
L'annuncio cristiano chiede di essere rifondato sull'evento e la figura di Gesù salvatore e liberatore della realtà umana considerata in modo integrale. Dai racconti di guarigione in particolare emerge un messaggio che riguarda anche noi - più o meno sani più o meno infermi -, e che è soprattutto un appello alla responsabilità.
“L’obiettivo di questo lavoro richiede un’accurata analisi di un ampio spettro di fonti primarie, spesso ignorate dagli studiosi neo testamentari. Il risultato è una descrizione molto ben informata della vita sociale e culturale di Tessalonica antica, che aiuta a illuminare il significato di molti intricati dettagli che sono parte del racconto lucano della missione di Paolo nelle città”. (Dalla presentazione di D. P. Béchard).
“Il lavoro di Paolo Costa attesta la bontà dei risultati che si possono ottenere in una ricerca impegnativa e delicata sugli Atti, ove si allarghi l’orizzonte all’esperienza giuridica romana, non come orpello e dotta citazione, ma con indagine correlata che può svolgere chi, come l’autore, ha notevole capacità di cogliere l’essenza dei problemi, sorretta da sensibilità nell’uso delle fonti e da acutezza interpretativa nelle questioni testuali”. (Dalla Postfazione di M. Bianchini).
Il cuore alla ricerca risiede in un'analisi ravvicinata del celebre episodio, che soltanto l'evangelista Luca riporta, in cui si racconta di Gesù che insegna presso la sinagoga di Nazaret (Lc 4, 16-30). La pericope lucana viene considerata in sé ed è anche intesa come paradigmatica per l'evangelizzazione di natura missionaria. Si tratta di un'operazione intellettuale sempre auspicabile: il confronto ravvicinato con la Scrittura consente infatti di radicare ogni iniziativa pastorale nel suo fondamento naturale.
La parola di Dio, che si è fatta carne in Gesù, vuole avere bisogno di predicatori credibili per manifestarsi, Natale dopo Natale, in tutta la sua novità salvifica. Grazie alla predicazione di evangelizzatori affidabili, la carne degli ascoltatori si potrà fare parola, memoria creativa di Cristo, «Immagine del Dio invisibile». Incentrati sul prologo del Vangelo di Giovanni (1,1-18) e sul racconto della nascita di Gesù nel Vangelo di Luca (2,1-14), questi spunti omiletici potranno essere utili ai predicatori di Rito Ambrosiano e di Rito Romano.
La «sezione dei pani» del Vangelo di Marco (6,6b-8,30) è costruita a scatole cinesi. Domina la grande domanda che percorre il più antico Vangelo: chi è Gesù? Si passa dalle chiacchiere alla professione di fede in lui: «Tu sei il Cristo». Successivamente, Gesù moltiplica i pani per i cinquemila (in territorio israelita) e per i quattromila (in territorio pagano): la salvezza raggiunge Israele, ma pure le genti. Infine, Gesù ridefinisce le categorie del puro e dell’impuro.
Informazioni sull'autore
Matteo Crimella è nato nel 1969. Dal 1994 è presbitero della Chiesa di Milano. Nel 2009 ha conseguito il dottorato in Scienze Bibliche presso l’École Biblique et Archéologique Française di Gerusalemme con una tesi sul Vangelo di Luca. Insegna Sacra Scrittura presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Milano e lo Studio Teologico del Pontificio Istituto Missioni Estere di Monza. È responsabile dell’Apostolato Biblico della diocesi di Milano. All’attività scientifica affianca il servizio pastorale.
L'affermazione di Paolo "Noi abbiamo la mente di Cristo" (1 Cor2, 16) è audace, soprattutto se confrontata con il suo sfondo giudaico, dove si afferma che la sapienza del Signore è inarrivabile. Tutt'al più. il libro della Sapienza concede la possibilità di una tale conoscenza, solo se "tu gli avessi dato la sapienza e dall'alto gli avessi inviato il tuo santo spirito" (Sap 9,17). Lo specifico del discorso paolino presenta la connessione tra la sapienza divina, umanamente irraggiungibile, e la sua imprevedibile rivelazione nella croce di Gesù Cristo. I cristiani, condividendo la stessa "mente di Cristo", possono accedere alla sapienza di Dio.
Nicodemo è un personaggio biblico singolare: non solo perché compare unicamente nel Vangelo di Giovanni, ma anche perché, nelle tre volte in cui ricorre, si presenta come una grande “allusione narrativa”, sottile come un filo rosso e ostinata come un tema musicale. Ne emerge un personaggio tanto coraggioso e desideroso della verità quanto incerto e impaurito per le sue conseguenze. La proposta, attenta alle dinamiche esegetiche e animata da un approccio narrativo-esistenziale, costituisce una sicura opportunità per la riscoperta di una figura apparentemente marginale nel Vangelo di Giovanni. Nicodemo sorprenderà di certo il lettore, che troverà nella sua vicenda un aiuto decisivo a non scandalizzarsi delle proprie insicurezze nella ricerca di Cristo e a credere fermamente che quell’incontro gli donerà la verità che unica libera e salva la vita.
Informazioni sull'autore
Pietro Maranesi, sacerdote cappuccino, è professore di Storia e Teologia francescana e medievale nella Licenza in Teologia e Studi francescani dell’Istituto Teologico di Assisi e presso il Pontificio Ateneo Antonianum di Roma. È autore di numerose pubblicazioni.
