
Il volume raccoglie i diciannove sermoni del ciclo natalizio con cui Leone Magno celebra le solennità del Natale e dell'Epifania facendo emergere l'intimo nesso fra teologia e liturgia. Di fronte alle rovinose tendenze che inquinavano e stravolgevano il mistero e la realtà dell'incarnazione l'eresia ariana, il nestorianesimo, il monofisismo eutichiano, l'apollinarismo e il sabellianismo - il grande pontefice spiega all'assemblea dei fedeli, con solenne ed elegante chiarezza, gli aspetti essenziali di quel mistero: la reale compresenza delle due nature - umana e divina - nell'unica persona del Verbo. Altro tema caro al pensiero dei padri e suggestivo nell'insegnamento di Leone è l'inscindibile connessione fra cristologia e antropologia. L'incarnazione del Verbo congiunge, tenendole mirabilmente distinte, la natura divina e quella umana coinvolgendo, in questo modo, l'intera umanità.
Africa del Nord, Cartagine, verso l'anno 400 d.C: i pagani che desiderano far parte della Chiesa cattolica chiedono al vescovo o a un suo collaboratore di essere ammessi al catecumenato e di potersi preparare al battesimo. Prima dell'ammissione viene rivolto loro un discorso sugli elementi essenziali della fede cristiana e sul modo di viverla. Per impartire questo primo insegnamento, a Cartagine è particolarmente ricercato un diacono di nome Deogratias, il quale però si sente inadeguato al compito e chiede aiuto ad Agostino, vescovo di Ippona, di cui apprezza sapienza pastorale e lucidità teologica. La risposta è questa breve opera intitolata "De catechizandis rudibus", dedicata alla prima catechesi rivolta ai pagani che si accostano alla Chiesa per essere accolti e avviati al catecumenato.
La nuova edizione di questo volume presenta, oltre ai due trattati in una nuova versione col testo greco a fronte e note, uno studio introduttivo: dagli spirito della malvagità all’incontro con Dio, Indice biblico, Indice dei nomi e Bibliografia.
L’opera di Evagrio, monaco vissuto nel IV secolo, è una sorta di sistema grandioso che unisce etica e psicologia, teologia e filosofia, ascesi e mistica in un itinerario ascensionale che conduce all’incontro «diretto con Dio», attraverso una purificazione successiva delle passioni, dalle immagini false e dalle immagini tout court.
Destinatari
Studenti, sacerdoti.
Autore
Evagrio Pontico, originario del Ponto, dove era nato verso il 345, fu ordinato lettore da Basilio e, dopo la sua morte, diacono da Gregorio di Nazianzo, che seguì a Costantinopoli, quando questi fu nominato vescovo. Dopo un passaggio a Gerusalemme, indossò l’abito monacale e andò a vivere in Egitto, facendosi umile discepolo dei padri del deserto. Stette per due anni sui monti di Nitria (383-385) e quattordici alle Celle, fino al 399, anno della sua morte. Di questa sua esperienza ci ha lasciato diverse opere di carattere dottrinale e ascetico che abbracciano e hanno per fine tutto il mondo del deserto e che, per l’approfondimento spirituale e lo scavo psicologico, ne fanno «il primo teorico del monachesimo» (L. Regnault).
Francesca Moscatelli, laureata in lettere, è stata ricercatrice all’Istituto di Storia Moderna e Contemporanea di Genova. Nael 1976 è entrata nel monastero di San Luca a Fabriano; compiuti gli studi teologici all’Università Gregoriana ha iniziato a studiare i padri della Chiesa con J. Gribomont, esperto di San Basilio. Nei suoi studi sui padri ha tradotto anche Vita copta di san Pacomio e Discorsi e dialoghi spirituali di Macario Simeone.
