
Il Libro di Enoch è un testo apocrifo di origine ebraica la cui versione definitiva risale al primo secolo a.C., raggiunto oggi in pieno in una versione in lingua Ge'ez (antica lingua Etiope), da cui il nome Enoch etiopico. Il primo libro di Enoch è un apocrifo dell'Antico Testamento, non incluso nella Bibbia ebraica, non è parte della Bibbia in greco chiamato dei (Settanta) e non è parte di, almeno oggi, anche della Bibbia cristiana. Gli storici ebrei Flavio Giuseppe e Filone di Alessandria non lo menzionano tra i libri canonici del giudaismo nel primo secolo d.C., anche se sappiamo che in passato è stato spesso utilizzato nel mondo ebraico e anche i primi padri della chiesa cristiana, ci sono infatti alcune analogie tra passi e idiomi caratteristici del Nuovo Testamento, e questo libro. In epoca medievale si sono perse le tracce misteriosamente tranne qualche rara citazione, come quelli di Sincello e Cedreno del IX secolo non è più stato utilizzato, e 1 Enoch è rimasto un testo sconosciuto e misterioso fino a '700. La tradizione dice il patriarca Enoch autore di oltre trecento sessantasei libri.
Una precisa inchiesta attraverso le fonti storiche ricostruisce i dettagli sulle vicende che la Sacra Sindone ha attraversato nei secoli.
Andrea Tornielli, vaticanista del quotidiano Il Giornale e noto scrittore, risponde con chiarezza ai molti interrogativi che riguardano questo grande mistero.
Un nuovo libro-intervista di Padre Livio Fanzaga, famoso fondatore, direttore e speaker di Radio Maria, tutto incentrato sulla figura di Gesù, sul cristianesimo dello origini fino al mistero della Sacra Sindone. Un fuoco di fila di domande di Andrea Tornielli, vaticanista del quotidiano Il Giornale, a Padre Fanzaga. Un libro che si legge con curiosità e tutto d’un fiato.
Il libro segue la fortunata serie di libri-interivista sulla Chiesa e il cristianesimo – più volte ristampati – con Padre Livio Fanzaga: Maria e il futuro dell’umanità, L’inganno di satana, Attacco alla Chiesa e Aldilà (Gribaudi).
Sono già in preparazione, per il lancio del libro, trasmissioni a Radio Maria con i due Autori.
Il Libro di Giona è l'unico libro umoristico della Bibbia. Intendiamoci - scrive Alessandro Pronzato, sacerdote, scrittore, famoso autore del best-seller Vangeli scomodi, venticinque edizioni, tradotto in 20 lingue - si tratta di un messaggio serio, ma espresso in forma umoristica venata di ironia e persino di sarcasmo. L'intento pedagogico è preciso, ma evita la noia e suscita il sorriso".
Dalla penna dell’amatissimo scrittore polacco Jan Dobraczynski, un romanzo drammatico, appassionante, multiforme. L’antica Gerusalemme rivive davanti ai nostri occhi in uno dei più tragici periodi della sua storia: la fine del regno di Giuda, la presa e la distruzione della Città Santa.
Al centro degli eventi è il Servo della Voce del Signore, il profeta Geremia e il suo messaggio di fede, di dolore e di speranza, un messaggio che oggi potrebbe essere rivolto anche alla nostra vecchia Europa.
Dopo Grembiule ai fianchi, lectio divina sul testo della lavanda dei piedi (Gv 13,1-20), l'autore ci propone altre due lectio sul Quarto vangelo. La prima è inerente alle parole pronunciate da Gesù dall'alto della croce: Signora, vedi, tuo figlio. Figlio, vedi, tua madre, la chiesa (Gv 19,25-27). La seconda concerne Il comandamento nuovo identificativo (Gv 15,9-17), quello ultimo, definitivo: Amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amato.
I tre brani si richiamano e s'illuminano a vicenda e sono certamente tra i doni più preziosi - anche se non sono esaustivi - dell'eredità lasciataci dal Maestro.
Gesù di Nazareth è veramente esistito?
In quale anno è nato? E dove?
Chi erano i suoi genitori?
E’ veramente risorto dopo tre giorni?
Il vaticanista de La Stampa Andrea Tornielli, coordinatore del sito web Vatican Insider, autore del bestseller Francesco insieme (Piemme), cerca di rispondere a queste e ad altre domande sulla nascita, vita, morte e resurrezione di Gesù.
Un’indagine rigorosa che, attraverso le fonti storiche, ricostruisce i particolari di un evento affascinante e misterioso.
Un libro che racconta la misericordia di Dio per l’umanità, manifestata nella persona di Gesù attraverso le parabole: mashàl è il termine ebraico.
Nel suo consueto stile semplice, l’autrice - fondatrice dell’Associazione Fraternità Vincenziana Tiberiade e con diverse pubblicazioni al suo attivo, come Caterina Labouré (San Paolo) e Dite agli smarriti di cuore (Messaggero) – parla a tu per tu col lettore e lo fa entrare nel meraviglioso mondo delle Parabole per toccare con mano le viscere di misericordia del Padre che esse racchiudono.
Paolo celebra la preziosità dell'amore, con espressioni altamente poetiche, mistiche, di rara bellezza con l'Inno alla carità - detto anche «il Cantico dei cantici dell'amore cristiano» - uno degli emblemi "forse il più celebre e sublime che sia mai stato scritto", secondo Padre Cantalamessa. La via proposta da Paolo «ha il potere di unire la terra al cielo, il tempo all'eternità». Il cantico è una delle pagine più sublimi di tutta la Bibbia, tra le più alte e più entusiasmanti. È un elogio grandioso, un canto di vittoria. È la via sublime per la santità. È il dono più bello dello Spirito Santo, perché la carità è l'anima della santità alla quale sono chiamati tutti i cristiani. Padre Giuseppe Celli - cappuccino, impegnato nella formazione, le scuole della Parola, collaboratore di varie riviste a carattere formativo, autore di successo - propone una lectio divina che ci introduce a questi splendidi passi della Vergine per farcene gustare ogni piccolo passo.
Padre Giuseppe Celli – cappuccino, impegnato nella formazione, le scuole della Parola, autore di successo ha al suo attivo numerosi libri con Lipa e Gribaudi - collabora con varie riviste a carattere formativo, con Telepadrepio e a Telediocesi-Salerno tiene una rubrica settimanale Incontro alla Parola.
In questo nuovo libro propone due lectio divina entrambe legate all’amore unico e speciale che Dio ha per ognuno di noi per farcene gustare ogni piccolo passo.
L’accento è sulla salvezza di Dio, “un Dio che non ci salva dall’alto della sua potenza, ma dal basso della sua umiltà” sottolinea Padre Celli. “Il Dio onnipotente può far paura. Il Dio Abbà, invece, guarda con tenerezza”. Quindi “Sì, possiamo amare Dio come si ama una persona. Egli non guarda i peccati, ma vede le nostre sofferenze. Non è attratto dalle perfezioni, ma conosce i nostri bisogni. Se ne fa carico e continua ad amarci”.