
Un testo di catechesi.
Qual è la famiglia cristiana che non vuole condividere con i propri figli l’amore, il perdono, le proposte che Dio ha fatto in Cristo Gesù?
La Bibbia della Gioia adotta un linguaggio vivo, che nasce dal desiderio di un papà di leggere ai propri figli la Parola di Dio.
Questa traduzione New Living del Nuovo Testamento, già realizzata in più di 100 lingue, giunge in Italia alla sua IIIa edizione; essa ha permesso a migliaia di famiglie, di giovani, di ammalati, d’innamorarsi della Parola di Dio fino diventare lo strumento quotidiano del proprio rapporto con Lui.
Ora viene arricchita dei Salmi, tradotti e presentati per unire in preghiera la famiglia, rinnovandola e rendendola testimone delle grandi opere del Signore. Una Bibbia che rinnova la Pentecoste per cui ognuno “può sentire nella propria lingua” la proposta di Dio nella propria vita.
Queste pagine vogliono aiutare il lettore a considerare la Bibbia non come un libro destinato a far memoria del passato, ma come parola vivente di Dio rivolta a noi oggi, parola di proclamazione della fedeltà e dell'opera di Dio che deve suscitare l'incontro con Colui che parla.
Il libretto vuole essere un semplice aiuto per accostarsi in modo consapevole alla lettura della Bibbia, termine che significa letteralmente «libri». Troppo spesso tra noi cristiani si manifestano delle difficoltà circa la conoscenza, l’uso e la comprensione dei testi sacri. Il breve sussidio nasce proprio dal fatto di voler dare delle risposte a quelli che sono i nostri tanti interrogativi circa la Sacra Scrittura, nonché dare delle chiavi di lettura, che possano tornare utili, per interpretare ciò che leggiamo. Per far questo è assolutamente necessario dire in modo preciso cos’è la Bibbia, come essa si costituisce e, non da ultimo, cercare di comprendere il significato che essa ha per noi. Quindi perché leggerla e comprenderla. Questo breve vademecum non contiene nulla di nuovo, ma è solo una raccolta agile di notizie, su ciascun testo della Bibbia.
Accostarsi al libro della Bibbia significa incontrare una Persona che si mette in relazione con l'oggi di ogni essere umano; la parola di Dio del testo sacro è viva, tutta vibrante della forza di Colui che è il Vivente; penetra fino in fondo alla complicata natura spirituale dell'uomo, svelando e giudicando ogni inclinazione del cuore e invitando ciascuno a essere ciò che la parola trasmette. Queste pagine vogliono aiutare il lettore a considerare la Bibbia non come un libro destinato a far memoria del passato, ma come parola vivente di Dio rivolta a noi oggi, parola di proclamazione della fedeltà e dell'opera di Dio che deve suscitare l'incontro con Colui che parla. Mediante l'ausilio delle fonti linguistiche, storiche e archeologiche, si analizza un contesto lontano da noi nel tempo e nella cultura, per scoprire la vitalità del testo sacro. Nella prima parte sono affrontati gli aspetti comuni a tutti libri della Scrittura mediante nozioni di geografia e archeologia, di religione e di letteratura, di storia del popolo di Dio e delle sue istituzioni; successivamente sono trattate le questioni dell'ispirazione biblica, del canone, dell'inerranza, dell'esegesi e dell'ermeneutica.
Il volume presenta una straordinaria documentazione delle operazioni di studio, di restauro e di valorizzazione di uno dei siti archeologici paleocristiani più eloquenti riguardo al fenomeno della cristianizzazione dell'Urbe. Il complesso delle catacombe di Priscilla con la basilica di S. Silvestro è stato, infatti, sottoposto negli ultimi cinque anni a una serie molto articolata di interventi archeologici conservativi, ai quali si è accompagnata la costituzione di un suggestivo Museo destinato alla fruizione e alla conoscenza anche didattica dell'intero complesso posto sulla via Salaria Nova. Di grande rilievo è la scoperta, attraverso la tecnica del laser ormai collaudata soprattutto in ambito catacombale romano, di nuovi affreschi nell'area cemeteriale del martire Crescenzione. Si tratta di un settore degli esordi del IV secolo, contrassegnato da decine di graffiti di pellegrini che, nell'alto Medio Evo, si recavano in questo luogo a venerare il sepolcro del martire.
