
I coniugi Luigi Martin e Zelia Guérin, genitori di santa Teresa di Lisieux, sono stati proclamati beati da papa Benedetto XVI il 19 ottobre 2008; il 18 ottobre 2015 papa Francesco li ha canonizzati. Luigi e Zelia sono stati i genitori di una particolarissima e santa famiglia che ha visto tutte e cinque le figlie abbracciare la vita claustrale: quattro presso il Carmelo di Lisieux e una presso il monastero della Visitazione di Caen. Questo libro ti farà entrare nella piccola Chiesa domestica che Luigi e Zelia Martin, abbandonandosi con fiducia alla volontà di Dio, seppero costruire e nella quale crebbero loro figli. Scoprirai così il loro segreto: vissero il loro amore di sposi e la loro quotidianità, fatta di gioie e di dolori, guardando sempre al cielo e offrendo tutto a Gesù. Oggi, in un mondo in cui il valore del matrimonio e della famiglia è minacciato, questi due sposi sono un esempio di come, facendo entrare Gesù nella nostra vita, anche l'ordinario diventa straordinario ed è capace di portare frutti di luce vera che non muoiono. Fai dei coniugi Martin un esempio da seguire nella tua famiglia!
"Santa Faustina Kowalska (1905-1938), l'apostola della Divina Misericordia, appartiene oggi al gruppo dei santi della Chiesa più conosciuti. Attraverso lei il Signore manda al mondo il grande messaggio della misericordia Divina e mostra un esempio di perfezione cristiana basata sulla fiducia in Dio e sull'atteggiamento misericordioso verso il prossimo. Arricchita da numerosi estratti dal suo famoso Diario, questa biografia autorizzata ci permette di conoscere la figura dell'umile suora polacca, ma anche la famiglia e le molte persone che hanno influenzato la sua formazione spirituale. Queste pagine, lette di per sé o per uno studio specifico del diario stesso, rappresentano un'introduzione autorevole a questa importante santa del Ventesimo secolo".
Giuliana di Norwich (1342-1416) ebbe all’età di trent’anni, nel momento più grave di una malattia, una serie di ‘visionì centrate attorno alla passione di Cristo. Fissò il ricordo delle rivelazioni in scritti successivi. Ne è risultato un libro che non è un semplice resoconto di esperienze mistiche, ma una pacata meditazione che raccoglie attorno alla verità fondamentale - l’amore di Dio - tutti i punti più importanti e vitali della teologia cristiana. Ne deriva una spiritualità del quotidiano fatta di serenità e di equilibrio, radicata sul costante ricordo dell’amore di Dio. J. Leclercq ha ottimamente definito le Rivelazioni un ‘manuale di pazienza’, e T. Merton ha scritto: ‘Ho pregato molto per avere un cuore saggio: credo che la riscoperta di Giuliana di Norwich mi aiuterà’.
Il libro raccoglie quattro testi dei padri della Chiesa che prendono in esame il capitolo 15 del vangelo di Luca, dedicato alle parabole della pecora smarrita, della moneta perduta e del figlio prodigo.
Se il tema della misericordia Dei attraversa e anima l’intera Scrittura con uno spirito che assume spazio e dimensioni universali, proprio il capitolo dell’evangelo lucano consente di cogliere, in virtù dei molteplici richiami offerti dalle interpretazioni dei Padri, innumerevoli sfumature.
Sant’Ambrogio, per esempio, suggerisce una lettura trinitaria delle tre parabole con riferimento a Cristo pastore e Cirillo d’Alessandria legge nella moneta ritrovata e nell’effigie che porta impressa un modo per ripristinare nell’uomo l’immagine perduta di Dio. Agostino e Pietro Crisologo riflettono soprattutto sul figlio prodigo, con accenti che stimolano la riflessione sulla profondità inesauribile dell’amore di Dio e rendono avvincente la lettura.
Sommario
Introduzione. Volti della misericordia. Note biografiche degli autori. Nota bibliografica.
