
Dalla gioventù, trascorsa come devoto e severo studioso ebreo e feroce persecutore dei cristiani, alla miracolosa conversione sulla via di Damasco, fino all'instancabile impegno missionario e al martirio a Roma, Paolo di Tarso rappresenta una delle figure fondamentali della cristianità. Personaggio combattivo e affascinante, san Paolo emerge da questo romanzo in tutta la sua complessità: attraverso la sua storia e quella del suo tempo, de Wohl ripercorre le tappe decisive del percorso che portò Paolo a diventare uno dei più ispirati apostoli del messaggio cristiano, e ci restituisce l'umanità e la grandezza di un uomo che, guidato dall'amore per Cristo e per il prossimo, seppe regalare a un mondo in declino la fiamma viva e travolgente di una nuova fede.
Gesù fu catturato nel cuore della notte, ed esalò l'ultimo respiro il pomeriggio seguente. La sua fine fu rapida e passò inosservata ai più. Gran parte dei suoi uomini si era infatti dileguata al primo segno di pericolo: la crocifissione segnava la fine del loro sogno di rovesciare il sistema esistente, di ricostruire le dodici tribù di Israele e di regnare su di esse in nome di Dio. In poche ore il loro mondo era stato stravolto. Avrebbero potuto abbandonare la causa, rinunciare e tornare alla vita normale dei villaggi. Perché non lo fecero? A chi rimase fu chiaro da subito quanto fossero essenziali questi ultimi giorni per la comunità nascente, e il resoconto della morte venne rielaborato, ampliato e rimesso a fuoco. Fiorirono racconti e testimonianze, ma a tutto ciò che disse o fece Gesù fin dall'inizio venne attribuito un nuovo significato: la sua morte da sconfitta fu trasformata in vittoria e i seguaci corressero tutto ciò che per loro non era comprensibile o accettabile. Il risultato è che le nuove interpretazioni andarono poco alla volta a coprire e trasformare quello che era accaduto. I Vangeli e gli altri testi del primo cristianesimo, che gli autori rileggono in questo saggio attraverso le lenti dell'esegesi e dell'antropologia, conservano però delle tracce nascoste che ci consentono di ricostruire in modo attendibile la vicenda di Gesù. È solo grazie alla ricerca, infatti, che possiamo evitare di cadere nella trappola della fiducia incondizionata...
La Bibbia è costituita da centinaia di storie e di personaggi che hanno formato la nostra civiltà. Per credenti o meno, leggere quei racconti è come intraprendere un viaggio straordinario nel pensiero, nell'arte e anche nella fantasia. Philippe Lechermeier ci invita a farlo con una riscrittura personale ma sempre fedele di quel patrimonio immenso, realizzata attraverso una molteplicità di stili e di voci che si intrecciano e si compongono come un grande affresco narrativo. Con lo stesso spinto rispettoso e in totale libertà creativa, Rébecca Dautremer amplia gli orizzonti della sua arte e ci conduce all'interno degli episodi biblici con grandi tavole a colori e rarefatti disegni a matita e inchiostro. Illustrazioni di sognante leggerezza che infrangono con grande poesia l'immaginario abituale.
"Un mistero di croce e di luce": quell'inspiegabile e irriproducibile immagine corporea impressa sul telo è la testimonianza della passione e della morte di Gesù, ma anche della sua risurrezione. Le parole pronunciate da papa Benedetto XVI restituiscono alla Sindone tutta la verità che la ricerca scientifica aveva cercato di ridimensionare. Nel 1988, infatti, con la datazione al carbonio l4, alcuni scienziati stabilirono che la Sindone risaliva all'epoca medievale. Oggi, grazie a un lavoro multidisciplinare promosso dall'università di Padova e durato quindici anni, l'équipe guidata da Giulio Fanti dimostra che quella radiodatazione è stata falsata da una contaminazione ambientale, e va anticipata proprio all'epoca della morte di Gesù; che le tracce di polvere, polline e spore indirizzano verso la provenienza mediorientale; che il corpo raffigurato sul lino ha subito le violenze raccontate nei vangeli della Passione; e che l'immagine è stata prodotta dall'eccezionale radiazione sviluppatasi al momento della risurrezione. Questo libro, scritto a quattro mani da Fanti e da Saverio Gaeta, è il resoconto di una scoperta e la narrazione delle straordinarie vicende storiche della reliquia più preziosa e venerata della cristianità.
Da Noè a Mosè, da Salomone a Giobbe: i più famosi episodi dell'Antico Testamento, dalla Genesi al Libro di Daniele, diventano una grande storia illustrata con 1500 illustrazioni di Serge Bloch e il testo di Frédéric Boyer, autorevole biblista francese. Con un linguaggio accessibile e contemporaneo, l'Antico Testamento è tradotto in un unico grande quadro visivo e narrativo, dove i temi sono quelli dell'uomo di oggi: migrazione, giustizia, responsabilità, libertà, gelosia, tradimento, amore. Età di lettura: da 10 anni.
Una montagna senza neve, in un luogo irraggiungibile, forse, dell'interiorità: Nives Meroi si prepara a scalare la cima del Sinai con una sacca e un bloc notes intonso. Il teologo Vito Mancuso si prepara per lo stesso viaggio: i suoi bagagli sono i libri del Pentateuco e i testi di archeologia, e le immagini che gli si compongono in mente prima di iniziare il cammino sono quelle del roveto ardente e delle tavole dei dieci comandamenti. L'alpinista ci racconta il fascino di quei 2285 metri, mentre «la luce cola sui profili delle montagne e le accende di colori». Lo studioso ci guida attraverso i significati religiosi del monte Sinai e alle altezze a cui aspira la nostra condizione umana.
