
Il tema della pace in uno dei pensatori piu' letti e studiati di tutti i tempi: Tommaso d'Aquino.
Il concetto di intentio ha occupato finora un posto molto particolare negli studi agostiniani proprio a motivo delle posizioni divergenti esistenti tra gli studiosi dell'interpretazione del suo status epistemologico. La posizione prevalente è quella di trascurare il significato conoscitivo dell'intentio per il suo legame con gli atti volontari (volontà, desiderio, amore, ecc.), mentre l'altra posizione consiste nell'identificarla con il concetto moderno di intenzionalità. In questo contesto complesso, la presente ricerca si dedica a raggiungere il significato fondamentale dell'intentio per descrivere semanticamente l'uso del termine, per via induttiva, analizzando le sue occorrenze nei dialoghi filosofici (prima parte) e nel De trinitate (seconda parte). Per tale strada, sulla base del concetto agostiniano di intentio, che costituisce la struttura conoscitiva dell'anima, e riflette quella ontologica, si giungerà a chiarire il nesso dinamico della conoscenza sia con l'amore sia con l'essere stesso dell'anima, dimostrando infine la correlazione conoscitiva e ontologica tra l'anima e la Trinità.
Nel 544-545 l'imperatore Giustiniano emanò un editto di condanna contro Teodoro di Mopsuestia, Teodoreto di Cirro e Ibas di Emessa, tre vescovi vissuti nel secolo precedente, per la loro dottrina cristologica, in realtà approvata nel 451 al concilio di Calcedonia. In un contesto ancora infuocato dalla disputa sulla vera natura di Cristo, tale atto cosrituiva il tentativo indiretto per screditare il concilio che aveva riconosciuto la coesistenza in Cristo delle nature umana e divina. Tale editto imperiale provoca la reazione del vescovo africano Facondo di Ermiane che pubblica intorno al 548 la Difesa dei Tre Capitoli. Si tratta di un'opera di vasto respiro, in dodici libri, dove il problema della condanna dei tre vescovi è analizzata dal punto di vista teologico e giuridico. Facondo difende il dogma calcedonese e solleva obiezioni sulla legittimità di una condanna inflitta a personaggi morci da tempo, che non possono chiarire la loro posizione. Un documento fondamentale per gli studiosi di storia della Chiesa durante Il regno dell'imperatore Giustiniano e per gli studiosi di patristica per le innumerevoli citazioni di documenti e di passi dei Padri che esso contiene.
Un trattato per conoscere la Storia della Chiesa e delle prime comunità cristiane. "Panarion adversus omnes haereses" è il capolavoro di Epifanio di Salamina (310/20-403) scritto contro tutte le eresie dell'epoca. L'autore si propone di confutare le eresie che attecchivano allora all'interno delle comunità cristiane e nel testo considera e combatte circa 80 eresie diverse. Ad ogni eresia associa l'immagine di un serpente velenoso per il quale suggerisce un siero, da cui il titolo dell'opera "Panarion" ovvero "cassetta dei medicinali" da utilizzare nella lotta "contro il veleno dell'errore". Anche se è stato molto discusso dai posteri per la faziosità che talora l'attraversa, è un trattato prezioso per la quantità di notizie e documenti che riporta. Vi sono esaminate le eresie degli: apostolici, sabelliani, origeniani primi, manichei, ieraciti, ariani, audiani, fotiniani, martelliani, semiariani, pneumatomachi, anomei, antidicomarianiti, colliridiani, messaliani. Contro: Origene, Paolo di Samosata, Melizio, Aerio, Apollinare. Il presente tomo è il secondo volume del Panarion.
Un trattato fondamentale per conoscere la Storia della Chiesa e delle prime comunità cristiane. Panarion adversus omnes haereses è il capolavoro di Epifanio di Salamina (310/20-403) scritto contro tutte le eresie dell'epoca. L'autore si propone di confutare le eresie che attecchivano allora all'interno delle comunità cristiane e ne considera e combatte nel testo circa 80 eresie diverse. Ad ogni eresia associa l'immagine di un serpente velenoso per il quale suggerisce un siero, da cui il titolo dell'opera "Panarion" ovvero "cassetta dei medicinali" da utilizzare nella lotta "contro il veleno dell'errore". Anche se è stato molto discusso dai posteri per la faziosità che talora l'attraversa, è un trattato prezioso per la quantità di notizie e documenti che riporta. Il presente volume è il terzo tomo della serie.
Nell’ampio panorama degli scritti basiliani, le Omelie diverse rappresentano un importante esempio di quel genere di omiletica morale verso la quale anche gli altri Padri Cappadoci mostrarono sempre un vivo interesse. Nel volume si intende proporre la traduzione con le note dei discorsi genuini di Basilio (eccetto le omelie agiografiche, già pubblicate nel vol. 147 della presente Collana, il Panegirico per il martire Barlaam, non autentico, e il Discorso ai giovani, che esula per vari motivi dal resto della raccolta). I diciotto discorsi, che attestano ed esemplificano nel modo migliore la reale e costante attività di predicazione da parte del grande vescovo di Cesarea, offrono un ricchissimo quadro storico-culturale, fondamentale per la comprensione dell’ambiente e della società cappadoce del secolo IV d.C.: precetti ed esortazioni a pratiche di vita cristiana, condanna delle ricchezze, elogi della povertà, biasimo del vizio ed encomio della virtù sono soltanto un fugace abbozzo della numerosità di spunti che questi testi continuano a fornire anche a distanza dei tanti secoli che da essi ci separano.
