
Ebraismo, cristianesimo, islam condividono la fede nel Dio di Abramo. Il loro patrimonio comune ha modellato la nostra civiltà, ma il loro scontro ha generato nella storia, fino ai nostri giorni, controversie e fratture.
Un dizionario dei monoteismi diviene quindi strumento prezioso per interpretare il tempo passato e quello presente. In 600 parole fondamentali, di uso corrente e tuttavia poco note nel loro significato preciso, esso apre la strada alla conoscenza delle tre religioni, ciascuna delle quali deve essere compresa come un’identità, una storia, una cultura e una speranza per milioni di persone ancor oggi.
Che cosa sono la shari’a o un imam? Che cosa significa kasher o serfardita? Qual è la differenza fra un amish, un anabattista, un pentecostale e un quacchero? Le definizioni riguardano termini sia relativi alla sfera strettamente religiosa – riti, pratiche, chiese – sia di natura storico-culturale. Così il lettore potrà approfondire gli avvenimenti della Riforma e della Controriforma, comprendere chi erano i farisei, i sadducei e gli esseni e conoscere meglio la Sublime Porta, i selgiucidi o i saraceni.
Un sistema di rinvii consente di passare da un universo religioso all’altro; gli asterischi segnalano le parole appartenenti al patrimonio linguistico di più religioni.
Note sugli autori
La direzione di questo dizionario è stata assicurata da padre Jacques Potin, assunzionista, specialista della storia di Gerusalemme, e da Valentine Zuber, professoressa all’École pratique des hautes études, sezione Scienze religiose. José Costa, specialista di letteratura midrashica e di ebraico rabbinico, e Khashayar Azmoudeh, specialista di islam sciita, hanno partecipato alla redazione rispettivamente per le parti relative al giudaismo e all’islam.
La vita e le parole di Luigi Serenthà - sacerdote, teologo ed educatore invitano ancora una volta, con immutato entusiasmo, a danzare la vita, rinnovati dalla speranza del Risorto.
Il fascino dell'intensa esperienza spirituale di Abhishiktananda traspare fortemente da questo libretto: due cristiani, uno monaco e l'altro sacerdote, sono andati in pellegrinaggio alle sorgenti del Gange. Ci sono andati nella convinzione che stavano compiendo un atto cristiano, o, più precisamente, stavano realizzando in Cristo un rito immemorabile della prima alleanza cosmica. A questo libretto, che ha segnato e fatto sognare le generazioni di cristiani dell'epoca conciliare, sono stati aggiunti alcuni scritti inediti e testimonianze di due grandi amici di Le Saux: Raimon Panikkar, compagno di viaggio verso le sorgenti del Gange, e Odette Baumer-Despeigne, custode fedele del Diario spirituale di Abhishiktananda, recentemente scomparsa.
L’inedito di Thomas Merton
sulle ragioni evangeliche
della pace
Scritta tra il 1960 e il 1962, la lucida analisi di Merton su pace, guerra e vangelo esce solo ora, dopo oltre 40 anni di ostracismo, ma rimane di drammatica attualità. Da allora molte cose sono cambiate, soprattutto nell’identificazione del nemico, ma non è mutata la tentazione di far prevalere logiche di guerra e di morte. E, ancora oggi, la ricerca della “pace sulla terra” passa anche attraverso la testimonianza dei cristiani, perchè “una parte essenziale della buona novella è che le misure non-violente sono più forti delle armi: con armi spirituali, la chiesa primitiva ha conquistato l’intero mondo romano”. Oggi, come quarant’anni fa, “abbiamo ancora tempo per fare qualcosa in vista dell’abolizione della guerra, ma il tempo si sta rapidamente esaurendo”.
Thomas Merton (Prades 1915 - Bangkok 1968), monaco trappista e poeta, ha saputo trasformare la sua ricerca contemplativa ed eremitica in un ponte per il dialogo con il mondo moderno e con le religioni orientali. Il diario del suo cammino interiore – La montagna dalle sette balze – lo ha fatto conoscere al grande pubblico dei cinque continenti. Presso le nostre Edizioni ha pubblicato Un vivere alternativo e La contemplazione cristiana.
Il volume ha peso e formato serioso e grande; quasi possa essere destinato appunto a servizio di testo di preghiera liturgica. I suoi 50 salmi sono infatti meditazione e poesia insieme; come del resto lo sono molti salmi biblici e liturgici. Non una sfida al Salterio biblico, ma una sua esemplare continuazione. Lirismo accentuato; ma anche adesione intensa alla storia. Meditazione ma insieme adorazione, glorificazione di Dio, invocazione. Addirittura, queste, paiono risultare quasi intrise dentro le stesse mura dell'abbazia; a rendere totalmente comunitario e infinito il cantico orante, ed anche in dimensioni di ampiezza cosmica. Come a dire che non basta pregare; bisogna "diventare preghiera".