Oggi è in crisi la coppia e, di conseguenza, le figure del padre e della madre. Parafrasando la nota espressione di Bauman sulla società dai legami liquidi possiamo dire che ci troviamo di fronte al una sorta di "liquidità genitoriale". Le ipotesi risolutive di tale condizioni sono molteplici ma, tra queste un ruolo di prima piano spetta al Cristianesimo. Pur non offrendo un "modello" di famiglia in senso stretto, infatti, l'ideale cristiano nei suoi fondamenti biblici offre numerosi spunti di riflessione in merito che possono contribuire a proporre possibili percorsi risolutivi.
L'autore presenta la passione di Gesù attraverso sei episodi che vanno dal Getzemani alla morte di croce. Ciascuno di essi è visto con gli occhi dei quattro evangelisti: dunque una lettura della passione completa e al tempo stesso diversificata e convergente.
Bruno Maggioni, con la serietà del suo impegno scientifico e la chiarezza dell'esposizione, coglie il cuore del messaggio. Se il Figlio di Dio ha percorso sino in fondo la strada della Croce è perché non ha voluto sottrarsi allo "scandalo" che attraversa la vita dell'uomo e il corso della storia. Di questo scandalo la Croce di Cristo è l'immagine ingigantita ma è anche il superamento.
Gesù, infatti, si è posto là dove Dio e l'uomo sembrano contraddirsi - la verità rifiutata, l'amore sconfitto, Dio assente - trasformando la contraddizione in possibilità di riscatto. Quale notizia più bella di questa?
Bruno Maggioni, sacerdote della diocesi di Como, è stato docente nella Facoltà Teologica di Milano e all'Università Cattolica di Milano. Tra le pubblicazioni con Cittadella Editrice ricordiamo: Qohelet (2018(; Il racconto di Matteo (2018); Il racconto di Marco (2018); Il racconto di Luca (2018); Il racconto di Giovanni (2018); con Ezio Prato, Il Dio capovolto. La novità cristiana: percorso di teologia fondamentale (2018); con Lucia Vantini, Giobbe (2018).
Mical, figlia di Saul e sposa di Davide, è un personaggio minore dei libri di Samuele, eppure la sua storia non lascia indifferente il lettore.
Usata come pedina dal padre per attirare Davide a corte ed eliminarlo.
Usata da Davide per acquistare il titolo di "genero del re" e così legittimare le sue aspirazioni al trono.
La storia di Mical è il racconto di una trasformazione: dall'obbedienza al padre alla disobbedienza; dall'amore per Davide al disprezzo.
La prima parte di questo studio cerca di dimostrare, con l'ausilio del metodo storico critico, come questa trasformazione sia il frutto di interventi di scrittura di epoche e di autori diversi confluiti nel testo finale dei libri di Samuele che si formò in un arco di tempo che va dall'VIII sac. a.C. fino alle soglie dell'epoca ellenistica. All'analisi narrativa delle tradizioni è dedicata la seconda parte di questo lavoro che rivela come attraverso Mical il testo finale arrivi ad una critica aspra e disincantata della monarchia e del potere.
Cristiano D'Angelo insegna Antico Testamento presso la Facoltà teologica dell'Italia centrale (Firenze). É vicario per la pastorale della diocesi di Pistoia e parroco di Bonistallo. Collaboratore delle riviste Vivens Homo, Parole di Vita, Parola spirito e vita. Tra le sue pubblicazioni per altri tipi: IL libro di Rut, Commento teologico e letterario (2004); L'amore del trafitto (2007); Non è per caso. Sussidio per la catechesi con i fidanzati (2008).
Il testo vuole introdurre il lettore nel mistero del Dio vivente mediante un percorso che parte dalla lectio divina e giunge alla missio. Si tratta di un'ascesa e nello stesso tempo di un'umile discesa nella Scrittura, attraverso la quale Dio continua a parlare anche a noi oggi senza dover ritornare a un "allora" in cui la Parola storicamente è stata messa per iscritto. Il cammino proposto intende aiutare il lettore a concepire la propria vita come una lectio divina, a risvegliare in lui l'ardore missionario e fargli attuare il passaggio dal Verbum Dei scriptum al Verbum Dei caro.
Nel Vangelo di Matteo, tra il discorso programmatico del monte (Mt 5-7) e il discorso missionario (Mt 10,1- 42), l'Evangelista inserisce la narrazione di dieci opere di Gesù (Mt 8,1-9,38). Leggendo questi due capitoli, siamo chiamati non solo a scoprire il volto autentico di Gesù, ma anche a interrogarci su come, in quanto suoi discepoli, sappiamo prolungare la sua missione e compiere le stesse opere che egli ha compiuto. Non si tratta quindi di opere prodigiose che dimostrano unicamente la divinità e la potenza di Gesù, ma di gesti di misericordia e di liberazione che dovrebbero continuare nella vita della Chiesa. Seguiamo il racconto di Matteo lasciandoci interrogare come Giovanni Battista sulla figura di Gesù (cf. Mt 11,2-3), ma anche lasciandoci toccare da lui, perché egli possa ancora oggi guarire ogni nostra infermità, dissipare la nostra cecità, farci attraversare il mare in tempesta, vincere tutto ciò che in noi è morte, per essere veramente suoi discepoli capaci di compiere le opere che egli ha compiuto.