Quella che si è soliti chiamare «fede cristiana» trae origine da una matrice israelitica, gesuana e pasquale. Tre tappe di un percorso complesso,
ma affascinante e coinvolgente per riscoprire come il Dio della fede cristiana si identifichi con un uomo crocifisso, anagraficamente identificabile come Gesù di Nazaret, anche se poi dichiarato risorto (ma in quanto crocifisso) da comunità che esplicitano in maniera diversificata
il contenuto cristologico della fede pasquale. Dietro una variegata trama di testi, si scorge il volto del Dio del Vangelo, il Dio di Gesù Cristo: un Dio sorprendente e imprevedibile. Una fede così sfocia nella contemplazione, e richiede nient’altro che umiltà, ringraziamento, e lode.
Ecco dunque una piccola summa della fede di Israele, di Gesù e della Chiesa primitiva. Agostino di Ippona afferma che «se la fede non è pensata, è
come se non ci fosse»: queste pagine vorrebbero contribuire a ripensarla per appropriarsene in modo nuovo.
L’AUTORE
Romano Penna, nato a Castiglione Tinella (CN), sacerdote della Diocesi di Alba, è Ordinario di nuovo Testamento presso la Pontificia Università Lateranense. È autore di numerose pubblicazioni, tra le quali ricordiamo: Lo Spirito di Cristo (1976); L’ambiente storico-culturale delle origini cristiane (1991) e, presso le Edizioni San paolo, L’apostolo Paolo, Studi di esegesi e teologia (1991); Paolo di Tarso, Un cristianesimo possibile (1994); Una fede per vivere (1992).
Tra i pensatori antichi Agostino è senza dubbio quello più presente nel dibattito filosofico e teologico contemporaneo. Anche autori non credenti e distanti da qualsiasi dimensione religiosa non esitano, infatti, a riconoscere nell’opera del Vescovo di Ippona un punto di riferimento essenziale e imprescindibile per una riflessione non ideologica sull’uomo e sulla sua vicenda esistenziale.
Testo "base" della vita monastica agostiniana, in quanto codice stabile di leggi fissate da sant'Agostino per orientare e organizzare la vita comune, la Regola "nasconde" in realtà una ricca dottrina spirituale e una solida teologia della vita religiosa. I suoi precetti, non molti ma essenziali, danno alla vita religiosa un orientamento forte, sicuro, moderno, che fa leva sull'organizzazione della vita in comune e sulla carità che di tutti fa un sol cuore e un'anima sola (Atti 4, 32). Rivela una conoscenza profonda del cuore umano e un'intuizione sicura delle esigenze più vere della vita consacrata. Moderazione e austerità, interiorità e ricerca del bene comune, amicizia schietta e ascesa costante verso Dio, autorità umile ed efficiente e fraternità sincera si fondono in essa per creare un equilibrio mirabile, quell'equilibrio sapienziale che è proprio del Vescovo di Ippona. Ne risulta un quadro spirituale che è insieme profondamente umano e autenticamente evangelico.
Oggetto della presente ricerca e la mariologia agostiniana riducibile a tre caratteristiche: aspetto cristologico, aspetto soteriologico, aspetto ecclesiologico.
Scritto in forma di dialogo intorno al 387 d.C. a Cassiciaco, il De ordine segna l'inizio della riflessione dell'Ipponate sul problema del male. Il classico dilemma - può Dio essere insieme buono e onnipotente, nonostante il male? Quale il posto del male nel mondo? - viene prontamente messo da parte e si sottolinea l'incapacità dell'uomo ad afferrare l'ordine divino nella sua totalità. Solo distaccandosi dalla conoscenza delle cose materiali è possibile comprendere la vera bellezza dell'universo. La raccolta è preceduta da un'ampia introduzione.
Gli scritti qui raccolti evidenziano invece come l'amore per l'unità della Chiesa spinga Agostino ad un'appassionata strategia di recupero dei donatisti nella comunione cattolica. Una raccolta animata da un messaggio attuale anche oggi nel contesto del dialogo ecumenico.
La giovane artista, 1° Premio di pianoforte a soli tredici anni, è anche un’amica incomparabile per chi l’avvicina. Entra nel Carmelo di Digione il 2 agosto 1901, dove percorre un cammino di perfezione nel silenzio e nella contemplazione, irradiando intorno a lei la felicità di una totale abnegazione. Dopo la traversata di una notte spirituale, fa la sua professione religiosa nel 1903, quindi redige il 21 novembre 1904 la preghiera Dio mio,Trinità che adoro, da allora celebre in tutto il mondo cristiano.
