
Dal 1980 il periodico Parola Spirito e Vita si è affermato come prezioso strumento di lettura spirituale della Bibbia. Ogni sei mesi un numero monografico di Parola Spirito e Vita conduce all'incontro con le Scritture, non solo come libro di riferimento per i fedeli, ma come parola viva capace di portare l'uomo contemporaneo alla scoperta di Dio: un appuntamento di riflessione essenziale per gruppi biblici, comunità, operatori pastorali e per tutti coloro che aspirano a una conoscenza più intima e profonda della Parola.
Dal 1980 il periodico Parola Spirito e Vita si è affermato come prezioso strumento di lettura spirituale della Bibbia. Ogni sei mesi un numero monografico di Parola Spirito e Vita conduce all'incontro con le Scritture, non solo come libro di riferimento per i fedeli, ma come parola viva capace di portare l'uomo contemporaneo alla scoperta di Dio: un appuntamento di riflessione essenziale per gruppi biblici, comunità, operatori pastorali e per tutti coloro che aspirano a una conoscenza più intima e profonda della Parola.
Dal 1980 il periodico Parola Spirito e Vita si è affermato come prezioso strumento di lettura spirituale della Bibbia. Ogni sei mesi un numero monografico di Parola Spirito e Vita conduce all'incontro con le Scritture, non solo come libro di riferimento per i fedeli, ma come parola viva capace di portare l'uomo contemporaneo alla scoperta di Dio: un appuntamento di riflessione essenziale per gruppi biblici, comunità, operatori pastorali e per tutti coloro che aspirano a una conoscenza più intima e profonda della Parola.
Descrizione dell'opera
Dal 1980 il periodico Parola Spirito e Vita si è affermato come prezioso strumento di lettura spirituale della Bibbia.
Ogni sei mesi un numero monografico di Parola Spirito e Vita conduce all'incontro con le Scritture, non solo come libro di riferimento per i fedeli, ma come parola viva capace di portare l'uomo contemporaneo alla scoperta di Dio: un appuntamento di riflessione essenziale per gruppi biblici, comunità, operatori pastorali e per tutti coloro che aspirano a una conoscenza più intima e profonda della Parola.
Acquistabile anche in abbonamento (vedi sezione Riviste).
Sommario
EDITORIALE (Alfio Filippi). I. ANTICO TESTAMENTO. 1. «Piantò la tenda, costruì un altare, invocò il nome del Signore» (Gen 12,8). La provvisorietà e la presenza di Dio (Filippo Manini). 2. «Allarga la tua tenda, non più disonorata, tuo sposo è il Creatore» (Is 54,1-10). Dio fa e rifà la casa abitabile, fa e rifà l'identità dell'uomo (Donatella Scaiola). 3. «Andranno in rovina le case d'avorio. Oracolo del Signore» (Am 3,15). Abitare il dono di Dio edificando sull'ingiustizia? Storie di progetti insensati (Salvatore Maurizio Sessa). 4. «Costruite case e abitatele... Cercate il benessere del paese in cui vi ho fatto deportare». Riscoprire il valore della promessa lontano dalla «terra promessa» (Francesco Cocco). 5. «Nell'intimità della tua casa» (Sal 128) (Luca Mazzinghi). II. NUOVO TESTAMENTO. 1. «In casa, lontano dalla folla, lo interrogavano...» (Mc 7,17) (Giancarlo Biguzzi). 2. «Oggi per questa casa è venuta la salvezza» (Lc 19,9). Gesù in casa dei peccatori (Carlo Broccardo). 3. «Rabbì, dove dimori?» (Gv 1,38). Il discepolo e il dimorare (Roberto Vignolo). 4. «Gesù andò a Betania dove si trovava Lazzaro». La casa dell'amicizia e della risurrezione (Gv 11,1-12,11) (Giorgio Zevini). 5. «Aquila e Prisca, con la comunità che si raduna nella loro casa» (1Cor 16,19; Rm 16,3-5a). La casa culla della comunità (Romano Penna). III. TRADIZIONE E VITA DELLA CHIESA. 1. La casa e la tenda simboli spirituali in Origene (omelia 17 sul libro dei Numeri) (Daniele Gianotti). 2. La casa della Chiesa e la sua forma (Severino Dianich). 3. Casa abitata e casa dormitorio, casa reale e casa virtuale (Giovanni Salonia). 4. I cristiani vivono e condividono la casa: l'esperienza di Maranà-tha (Paolo Bizzeti). 5. Dio nel tempio Dio nella casa (Giovanni Cesare Pagazzi).
Il titolo della rivista volutamente esprime due prospettive, distinte ma in reciproco richiamo: una afferma ("il Signore regna"), l'altra invoca ("venga il tuo Regno"). Ambedue esprimono un atteggiamento di fede e in entrambe è ugualmente presente una forte componente storico-culturale legata al tema della regalità quale espressione storica di potere. E per questo si tratta di un argomento non facile: dietro l'angolo è sempre presente una reminiscenza storica, pronta a spingere, con la forza dell'accaduto, sia verso la corposità istituzionale-materiale, religiosa o politica, del "Regno realizzato" sia verso l'esaltazione spirituale per il "Regno futuro" totalmente altro rispetto a ciò che il credente vive da pellegrino nei giorni e nei luoghi terreni. Affermazione (principio assertivo di fede), invocazione (preghiera quotidiana insegnata da Gesù), condizionamento storico (il filtro che gli uomini hanno sempre fatto del primato di Dio sul tempo e sul creato) sono i tre riferimenti che il lettore è invitato a tenere presenti nella lettura dei contributi proposti.
