
Chiunque parli di metafora è solito considerarla solo come figura retorica. In realtà si tratta di uno strumento di conoscenza, conoscenza per analogia. Ciò che è più prossimo agli occhi dell'uomo che tenta di conoscere il mistero, è in realtà il riverbero più prossimo del mistero stesso, quindi è già conoscenza del mistero e come tale è metafora di esso. Ogni immagine successiva è attingibile dall'immagine che la precede, nella prossimità all'occhio umano, ed è profezia dell'immagine più prossima alla visibilità immediata del mistero stesso. Parlar di nozze, quindi, è parlare del mistero di Dio dentro l'esperienza più prossima alla quotidianità dell'essere umano, ma non è, in sé, parlare di altro che del mistero stesso di Dio e, mediatamente, del mistero dell'incarnazione, per cui l'uomo è stato fatto, esiste e attende al compimento della perfezione di sé in conformità al suo stesso statuto ontologico, cioè l'immagine di Dio. Ciò accade in modo del tutto singolare negli scritti di san Giovanni evangelista.
Mai come oggi, "il personaggio" Gesù, sembra essersi trasformato in argomento di moda. Da un giorno all'altro sugli scaffali delle librerie si sono accumulati, improvvisamente, saggi, pamphlet e ricostruzioni storiche, più o meno (in)fedeli, della sua vita. Eppure, malgrado il fiorire di pubblicazioni, la Chiesa insiste a denunciarne la mancanza e a viverne, dolorosamente, il vuoto. C'è bisogno di lui, sostengono. Persino gli atei, o quanti si ritengono tali pur senza comprenderne il perché, lo cercano. Ovunque, e per lo più nei luoghi più impensati o sbagliati. Riprendere in mano il vangelo per conoscere Gesù è senz'altro una necessità intima dell'uomo. A nostro parere, queste brevi meditazioni cariche di sensibilità, gioia e generosità, infondono la fermezza e la forza d'animo necessarie per ribaltare le angosciose tendenze tanto in voga in questo particolare momento storico. Ovvero una quotidianità alienante, spesso costruita su parole futili e adornata di effimero. Una quotidianità dove la parola di Dio ha spazi sempre più limitati, e spesso viene travisata e piegata a esigenze sin troppo individualistiche. I pensieri raccolti dal nostro fra Marcello sono diventati un'oasi nella quale trovare energie fresche per affrontare con spirito rinnovato la quotidianità, che sappiamo bene essere per lo più fatta (e raccontata dai media) di amarezze, difficoltà, scontri, odio.
Lo scopo di questa lettura del libro di Giobbe è quello di capire e "riscattare" tutte le posizioni dei personaggi in gioco, compresa quella degli amici teologi, per evitare che alla oleografia del Giobbe paziente (e soltanto paziente), prevalente nella tradizione spirituale, si sostituisca quella del Giobbe contestatore (e soltanto contestatore), cara a tanti interpreti del Novecento.
Lo Spirito unisce il discepolo al Cristo, facendo di lui, per l'adesione della fede alla parola di Gesù e per il battesimo, un essere nuovo "nato dall'alto", adoratore del Padre "in spirito e verità". Il cristiano, mediante il dono dello Spirito del Cristo Gesù, è figlio di Dio. In lui lo Spirito del figlio prega il Padre con la preghiera propria del figlio unico: «Abbà». Attesta così che il cristiano è figlio di Dio ed è amato con lo stesso amore con cui il Padre ama il suo proprio figlio.
Leggere gli avvenimenti del mondo attraverso il Vangelo e scandagliare la Parola dentro gli avvenimenti, questo doppio movimento si compie nelle riflessioni qui proposte, relative agli anni dal 2003 al 2008. Padre Vittorio Soana condivide la sua ricerca di svelamento dell’umanità, nel percorso di libertà della persona e nel riconoscimento della sua dignità.
Il luogo privilegiato della prassi messianica è l'esercizio della giustizia e della pace, del dono e del perdono, della promozione del senso alla portata di tutti, di ogni "uomo di buona volontà".
"Corri amato mio..." Il Cantico dei cantici termina non con la consumazione finale dell'amore appassionato descritto nei suoi vari poemi, ma con un nuovo invito. Le relazioni d'amore non sono mai perfette, sono sempre in cammino, sempre alla ricerca di qualcosa di più. Al di là della qualità o della frequenza degli incontri d'amore, è sempre insita in essi una dimensione di desiderio, di sogno o di trascendenza. Sogno di sogni, tutto è sogno!
Alle mani d'ogni donna e uomo di buona volontà è affidata la responsabilità di fare della terra un giardino e del giardino la casa dell'umanità. Sopraffatti dalla gioia di questo compito ci sogna Dio. I coni d'ombra e di luce di questo sogno sono raccolti nel libro biblico di Genesi che sembra dirci: è sempre tempo dell'"In principio". È oggi il tempo dell'"In principio" perchè più le crisi sono profonde, più l'umano ha l'opportunità di scoprire la forza e la bellezza dei momenti aurorali.
La vicenda di Gesù è strettamente legata al giudaismo del suo tempo: la famiglia, gli apostoli, i riferimenti alla Torah, la preghiera. La sua stessa morte avviene a Gerusalemme, centro della religiosità ebraica. Anche il primo annuncio pasquale è fatto ai giudei. Col tempo i convertiti dal paganesimo sopravanzano i giudeo-cristiani, si affermano sempre di più le categorie greche, ci si allontana dall'ebraismo. Nei secoli successivi l'antigiudaismo cristiano ha dominato il rapporto con il popolo eletto. Solo nella seconda metà del Novecento si è finalmente instaurato un nuovo clima, che, per la Chiesa cattolica, è stato sancito dalla Nostra Aetate. La rinnovata fiducia, che lentamente si è fatta spazio anche tra gli ebrei, ha portato alcuni loro studiosi a rivalutare la figura di Gesù, non più sentito come nemico, ma come fratello, come uno dei tanti maestri vissuti nell'ultimo periodo del secondo tempio. Le loro riflessioni, che, inevitabilmente, si fermano alla vita terrena di Gesù, possono racchiudere spunti interessanti anche per noi cristiani.
Questo piccolo libro contiene il commento di Luisito Bianchi ad un brano del Vangelo di Giovanni: il dialogo tra Gesù e la Samaritana che l'evangelista colloca intorno a mezzogiorno (l'ora sesta) presso il pozzo di Sychar. Il testo fu pubblicato nel 1967 - con lo pseudonimo di Aurelio Maria Marchi - da un gruppo nato con l'apporto determinante di Luisito, allora vice assistente nazionale delle Acli. Il gruppo si chiamava "Ora Sesta", in diretto riferimento a quel dialogo.
Il tema del potere coglie la sostanza stessa del messaggio biblico, cioè il patto dell'Alleanza tra Dio e l'uomo e la sua attuazione nella storia.

