
Si chiamava Simone e faceva il pescatore sul lago di Galilea. È diventato Pietro, la roccia sulla quale Cristo ha edificato la sua Chiesa. Primo chiamato e primo nella lista degli apostoli, egli è anche, forse, il più fragile di tutti. In ogni caso, è colui di cui i vangeli non nascondono né debolezze, né lacune. Un'attenta lettura dei vangeli consente, da un lato, di avvicinare il mistero di quest'uomo dal destino singolare e, dall'altro, di guardare da vicino gli elementi propri del ministero petrino anche in prospettiva ecumenica. La trasformazione in «visionario estatico» e poi in «eroe cristiano», avvenuta tra il I e il V secolo, si è infatti intrecciata con «l'appropriazione romana» di Pietro, con la venerazione delle sue reliquie e la nascita del suo culto.
Il volume dà avvio alla traduzione italiana dei Cahiers Évangile, noti a livello internazionale quali strumenti preziosi per lo studio e la pastorale.
Sommario
Prefazione (G. Billon). I. Pietro nel Vangelo di Marco (J.-P. Fabre). II. Pietro nel Vangelo di Matteo (M. Berder). III. Pietro nell'opera di Luca (O. Flichy). IV. Pietro nel Vangelo di Giovanni (Y.-M. Blanchard). V. Pietro e le sue lettere (J. Schlosser). VI. Pietro dal I secolo al V secolo: da visionario estatico all'eroe cristiano (R. Burnet). VII. Il ministero di Pietro: prospettive ecumeniche (L. Villemin). Per andare oltre.
Note sugli autori
Michel Berder insegna Nuovo Testamento all'Institut catholique di Parigi.
Yves-MarieBlanchard è professore emerito di Nuovo Testamento all'Institut catholique di Parigi.
Régis Burnet è professore di Nuovo Testamento alla Facoltà di teologia cattolica di Louvain-la-Neuve, in Belgio.
Jean-Philippe Fabre insegna al Collège des Bernardins di Parigi.
Odile Flichy insegna Nuovo Testamento al Centre Sèvres di Parigi.
Jacques Schlosser è professore emerito di Nuovo Testamento alla Facoltà di teologia cattolica di Strasburgo.
Laurent Villemin è professore di Ecclesiologia all'Institut catholique di Parigi.
Matteo ignora il nome del notabile Giairo. Marco è il solo a conoscere il mendicante Bartimeo. Nulla sappiamo dell'identità della vedova di Nain o del centurione di Cafarnao. Nei racconti evangelici Gesù incontra molte persone; di alcune conosciamo il nome o poco più, mentre altre restano anonime. Si tratta di personaggi "secondari" o "minori", talvolta malati, posseduti o comunque ai margini della società del I secolo. Pur comparendo una sola volta nelle pagine dei vangeli, essi punteggiano - in modo fugace, ma significativo - la storia del ministero di Gesù. Il volume prosegue la traduzione italiana dei Cahiers Évangile, noti a livello internazionale quali strumenti per lo studio e la pastorale.
Se ne accettiamo il fondamento storico, Davide governava un piccolo territorio e la città di Gerusalemme da lui conquistata era poco più di un villaggio. Tuttavia il testo biblico disegna la figura del sovrano mescolando trama romanzata e teologia narrativa. Accanto alla rilettura storico-liturgica delle intestazioni dei salmi, il Cronista presta a Davide tratti profetici e gli conferisce un'autorità di legislatore in materia di culto. Il mondo talmudico procede a un'ulteriore ricostruzione letteraria, presentandolo come modello del saggio che studia la Torah, mentre i padri della Chiesa, attraverso la lettura allegorica, intravedono in lui una figura di Gesù. Proprio l'episodio dell'adulterio con Betsabea e l'assassinio del marito di lei, Uria, offrono un formidabile esempio di rilettura che porta a vedere nel sovrano la prefigurazione di Cristo, nella donna la Chiesa e in Uria addirittura la figura di Satana. Ma c'è una differenza importante fra queste riletture della figura davidica: ebraiche o cristiane, le attualizzazioni si confrontano sempre con la fonte testuale dei libri di Samuele, destinati a perdere ogni funzione normativa nel mondo musulmano. Il volume prosegue la traduzione italiana dei Cahiers Évangile, noti a livello internazionale quali strumenti preziosi per lo studio e la pastorale.