In occasione dell'Anno dell'Eucaristia (2004-2005), la Chiesa diocesana di Adria-Rovigo ha celebrato sette Giornate Eucaristiche Pasquali incentrate sul tema che dà il titolo a questo volume. L'opera raccoglie le riflessioni, le testimonianze, le omelie e i messaggi delle Giornate, e si offre alle famiglie come un invito ad affrontare i problemi della vita alla luce dell'Eucaristia, aprendo i cuori all'amore e alla speranza.
La nostra epoca ha riscoperto il mito e lo ridefinisce di continuo: il termine "mito" è usato nelle accezioni più diverse, sia dal lessico comune sia dai vocabolari specialistici e le teorie sul mito si moltiplicano. Chiarita la terminologia di riferimento, Ries traccia una storia delle teorie del mito che, prendendo le mosse dalle prime attestazioni del vocabolo mythos nei poemi omerici, giunge fino agli albori del XX secolo, e propone l'analisi di alcuni modelli di interpretazione contemporanei. Dall'analisi di Ries emerge una concezione del mito non soltanto come "fenomeno umano", ma come fenomeno prima di tutto "religioso", che ha svolto e svolge un ruolo imprescindibile nella nella vita dell'uomo nella sua tensione verso il sacro.
Tommaso Acerbis de Viani, meglio noto come Tommaso da Olera o Tommaso da Bergamo (1563-1631), appartiene alla eletta schiera degli umili asceti della riforma cattolica. Dapprima pastore di pecore, poi fratello laico cappuccino, adempì per tutta la vita all'incarico di "lavatore di scudelle" e frate questuante per i conventi del Veneto, del Trentino e del Tirolo. Semianalfabeta, dotato di doni profetici e taumaturgici, percorse la valle dell'Inn catechizzando contadini e potenti. Morì in odore di santità dopo un'esistenza trascorsa nell'adorazione di Cristo crocefisso e nella venerazione della Vergine. Nei suoi scritti ci ha lasciato un metodo completo per salire la "scala" che porta a Dio: un percorso che va dalla vita attiva alla purgativa e unitiva, attraverso le pratiche dell'orazione, della meditazione, fino ai gradi eminenti della presenza di Dio, delle estasi. Strumento privilegiato dell'ascesi è la via della croce, che fa giungere all'"amor puro, cordiale, filiale", a Dio, cui l'anima si unisce. L'edizione critica che qui si appronta consta di tre volumi e comprende, a eccezione delle lettere, tutti gli scritti del venerabile: nel primo si pubblica la duplice redazione della Selva di contemplazione, nel secondo le due versioni della Scala di perfezione, nel terzo compariranno altre operette ascetiche e i Concetti morali contro gli eretici.
Negli scritti di alcuni tra i massimi specialisti europei, il punto sullo stato delle ricerche sulla nascita e la diffusione del monachesimo in età tardo antica e medievale. Tra i saggi è pubblicato un inedito carteggio tra Don Milani e Mario Gozzini. Firmano gli interventi: S. Pricoco, C. Leyser, G. Jenal, L. Lugaresi, E. Astafieva, M. Cassese, D. Armando, V. Lavenia, R. Albani, S. Boesch Gajano, G. Sciré.
"Per quanto ne sappia, nessuno usa, o ha mai usato, l'espressione 'civiltà islamico-cristiana. Di più: azzardo la previsione che molti islamici e molti cristiani si risentiranno alla sola idea che questo termine implica. Mi auguro però che i miei lettori sospendano il giudizio finché non avranno considerato i miei argomenti a sostegno di questa espressione." (Richard W Bulliet)
Al termine della seconda guerra mondiale, quando non gli erano ancora noti gli orrori dei campi di sterminio nazisti, Eugenio Zolli pubblicò questo volume volto a delineare la storia dell’antisemitismo dalle origini del popolo di Israele fino agli eventi allora più recenti.
Un’appassionata disamina che mette a nudo le radici profonde dell’odio e delle persecuzioni antiebraiche nel corso dell’antichità e lungo duemila anni di cultura europea.
Un’insofferenza che non trova le sue fondamenta solo nel fenomeno nazista – come dimostra, tra gli altri numerosi esempi, la rievocazione dell’affare Dreyfus –, ma che percorre la società e il pensiero europei nel corso dei secoli, manifestandosi con odiosa brutalità nella prima parte del «secolo breve».
Determinante è la precisa collocazione temporale di quest’opera: Antisemitismo vide la luce pochi mesi dopo il battesimo di Zolli, e probabilmente la sua stesura s’intreccia almeno in parte con il percorso che lo ha portato ad aderire al cristianesimo.
Eugenio Zolli, Rabbino Capo di Roma nel 1945, biblista insigne, uomo coltissimo e al contempo mite e buono, racconta nel libro Prima dell’Alba (San Paolo, 2004) il suo tortuoso e liberante cammino verso il Battesimo e verso la piena maturità, convinto che il Nuovo Testamento sia il seguito necessario dell’Antico e che il Gesù dei Vangeli sia il messia an-nunciato e tanto atteso dai Profeti.