
Descrizione
I Vangeli apocrifi sono stati redatti in epoche diverse, dal II al VII secolo. Alcuni di questi testi respirano il clima della Chiesa primitiva e dei testimoni che hanno ascoltato i seguaci di Gesù, mentre altri sono stati composti in seguito, in un tempo che si allontana da quegli eventi e raccolgono narrazioni della tradizione orale. Quest'opera di Mario Erbetta, pubblicata per la prima volta tra gli anni Settanta e Ottanta del Novecento, spazia non solo nella filologia e nella linguistica, ma anche nella tradizione giudaica e cristiana, nella letteratura rabbinica e patristica, nell'intricato mondo della gnosi e in quello della più classica esegesi biblica.
Note sull'autore
Mario Erbetta (1924-2002) è stato docente di Siro-caldeo, Greco biblico e Copto alla Pontificia Università Urbaniana. Filologo meticoloso, conosceva sumerico, semitico orientale e occidentale, copto, etiopico, armeno, arabo, aramaico, siriaco e persiano.
Targum (in ebraico significa traduzione), è il termine con il quale gli ebrei indicavano la versione in aramaico della Bibbia. Esistono vari Targum: il libro del profeta Isaia che pubblichiamo fa parte del testo in aramaico attribuito a Yonathan Ben Uzziel, compilato in Palestina all'inizio del II secolo. La traduzione dei due testi, aramaico ed ebraico, a confronto serve per mettere in evidenza le interpretazioni originali che erano tipiche della versione in aramaico. Le numerose note e l'accurato lavoro dell'autore fa di quest'opera un saggio utile a riflettere sulla Bibbia, e più in particolare come quest'opera fosse intesa in epoca antica.
Targum (ovvero “traduzione”) è il termine con il quale si indica la versione in aramaico della Bibbia. In questo volume vengono presentati al pubblico, in una traduzione rivista, il Targum del Cantico dei Cantici e il Tagum del Libro di Rut, ovvero di due dei cosiddetti “rotoli”, i libri della Scrittura che vengono letti durante le feste ebraiche. Queste due opere si caratterizzano per la loro libertà di interpretazione del testo originale. La traduzione a confronto delle due versioni, quella ebraica e quella aramaica, consente di notare le differenze e le interpretazioni originali del testo aramaico.
A cura di Giovanni Lenzi
Traduzione e note di Umberto Neri e Eliseo Poli
Con l'esilio a Babilonia, gli ebrei iniziarono a parlare aramaico e ad abbandonar progressivamente la loro lingua materna, l'ebraico. Questo processo, durato molti secoli, li spinse a tradurre le Sacre Scritture nella nuova lingua. Queste nuove versioni della Bibbia sono denominate Targumin.
In questo volume è messa a confronto la versione arrampica del Libro di Geremia con il suo originale ebraico, secondo la recensione trasmessa da Masoreti. Il confronto tra i due testi è corredato di note filologiche che spiegano le differenze principali tra i due testi. In nota sono inoltre riportati i passi paralleli tratti dalla letteratura giudaica.
Giovanni Lenzi (1963) è membro della Piccola Famiglia dell'Annunziata. Ha studiato presso The Hebrew University di Gerusalemme, acquisendo i baccalaureati in Sacra Scrittura e in Lingue semitiche antiche.
Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Il Vangelo di Giovanni secondo l'antica versione siriana (Reggio Emilia, 1998); I salmi del pellegrinaggio (Roma, 2000). Per Marietti ha già curato Il Targum Yonathan. I. Isaia (2004) e Il Targum del Cantico dei Cantici e del Libro di Rut (2010).
La figura di Cristo attraversa l'immaginazione dei cristiani nella stessa misura in cui le sue parole danno fondamento alla loro etica e l'offerta della sua vita giustifica la liturgia della Chiesa. Gli effetti della presenza del Risorto non mancano di farsi avvertire in quella facoltà psichica così essenziale all'esperienza di ciascun uomo che è l'immaginazione, la quale in Occidente ha accolto i tratti del corpo del Figlio di Dio, la sua carne, per dare alimento ai sogni degli individui e delle comunità, piegandola a progetti regressivi oppure fecondando con essa la speranza di una pienezza escatologica. È un aspetto della vita dei cristiani che ancora non è stato tematizzato con la necessaria attenzione e che Pittori di Cristo intende mettere a fuoco a partire da alcuni dipinti, testimonianze importanti della pressione dell'archetipo cristologico nella coscienza di quelli che sono i punti di riferimento per l'"ortodossia" figurativa, i maestri dell'immagine occidentale. Ad alcuni tra i più rappresentativi fra essi (Masaccio, Rubens, Delacroix...) è stato affidato il compito di visualizzare per tutti noi il volto e la carne di Gesù, per ritrovare ancora in lui la bellezza che potrebbe riscattarci dall'ottundimento dei sensi e dell'anima.
GLI AUTORI
FRANCESCO SARACINO, biblista e teologo, si occupa dell'interpretazione della tradizione figurativa occidentale all'interno di un progetto ermeneutico inteso a rivendicare un accesso "figurativo" alla dimensione dello Spirito.
François Mauriac ci presenta un Gesù lontano da qualsiasi tipo di intellettualismo o storicismo e invece vicinissimo alla vita e all'umanità ferita dell'uomo. Il racconto si snoda veloce e fedele lungo il percorso segnato dagli appunti evangelici, cogliendo l'umanità e la divinità di Gesù attraverso le pieghe e gli istanti degli incontri e dei rapporti che egli intraprese nei suoi anni di vita terrena. Come ebbe a rimarcare il cardinale Paul Poupard, "tutto il talento del geniale romanziere è già presente in questa Vita di Gesù. Le scene della samaritana e dell'adultera, del cieco nato e del buon samaritano, del figliol prodigo e del giovane ricco sono di una bellezza meravigliosa e sconvolgente". Così si può seguire il cammino terreno di Gesù, fino alla via crucis e poi alla resurrezione, quel fatto prorompente che anticipa la permanenza e l'immanenza amorosa di Gesù nella storia.
San Paolo attraverso le sue lettere è un eccellente preludio allo studio scientifico della personalità di San Paolo, ed è centrato sul rapporto fra l’Apostolo e Gesù, oltre ad affrontare molti aspetti del suo pensiero e del suo stile. L’autore, uno dei migliori biblisti spagnoli, presenta così un’opera di divulgazione pensata per un vasto pubblico di lettori, ma con la profondità tipica del complesso mondo dell’esegesi biblica. Il libro può aiutare a comprendere più a fondo l'importanza di San Paolo per le origini del cristianesimo, il suo zelo per le anime e il suo impegno nello spiegare nel miglior modo possibile quanto aveva compreso dell'azione salvifica realizzata da Gesù Cristo e le conseguenza che ha per gli uomini, ai suoi tempi come ai nostri giorni. Da questa lettura potrà trarre beneficio qualsiasi uomo che voglia lasciarsi toccare dalla figura dell'Apostolo.