Ci sono storie, nei Vangeli, che a distanza di duemila anni sanno ancora sorprenderci e provocarci, perché sono capaci di farci osservare la realtà da una prospettiva inattesa. L’eredità che lasciano è rivoluzionaria e scardina i pregiudizi e la concezione tradizionale di giustizia: famiglie in crisi, poveri sempre più poveri e ricchi sempre più ricchi, lavoratori stanchi e modi diversi di amare e vivere la preghiera. Tra le parabole evangeliche, Enzo Bianchi ne ha scelte quattro tra le più note e, muovendosi con agilità tra passato e presente, ci consegna un’appassionata rilettura di quelle che restano ancora oggi pagine aperte dei Vangeli. In esse la parola si fa rivelazione del volto di Dio, guidandoci in profondità, fino al centro del suo cuore colmo di misericordia, che significa amare in grande. Per ricordarci che è attraverso la parola di Cristo che l’amore di Dio si trasferisce all’umanità, trasformandone per sempre l’esistenza. Un libro da leggere e rileggere, per scoprirne ogni volta un nuovo, imprevisto messaggio.
Uno dei personaggi più affascinanti del vecchio testamento, il pastore destinato a regnare su Israele: dal momento in cui il giovane Davide viene unto dal profeta Samuele per volere di Dio, che aveva riconosciuto in lui il nuovo re, la sua vita è ricca di episodi eccezionali. De Wohl racconta questa storia grandiosa con un respiro narrativo da romanzo d'avventura: dagli anni di servizio e persecuzioni sotto re Saul al destino che lega Davide alla principessa Mikal, figlia di Saul, dall'amore per Betsabea agli intrighi per uccidere il marito di lei, Uria, fino al tradimento di uno dei suoi figli, Assalonne, l'autore ci riconsegna tutta la complessità di un personaggio sfaccettato e moderno, capace al contempo di terribile spietatezza e di sconfinata generosità.
A parte alcune, come Eva, Maria e Maria Maddalena, le donne nella Bibbia sono in genere eclissate dalle loro controparti maschili più famose. Ciò non solo rispecchia il ruolo generale delle donne nella società occidentale, ma anche la natura patriarcale delle religioni ebraica e cristiana. Eppure, un più attento studio della Bibbia rivela che una volta le donne erano considerate pari agli uomini piuttosto che soggette a loro. Da Abigail a Sefora, il libro racconta la storie delle donne che popolano le pagine del Vecchio e Nuovo Testamento. Storie straordinarie di vero amore, devozione e pietà ma anche sesso, tradimento e violenza. E talvolta di vendetta contro gli uomini che le hanno sottomesse e sfruttate.
L'Apocalisse, attribuita all'evangelista Giovanni, è l'ultimo e forse il più misterioso dei testi che compongono la Bibbia, sicuramente quello che più di ogni altro impregnò di sè la fantasia dei lettori medioevali e moderni.
L'epistolario di Paolo di Tarso è prima di tutto uno spaccato di vita, la testimonianza diretta della missione evangelizzatrice di un personaggio chiave del Cristianesimo delle origini. Le sette lettere autentiche del santo non furono composte per lasciare ai posteri una rappresentazione idealizzata della propria esistenza o una summa sistematica della propria dottrina teologica: sono lettere in cui lo spirito missionario si traduce in una comunicazione spontanea e appassionata dell'apostolo-mittente a questa o quella chiesa. Insieme alle lettere scritte da suoi discepoli anonimi del primo secolo, esse ci consegnano il ritratto di un uomo cosmopolita, dal multiforme bagaglio culturale, romano, greco e giudaico, la cui idea di Cristo morto, risorto e venturo come speranza universale di salvezza si è rivelata decisiva per la diffusione del messaggio cristiano.
Cattolica inquieta e provocatrice, Christine Pedotti si domanda che cosa dicano veramente i Vangeli a proposito delle donne. L'immagine tradizionale è, per molti di noi, quella di Gesù accompagnato dai dodici apostoli; le donne, se ci sono, restano sullo sfondo. Persino sua madre Maria, cui molti fedeli riservano una devozione assoluta, viene a malapena nominata da alcuni evangelisti. L'autrice si propone di interrogare il testo «con gli occhi e gli orecchi liberi da due millenni di interpretazioni prevalentemente maschili». Il risultato è una visione inedita, originale e al contempo rigorosissima, del Salvatore in conversazione con le tante donne che incrociano il suo cammino. Gesù instaura con loro un contatto spirituale e spesso anche fisico: le ascolta, le abbraccia, risponde alle loro domande, discute assieme a loro con interesse e senza mai perdere la pazienza, come gli capita a volte con i suoi interlocutori maschili. Sembra, in molti casi, preferirle. Se siamo pronti ad accostare quei racconti con sguardo libero da pregiudizi, ogni incontro, ogni scambio e ogni gesto ci rivela l'impressionante modernità del messaggio evangelico: in nessun luogo si troverà un «elogio della maternità»; mai si fa l'elenco dei «doveri di una moglie». Nell'appassionata lettura di Christine Pedotti, Gesù non si rapporta alle donne sulla base del loro sesso: si apre a loro in quanto persone.