
Il secondo volume della collana "Scritture: percorsi critici attorno al testo biblico" riguarda i sentimenti. L'incanto fa sì che tutto ciò che già si conosce s'illumini di luce nuova: è una magia che all'improvviso rapisce, rende muti, fa esultare, riempie il cuore di gioia e di umiltà (testo: Salmo 8;commenti di: Luca Mazzinghi, Umberto Guidoni, Alda Merini, Ana Maria Laurent, Claudio Camarca, Dino Carlesi). La felicità è, al tempo stesso, l'aspirazione più universale e più insoddisfatta. Si può "diventare" felici attraverso il rovesciamento dei luoghi comuni che declinano la beatitudine con i nomi di ricchezza, autosufficienza, sazietà, affermazione? (testo: Matteo 5,1-12; commenti di: Marinella Perroni, Giuseppe Maffei, Salvatore Natoli, Vincenzo Paglia, Alberto Alesina, Giovanni Paolo II). Lo stupore e la meraviglia sono emozioni che emergono davanti a una sorpresa, a qualcosa di inimmaginabile. Preoccupati di prevedere tutto o di cercare forzatamente qualcosa che ci stupisca, come possiamo ritrovare il senso dello stupore? (testo: Luca 1,46-55; commenti di: Marida Nicolaci, Chiara Tonelli, Antonio Paolucci, Silvan, Arturo Paoli, Mino D'Amato). Il sorriso, al centro del brano dell'annuncio della nascita di Isacco, ci presenta un aspetto curioso della relazione tra Dio e l'umanità. Cosa significa il sorriso dell'uomo? Che cosa suscita il pensiero che Dio, intenerito, sorrida delle cose umane?
Il libro racconta la vicenda di Paolo attraverso uno stratagemma letterario:l’apostolo scrive le sue confessioni e affida il manoscritto a Timoteo,alla vigilia della sua partenza da Corinto per un terzo viaggio a Gerusalemme, prima di imbarcarsi per la Spagna.In queste “confessioni”,suddivise in nove ampie parti, c’è tutto Paolo: le intuizioni, le lotte, le ferite, le parole delle Lettere scritte alle giovani comunità cristiane di tutto il Mediterraneo. Il suo sorprendente racconto fa conoscere l’itinerario e la storia personale di un Paolo sensibile,riflessivo,entusiasta e profetico. Attraverso le sue parole entriamo nella storia del cristianesimo delle origini,nello straordinario dibattito ideologico di un mondo sottoposto alla collisione di religioni e culture,di universalità e particolarismi. Queste confessioni presentano una nuova visione del personaggio e del suo pensiero,lontana dai comuni stereotipi:Paolo è innanzitutto un paladino della libertà, il difensore rivoluzionario dell’uomo come soggetto libero e responsabile, un avventuriero nell’impero cosmopolita e nel mondo globale.Per lui,la fede nel Cristo crocifisso e risorto sconvolge il vecchio ordine e rinnova la nostra visione della persona e della comunità. “La questione al centro del bilancio provvisorio che inizio oggi e che sostanzialmente faccio per me stesso è quella della verità. E’ la questione che mi fa vivere e che da sempre dà senso al mio impegno e alla mia ricerca”. (dal Preludio)
A partire da una selezione di brani presi dai sinottici e dal Vangelo di Giovanni, Il profumo del Vangelo vuole presentare alcuni incontri tra Gesù e le donne. Alcuni di essi sono caratterizzati, come suggerito dal titolo, dalla presenza del profumo, un elemento carico di connotazioni e ricco di contenuto simbolico che si apre a molteplici interpretazioni a seconda dei contesti. Gli incontri di Gesù con le donne, così come emergono dai Vangeli, sono sempre contraddistinti dalla nobiltà, dalla ricchezza d'animo, dalla prodigalità di cui il profumo è segno immediato. In sei capitoli, l'autrice commenta alcuni incontri di Gesù con le donne, ma non è solo un commento a brani precisi e circostanziati; in queste pagine si avverte la cifra femminile che è riscontrabile nei vangeli, dove accoglienza, disponibilità, ospitalità, bellezza, eleganza, rimandano a categorie che hanno un forte legame con la vita, accolta e custodita dalla donna. Il volume si conclude con un incontro inatteso, quello tra Gesù e la Sophia, una delle personificazioni bibliche più possenti.
