
Con una ricerca che si muove tutta all'interno di testi – ittiti, greci, biblici –, lo studio di Hubert Cancik ricostruisce le tracce di quello che per i moderni è il concetto di verità storico-critica in rapporto a quello di verità mitica o dogmatica.
Ne risulta come il primo non sia patrimonio esclusivo del sapere greco e poi europeo, e come alla storiografia non sia sufficiente essere critica per rendere obsoleta la storiografia retorica e tragica o le tradizioni storiche legate a culti e feste religiose. Contrariamente a studi anche recenti in cui un presunto pensiero specificamente semitico e biblico viene contrapposto a un fittizio concetto di verità greco o europeo, le dense pagine di H. Cancik contribuiscono a far luce sulla storia del concetto di verità nella mitografia, nella teologia e nella storiografia antiche.
Tanto interessante quanto brillante, questo saggio di un noto classicista intende anche essere un tentativo di recuperare la differenza di coscienza storica che oggi si frappone tra le Scritture e chi le studia, e di approfondire le cause e la portata – pratica – dell'indebolimento a cui da tempo si assiste della tradizione e dei suoi saperi.
Quando nasce il cristianesimo? Quando ci si trova di fronte a una religione cristiana diversa da quella giudaica? L'opinione tradizionale ha sempre considerato fondatori del cristianesimo Gesù di Nazaret e Paolo di Tarso. Ma studi recenti affermano che soltanto molto più tardi si può parlare di una religione cristiana distinta da quella giudaica e che per lungo tempo il cristianesimo altro non è stato se non una setta all'interno del giudaismo.
Confrontandosi costantemente con questa opinione paradossale e con la consueta padronanza delle fonti giudaiche, profane e cristiane, questo nuovo saggio di Giorgio Jossa illustra le tappe fondamentali che hanno condotto al sorgere di una «identità cristiana» specifica, fornendo così un contributo chiarificatore alla soluzione del problema della nascita del cristianesimo.

