
La preghiera è esperienza fondamentale nella formazione del credente e delle comunità cristiane. Fra gli autori del N.T., è Luca a dare particolare rilevanza alla preghiera fino a farne il motivo che segna tutte le tappe della storia di salvezza narrata nei suoi due volumi (Luca-Atti). Questo studio ripercorre il tema della preghiera lungo il filo della storia di salvezza, guardando alla preghiera d'Israele, a Gesù modello e maestro di preghiera e all'esperienza di preghiera della prima comunità, configurata su quella di Gesù e sul suo insegnamento. lettori potranno cogliere, alla fine, non solo la struttura dialogica della preghiera ma anche la sua finalità edificante e identitaria all'interno del progetto storiografico lucano e saranno sollecitati a modellare la propria esperienza di preghiera su quella di Gesù e della Chiesa primitiva, facendone il luogo della loro fedeltà al disegno divino che si dipana ancora oggi nella storia.
Papa Francesco definisce lo stile di Dio con tre parole: compassione, vicinanza, tenerezza. E' lo stile di un padre dal cuore di madre. Ed è lo stile di Gesù, l'espressione trasparente dei suoi pensieri, dei suoi sentimenti, del suo cuore. E dovrebbe essere lo stile dei suoi discepoli. Il libro raccoglie alcune riflessioni su episodi, parabole e passi del Vangelo in cui questi atteggiamenti di Gesù sono presenti. A volte espressi chiaramente nei suoi comportamenti, altre volte sottotraccia.
Due sposi possono dire qualcosa di nuovo sulle parabole delle nozze? Possono contribuire a una rilettura più sapienziale che faccia brillare il mister del Regno in chiave sponsale?
Rileggendo i testi delle due parabole materne dall'interno della propria collocazione esistenziale di coppia, i due autori mettono in luce diversi aspetti rimasti piuttosto in penombra nel corso dei secoli.
In un dialogo circolare tra bibbia e terapia familiare vengono posti in risalto gli elementi costitutivi dell'amore di Cristo-Sposo, mettendo a punto percorsi di riflessione sulla dimensione nuziale della relazione con Cristo, una dimensione propria di ogni cristiano che si rivela però in modo tutto particolare nell'amore degli sposi, illuminandone le profondità.
Tra Sinottici è l'opera di Luca a dare maggiore rilievo alla questione samaritana. Quattro sono infatti gli episodi, propri dell'evangelista, inerenti ai samaritani (Lc 9,51 -56; 10,25-38; 17,11-19; At 8,4-25), per i quali la presente ricerca si è avvalsa di un approccio sincronico e semantico con aspetti rilevanti di tipo comunicativo e pragmatico. Inoltre dalle suddette pericopi emergono question significative di natura soteriologica, cristologica ed ecclesiologica.
Il progetto lucano concernente la salvezza viene illustrato lungo tutta l'opera con i caratteri dell'universalismo. Al suo interno, i samaritani, considerati dal Gesù lucano membri di Israele a tutti gli effetti nonostante il giudaismo coevo li ritenesse scismatici e assimilabili alle genti, rappresentano un ponte tra giudei gentili nell'ambito della storia della salvezza narrata.
L'aspetto cristologico verte sul rapporto intercorrente tra la profezia presente in Dt 18,15-18, la quale afferma che Dio susciterà di volta in volta un profeta all'interno del suo popolo pari a Mosè, e le caratteristiche profetiche di Gesù, fino ad identificarlo come il profeta escatologico atteso da tutto Israele, samaritani compresi.Nella dimensione ecclesiologica, infine, campeggia il motivo dei samaritani in relazione alla restaurazione escatologica dele dodici tribù di Israele quale preludio necessario all'evangelizzazione de gentili, cosi da costituire una chiesa composta da giudei, samaritani e e gentili.
Le Omelie di un prete periferico raccolgono le conversazioni che don Roberto Sardelli tenne sul Vangelo di Marco dall'Ottobre 2010 al giugno 2011 presso la parrocchia di San Bernardino a Roma. Leggere il Vangelo per viverlo insieme è il compito che don Roberto e la comunità parrocchiale si propongono. Viene scelto il Vangelo di Marco perché fa comprendere meglio la realtà sociale e politica al tempo di Gesù. Don Roberto propone le sue riflessioni attingendo alla sua ampia e profonda cultura teologica, filosofica e scientifica e adotta un linguaggio "laico", essenziale, attuale, non moralistico che parla a tutti, credenti e non credenti, e consente di vivere il Vangelo nell'oggi. Il cardinale Matteo Zuppi, nella Prefazione, suggerisce di leggere le omelie con il Vangelo e il giornale in mano per cogliere nel messaggio evangelico la nostra umanità e l'umanità dell'altro e incontrare il Signore nell'esperienza di vita e nell’'ncontro con il prossimo a partire dalle periferie, dove troviamo l'umanità più vicina a Gesù.
Marco ci racconta tre esorcismi tradizionali (Mc 1, 21-28; 5, 1-20; 9, 14-29).