A. Vanhoye, in questo volume, intende accompagnare i cristiani nell'approfondimento del mistero della passione e morte di Gesù. Più precisamente, egli conduce una riflessione sul concetto di «sacrificio». Nel linguaggio corrente il «sacrificio» è visto come «privazione», quindi come qualcosa di negativo. Nel linguaggio religioso, però, il termine assume una connotazione positiva: sacrificio è il sostantivo corrispondente del verbo sacrificare, che vuol dire «rendere sacro». Per rendere sacro qualcosa che non lo è occorre accogliere la comunicazione della santità divina: una realtà si trasforma in sacrificio solo se diviene strumento di santificazione e di comunione più intima con Dio. Egli, infatti, passa in rassegna i diversi tipi di sacrificio, a partire dal «sacrificio del rendimento di grazie», dall'eucaristia, che è fondamento e culmine della vita cristiana stessa. Gesù, nell'ultima cena, aprendosi con immensa gratitudine alla potente corrente d'amore di Dio padre, con la forza interiore propria dell'amore ha trasformato la sua passione e morte in sorgente di vita nuova. La trasformazione effettuata nella passione ha prodotto la risurrezione. Partecipando all'eucaristia, anche noi riceviamo il dinamismo del rendimento di grazie, che ci mette in grado di fare della nostra vita una continua offerta di rendimento di grazie a Dio. Questo volume è una riedizione di Dio ha tanto amato il mondo. Lectio sul sacrificio di Cristo, pubblicato nel 2003 nella collana «Dalla Parola alla Vita» e ora riproposto per la collana «Scrutate le Scritture». Albert Vahnoye, cardinale, gesuita, biblista, membro della Studiorum Novi Testamenti Societas, già rettore del Pontificio Istituto Biblico e Segretario della Pontificia Commissione Biblica, è nato il 24 luglio 1923 ad Hazebrouck, nella diocesi di Lille, nel Nord della Francia, al confine con il Belgio. Autore di numerose pubblicazioni, tradotte in diverse lingue, ha preso parte attiva alla redazione di documenti che prolungano il lavoro del concilio Vaticano II. Per Paoline ha pubblicato: Lettera ai Galati. Nuova versione, introduzione e commento (Milano 2000) e Dio ha tanto amato il mondo. Lectio sul sacrificio di Cristo (Milano 2003).
Testo ampio che si compone di 41 riflessioni su personaggi ed episodi biblici, suddivisi in 2 parti: 24 tratti dall'Antico e 17 dal Nuovo Testamento. In ogni riflessione, si riporta di volta in volta un passo biblico, da leggere in forma individuale o collettiva. Il commento-riflessione, che fa seguito, invita alla meditazione, individuando gli elementi che meglio rinviano ai temi dell'attività pastorale, orientata specificamente al campo della mobilità umana. Una o più citazioni dei Padri della Chiesa chiudono la meditazione, quale invito alla preghiera, alla contemplazione e alla conseguente traduzione pratica nel campo vasto e complesso della mobilità umana. Il libro propone alcuni tra i tantissimi passi biblici che in qualche misura si soffermano sui temi dell'itineranza, dell'accoglienza, dell'ospitalità, della via e del cammino, della casa e del pellegrinaggio, dell'essere forestieri e viandanti lungo le strade della vita. 883722255 È divertente giocare agli anagrammi, soprattutto se si tratta di esprimere il carattere di una persona. Che fortuna allora se è l'eroe stesso del gioco a incaricarsi della trasposizione del suo nome: c'è da scommettere che l'anagramma servirà a rivelarlo nell'intimo! È ciò che è successo a Francesco di Sales. Si divertì, un giorno, a creare il suo anagramma ed eccone il risultato: "foi sans descaler", cioè fede integrale. Si sarebbe potuto scrivere questa frase come sottotitolo a questa opera.
L’autore parte dalla considerazione del principio architettonico della teologia di Paolo che è fondato sulla ”grazia”. Successivamente, passa ad analizzare i temi «centrali» della teologia contenuti nella 1Corinzi, quali: la parola della croce, la nuova giustizia del cristiano, la sessualità nel matrimonio, la verginità, i doni dello Spirito, la carità, la risurrezione dei morti. Infine affronta la questione della libertà nella Lettera ai Galati.
La grazia, che è il «principio architettonico» di tutto, regge l’intera costruzione teologica paolina. Essa, cioè, è quel principio ricco di infinite variazioni che permette alla riflessione paolina di abbracciare tutte le situazioni della fede e, insieme, di condurle a unità. Ma la grazia/salvezza è anche la radice della stessa azione missionaria di Paolo, perché:
1. è la realtà da annunziare;
2. è la radice dell’universalità dell’annunzio e della sua libertà;
3. essa indica la direzione della conversione: solo se l’essere umano si concepisce come dono, come gratuità, come esistenza «regalata», può aprirsi e farsi dono gratuito per tutti.
Bruno Maggioni, prete della diocesi di Como, è docente di esegesi del Nuovo Testamento presso il Seminario di Como e la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Milano e di introduzione alla teologia presso l’Università Cattolica.
Il volume è strutturato in tre parti. La prima è di introduzione generale, mentre la seconda è dedicata all'esegesi di quattordici testi del Vangelo e delle Lettere. La terza parte, poi, approfondisce quattro temi giovannei alla luce di tutta la Scrittura: Gesù un ebreo libero e aperto, i miracoli di Gesù e quelli della tradizione rabbinica, la risurrezione dei morti e il cammino verso l'unità voluto da Gesù. Particolarmente interessanti le pagine dedicate alla risurrezione dei morti, in cui l'Autore illustra la nascita e lo sviluppo di questa riflessione che il Nuovo Testamento porta a maturazione. La duplice via di lettura esegetica e tematica risulta molto efficace e ricca, anche a livello metodologico, oltre che ermeneutico. Sia l'esegesi dei testi sia la trattazione dei temi si concludono con una breve attualizzazione, perché la Parola tocca il presente della nostra vita personale e della vita della comunità ecclesiale.