I. Le parabole della misericordia. 1. Ambrogio. Trilogia della misericordia. 2. Agostino. Sui due figli.
3. Cirillo di Alessandria. La pecora, la dracma, il padre. 4. Pietro Crisologo. Il padre e i due figli.
Note sugli autori e sul curatore
Ambrogio (340ca–397). Figlio di un funzionario imperiale e avviato alla carriera di magistrato, fu eletto vescovo dal popolo di Milano per acclamazione (374). Da questo momento, era soltanto un catecumeno in attesa del battesimo, si impegnò nello studio sistematico delle Scritture e nella predicazione, attendendo con rigore e fermezza all’ufficio episcopale. La sua opera è ricca di insegnamenti morali e spirituali (De officiis ministrorum, 391; De virginibus, 373); ampia è anche la produzione di opere dogmatiche (tre trattati contro l’arianesimo e due sui sacramenti) e assai significativa è la produzione esegetica (Exameron, due serie di sermoni sui salmi) a cui appartiene anche l’importante commento sul Vangelo di Luca in 10 libri (da cui è tratto il testo antologizzato) che costituisce anche l’unica opera del vescovo milanese relativamente al Nuovo Testamento.
Agostino (354–430). Proveniente da una famiglia di piccoli proprietari terrieri della Numidia, arriva alla conversione al cristianesimo nella maturità. Durante il viaggio a Milano del 387 incontra il vescovo Ambrogio e da lui riceve il battesimo. Al suo ritorno in Africa è consacrato prima sacerdote e poi nominato vescovo di Ippona. La sua vastissima produzione letteraria ne riflette l’impegno nella lotta contro le eresie, nell'approfondimento delle questioni teologiche, morali, dottrinali e spirituali. Per la profondità e finezza del suo pensiero, esposto in libri come le Confessioni e la Città di Dio, Agostino si è meritato il titolo di Dottore della Chiesa e l’appellativo di doctor gratiae. Alla sua attività di predicatore fanno capo i Sermoni da cui è tratto quello che qui si traduce (112/A), appartenente alla serie dei discorsi su passi isolati del Nuovo Testamento (Sermones de Scripturis).
Cirillo di Alessandria (†444). Alla morte di Teofilo, di cui era il nipote, Cirillo divenne patriarca di Alessandria nel 412. Dal carattere intraprendente e combattivo, si distinse nella controversia contro Nestorio, che ebbe il suo culmine nella convocazione del Concilio di Efeso (431) con la condanna e la deposizione del patriarca di Costantinopoli e l’affermazione della dottrina cristologica della divinità di Cristo e dell’unione nella sua persona della natura umana e di quella divina – sintetizzata nella formula: Una natura Verbi Dei incarnata – che gli ha fatto guadagnare il titolo nella storia della teologia di doctor incarnationis. Lo scritto che qui si presenta, tratto dal Commentarius in Lucam, all’interno della sua produzione letteraria si situa tra le opere esegetiche, l’altro grande filone, non meno importante e significativo, che il patriarca alessandrino ha sviluppato insieme a quello più specificamente polemico e dogmatico.
Pietro Crisologo (†450). Scarse sono le notizie sulla sua vita. Nel 433 divenne vescovo di Ravenna, ultima capitale dell’impero romano d’occidente. La sua figura storica è possibile in parte ricostruirla a partire dalle sue opere oratorie (179 sermoni nell’edizione delle Opere della collazione degli Scrittori dell’area ambrosiana) e una lettera ad Eutiche in cui invita l’archimandrita bizantino, condannato come eretico per via della confusione che faceva in Cristo delle due nature, a rimettersi all’autorità del papa per dirimere la questione. Dal corpus dei Sermoni, la metà dei quali trattano un argomento biblico, si traduce il V, sul padre e i due figli, dove è chiaramente esplicitato che il suo modo di interpretare le Scritture non è solo quello di studiarne il senso letterale ma anche quello di indagarne il significato spirituale, nell’intenzione «di sollevarsi dal senso letterale a una comprensione mistica e straordinaria della divinità» (V,1).
Curatore. Lucio Coco all’attività di docente affianca il lavoro di ricerca sulla tradizione patristica. Ha curato numerose edizioni di Padri della Chiesa greci e latini. Collabora attivamente alla collana dei Testi Patristici dell’editrice Città Nuova presso la quale ha pubblicato in prima edizione importanti opere di Giovanni Crisostomo, Evagrio Pontico, Gregorio di Nazianzo. Altri suoi lavori hanno avuto per oggetto la spiritualità medievale (Gertrude di Helfta, Tommaso da Kempis) e la spiritualità della lettura.
Nonostante la sua profonda sensibilità per l'argomento, Agostino non mai ha composto alcun trattato sistematico dedicato all'amicizia. Questo tema tuttavia percorre diverse pagine dei suoi scritti, e la sua riflessione arriva sino a innovare, grazie alla ricchezza dell'esperienza cristiana, il contenuto che la tradizione classica gli attribuiva.
