
Il libro di Giona è tra i testi più brevi della Bibbia. Eppure, è uno dei più conosciuti e sorprendenti, tanto da sembrare una "favola": la storia appare così semplice che persino i bambini l'ascoltano a bocca aperta. Duemilacinquecento anni dopo la sua redazione, questo libro parla ancora, impassibile all'usura del tempo e accessibile a tutti, al punto che la Parola si palesa in modo assolutamente naturale: inalterabile, nuova come il primo giorno in cui fu scritta, la forza del suo fascino sull'anima del lettore è ancora intatta. Dal canto suo Gesù, rifiutandosi di dare ai Farisei il segno preteso, dichiarò a quanti lo ascoltavano che avrebbe dato loro invece il «segno di Giona». Questo testo così originale, se riletto alla luce del mistero di Cristo, offre una vivida luce e si fa rivelazione. Chi ha una certa dimestichezza con i Vangeli, sa bene che a Gesù piaceva parlare in parabole. Le sue sono parabole gustose condite di umorismo e, talora, perfino di ironia. Giona è una parabola di questo tipo. David-Marc d'Hamonville ci conduce alla scoperta di uno dei profeti apparentemente più irrilevanti e ambigui della Bibbia. Una figura con la quale, però, il Salvatore trovò un punto di contatto, e con cui finì in qualche modo per identificarsi.
In continuità con i volumi relativi al Vangelo di Luca (2018) e agli Atti degli Apostoli (2019), l'Autore presenta ora l'analisi sintattica del Vangelo di Matteo. Di ogni versetto viene proposto l'originale greco (secondo il testo critico K. Nestle - B. Aland, Novum Testamentum Graece et Latine, Stuttgart 201228), la traduzione italiana (nella forma più fedele possibile, con l'indicazione di eventuali varianti) e l'analisi vera e propria della proposizione. Quest'ultima rappresenta la parte essenziale del volume: il movimento sintattico del testo viene graficamente evidenziato attraverso vari livelli in cui vengono strutturate e interagiscono fra di loro le proposizioni. Inoltre viene spiegata la natura e la funzione propria di ogni parola presente nel testo, indicando le altre possibilità interpretative.
"La crisi mondiale che stiamo attraversando è "crisi di umanità". Il Vangelo può tornare a essere "scuola di umanità" per ricostituire quel tessuto relazionale e solidale che in questi anni si è drammaticamente sfilacciato. Da vero divulgatore del messaggio evangelico, Vincenzo Paglia sa che le parole di Gesù sono sovversive, indomabili: soffocano nelle sagrestie e respirano sulle strade, nelle case e sui marciapiedi. Da questa convinzione nasce l'idea di riproporre, in una rilettura semplice e originale, alcune delle pagine più forti e radicali del Vangelo di Luca. Un Vangelo scomodo, che invita alla conversione mettendo in scacco l'egolatria dilagante, ma anche una "buona novella" che sorprende e rincuora. Dopo il successo della rubrica Il Vangelo sulla strada, su Rai Isoradio, monsignor Paglia rilegge tutto il testo dell'evangelista Luca attraverso il filtro e la sfida della contemporaneità, invitando a non ascoltare i profeti di sventura."
Giuda Iscariota è una tra le figure più note e meno amate del Nuovo Testamento, e forse dell'intera Bibbia. Il suo tradimento e il suicidio lo pongono in una posizione a sé all'interno della vicenda umana di Cristo ma al contempo, forse paradossalmente, lo hanno reso un protagonista dell'immaginario collettivo nel corso dei secoli. A differenza degli altri apostoli, infatti, Giuda non è stato dimenticato: l'arte, la letteratura, il cinema e persino la pubblicità lo hanno ritratto ricorrendo spesso a caratteri stereotipati che ne hanno sottolineato la malvagità. Ma l'Iscariota era davvero un uomo perverso, un figlio del demonio, invidioso e materialista, che non seppe capire l'autentico valore del Messia? Si è ipotizzato fosse uno zelota, o addirittura un agente segreto al soldo del Sinedrio... forse un parente di Caifa, per alcuni addirittura un parente di Gesù. Decise di togliersi la vita dopo aver rinnegato e, per quel gesto estremo, la Storia non ha mai smesso di rimproverarlo: ma fu realmente un atto spontaneo? O forse fu un omicidio mascherato da fatalità? C'era infatti più di una persona che poteva volerlo morto...
