
Leggere gli avvenimenti del mondo attraverso il Vangelo e scandagliare la Parola dentro gli avvenimenti, questo doppio movimento si compie nelle riflessioni qui proposte, relative agli anni dal 2003 al 2008. Padre Vittorio Soana condivide la sua ricerca di svelamento dell’umanità, nel percorso di libertà della persona e nel riconoscimento della sua dignità.
Il luogo privilegiato della prassi messianica è l'esercizio della giustizia e della pace, del dono e del perdono, della promozione del senso alla portata di tutti, di ogni "uomo di buona volontà".
"Corri amato mio..." Il Cantico dei cantici termina non con la consumazione finale dell'amore appassionato descritto nei suoi vari poemi, ma con un nuovo invito. Le relazioni d'amore non sono mai perfette, sono sempre in cammino, sempre alla ricerca di qualcosa di più. Al di là della qualità o della frequenza degli incontri d'amore, è sempre insita in essi una dimensione di desiderio, di sogno o di trascendenza. Sogno di sogni, tutto è sogno!
Alle mani d'ogni donna e uomo di buona volontà è affidata la responsabilità di fare della terra un giardino e del giardino la casa dell'umanità. Sopraffatti dalla gioia di questo compito ci sogna Dio. I coni d'ombra e di luce di questo sogno sono raccolti nel libro biblico di Genesi che sembra dirci: è sempre tempo dell'"In principio". È oggi il tempo dell'"In principio" perchè più le crisi sono profonde, più l'umano ha l'opportunità di scoprire la forza e la bellezza dei momenti aurorali.
La vicenda di Gesù è strettamente legata al giudaismo del suo tempo: la famiglia, gli apostoli, i riferimenti alla Torah, la preghiera. La sua stessa morte avviene a Gerusalemme, centro della religiosità ebraica. Anche il primo annuncio pasquale è fatto ai giudei. Col tempo i convertiti dal paganesimo sopravanzano i giudeo-cristiani, si affermano sempre di più le categorie greche, ci si allontana dall'ebraismo. Nei secoli successivi l'antigiudaismo cristiano ha dominato il rapporto con il popolo eletto. Solo nella seconda metà del Novecento si è finalmente instaurato un nuovo clima, che, per la Chiesa cattolica, è stato sancito dalla Nostra Aetate. La rinnovata fiducia, che lentamente si è fatta spazio anche tra gli ebrei, ha portato alcuni loro studiosi a rivalutare la figura di Gesù, non più sentito come nemico, ma come fratello, come uno dei tanti maestri vissuti nell'ultimo periodo del secondo tempio. Le loro riflessioni, che, inevitabilmente, si fermano alla vita terrena di Gesù, possono racchiudere spunti interessanti anche per noi cristiani.
Questo piccolo libro contiene il commento di Luisito Bianchi ad un brano del Vangelo di Giovanni: il dialogo tra Gesù e la Samaritana che l'evangelista colloca intorno a mezzogiorno (l'ora sesta) presso il pozzo di Sychar. Il testo fu pubblicato nel 1967 - con lo pseudonimo di Aurelio Maria Marchi - da un gruppo nato con l'apporto determinante di Luisito, allora vice assistente nazionale delle Acli. Il gruppo si chiamava "Ora Sesta", in diretto riferimento a quel dialogo.
Il tema del potere coglie la sostanza stessa del messaggio biblico, cioè il patto dell'Alleanza tra Dio e l'uomo e la sua attuazione nella storia.
Per Qoèlet "tutto è vanità". Ma aggiunge: "Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché qui sta tutto l'uomo". Il timore non è la paura di Dio ma il riconoscimento della sua alterità e la consegna di sé alla sua gratuità che responsabilizzano e trasformano l'inconsistente in consistente. Se le parole dei saggi - i saggi che hanno impresso la loro saggezza nei versetti biblici sono un pungolo è perché quelle parole custodiscono la luce che trasforma l'inconsistenza umana in consistenza per grazia.
La chiave di lettura del volumetto è il passo della lettera di san Paolo apostolo agli Efesini ove Cristo è identificato come nostra pace sulla croce (2,11-19). La logica della inimicizia è stata svuotata di senso, in modo da dischiudere l'orizzonte di un'umanità nuova, di cui è erede la Chiesa per la sua missione nel mondo. L'evangelico amore ai nemici è portato alle conseguenze estreme, persino ardite: sul proprio corpo Gesù Cristo elimina il veleno mortifero della mentalità violenta che scova nemici dappertutto, fin dentro la diversità delle culture e delle religioni, e nello stesso tempo rende visibile un cambiamento profondo nelle relazioni tra le persone. Qui s'inseriscono le varie sfumature della pace/shalom delle Scritture ebraiche che, nell'attrazione verso una pace perpetua, si muovono tra un benessere soddisfacente nella concordia e la salvezza dalla disgregazione.
La fede collega il passato e il futuro, trasformando la memoria di ciò che Dio ha fatto in fiducia nella tenuta del suo amore nel tempo presente. "Oggi" è una delle parole - chiavi del Deuteronomio, Il libro del Pentateuco che rilegge l'alleanza offerta da Dio al popolo d'Israele "Ricordati del signore tuo Dio, perché Egli ti dà la forza per acquistare ricchezze, al fine di mantenere, come fa oggi, l'alleanza che ha giurato ai tuoi padri" (DT 8, 18) "Oggi" dice che la promulgazione della Torà è l'impegno della sua osservanza non sono un episodio del passato, ma si rinnovano ogni volta che popolo e individui se ne sentono interpellati.
La chiesa cattolica è chiamata ad assumere decisamente la teoria e la pratica della nonviolenza, per essere credibile con i suoi proclami di pace. Risolvere il dilemma morale fra pacifismo evangelico e responsabilità storica, è un kairós, un'occasione per inverare lo shalom pasquale con atteggiamenti sociali coerenti e scelte politiche creative. La pace, dono escatologico da invocare e attendere nella sua definitività, avrebbe un già nella storia dei facitori di pace che finalmente sarebbero beati (cfr Mt 5,9) anche di parziali ma concreti avvicinamenti al Regno.