Il percorso che qui viene proposto intende verificare la particolare declinazione delle relazioni interpersonali che hanno arricchito la vita del vescovo d'Ippona. La scelta è stata tuttavia di privilegiare i testi rispetto all'ambizione di una ricostruzione della sua teoria dell'amicizia e delle sue definizioni. Per questo, al lettore è affidata la fatica e la bellezza di accostare direttamente le pagine agostiniane, seppure delicatamente guidato e accompagnato da brevi introduzioni e da un sobrio apparato di note, attraverso i quali è facile cogliere qualche ipotesi interpretativa.
Le regole alimentari di Gerolamo, tradotte per la prima volta in italiano, costituiscono la terza sezione di uno scritto molto più ampio, l’Adversus Iovianianum, un testo di carattere polemico finalizzato a contestare le dottrine del monaco milanese Gioviniano, condannato prima a Roma dal papa (390) e poi dal vescovo Ambrogio.
Per controbattere alla tesi secondo la quale «l’astinenza non è migliore dell’assunzione riconoscente del cibo» Gerolamo ribadisce l’importanza del digiuno nella tradizione della Chiesa e nella storia della filosofia. Tenersi lontani dai cibi e dai piaceri giova alla meditazione del religioso e all’astrazione del pensatore; lontano da ogni demonizzazione, l’invito è a scegliere «la secchezza al grasso», i cibi leggeri a quelli pesanti, i piatti semplici a quelli elaborati. In tal senso l’opera di Gerolamo diventa una vera e propria «dietetica» che privilegia la verdura, i legumi e la frutta, facendo riecheggiare tutta la sapienza dell’antica medicina ippocratica e galenica, che considerava il cibo anche un farmaco.
Sommario
Introduzione. Nota bibliografica. Le regole alimentari. 1. La tesi di Gioviniano. 2. La posizione di Gerolamo. 3. Il tipo di alimentazione di vari popoli. 4. I cinque sensi vie d’accesso per i vizi. 5. Il caso dei filosofi. 6. Il corpo è un fanciullo, l’anima il [suo] pedagogo. 7.Il Protrettico alla medicina di Galeno. 8. Cura della podagra. 9. Dicearco, Senofonte, Cheremone. 10. Le sette dei giudei. 11. Esempi dalla Scrittura. 12. Gli eretici che rifuggono i cibi. 13. Il digiuno dei cristiani.
Note sull'autore
Secondo Prospero di Aquitania, Gerolamo sarebbe nato nel 331 e morto nel 420. Dopo i primi studi nella natia Dalmazia, si trasferì a Roma e soggiornò a Treviri, Aquileia e in Oriente. Eremita nel deserto di Calcide, ai confini tra la Siria del nord e la regione occidentale dell’Eufrate, venne ordinato prete dal vescovo di Antiochia. Si trasferì a Costantinopoli, poi a Roma e nuovamente in Oriente. Gerolamo è autore della Vulgata, la prima traduzione completa in lingua latina della Bibbia dal greco e dall’ebraico.
Curatore. Lucio Coco all’attività di docente affianca il lavoro di ricerca sulla tradizione patristica. Ha curato numerose edizioni di Padri della Chiesa greci e latini. Collabora attivamente alla collana dei Testi Patristici dell’editrice Città Nuova presso la quale ha pubblicato in prima edizione importanti opere di Giovanni Crisostomo, Evagrio Pontico, Gregorio di Nazianzo. Altri suoi lavori hanno avuto per oggetto la spiritualità medievale (Gertrude di Helfta, Tommaso da Kempis) e la spiritualità della lettura.
Nella storia della mistica cristiana Lutero occupa un posto peculiare. Egli rimprovera alla pietà del suo tempo soprattutto le forme di vita puramente contemplativa, di immersione totale nel divino, e l’eccessivo apprezzamento religioso di visioni e sogni. Se la mistica medievale aveva attribuito all’amore la forza di unire l’uomo pio con Dio, nella religiosità evangelica questa funzione viene assolta dalla fede nel suo rapporto con la Scrittura e con il racconto dei Vangeli.
Gli accenti ascetici del monaco agostiniano e le sue idee sulla comunione con Cristo portano l’impronta della sua personale e specifica esperienza interiore, che non conduce nella direzione dell’esperienza estatica, ma in quella di una religiosità che culmina nell’unione con il divino.
