
Partendo da un passo del filosofo ebreo Franz Rosenzweig per il quale il "Cantico dei Cantici" è "il nucleo e il centro della Rivelazione", l'autore scava nelle interpretazioni ebraiche più ortodosse, ossia più tradizionali, per mostrare come il Cantico abbia offerto da sempre una potente chiave di lettura teologico-politica del dramma storico degli ebrei in galut, in esilio, senza patria e ai margini della storia. Il vuoto, la nostalgia del centro perduto e il dubbio sulla presenza di Dio nella vita del suo popolo si rispecchiano nella ricerca appassionata, sognata e sofferta, dei due giovani del Cantico, le cui immagini forti consolano il popolo in esilio tenendo vivo il desiderio di un ritorno a Sion come prova della fedeltà divina dell'alleanza. Questa spiegazione sionista del Cantico è forse la ragione più profonda del suo essere entrato a far parte del canone biblico.
La Sindone è stata oggetto di culto negli ultimi settecento anni o quasi. La sua storia precedente è, però, molto dubbia e controversa: le ipotesi di storici e scienziati circa la sua provenienza e l'autenticità si sono intrecciate negli ultimi decenni, non sempre in modo convincente. Per inquadrare il problema è necessario partire da lontano, ossia dal culto delle immagini e delle reliquie cristiche, centrale nell'età medievale a Bisanzio e in Occidente. Soltanto questo consentirà di riportare il dibattito sulla Sindone alla dimensione storica cui appartiene, oltre ogni pregiudizio, soprattutto quello che contrappone scienziati e credenti nel ritenere "autentica" o meno la reliquia. Fede e scienza non sono contrapposte: stanno, molto semplicemente, su piani differenti. La fede non ha bisogno di riprove scientifiche, la scienza ha a sua volta come scopo lo studio sistematico e razionale della natura. "Sindonisti e antisindonisti continuino pure a studiare, magari in spirito di concordia e di collaborazione, la reliquia di Torino - scrivono gli autori - nell'intento di provarne o di negarne quanto meno l'identità: ma non perdano di vista il nucleo essenziale del problema, cioè che i motivi della loro rispettiva attenzione rispetto a essa sono inconciliabili non in quanto opposti, bensì in quanto estranei. Continuare nella contesa è un dialogo tra sordi obiettivamente piuttosto patetico".
Dice Don Sergio: "Sono brevi spunti di preghiera quotidiana che invitano a una ‘riflessione orante' e possono accompagnare la giornata del credente, nello scorrere di una quotidianità laboriosa e serena".
Nonostante le nostre invocazioni a volte il silenzio di Dio si prolunga e si fa per noi pesante e sconfortante. Ma in quanto credenti noi non vogliamo smettere di interpellarlo, sapendo che Lui non ci perde di vista, è la nostra tenda, ci avvolge con le sue ali sempre e ovunque.
Un viaggio nella storia delle reliquie e nella venerazione dei frammenti corporei di santi, beati, apostoli, martiri. Un itinerario di fede alla riscoperta di sacri reperti, intrisi di mistero, proposti alla devozione popolare. Dalla Sindone alle reliquie di Gesù e della Sacra Famiglia, dai resti degli Evangelisti a quelli dei Santi taumaturghi, sino alle testimonianze più singolari, incredibili e insolite. Una guida che conduce il lettore in un passato spesso sconosciuto dove riemergono pagine - anche tragiche - della vita di uomini e donne.
«Il Signore tuo Dio in mezzo a te è un salvatore potente, danzerà di gioia per te» così si esprimeva il profeta Sofonia duemilaseicento anni fa. La preghiera non è qualcosa che noi diamo a Dio ma qualcosa che egli dona a noi. Pregare, prima che un dovere, è una necessità e un piacere. I Salmi sono come uno spartito che Dio ci offre per danzare con lui. Non hanno lo scopo di piegare Dio alle nostre attese ma di aprire noi ai progetti che egli ha su di noi. I Salmi hanno la capacità di svegliare in noi quella ricchezza che il Padre ci ha affidato, introducendoci nell'avventura della vita.