L'autore si propone di accostare il lettore a uno dei testi più misteriosi e affascinanti della Bibbia offrendo alcune chiavi di lettura per comprenderlo e gustarlo. Come ogni parola di Dio, il Cantico dei cantici è anche parola profondamente umana e, come tale, ancorata a uno spazio e a un tempo precisi. Esso si colloca nella Palestina dell'epoca tolemaica (III secolo a.C.), e nasce come un confronto tra la concezione ebraica dell'amore e quella greca, sullo sfondo della cultura orientale, soprattutto egiziana. Il Cantico dei cantici si presenta così come un libro programmatico, con un messaggio ben chiaro. Esso si pone in dialogo e spesso in contrasto non solo con la letteratura del tempo, ma anche con la società ebraica e la sua concezione patriarcale dell'amore. Il libro si basa su uno studio approfondito dello sfondo storico e letterario del Cantico dei cantici; non si rivolge a specialisti, ma al lettore medio, portando a un pubblico più vasto il frutto della recente indagine esegetica sulla materia. È pensato per laici impegnati, per giovani che si preparano al matrimonio e per coppie di sposi, per sacerdoti e religiose, per catechisti, educatori e insegnanti di religione.
Il viaggio irrinunciabile di cui si parla in queste pagine è quello indicato nella parola di Dio: dal disordine del peccato all'armonia dell'incontro con Dio; da una visione egocentrata della vita a una visione di interdipendenza; dalla divisione all'unità; in definitiva, come dice il sottotitolo, dalla dispersione all'essenzialità. L'obiettivo è quello di far scoprire con gioia le strade della semplificazione, come radice di un modo d'essere decisamente nuovo ed evangelico, dove si gestisce la vita fuori dagli imperativi dell'ipermercato odierno e dal dominio dell'ego. Il libro guida a pregare la Parola per quello che essa offre di terapeutico, di veramente liberante per le donne e gli uomini del nostro tempo che cercano una guarigione dalle lacerazioni provocate dagli imperativi del consumo, della superficialità, del tutto e subito. L'autrice raccoglie in queste pagine la sua esperienza di contemplazione e di condivisione della Parola e indica nel metodo della lectio divina un percorso di silenzio, di ascolto e di pace.
Il volume prende in esame alcune dimensioni esistenziali in cui si affaccia la figura cristiana del potere, che riceve la sua più alta definizione dall'evento pasquale di Gesù Cristo. La visione cristiana del potere evoca continuamente la responsabilità dialogica e relazionale che l'uomo ha nei confronti di chi glielo affida, sia che venga dall'alto sia venga che dal basso, poiché, in realtà, è sempre dono e compito che gli è affidato per il bene proprio e di tutti (testo: Giudici 9,7-15; commenti di: Gianfranco Ravasi, Giulio Andreotti, Massimo Cacciari, Vannino Chiti, Stefano Folli, Pio Laghi...).
"Questo libro, proprio per il suo nitore e la sua essenzialità, può diventare una guida non solo ad attraversare 'la porta stretta e la via angusta che conduce alla vita' ma anche a scoprire quanto luminoso ed esaltante sia quell'orizzonte che alla fine si scopre" (Dalla Prefazione di Gianfranco Ravasi). Un agile strumento per suscitare il desiderio di approfondire la conoscenza della Sacra Scrittura, di pregare con essa e attraverso di essa, sentendola come l'indicatore di direzione per la propria vita.
Il Libro dei Proverbi sembra avere una chiara destinazione pedagogica, formare i giovani a un vero umanesimo che potremmo definire «religioso», che consiste nel comprendere il senso della vita umana, nell'acquistare buon senso, prudenza, cautela, penetrazione, affabilità e pazienza, autocontrollo e ottimismo, fino ad arrivare attraverso una riflessione sull'esperienza a capire che «il principio della vera sapienza è il timore di Dio». Nei «Proverbi di Salomone» il sapiente appare come un vero educatore del popolo di Dio, specie dei giovani. È interessante però notare come nei libri biblici vi sia un'interferenza tra la pedagogia umana e la pedagogia divina: le forme e le istituzioni dell'insegnamento umano vengono trasferite a livello divino, per cui non solo Dio diventa il grande educatore del popolo ma la Sapienza stessa appare già «maestra di vita», «educatrice». La versione greca dei Proverbi è molto diversa dal Testo masoretico e presenta notevoli aggiunte anche molto belle. La maggior parte delle varianti sono intenzionali, ossia frutto di un'interpretazione di tendenza haggadica, cioè narrativa. Il traduttore ebreo accetta di considerare come sua l'eredità greca non soltanto in confronto con la sua più preziosa eredità ebraica, il tesoro delle Scritture, ma mescolato alla stessa pasta del testo che offre ai lettori di lingua greca. La sapienza biblica è il tema del libro dei Proverbi tradotto in greco.