In essi, demoni hanno molto da dire su Gesù, una caratteristica che contrasta con il tono misterioso generale dell'opera, dove i diversi personaggi (e il lettore) fanno fatica a comprendere le azioni e le parole del Maestro. Si tratta di un gioco di conoscenza e ignoranza, potenziato dalle ingiunzioni al silenzio da parte del protagonista. Con lo strumento della linguistica di Alain Rabatel, è possibile discernere il metodo comunicativo dell'autore del vangelo marciano, elencare le sue strategie per stabilire una teologia su Gesù, la fede e il discepolato. Il vangelo di Marco è dunque un'opera attuale, per quanto esplora le possibilità dello stesso linguaggio scritto. Marco riesce a stabilire questo felice paradosso: proprio tramite la sua presentazione dei demoni, si approfondisce l'esperienza di credere nel Figlio di Dio.
Un aiuto semplice, serio ed efficace per iniziare a leggere i testi biblici nella loro storia e per la vita quotidiana di ogni essere umano.
Le istituzioni di un popolo sono le forme di vita sociale che esso segue per libera scelta o che riceve come imposte da un’autorità. Per il biblista Roland de Vaux, gli individui sono soggetti alle istituzioni, le quali però non esistono se non in funzione della società che esse sorreggono, si tratti di società familiare, politica o religiosa. Per descrivere tali forme antiche, lo storico deve tenere conto delle testimonianze del passato: innanzitutto dei testi, poi dei monumenti e di quanto gli permette di ricostruire le condizioni e il quadro della vita sociale di quel popolo. Il documento Il popolo ebraico e le sue Sacre Scritture nella Bibbia ebraica, al n. 85, afferma: "è soprattutto studiando i grandi temi dell’Antico Testamento e la loro continuità nel Nuovo che ci si rende conto dell’impressionante simbiosi che unisce le due parti della Bibbia cristiana e, al tempo stesso, della forza sorprendente dei legami spirituali che uniscono la Chiesa di Cristo al popolo ebraico". Seguendo questa traccia, il libro vuole contribuire agli studi fondamentali sull’Antico Testamento, approfondendo il dato di fede e coltivando l’intenzione di diventare uno strumento di supporto pastorale e culturale.
La lettura delle pagine marciane offerta in questo lavoro, elaborato con attenzione e che perciò richiede anche qualche fatica al lettore, suggerisce il modo in cui Marco racconta l'intreccio tra rivelazione del mistero trinitario, realizzazione del progetto di salvezza e nascita della comunità ecclesiale. Mentre il racconto della vicenda di Gesù si dipana fino al suo precederci in Galilea come Risorto (cf. Mc 16,7), viene precisato l'affresco che fa da sfondo a tutto il nostro cammino, in cui Uni-Trinità, salvezza e discepolato cristiano sono il riferimento profondo che raggiunge e può animare anche la nostra esistenza. Vivere la sequela di Gesù con la lucidità triadica’è il modo per lasciare trasparire, da parte nostra, l'amore del Dio Uni-Trino che ci circonda, dando così il necessario contributo umano al compiersi della salvezza a partire dal popolo messo in piedi dalla risurrezione di Gesù. Trinità, Salvezza e Chiesa sono davvero intrinsecamente legate, come sostiene il presente lavoro che si pone a servizio di una lettura più attenta del Vangelo secondo Marco e di una teologia più plenaria. (dalla Prefazione di Ermenegildo Manicardi).
La convivialità potrebbe essere un motivo teologico del dittico lucano? La ricchezza del vocabolario legato al cibo; l'abbondanza di scene di mensa (implicite ed esplicite) in Luca ed Atti; la pregnanza delle tredici scene di convivialità esplicita in rapporto al messaggio di Gesù ai discepoli, ai farisei e alle folle da un lato e di Luca ai suoi lettori dall'altro; e la peculiarità del simposio lucano (L 14,1-24) grazie sia ai temi del ribaltamento, della beatitudine, e del regno di Dio che emergono dal testo, sia alla tecnica narrativa della mise en abyme, sembrano confermarlo. È nel corso dei pasti festivi che Gesù annuncia le sue scelte fondamentali e la loro fondatezza. Quello che cerchiamo di dimostrare è che il motivo teologico della convivialità sia un fil rouge dell'opera lucana, capace di nutrirci in una molteplicità di prospettive: quella umana dell'incontro, anche e soprattutto tra diversi: quella sociale, nel seme del ribaltamento, cioè del capovolgimento di personaggi e situazioni proposto da Gesù; quella escatologica del Regno di Dio che si mostra nella beatitudine di coloro Signore.
Cosa ci raccontano i primi undici capitoli della Genesi? Il Sogno di Dio per un mondo bello e buono e la realtà delle nostre ombre. Attraverso il linguaggio simbolico della Scrittura e le moderne scoperte sui sistemi motivazionali, questo libro ci aiuta a riflettere sulla competizione per imparare ad abbracciare una via alternativa: quella della collaborazione. Non si tratta di negare il caos, ma di scoprire come Dio, paziente alleato dell'uomo, agisca con discrezione, per ri-creare la vita, di principio in principio, e orientarci verso la pienezza che cerchiamo: la felicità in un compimento!