Dopo aver meditato ed indagato sulla meravigliosa figura di Pietro e sulla drammatica vicenda di Giuda, l'autore orienta i suoi lettori su Tommaso, uno dei Dodici, che ha vissuto sulla sua pelle il travaglio di credere senza vedere e la bellezza di cadere in ginocchio per professare la sua fede nel Risorto. Nonostante la sua semplicità Egli è richiamo figurativo di quella razionalità, che senza l'altra ala della fede, lascia l'uomo prigioniero della nebbiosa notte del proprio io. L'uomo che vuole bastare a se stesso, "che non ha bisogno di Dio che in Cristo ci tende la mano, si incammina su una via di fallimento" (papa Francesco). La sua incredulità, solo temporanea, di fronte all'annuncio della Resurrezione, è richiamata e a volte "abusata" da quanti vogliono vedere con gli occhi della fisicità e toccare con le mani quanto è oltre del mistero trascendente di Dio. In realtà Egli ha poi creduto, come scrive sant'Agostino, commentando questa scena evangelica: "Tommaso vedeva e toccava l'uomo ma confessava la sua fede in Dio, che non vedeva e né toccava. Ma quanto vedeva e toccava lo induceva a credere in ciò in cui sino ad allora aveva dubitato".
All’inizio del cap. 20, il testo giovanneo presenta una dettagliata descrizione della visita compiuta alla tomba di Cristo da parte di due suoi discepoli, Pietro e «il discepolo che Gesù amava» (cfr. Gv 20,3­10). Questo racconto, che può senz’altro essere definito l’ultimo evento storico della vita di Gesù Cristo, riporta alcune informazioni determinanti per la decisione che prenderà il giovane discepolo che accompagna Pietro. Infatti, dopo l’attenta verifica dello stato della tomba in cui era stato sepolto Gesù fatta dai due discepoli, il testo afferma con decisione che «il discepolo che Gesù amava» «vide e credette» (Gv 20,8). Cosa ha visto il discepolo? Non certamente il Risorto. Da questo punto di vista egli sta vivendo la stessa situazione vissuta da ogni credente la cui beatitudine viene proclamata in Gv 20,29, in quanto crede senza vedere il risorto. Ma se il credente in Cristo crede sulla base della testimonianza dei primi discepoli, «il discepolo che Gesù amava» crede alla vista delle tracce rinvenute nella tomba.
Un ragazzo ribelle come una pecora fuori dal gregge; il valore di una persona perduto come una moneta nella fuga di un pavimento; un ragazzo che sbatte il pugno, che rivendica i suoi diritti e la parte che (secondo lui) gli spetta, il Padre che affronta l'orgoglio, che vuole suo figlio, che ama suo figlio con l'amore più forte. L'evangelista Luca ci racconta tre 'parabole di misericordia' di Gesù Cristo. Lasciamo che il Signore Gesù ci spieghi che la misericordia è un legame afferrato, voluto, annodato a qualcuno, stretto; che ci parli dell'orgoglio ribelle che lo vuole tagliare, del valore perso dell'uomo che si svende e che il Padre compra senza guadagnarci, per dargli un prezzo non negoziabile.
La tradizione cristiana delle opere di misericordia corporale e spirituale, ripercorsa e ricompresa attraverso le storie e le parole della Sacra Scrittura, restituisce l'immagine di una vita nell'amore sempre possibile, in qualsiasi latitudine umana avvenga l'incontro con l'altro e con noi stessi. La carità, assunta come sentimento e come lavoro, è l'opera di Dio che unifica spirito e corpo e ci rende persone nuove in Cristo. Amanti perché amati.
Il tempo di Dio è in quel “Tutto è compiuto”, nel Figlio diletto che dall’alto della croce invita il buon ladrone a quell’oggi in cui potrà essere con lui, in Paradiso. È la pazienza dell’agricoltore che attende la maturazione, o lascia ancora un anno il suo albero perché si decida a dare frutto, o che lascia crescere grano e zizzania. È l’amore benigno e paziente di quel Padre che ogni giorno sa di poter sperare nel ritorno a casa del figlio che si è voluto allontanare. Da queste pagine di meditazione e preghiera emerge una verità, semplice quanto spiazzante: i tempi di Dio non coincidono con i nostri. Nei Salmi torna più volte la supplica dell’uomo a Dio affinché risponda al grido della sua anima, intervenga, operi. E spesso questa esortazione è caratterizzata da una domanda: “quando?”. Eppure, nel tempo di Dio c’è un grande mistero, c’è tutta la bellezza del suo progetto, che prende senso se osservato da una prospettiva più ampia, che non ci appartiene ancora, ma di cui evidentemente siamo capaci.
Al lettore che sfoglierà questo libro basterà scorrere l'indice per rendersi conto che non si tratta del "solito" commento al Vangelo ma di qualcosa di completamente nuovo per approccio, stile, linguaggio e contenuto. Sai cosa vuole Gesù dalla tua vita? Quante volte ci siamo fatti questa domanda? Perché la mia preghiera non viene ascoltata? (e perché non è così...). Cento giorni con Gesù è una proposta per aiutarti ad affrontare il futuro in modo migliore, consapevole che nelle difficoltà, ma anche nelle gioie grandi o piccole di ogni giorno, non siamo soli, ma abbiamo al nostro fianco Cristo, che ci sorregge, ci consola, ci perdona, piange con noi e sorride con noi. Perché vivere bene si può, e con Gesù è meglio!