Giovanni Paolo II la proclama beata il 25 novembre 1984. «La struttura del suo universo spirituale, il contenuto e lo stile del suo pensiero teologico sono di una densità e consistenza senza limiti», dichiara Hars Urs von Balthasar. La tavolozza della sua dottrina spirituale è ampia, di una ricchezza rara e di grande attualità. È una «guida sicura» (Giovanni Paolo II) per imparare a vivere in intima comunione con Dio nel cuore della vita quotidiana moderna. È l’esempio di un amore che genera una felicità profonda e duratura. Nel dialogo interreligioso contemporaneo, è una testimone straordinaria della Trinità. Questa imponente biografia permetterà di scoprire nell’intimo una personalità avvincente, sensibile e molto vicina a noi.
Punti forti
La straordinarietà del personaggio e la particolarità del suo percorso spirituale, sfociato nel Carmelo, fa di Elisabetta un alter ego della piccola via di Teresa di Gesù Bambino.
Destinatari
Per gli appassionati di personaggi storici e con spessore teologico-spirituale.
L’autore
Conrad De Meester, nato nel 1936, di origine belga, è carmelitano scalzo. Noto a livello mondiale per il suo lavoro su Teresa di Lisieux, è curatore di Elisabetta della Trinità, Oeuvres complètes (Paris 1991). Infatti, ha studiato e raccolto nel corso di venticinque anni una documentazione esaustiva e inedita sulla beata Elisabetta della Trinità. È autore di vari saggi storici e di spiritualità, fra cui ricordiamo: A mani vuote. Il messaggio di Teresa di Lisieux, Brescia 1997 (or. fr., Paris1988); Nel cielo della nostra anima. Ultimo ritiro con Elisabetta della Trinità, Roma 2010 (or. fr., Paris 1992); Teresa di Lisieux. Dinamica della fiducia. Genesi e struttura della «Via dell’infanzia spirituale, Cinisello Balsamo (MI) 1996 (or. fr., Paris 1995); Lorenzo della risurrezione. Nel sole della presenza di Dio, Roma 2002 (or. fr., Paris 1992).
Il volume, tradotto dal francese, è stato pubblicato nel paese d’origine in occasione della beatificazione di Zelia e Luigi Martin, i genitori di Santa Teresina di Lisieux (ottobre 2008).
Lo scritto si propone come un’intelligente biografia volta a smitizzare il quadro, a tratti eccessivamente idealizzato, a tratti oltremodo cupo, che l’immaginario collettivo ha tramandato dei genitori di Teresina di Lisieux, a favore di una lettura più umana, autentica – e serena – del loro cammino d’amore verso il Padre, scevra da inutili accanimenti come continui riferimenti a un morboso dolorismo che alcuni critici hanno voluto leggere nelle relazioni della famiglia Martin. Frequenti sono i riferimenti alle fonti, e il testo non manca di rigore storico-scientifico, ma la prosa agile e arguta sa restituire il tutto in un contesto moderno e umanissimo.
Finalmente un libro che non ambisce a collocare santi e beati nell’irraggiungibile empireo di una cristianità astratta, irreale, lontana, tutta gigli, candele e litanie.
Punti forti
La biografia di una coppia di beati nelle pagine di una coppia di scrittori: i coniugi Quantin. Una scrittura avvincente, arguta, vivace, a tratti ironica e smitizzante.
Lontana dalle agiografie tradizionali, offre una lettura moderna della vita (e morte) di Zelia e Luigi Martin.
Destinatari
Per chi è affascinato dalla figura di Santa Teresina di Liseux. Per tutti quelli che cercano una biografia spirituale lontana dalle solite agiografie.
Autori
Alice e Henri Quantin, giovane coppia francese, hanno quattro figli. Henri Quantin è docente di lettere a Lione. Nel 2003 per i tipi Cerf ha pubblicato Pauline Jaricot, marmitonne de Dieu.