
Secondo l'autore di questo commentario ognuno dei quattro Vangeli ha un contributo da dare alla nostra conoscenza di Gesù. Quali sono le caratteristiche della sua versione del vangelo? È un Vangelo per il popolo "giudaico" ma è anche un Vangelo per "tutte le nazioni". Matteo presenta Gesù come il vero Messia giudaico, il Salvatore il promesso Re, contrapponendolo all'indegno Erode; ma lo presenta pure come il Re e Salvatore di tutti i popoli e di tutte le nazioni. La visita dei dignitari stranieri, i magi, venuti a rendere omaggio al nascituro Gesù, storia narrata solo da Matteo, illustra questo aspetto globale, e presenta Geù come colui che adempie le speranze dei Gentili.
Il cronista ha la convinzione che il messaggio di Dio sia essenzialmente un messaggio di speranza e ciò giustifica il fatto che la sua opera venga descritta come "la buona novella secondo il Cronista". Il suo contenuto è rilevante per il mondo moderno, in particolare per quei cristiani che rappresentano una minoranza della società, che forse si trovano a soffrire a causa della fede, e che hanno davvero poche speranze di assistere a cambiamenti positivi.
Gli avvenimenti descritti nel libro di Giosuè sono tra i più appassionanti della Bibbia. Chi non si è emozionato di fronte alla solenne descrizione della marcia attorno a Gerico e della caduta delle mura? O chi non si è raffigurato mentalmente la scena drammatica della battaglia del "giorno più lungo", quando il sole si fermò in mezzo al cielo e Giosuè sferrò l'attacco contro i re del sud? Inframmezzati da tali colorite descrizioni, ci sono i racconti della creazione di una nazione nel proprio territorio, le cerimonie dell'alleanza per le quali tutto Israele si riunisce davanti a Giosuè e rinnova il proprio impegno con Dio, nonchè le assegnazioni particolareggiate del territorio, grande segno visibile della benedizione di Dio a favore del popolo eletto. Questo è il libro di Giosuè e oggi più che mai il suo messaggio è degno del nostro ascolto. ...
«Tre decadi cruciali della storia del mondo. Ecco quanto tempo è occorso. Tra il 33 e il 64 d.C. nacque un nuovo movimento e in questi trent’anni esso si sviluppò e acquistò sufficiente credibilità da diventare la più grande religione che il mondo abbia mai conosciuto e da cambiare la vita di centinaia di milioni di persone. È la religione diffusa in ogni angolo del globo. Ha avuto un impatto indelebile sulla civiltà, sulla cultura, sull’istruzione, sulla medicina, sulla libertà e naturalmente sulla vita di innumerevoli persone in tutto il mondo. E il vivaio di questo fenomeno, il periodo in cui ha messo radici definitive, è stato questo arco temporale di tre decadi. Tutto è cominciato con una dozzina di uomini e un esiguo numero di donne: e poi venne lo Spirito.»
«Il cristianesimo primitivo era un movimento di persone. Ecco perché ebbe successo. Non dipendeva da nomi famosi ma da piccole persone che avevano un grande Dio e non avevano paura di metterlo alla prova quando si muovevano nel suo nome.» L'analisi approfondita delle dinamiche che hanno caratterizzato la vita della chiesa degli Atti rivela quanto l'unica risorsa per il raggiungimento degli obiettivi non fosse affidata a strategie o a persone particolari, ma unicamente all’efficacia della potenza di Dio. Senza ipervalutare i protagonisti della chiesa delle origini, occorre leggere i fatti per il modello di verità e autenticità che essi rappresentano.
Michael Green, è Senior Research Fellow al Wycli e Hall, Oxford University, in Inghilterra, dopo aver insegnato per diversi anni presso il Regent College di Vancouver in Canada. Evangelista e insegnante molto apprezzato è autore di oltre sessanta libri. In italiano le Edizioni GBU hanno già tradotto Dire Gesù è dire libertà, 1978.
Con questo libro Bruce affrontava, verso la metà del secolo scorso, un argomento che è ancora oggi scottante: possiamo fidarci del Nuovo Testamento? Non è forse stato smentito? Gli studiosi non hanno forse dimostrato che fu redatto solo molto tardi? E' questo il genere di insinuazioni ripetuto spesso dai mass-media. Ma un accurato studio storico, del tipo in cui F.F. Bruce eccelleva, dà una risposta chiara, completa e minuziosa. Sì, possiamo fidarci del Nuovo Testamento. E ci sono prove migliori per il Nuovo Testamento che per qualsiasi libro antico.