Il trattato Sulla Pasqua si colloca intorno al 235-248 d.C., in un’epoca nella quale era in atto una controversia liturgico-teologica sull’interpretazione della Pasqua cristiana: per alcuni l’accento è sulla Passione di Cristo; per altri sulla Resurrezione. Nel testo Origene spiega il significato della parola Pasqua come passaggio, “schierandosi” a favore della seconda interpretazione, e offre un commento allegorico-spirituale dei versetti pasquali di Es 12. Il volume presenta un’ampia e illuminante introduzione al testo.
Il volume Gli anni dell’infanzia e della giovinezza di Edith Stein, raccontati in un’autobiografia vibrante e di grande sincerità, che svela il suo percorso di crescita personale e professionale e introduce nella vita quotidiana di una famiglia ebrea a cavallo di due secoli. Uno spirito schietto, a volte spigoloso, sempre acutamente autocritico; un ricordo affettuoso della madre, dei fratelli, degli amici e dei compagni di studi, dei superiori e dei colleghi, di tutti coloro che hanno accompagnato per un tratto più o meno lungo il suo cammino giovanile; una profonda coscienza delle proprie radici ebraiche: sono questi gli aspetti peculiari del «romanzo di una vita» intimo e sobrio. Un autoritratto concepito, com’è nella natura di Edith Stein, non per desiderio di autocelebrazione, ma come contributo personale per assolvere il «dovere di rendere testimonianza» a un patrimonio di idee e di esperienze che racchiudono l’eredità di un intero popolo. La nuova collana - Opere complete di Edith Stein – è diretta da: Angela Ales Bello, professore ordinario di Storia della filosofia contemporanea (Università Lateranense), già Decano della Facoltà di Filosofia. Dirige il Centro Italiano di Ricerche Fenomenologiche con sede in Roma, affiliato a The World Phenomenology Institute, U.S.A. Fa parte del comitato di redazione di numerose riviste italiane e straniere. Marco Paolinelli, dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi, è professore ordinario di Storia della filosofia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia. Ha approfondito tematiche di filosofia morale e, nel campo della storia della filosofia, della storia della filosofia tedesca in epoca moderna. In questi ultimi anni, il suo interesse si è concentrato in particolare sulla figura di Edith Stein, filosofa e carmelitana.
Un libro con una sua grande originalità. La "confessione" di Agostino è un'autoaccusa senza attenuanti e senza compiacimenti. Agostino santo ci presenta Agostino uomo in una riflessione introspettiva che coglie la presenza di Dio, "più intimo della propria intimità", in ogni momento di vita; al suo centro c'è direttamente il Datore di ogni bene, e, di riflesso, l'uomo in quanto cerca il Bene, o meglio, in quanto è dal Bene cercato e raggiunto.
Volume curato da L. Alici, per un testo considerato come l'opera della maturità filosofica, biblica e pastorale di Agostino. In esso si esprime l'incontro fra l'esigenza personale di pensare la fede e quella pastorale di ricavarne un cammino formativo per al comunità cristiana. Agostino propone come affrontare i testi più difficili della Scrittura, affermando il primato del senso spirituale su quello allegorico e chiarendo come il fine principale del lavoro di interpretazione sia costruire la carità.
È la prima volta che vengono tradotte in italiano dai testi originali le tre raccolte complete degli Inni Pasquali, di Efrem il Siro, il grande poeta e teologo, vissuto nel terzo secolo dell'era cristiana, che cantano il mistero dell'Agnello immolato, descritto attraverso i due grandi libri della Scrittura e della natura. L'opera è quindi un contributo importante alla riscoperta di uno dei massimi poeti della prima cristianità e di un capolavoro della letteratura innografia cristiana. Il curatore. I. De Francesco, ha messo in evidenza la fine tessitura biblica degli inni e il tipo di ermeneutica messa in opera da Efrem, che subisce gli influssi delle due grandi scuole esegetiche del tempo: Antiochia e Alessandria.
René Bazin, Accademico di Francia, pubblica questa biografia nel 1921 a pochi anni dalla morte di Charles de Foucauld (1858-1916) e lo fa con lo stile del letterato, che ha subito il fascino di questo grande francese fuori dagli schemi. L'esperienza di Charles de Foucauld emerge da queste pagine in tutta la sua modernità: l'esploratore del Marocco, affascinato dalla vita del deserto e dalle popolazioni che lo abitano fino al punto di identificarsi con loro, e l'eremita nel Sahara, innamorato della semplicità del Vangelo convivono nel mistico fratello universale e indicano strade di dialogo culturale e religioso, possibile là dove cultura e religione si alimentano di testimonianza più che di proselitismo.