Accanto a Ercole e Maciste, Sansone è stato nel ’900 l’eroe di decine di film popolari incentrati sulla sua imponente forza, ma anche l’ispiratore di grandi opere d’arte, dai dipinti di Rubens e Rembrandt ai brani del compositore Saint-Saëns. Smisurato nella forza e nell’amore, protagonista di episodi che sfiorano il grottesco – come il trasporto delle porte di Gaza fino a Hebron – Sansone è una singolare figura biblica che merita di essere approfondita. Il volume, che si sofferma su quattro capitoli del libro dei Giudici, consente di intrecciare due tipi di lettura: la prima è sincronica e privilegia l’analisi del racconto, mentre la seconda è diacronica e propone una radiografia del testo nella sua densità storica.
Nella Lettera ai Galati, Paolo parla, chiaramente della sua vocazione: ha ricevuto il mandato di proclamare quello che gli chiama il «suo vangelo», l'annuncio della salvezza a ogni uomo, senza distinzione tra circoncisi e incirconcisi. A una ventina d'anni di distanza dal martirio dell'apostolo, la penna di Luca affida agli Atti ben tre racconti su ciò che è avvenuto sulla via di Damasco -luogo metaforico del capovolgimento e della radicale trasformazione interiore - mettendo in luce la conversione di Saulo oppure evidenziando la sua vocazione profetica. Quell'episodio ha suggerito agli artisti l'immagine di Paolo che cade da cavallo - memorabile la raffigurazione di Caravaggio e ha offerto la materia prima a rappresentazioni sceniche medievali dedicate all'apostolo.
Lutero riteneva che la Lettera di Giacomo avesse il peso di una «lettera di paglia». Essa invece non manca di audacia né di invenzione; nel suo stile controllato e immaginoso mescola veemenza, serietà e ironia, proponendo una comprensione della fede attraverso l'immagine di una «traversata».L'autore è un artigiano della lingua - il suo greco è uno dei migliori del Nuovo Testamento - e un poeta. Ma chi era precisamente Giacomo? Il «fratello del Signore»? San Girolamone ne dubitava e gli esegeti di oggi ancora di più, ma la Lettera è stata accolta dalla Chiesa come espressione della Parola diDio. Essa vibra di Vangelo. E ne cerca l'impatto nelle relazioni comunitarie e sociali. Il volume prosegue la traduzione italiana dei Cahiers Évangile, noti a livello internazionale quali strumenti preziosi per lo studio e la pastorale.
«Lungo i fiumi di Babilonia...»: è questo il celebre inizio del Salmo 137, intriso di una nostalgia che attraversa i secoli e coinvolge tutti gli esiliati, protesi verso la terra che hanno dovuto abbandonare o da cui sono stati cacciati. Ha ispirato il superbo coro "Va' pensiero", caro al Risorgimento italiano, intonato dagli ebrei prigionieri nel terzo atto del "Nabucco" di Verdi. In modo più letterale, è all'origine dell canzone rasta "Rivers of Babylone", resa celebre dai gruppi The Melodians e Boney M, e poi ripreso da Jimmy Cliff e Liz McComb.La terra promessa, perduta e ritrovata, è certamente uno degli elementi essenziali del grande intreccio della Bibbia. C'è la terra nella sua accezione più ampia, quella di cui il libro della Genesi racconta la creazione ad opera di Dio. C'è la terra particolare promessa ad Abramo e data al popolo di Israele, un luogo dove «scorrono latte e miele», ma sul quale è stato versato anche tanto sangue.
A causa delle crisi dottrinali sul rapporto fra umanità e divinità di Cristo, la kenosi, l'abbassamento del Figlio di Dio, ha spesso richiamato l'attenzione dei teologi. Tuttavia, la lettura «dogmatica» non deve oscurare quella etica: dall'abbassamento di Cristo deriva, infatti, un insegnamento morale che esorta il cristiano a rinunciare a se stesso. In realtà, scrivendo la sua lettera ai Filippesi, Paolo si propone di rispondere a una precisa domanda: «In che senso il Figlio di Dio ha orientato la nostra vita umana quando "assunse la condizione di servo"?».
