
Schematico, chiaro, esauriente, ricco di spunti di “luce” per capire i molti punti di vista e le diverse culture, questo libro – il risultato di un ventennio di dialoghi e affinamenti – sbroglia la maglia biblica che permea nascostamente la nostra cultura, arrivando a conclusioni originali e controcorrente.
Una visione della cultura, espressa nel linguaggio semplice della divulgazione scientifica, che offre interessanti stimoli a tutti coloro che ai triti rituali dello scientismo bigotto preferiscono la dimensione problematica della scienza.
Il Libro di Enoch è un testo apocrifo di origine ebraica la cui versione definitiva risale al primo secolo a.C., raggiunto oggi in pieno in una versione in lingua Ge'ez (antica lingua Etiope), da cui il nome Enoch etiopico. Il primo libro di Enoch è un apocrifo dell'Antico Testamento, non incluso nella Bibbia ebraica, non è parte della Bibbia in greco chiamato dei (Settanta) e non è parte di, almeno oggi, anche della Bibbia cristiana. Gli storici ebrei Flavio Giuseppe e Filone di Alessandria non lo menzionano tra i libri canonici del giudaismo nel primo secolo d.C., anche se sappiamo che in passato è stato spesso utilizzato nel mondo ebraico e anche i primi padri della chiesa cristiana, ci sono infatti alcune analogie tra passi e idiomi caratteristici del Nuovo Testamento, e questo libro. In epoca medievale si sono perse le tracce misteriosamente tranne qualche rara citazione, come quelli di Sincello e Cedreno del IX secolo non è più stato utilizzato, e 1 Enoch è rimasto un testo sconosciuto e misterioso fino a '700. La tradizione dice il patriarca Enoch autore di oltre trecento sessantasei libri.
I nostri padri erano convinti di vivere sotto l'occhio di Dio: la sua esistenza era certa come quella del sole che sorge e tramonta. Oggi abbiamo smesso di crederci, o anche solo di pensarci. E la Bibbia nessuno la legge più. Invece la Bibbia è un libro meraviglioso. Che si può leggere anche come un grande romanzo. L'autobiografia di Dio. Aldo Cazzullo fa con la Bibbia quel che aveva fatto con Dante: ci racconta la storia, in modo chiaro e comprensibile a tutti, con continui riferimenti all'attualità, alla nostra vita, passando attraverso le vicende storiche e i capolavori dell'arte. La creazione, Adamo ed Eva, la cacciata dall'Eden, Caino e Abele, Noè e il diluvio. La storia di Giacobbe che lottò con Dio e di Giuseppe che svelò i sogni del faraone. Mosè, le piaghe d'Egitto, il passaggio del Mar Rosso, i dieci comandamenti. E poi la conquista della terra promessa, da Giosuè che espugna Gerico a Davide che taglia la testa di Golia, da Sansone, l'eroe fortissimo ma tradito dal suo amore, a Salomone che innalza il tempio. Cazzullo rievoca storie dal fascino millenario. E racconta le grandi donne della Bibbia: Giuditta che taglia la testa al condottiero nemico, Ester che salva il popolo dallo sterminio, Susanna che fa condannare i suoi molestatori. E poi l'angelo che salva Tobia e il diavolo che tormenta Giobbe, l'amore del cantico dei cantici e la disillusione dell'Ecclesiaste ("tutto è vanità"). Sino alla grande speranza della resurrezione, e di un salvatore che viene a riscattare l'umanità: per i cristiani, Gesù. Dopo averci raccontato la storia millenaria dell'impero romano e aver mostrato come sia ancora viva nei nostri giorni, Cazzullo invita il lettore a un entusiasmante viaggio nella Bibbia, mostrandoci che è il più grande romanzo mai scritto. "Il Dio dei nostri padri" è un libro appassionante e illuminante, che ci conduce alle radici della nostra cultura e delle nostre famiglie.
Il Corso di ebraico contemporaneo introduce il principiante alla lingua parlata e scritta nello Stato di Israele. Si tratta della lingua in cui fu composta la Bibbia ebraica (l'Antico Testamento del cristianesimo) e una parte del Talmud. Per secoli l'ebraico fu una lingua estinta, appresa a scuola per motivi religiosi e usata per vari generi letterari. Con la rinascita progressiva, a partire dalla fine del XIX secolo, di una nazione ebraica in Palestina, la lingua ebraica ha avuto il singolare destino di ridiventare, dopo due millenni, una lingua parlata e materna oltre che scritta. La lingua qui presentata è quella di tutti i giorni, ma anche quella degli scrittori israeliani più noti. Rinnovato lessicalmente e stilisticamente, l'ebraico contemporaneo è una lingua dalle più inaspettate capacità espressive, voce di un'identità nazionale fortemente impegnata e critica. Chi sia curioso di questa lingua può sentirsi frenato dall'idea che essa sia difficile o che la lontananza culturale tra Israele e il mondo occidentale imponga un duro impegno. L'ebraico contemporaneo non è certo "facile", ma molto presto permette di comunicare senza grandi difficoltà. Questo corso, concepito anche per autodidatti, è basato su una metodologia glottodidattica aggiornata e innovativa. Articolato in quindici unità, ognuna con testi, vocabolarietti, spiegazioni grammaticali e numerosi esercizi, è corredato di file MP3 da scaricare di aiuto nello studio della pronuncia e nell'esercizio di comprensione.
