso la poesia e il canto. «L'opera di Ravasi si stacca dalle aride ricomposizioni solo linguistiche che dimenticano il valore poetico, vivente, umano e incarnato della preghiera salmica.» (card. Carlo Maria Martini)
Questa introduzione al Nuovo Testamento, che prende avvio dalla genealogia del primo Vangelo e si conclude con l'Apocalisse, si caratterizza per la ricchezza degli elementi informativi e per gli spunti di riflessione teologica. Le introduzioni ai capitoli propongono traduzioni a calco sui testo greco, strutture letterarie, partizioni dei singoli libri, saggi di esegesi, punti di riferimento sintetici. L'attenzione riservata al modello e alla struttura dell'Alleanza conferisce al Nuovo Testamento un principio di unità interno oltre la letteratura e la storia.
"Dal 1955, anno in cui G. Castellino pubblicava il suo commento ai salmi per la collana La Sacra Bibbia diretta da mons. Garofalo, in Italia non era più apparso nessun commento esegeticamente completo a questa monumentale raccolta di preghiere, Parola di Dio e parola dell'uomo. Ora con l'opera di Ravasi si potrà in modo nuovo e completo scoprire in pienezza questo libro mistico e terrestre, divino ed umano che a differenza degli altri scritti biblici abbraccia nella sua universalità la materia di tutta la teologia." (dalla Prefazione di C. M. Martini)
Sant'Ambrogio raffigurava il respiro della preghiera durante il canto dei Salmi come «il maestoso ondeggiare dei flutti dell'oceano». E un commentatore del Settecento paragonava il salterio a un arazzo carico di colori.
Testo privilegiato della liturgia cristiana, il libro dei Salmi è opera di mistica e di teologia, ma anche impresa di alto qualità poetica, costellato di simboli lampeggianti, costruiti su vigorose e complesse espressioni letterarie. Questo microcosmo simbolico, esuberante «giardino dell'immaginazione», racchiude mirabili tesori che esprimono la dimensione orante attraverso la poesia e il canto.
Considerato tra i massimi interpreti del Cantico dei cantici, a cui dedicò una raccolta di quindici folgoranti omelie, Gregorio di Nissa si rivela seguace di Origene nell'interpretazione allegorica delle Scritture, di cui sostiene tuttavia anche il valore letterale. In questi testi, Gregorio condensa la riflessione teologica dell'età matura e vede nel libro sapienziale l'allegoria dell'iniziazione a Dio. La potenza creatrice della Parola, presenza stessa del Verbo, è attingibile in un processo di purificazione e di sintonizzazione mistica a cui l'interpretazione allegorica facilita il cammino. La scrittura interpretativa è a sua volta una celebrazione del potere della parola, che crea infinite immagini, fantasie di cose, piante, animali e racconti fino a ricoprire il già ricco testo biblico.
Nel corso dei secoli, la Bibbia è stata spesso citata per desumere argomentazioni finalizzate a giustificare la condizione di inferiorità e di assoggettamento delle donne nella vita familiare e sociale. Su questo tema il volume sonda il testo sacro con l'intento di cogliere i tratti negativi da cui, a prima vista, non appare del tutto immune, di mettere in risalto il personalismo che attraversa l'intera Scrittura e di cogliere, attraverso i temi dell'eros dell'agàpe, le istanze del femminismo contemporaneo e dell'esegesi femminista.
«Per me, anche dopo tanti anni di frequentazione del quarto Vangelo, molta parte di esso rimane enigmatica e perciò sono stato subito attratto dalle tue pagine che permettono di rileggere in maniera nuova questo vangelo denso di misteri. L'applicazione sistematica delle luci che provengono da una riflessione sulle caratteristiche del testo permette di riproporre interrogativi antichi in maniera nuova.» (dalla lettera di Carlo Maria Martini all'autore)