"'Il volume si prefigge di affrontare il tema 'In principio' al plurale: cioè riflettere sui tanti inizi che secondo la Bibbia caratterizzano la presenza di Dio nella storia degli uomini - il perenne ricominciare di Dio verso l'uomo". La parola 'inizio/principio' ha, sorprendentemente, poco peso e poco uso nella spiritualità corrente e poco peso nel presentare il cristianesimo. Forse perché viene automaticamente relegata nel lontano momento dell'origine del tutto, che costituisce un riferimento dai difficili contorni e dai riflessi sull'oggi assai complicati da definire. Eppure, il tema dell''inizio/principio' percorre tutta la Bibbia sia in senso lessicale, con l'uso dei termini relativi, sia in senso teologico; si pensi ai concetti di creazione e nuova creazione, esodo e nuovo esodo, esilio e ritorno, terra promessa conquistata e perduta, costruire il tempio e costruire un casato, dare un nome e cambiare un nome, cioè dare un destino? Il tema genera una catena di richiami in cui significativamente la presenza di Dio si sovrappone alla presenza dell'uomo. Vengono chiamati in causa contemporaneamente Dio e l'uomo in modo inseparabile. Dischiude cioè ricchezze sorprendenti, perché obbligano a passare continuamente dall'uno all'altro dei due poli: l'uomo e Dio." (dall'Editoriale)
"Aprendo una delle sue 'letture di Dante' in piazza Santa Croce a Firenze, Roberto Benigni ha esordito con una delle sue sintesi fulminanti: 'L'Iliade dice che la vita è una guerra, l'Odissea che la vita è un viaggio, la Divina Commedia che la vita è desiderio'. Il lettore sarà allora felicemente sorpreso dal fatto che un paio di articoli di questo numero di PSV propongano proprio il rimando alla Divina Commedia come innervamento del tema biblico del desiderio. Su questo sfondo letterario, si può prendere come chiave di lettura del numero un duplice riferimento: quello antropologico, il desiderio come un dato e una situazione costitutiva dell'uomo, e quello direttamente biblico, il desiderio come filo conduttore che attraversa il testo sacro, nonostante la varietà dei libri, dei generi letterari e delle situazioni che essi propongono. I due riferimenti sono effettivamente connessi, se non altro per il fatto fondamentale che nella Bibbia la riflessione sull'uomo e la riflessione su Dio si intersecano in modo strutturante e dunque saranno presenti nell'articolazione dei titoli interni al volume." (dall'Editoriale di Alfio Filippi)
Dall'Antico al Nuovo Testamento, fino all'attuale vita della Chiesa il termine 'servizio' ritorna costantemente: "Sono rimasto sorpreso dalla felice convergenza sul senso che la parola assume all'interno della Bibbia (per esempio, il senso liturgico di servizio a Dio), ma anche dal riemergere, a distanza di secoli, di immagini che esprimono la carità incondizionata di una Chiesa che si fa serva, la 'Chiesa con il grembiule' come si è espresso ai nostri giorni mons. Tonino Bello e come si era espresso san Basilio al tempo di un cristianesimo ancora giovane." (dall'Editoriale di p. Alfio Filippi)
«Discernimento» è un termine che non ha un preciso equivalente nelle lingue bibliche, né in ebraico né in greco. Per discernimento la riflessione intende prima di tutto la capacità degli esseri umani di porsi in un atteggiamento di ricerca di fronte alle cose della vita, poi la capacità di saper valutare cose, persone, situazioni e, infine, di saper scegliere il risultato del proprio discernimento. Così inteso, il discernimento è qualità tipica dei saggi d’Israele: una dote umana, prima ancora che religiosa. Il saggio biblico, in particolare, è colui che sa discernere la presenza di Dio nel mondo e nella storia; ma, proprio per questo, sa anche che ogni aspetto della vita umana, specialmente ciò che può sembrare più ordinario, richiede un attento discernimento, per riuscire a scorgere le tracce di Dio anche nel quotidiano. «Il popolo di Dio, mosso dalla fede, per cui crede di essere condotto dallo spirito del Signore che riempie l’universo, cerca di discernere negli avvenimenti, nelle richieste e nelle aspirazioni cui prende parte insieme con gli altri uomini del nostro tempo quali siano i veri segni della presenza o del disegno di Dio» (Gaudium et spes, 11). Con testi come questo (cf. anche GS 4; LG 12), il concilio Vaticano II introduce a pieno titolo il tema del discernimento nella vita della Chiesa, in un’epoca nella quale la realtà appare sempre più complessa e difficile da comprendere.
L’immagine della visita è molto usata nella Bibbia per esprimere la vicinanza che Dio ha con l’uomo. Dio visita Abramo, vecchio e stanco, per dirgli che avrà un figlio – il futuro della vita. Dio visita Israele schiavo in Egitto, per dirgli che scenderà a liberarlo. Dio visita la terra e la disseta, è scritto nei Salmi, per dire che nella creazione Dio si rende presente. Davanti a Gesù, Dio fatto carne, lo scrittore dice: «ha visitato e redento il suo popolo». E la «visitazione» è la consacrazione del tema: si incontrano due donne incinte e due bambini – la donna che dà senso, la donna che dà vita. Il numero di Parola Spirito e Vita dedicato a «La Visita» è un parlare di Dio attraverso ciò che sperimentano e vivono gli uomini.
Semestrale - n. 1
gennaio-giugno 2016
L'attesa è un clima spirituale che si configura con la ricchezza e la complessità del vissuto di ogni uomo, in particolare nel suo rapporto con Dio. Vi sono coinvolte la religione e l'antropologia, la filosofia e la storia. Si riferisce a Dio e all'uomo, al singolo e alla comunità. In questo numero 74 di "Parole Spirito e Vita", nella terza parte il tema viene volutamente allargato oltre l'aspetto strettamente religioso, ove pure viene detta la presenza di Dio.