Con la sua presenza costante e una diffusione annua che si aggira intorno ai 40 milioni di copie in tutto il mondo, la Bibbia rimane un'opera ineguagliata. Del resto, non è un caso che il primo libro stampato da Gutenberg sia stato proprio la Bibbia! Un successo mondiale di tale portata è tanto più impressionante quando si pensi che la Bibbia rimane un libro misconosciuto. Cogliere l'importanza della Bibbia e l'essenza del suo messaggio equivale a toccare con mano il senso profondo dell'umanità. Per questo motivo non bisogna farsi scrupolo di sentirsi "Dummies" e cercare di accrescerne la conoscenza. Questa guida vi aiuterà a esplorare una miniera di inestimabile valore, la Bibbia, sotto tutti i suoi aspetti: il libro, gli stili con cui è stato redatto, le successive edizioni con cui è stato riprodotto e diffuso, le grandi epoche ed epopee che vi sono narrate, le sue figure e i suoi personaggi-chiave, i valori - storici, culturali e artistici - trasmessi. Il tutto con un approccio semplice e, a tratti, perfino divertente.
Ai libri che d'Annunzio pensò e non scrisse, Guglielmo Gatti dedicò un lungo saggio apparso nel dicembre 1964 nell'Osservatore politico letterario. Prima di lui, nell'aprile 1929, si era occupato dell'argomento Camillo Antona Traversi nella Nuova Antologia con due articoli. Nell'aprile 1966, ancora in Nuova Antologia, Emilio Mariano, nelle Opere incompiute da d'Annunzio negli archivi del Vittoriale, colmò le lacune contenute negli scritti di Gatti e di Antona Traversi. A occuparsi, poi, della questione fu Mario Vecchioni che nel 1973 diede alle stampe il volumetto La vita di Gesù ed altre opere incompiute di d'Annunzio, nel quale cercò di spiegare perché le opere annunciate non furono mai realizzate. Il libro di Vecchioni spinse Donatello D'Orazio - rimasto affascinato dalla notizia che d'Annunzio nel 1893 aveva avuto l'intenzione di scrivere una Vita di Gesù - a occuparsi della vicenda; e fu così che nel 1975 elaborò un saggio su come nacque l'idea di d'Annunzio di scrivere il libro e poi perché nemmeno lo iniziò. Il saggio di D'Orazio fu pubblicato postumo dall'Editore Solfanelli con la mia prefazione nel 2009. L'argomento non poteva non attirare l'attenzione del dannunzista Angelo Piero Cappello, il quale ha passato in rassegna l'Opera omnia di d'Annunzio e ha estrapolato e commentato tutti i brani che il Poeta ha riportato su Gesù. Ne deriva che è stata messa una pietra tombale sulla lunga e delicata vicenda, perché se è vero che non esiste il libro su Gesù pubblicato da d'Annunzio è anche vero che abbiamo questa pubblicazione che contiene, in maniera coordinata, i dettami fondamentali che il Poeta ha scritto sul Redentore nelle sue opere.
L'opera di Gustave Doré è fra le più ampie e considerevoli che siano mai state prodotte da un artista: egli fu allo stesso tempo disegnatore, incisore, pittore e scultore, raggiungendo livelli elevatissimi in ciascuna di queste arti. Iniziò a disegnare giovanissimo e dal 1852, su consiglio di Paul Lacroix, si dedicò all'incisione su legno, dando inizio a una produzione illustrativa vastissima e diversificata. Dalle tavole della Bibbia traspare la serenità delle vaste distese della Palestina, immagini della vita dei pastori che guidano le loro greggi verso la Terra Promessa. A questo sublime sentimento di pace, che include gli uomini e la natura, si contrappone la sezione del Diluvio, nella quale gli elementi scatenati paiono inghiottire l'intero mondo. E le tavole si susseguono, si moltiplicano: l'intera "Storia Sacra" è raccontata attraverso immagini vive, reali e palpitanti.
Benedetto XVI, parlando ai vescovi di tutto il mondo riuniti in Vaticano, l'11 giugno 2012, ha parlato di desertificazione della fede e ha invitato ognuno di noi, proprio nell'anno della fede, ad avviarsi e a rinnovarsi nell'ascolto della Parola. Papa Francesco, che sprona ogni giorno i cristiani a vivere il vangelo ed a non essere inamidati, ha presentato intanto la sua prima enciclica, scritta a quattro mani con Benedetto XVI: Lumen Fidei. È nella luce della fede in Gesù che il mondo può redimersi e superare la crisi in cui versa l'uomo. Nasce così l'idea di scrivere una serie di riflessioni su argomenti di attualità quotidiana, partendo proprio dalla verità cristiana, patrimonio spirituale di tutti gli uomini. Brani di taglio giornalistico, curati dal prof. Egidio Chiarella, da leggere e fruire in pochi minuti. Uno stimolo culturale per un sano dibattito tra i giovani e non solo, in ambienti laici e religiosi. Per l'autore il riferimento è stato il suo parroco, teologo ed esorcista, mons. Costantino Di Bruno, con i suoi numerosi scritti, le sue catechesi ed omelie.
I proverbi e gli aforismi sono la migliore sintesi di quella scienza della vita, costituita dalla saggezza e dall'arguzia popolare. Una scienza che tutti possono avere a portata di mano per esprimere un'opinione, per formulare un giudizio, per ammirare una realtà degna di nota, per individuare una soluzione... in una parola, per cavarsela in fretta e con onore. Sì, perché il proverbio è sempre di altri, quasi sempre di un autore sconosciuto, e tuttavia per la verità della sua affermazione è diventato patrimonio di chiunque lo usi. Percorrere e rilanciare i proverbi del Natale e della stagione invernale è un'occasione per scoprire o per riappropriarsi di sentimenti talora sopiti o dimenticati, e cogliere una lezione di vita per rileggere in profondità personaggi, situazioni, avvenimenti che fanno della vita un'avventura continuamente da scoprire e da affrontare anche con arguzia.