La lettura dei vangeli può lasciare insoddisfatti, sorpresi o incuriositi. Insoddisfatti perché non sono delle vere e proprie "vite di Gesù" e trascurano molti dettagli della sua infanzia, della sua educazione e della sua attività di artigiano. Sorpresi, poiché gli ultimi giorni, le ultime ore a Gerusalemme, occupano uno spazio molto ampio: dispute nel Tempio, ultima cena, ultime parole, processo, morte in croce. Incuriositi, perché il modo di narrare degli evangelisti appare ora dettagliato, ora sintetico. La scrittura evangelica comprende tutto questo e per apprezzarne il contenuto il volume propone quattro chiavi di accesso: Risurrezione, Chiesa, Scritture, Gesù di Nazaret. Solo quattro parole, ma essenziali per orientarsi tra i racconti che Matteo, Marco, Luca e Giovanni hanno voluto trasmettere.
L'Apocalisse è sempre un libro meraviglioso e affascinante, con le sue immagini e i suoi simboli. Per entrarvi dentro è richiesto subito il «patto di lettura» che l'autore stabilisce con i suoi lettori. Poi, tutto è chiaro! La presentazione offerta in questo volume segue il modello narrativo, di cui nella Bibbia si conosce l'importanza. Infatti, l'Apocalisse di Giovanni è animata dal desiderio di «raccontare» l'opera di Dio, cioè la salvezza, percepibile attraverso la fede nel cuore stesso dei sussulti della storia umana. «L'Apocalisse non è un libro di terrore: è il libro del desiderio. Per i credenti, non è la fine di questo mondo, che fa paura, ma è la continuazione della prova che essi subiscono continuamente senza poterne vedere la fine». Queste idee espresse già tempo fa da Christian Duquoc indicano lo spirito dell'ultimo libro della Bibbia cristiana. Scritto alla fine del I secolo, il libro fonda la sua esperienza sulla morte e risurrezione di Gesù Cristo, avvenimento evocato fugacemente (Ap 11,8), ma celebrato ogni «giorno del Signore», luogo e tempo sacramentali delle visioni che vengono raccontate (Ap 1,10). In Oriente il libro viene letto con prudenza - forse a causa della demonizzazione dei poteri politici. Invece, in Occidente, stimola gli artisti che danno corpo e immagine alla sua forza figurativa. Un poeta come Paul Claudel vi attinge molte volte nella sua opera, perché, secondo le sue parole, «non si tratta di capire l'Apocalisse, ma di passeggiarvi dentro».
La figura di san Francesco evoca la povertà e la penitenza, ma già durante la vita del santo di Assisi emergono, all'interno del movimento francescano, esigenze intellettuali che non sono affatto incompatibili con una profonda spiritualità. La rilassatezza di una parte del clero e la proliferazione delle correnti eretiche impongono, infatti, una predicazione adeguata ai tempi e in grado di tener conto dell’insegnamento e della cultura. Nell'ordine fanno il loro ingresso maestri istruiti, a cominciare da Antonio da Padova, Bonaventura, Pietro di Giovanni Olivi e Nicola di Lyra, figure rappresentative dell’esegesi francescana del XIII secolo, caratterizzata da una spiritualità che va di pari passo con un approccio rigoroso e scientifico al dato biblico.
Redatti verosimilmente negli anni 80-90, il vangelo e gli Atti degli apostoli si inscrivono in un vero progetto letterario e teologico: presentare il dispiegarsi e il compiersi dell'opera della salvezza nella continuità dei due momenti, che sono il tempo di Gesù (Vangelo) e il tempo della Chiesa (Atti degli apostoli). Prima parte di un magnifico racconto, il Vangelo di Luca è quindi inseparabile dagli Atti degli apostoli perché per l'evangelista il tempo di Gesù e il tempo della Chiesa, intesi come «tempi della testimonianza», formano due momenti dell'unica storia di salvezza