Sommario
Introduzione. I. Eventi mistici nella vita di Lutero? II. Lutero e gli scrittori di mistica. III. Essere uno con Cristo. IV. Resistere alle tentazioni. V. Fratello e fratello, sposo e sposa. VI. Importanza e influsso di Lutero.
Note sull'autore
Reinhard Schwarz è professore emerito di Storia della Chiesa all’Università di Monaco. È autore di numerose opere sulla teologia e la spiritualità di Martin Lutero e la Riforma.
Il richiamo alla misericordia è il vero filo rosso che lega la storia dei cristiani. Un capitolo importante di questa storia è costituito senz'altro dai Padri della Chiesa, fra i quali spicca in modo particolare sant'Agostino, il cantore per eccellenza della misericordia divina. Il presente sussidio vuole innanzitutto evidenziare come il tema della misericordia tagli trasversalmente l'insegnamento di questi grandi maestri dei primi secoli del cristianesimo. Propone inoltre alcuni testi tra i più significativi e suggestivi dei Padri della Chiesa d'Oriente e d'Occidente, spesso poco conosciuti dai credenti, un vero e proprio tesoro nascosto da utilizzare in questo Anno Giubilare nella catechesi, nella lectio e nella preghiera, per sostenere e alimentare la nostra fede.
Metodio d'Olimpo affronta in questo dialogo alcune domande che attraversano la storia dell'umanità: qual è l'origine e quali sono le ragioni del male? Com'è possibile che un Dio buono e giusto abbia permesso il male? Perché non lo contrasta visibilmente? Il paradosso di un'esistenza che aspira quotidianamente alla felicità mentre sperimenta il dolore che deriva dall'esperienza del male pervade in profondità il libero arbitrio. Pazientemente Metodio sviluppa il suo ragionamento coinvolgendo dapprima il momento della creazione (Dio ha creato il male?) per poi interrogarsi sul male stesso (cos'è il male?); attraverso un confronto fra opinioni diverse in un dialogo tra tre interlocutori, la riflessione giunge a un punto di svolta decisivo: è il libero arbitrio dell'uomo a determinare la possibilità del male. Il male, in ultima istanza, è il disobbedire a Dio: l'uomo, attraverso il proprio arbitrio, può scegliere di abbandonare il suo creatore ed è questo che determina il male. La visione di Metodio, tuttavia, non è pessimistica e non si limita a constatare il legame tra il male e la libertà degli uomini. Egli compie un passo ulteriore, attribuendo al libero arbitrio una funzione fondamentalmente e profondamente positiva: l'uomo, per essere veramente libero, deve avere a disposizione anche la scelta della disobbedienza affinché, decidendo liberamente di obbedire a Dio, egli possa salvarsi. Il libero arbitrio, insomma, è un dono d'amore di Dio e un privilegio di libertà.
Un documento straordinario della vita, della personalità e della cultura di Pier Damiani. In prima edizione italiana.
Da Gesù agli apostoli, dalle prime comunità cristiane a personaggi come Ireneo, Ambrogio e Agostino, a Benedetto da Norcia e Pier Damiani, i Padri non sono affatto relegati in un passato ormai estinto, ma nostri contemporanei. Chi entra nella loro familiarità potrà sentire che ad essi ci si può affidare, come ad amici sempre presenti e disponibili ad aprire gli scrigni della loro sapienza per donarci, di volta in volta, qualcuno dei loro tesori. "Non valgono quanto alle loro personali opinioni, ma perché ci dicono quello che è ritenuto vero ed è sempre stato considerato tale da tutte le Chiese, ininterrottamente, dal tempo degli apostoli fino ai nostri giorni" (J.H. Newman).
Nel suo stile sagace e arguto, Chesterton traccia un profilo del grande santo della Chiesa cattolica rievocandone le principali tappe: la decisione giovanile di diventare frate domenicano nonostante l'opposizione della sua ricca e potente famiglia; gli studi sotto la guida di Alberto Magno; l'approdo a Parigi e all'insegnamento universitario; il ritorno in Italia e la morte. Dio, l'uomo e ogni altra cosa del creato meritano di essere conosciuti e amati: è questo il pensiero fecondo di San Tommaso, al quale Chesterton aderisce in quanto rappresenta lo spirito perennemente giovane della Chiesa. La philosophia perennis dell'Aquinate è quanto di più vicino all'uomo della strada, cioè a colui che cerca in modo semplice come stanno davvero le cose.