
Una introduzione concisa ed efficace alla complessa problematica dei vangeli sinottici e della cosiddetta “Fonte Q”. In cinque capitoli se ne evidenziano la probabile origine e datazione, le connessioni, il profilo teologico caratterizzante. Si affrontano le questioni letterarie, quelle legate alle tradizioni storiche e alla teologia, che in molti casi spiegano parallelismi, concordanze e discordanze.
Dalla quarta di copertina:
Il libro presenta in cinque capitoli una concisa introduzione alla complessa problematica dei cosiddetti Vangeli sinottici (Marco, Matteo, Luca): in che rapporto stanno essi fra di loro? Come spiegare i loro parallelismi, le loro concordanze e le loro differenze nella scelta e nella disposizione del materiale narrativo? Quale specifico modo di esporre le cose, quale lessico caratterizzano i singoli Vangeli?
L’autore evidenzia le connessioni esistenti fra le loro tradizioni, informa sulla loro origine, sul loro profilo teologico e sulla loro datazione. Inoltre tratta le questioni letterarie e storiche concernenti la raccolta di detti Q e il suo profilo teologico.
Il classico volumetto sui salmi del grande monaco e scrittore di spiritualità, edito per la prima volta nel 1956 e da allora sempre ristampato, ci ricorda che "quando veramente facciamo dei salmi la nostra preghiera, quando realmente li preferiamo ad altri metodi ed espedienti, facciamo sì che Dio preghi in noi con le sue stesse parole. Ed è allora che penetriamo sul serio il senso dei salmi. Ed è proprio allora che essi diventano la nostra preghiera d'elezione".
Con Dio intratteniamo spesso dei rapporti contrattuali. Quando, nella vita, ci capita qualcosa che "non era nel contratto", fatalmente perdiamo ogni fiducia in questo Dio del dare-e-avere cui avevamo affidato tutto perché, da Supremo Garante, ci proteggesse magicamente da tutto. Allora ci abbandoniamo al lamento: perdiamo la voglia di vivere spensierati, perché ci sentiamo minacciati da ogni parte. Intrecciando finemente racconto personale, meditazione teologica e rilettura spirituale del libro di Giobbe, Marion Muller-Colard fa balenare una fede intesa come audacia. Rileggendo la propria esperienza al capezzale del figlio, incita ad andare - oltre i sistemi rassicuranti - alla ricerca di una grazia incarnata nell'esistente. Perché Dio ha un altro volto. È l'Incommensurabile. È esigente. Con noi circoscrive il caos a favore della vita, ma non ci dispensa dalla vulnerabilità. Dio cerca chi lo ama per nulla, non per contratto. «Quel Dio "gonfiato" a cui Giobbe ed io avevamo affidato la nostra vita, nell'entusiasmo di una giovinezza colma di promesse, si era come "sgonfiato". E, con Giobbe, dovevo tenere in mano per molto tempo la pelle morta di quel Dio, come un indizio sulla via di un altro Dio» (Marion Muller-Colard).
Queste stimolanti meditazioni, sviluppate a partire da un corso di esercizi spirituali, ripercorrono le pagine bibliche dell’Esodo, rileggendo alla luce del vangelo di Gesù quel cammino di riscatto e di crescita, di salvezza e liberazione.
L’Esodo racconta l’epopea del popolo di Israele che esce dall’Egitto, percorre un itinerario nel deserto ed entra nella terra promessa. Nello stesso tempo, però, quelle vicende sono paradigmatiche: permettono di accedere a un dato che non è solo ebraico e cristiano, ma tocca uomini e donne di tutti i tempi.
In quel cammino spirituale viene offerta una metafora della vita universalmente umana, una emblematica parabola della libertà umana nel suo sbalorditivo incontro con la libertà di Dio. Ed è una via che riguarda ciascuno di noi, che oggi ci mettiamo in ascolto della Parola rivelata: tra promessa e compimento.
«Sulla base di una profonda conoscenza esegetica, l’autore illustra essenzialmente la figura e il messaggio di Gesù nel confronto con le domande del presente». (Benedetto XVI, Gesù di Nazaret, p. 410)
Questo libro è destinato a trasformarsi in una sfida per cristiani e scettici: una sfida a occuparsi in modo totalmente nuovo del personaggio chiave del cristianesimo, Gesù, e a sottoporre il suo messaggio di speranza alle innumerevoli domande che sorgono dalla storia dell’umanità.
Dalla quarta di copertina:
Per tutta una vita Klaus Berger, teologo di Heidelberg, ha condotto le sue ricerche su ‘Gesù’. In questo libro presenta la ricca summa delle sue conoscenze, per dire ancora e di nuovo, agli uomini e alle donne d’oggi, perché Gesù è importante e per dare risposte alle persone che chiedono a ragione se Gesù possa anche oggi significare qualcosa per loro.
Berger traccia un quadro di Gesù pieno di forza esplosiva: grande e provocatorio, il Gesù di Galilea si staglia sulla nostra epoca, non schiacciato da sistemi di regole interpretative, non passato attraverso filtri ideologici, non subordinato a modelli psicologici o a ipotesi sociologiche precostituite. Piuttosto, il Gesù dei vangeli viene posto di fronte alle innumerevoli domande che nascono dagli uomini e dalla loro storia. Del testo evangelico l’Autore cerca di afferrare la logica semplice e la drammaticità interna, si sforza soprattutto di ascoltarlo in profondità per trarne risposte e orientamenti.
Questo libro sarà una sfida per cristiani e scettici a occuparsi in modo totalmente nuovo del personaggio chiave del cristianesimo e del suo messaggio di speranza.