Il Giordano è un fiume povero rispetto ai più gloriosi e maestosi Tigri, Eufrate e Nilo, eppure è divenuto un grande simbolo della speranza. Nell'immaginario collettivo è un fiume unico, ed è alla Bibbia che deve la sua unicità. Di questo fiume che si ramifica in entrambi i Testamenti, che irrora il terreno desolato della storia, che ha purificato peccatori, bagnato malati e battezzato il Figlio di Dio, Gianfranco Ravasi vuole tracciare la biografia. Perché il Giordano è quasi una persona, una creatura vivente, come la sua storia, con un volto mutevole, una nascita e una morte, e un'esistenza tortuosa. Attraverso la documentazione biblica e la ricerca topografica, archeologica, letteraria e artistica, il libro è un invito a conoscere, ripercorrendola, la vita di un luogo tra i più cari ai pellegrini e viaggiatori in Terra Santa. Un viaggio dall'Antico al Nuovo Testamento attraverso il "filo azzurro" di un fiume che scorre lungo tutta la storia della Salvezza.
Nell'analisi della parabola esistenziale del Cristo, Andreoli restituisce al lettore la personalità complessa di un uomo coerente con il suo messaggio di mansuetudine e di pace fino al patibolo. Per lo psichiatra, da sempre attento alla vita interiore delle persone, Gesù è modello universale di un'umanità umile e alta a cui la società del terzo millennio - credente, non credente, atea, agnostica - dovrebbe tornare a ispirarsi.
A partire dalle vicende di Abramo, Isacco e Giacobbe - le tre figure più paradigmatiche dell'Antico Testamento, modelli imperfetti di una umanità in cui è possibile riconoscersi - si snodano le riflessioni raccolte in questo libro. Nella forma del racconto più che dell'indagine esegetica, ma sempre aderente al testo biblico, Alberto Mello invita a entrare in una nuova confidenza con l'umanità dei Patriarchi. Abramo, Isacco e Giacobbe mostrano così il loro fascino e ancor più la loro imperfezione; questo è il modo attraverso cui il Dio unico e personale della Genesi si rivela, con caratteristiche e modalità diverse che sono rilette nella prospettiva delle tre virtù teologali: fede, speranza e amore. Un'esperienza di unità nella diversità, non confinata alla religione premosaica, ma con precise ricadute nella vita del credente di ogni tempo e di ogni uomo e donna che si riconosca parte della discendenza abramica.
L'uscita dall'Egitto è l'evento in assoluto più importante della storia antica d'Israele, quello che si è impresso con più forza nella sua memoria collettiva. A questa memoria Alberto Mello fa fede nell'avvicinarsi al testo dell'Esodo, al di là delle circostanze storiche più o meno probabili o delle prove archeologiche che si possono addurre. L'Esodo, infatti, può essere affrontato anche senza ricorrere all'ipotesi documentaria. Una lettura forse più ingenua dal punto di vista scientifico, ma secondo l'Autore più efficace sul piano esistenziale. Il suo obiettivo è infatti una interpretazione dell'Esodo (limitata ad alcuni passi) volutamente semplice, secondo le modalità dell'esegesi pre-moderna e la pratica degli antichi commentatori, sia ebrei che cristiani. Una immersione nel testo che consenta anche a noi oggi di chiederci: qual è il mio Egitto, la mia schiavitù? Come uscirne? Qual è la mia terra promessa, la mia libertà?
Alberto Mello rilegge il terzo e il quarto libro della Bibbia con la scrupolosa adesione di un esegeta moderno e li interpreta convinto che la Scrittura riceva il suo vero senso in una lettura simbolica e spirituale. Il libro dei "Numeri" e del "Levitico" sono incentrati sulla santità di Dio, che si definisce certo come trascendenza, separazione, alterità, ma soprattutto, in maniera positiva, come potenza vitale e come esigenza morale. Questo libro fa seguito ai due precedenti sulla Genesi e sull'Esodo - dal titolo "Il Dio di Abramo" e "Il Dio degli Ebrei" - pubblicate in questa stessa collana.
Da A come acqua a Z come zaffiro. Si susseguono in questo - come in un abbecedario - le più importanti parole bibliche introdotte e spiegate con semplicità e acuta conoscenza delle Scritture. Un'attenta esegesi dedicata a chi si accosta per la prima volta al testo biblico e che non si limita ad affrontare gli aspetti tecnico-eruditi, ma rintraccia le valenze spirituali e le ricadute sulla vita dei credenti.
Padre Frédéric Manns è stato uno dei massimi conoscitori del contesto giudaico del Nuovo Testamento e in questo volume introduce il lettore alla conoscenza del modo ebraico di leggere la Sacra Scrittura, mostrando gli elementi di continuità e di rottura operati poi dalla tradizione cristiana.
A firma del grande esegeta e biblista di fama internazionale, un libro di viaggio per raccontare la parabola umana e spirituale di Gesù di Nazaret. Quattro grandi tappe, che corrispondono ai momenti fondamentali di un pellegrinaggio in Israele e Palestina: Galilea, Samaria, Giudea e, infine, Gerusalemme. Un viaggio che dalla Bibbia si apre alla topografia, alla storia, all'archeologia, alla letteratura, alle tradizioni giudaiche, cristiane e musulmane e al misticismo.