Introduzione all’edizione italiana del biblista Rinaldo Fabris.
Scoperto negli anni Settanta, l’apocrifo Vangelo di Giuda ha molto da dirci sull’antico gnosticismo e sul fallimento della sua visione del mondo. E ha molto da dirci sulla moderna ricerca sensazionalistica di un Gesù ‘alternativo’ a quello ufficiale. Rivelando l’irresistibile forza della genuina fede cristiana del Nuovo Testamento.
Dalla quarta di copertina:
Il Vangelo di Giuda fu scoperto negli anni Settanta e ha impiegato quasi trent’anni per diventare di pubblico dominio e per ottenere un’analisi critica. Ora Tom Wright, rinomato biblista, rivolge la propria attenzione a quest’affascinante manoscritto. Egli domanda che cosa esso ci dice dell’antico gnosticismo e del moderno entusiasmo nel collegarlo a questo. Lo straordinario nuovo documento ha rivelato, nella chiarezza finora più assoluta, ciò che credevano gli gnostici? E perché accadde che alcuni dei più grandi scrittori cristiani delle origini rigettarono appassionatamente il loro messaggio alternativo?
Considerando Il Vangelo di Giuda come un ritrovamento archeologico spettacolarmente interessante, Tom Wright sostiene che esso non ci dice niente del Gesù reale o del Giuda reale. Piuttosto, l’entusiasmo con cui alcuni l’hanno accolto è l’espressione di una sterile «ricerca di un Gesù alternativo», e di un materiale sensazionale, come quello indagato ne Il Codice Da Vinci di Dan Brown.
Lo studio di questo antico materiale ha convinto Wright che esso espone, più evidentemente di quanto sia mai accaduto prima, il fallimento della visione del mondo che articola. Esso rivela pure, per converso, l’irresistibile e attraente natura della genuina fede cristiana del Nuovo Testamento: la fede per la quale coloro che si opponevano agli gnostici del II secolo soffrirono e morirono.
La prima generazione cristiana torna a rivivere in questo romanzo epistolare, erudito e al tempo stesso affascinante.
Dalla fitta corrispondenza tra l’evangelista Luca e Antipa, cittadino di Pergamo, sgorga una storia che, se è immaginaria, risulta nondimeno possibile e credibile.
Dalla quarta di copertina:
«Usando l’antica forma dello scambio di lettere, Longenecker offre, attraverso una storia erudita e al tempo stesso affascinante, un quadro estremamente chiaro e accurato della presenza cristiana nel Mediterraneo orientale nel I secolo. Ci si stacca dal libro – un romanzo storico nella migliore accezione del termine – affascinati e culturalmente arricchiti. Lettura accattivante non solo per esperti» (Paul J. Achtemeier, Union Theological Seminary, Virginia).
«Attraverso l’espediente di una fitta corrispondenza tra l’evangelista Luca e Antipa, cittadino di Pergamo, Bruce Longenecker fa rivivere la prima cristianità. I personaggi sono vivi, credibili e accompagnano il lettore all’interno di un ricco contesto storico e culturale. Coloro che conoscono a fondo le origini del cristianesimo ammireranno l’abilità di sovrapporre al rigoroso approccio storico la sua vivace capacità immaginativa e coloro che vi si avvicinano per la prima volta si arricchiranno leggendo questa corrispondenza. Il libro offre contemporaneamente una piacevole lettura e una guida affidabile della storia degli albori del cristianesimo» (Frederick J. Murphy, College of the Holy Cross).
«Le lettere di Longenecker presentano in una luce affascinante e coinvolgente il contesto del giudaismo del secondo tempio e della vita urbana greco-romana. Il racconto che egli tesse non è soltanto credibile, ma appassionante sia dal punto di vista accademico sia da quello personale. Questa presentazione inconsueta merita larga diffusione anche tra quei lettori che s’interessano in modo tradizionale all’éthos sullo sfondo del Nuovo Testamento» (Joel B. Green, Asbury Theological Seminary).
«Un romanzo storico, quasi un apocrifo. La forma delle lettere – che qua e là richiama il celebre epistolario apocrifo tra Seneca e san Paolo – è il tratto che più avvicina questa raffinata fiction alla storia reale del cristianesimo delle origini, caratterizzato da una intensissima circolazione di testi. Una storia che è immaginaria, ma possibile e plausibile» (Dalla Introduzione all’edizione italiana di Giovanni Maria Vian).
Recensioni:
Romanzo avvincente, questa "historical fiction" di Bruce W. Longenecker: erudito, ricco di eventi e di idee, ben costruito, dallo stile semplice e scorrevole, ritmato da molti "suspence".
F. Castelli, in La Civiltà Cattolica (n. 3790) 17 maggio 2008, pp. 360-364
Il libro è di piacevole lettura e delinea in modo vivo e concreto l'ambiente storico dell'Apocalisse e del vangelo di Luca e di Matteo. il soggetto è il culto imperiale di fronte al quale si dividono gli animi: chi è romano lo difende illustrando la grandezza della civiltà romana, chi è cristiano invece lo critica come contrario al culto da rendere al solo Signore Gesù e per il quale accettare anche il martirio o l'esilio. Potrebbe essere una buona introduzione storica elementare e piacevole al libro dell'Apocalisse.
G. Segalla, in Studia Patavina 55 (1-2008) p. 289
Si tratta di un romanzo epistolare di buona scrittura, che risulta piacevolmente istruttivo anche per un approccio non convenzionale e non manualistico ai primi secoli, offrendo al lettore un'informazione generale sull'antichità cristiana.
F. Pieri, in Rivista di teologia dell'evangelizzazione n. 23 (1/2008) pp. 189-190