
Questo libro contiene preghiere e riflessioni per meditare il Rosario dei sette dolori della Vergine Maria. La Madonna disse a Marie Claire, veggente di Kibeho prescelta per propagandare la diffusione di questa coroncina: «Ciò che vi chiedo è il pentimento. Se reciterete questa coroncina meditando, allora avrete la forza di pentirvi. Oggigiorno molti non sanno più chiedere perdono. Essi mettono di nuovo il Figlio di Dio sulla croce... Ti chiedo di insegnarla al mondo intero... pur restando qui, perché la mia grazia è onnipotente».
“Qual è la scuola che ci aiuta ad aprirci più efficacemente ad una conoscenza profonda e coinvolgente di Gesù? È Maria! Questo libro aiuterà certamente i lettori a riscoprire Maria e accenderà nel loro cuore il desiderio di farsi prendere per mano da Colei, che più di tutti, conosce la strada del Vangelo”.
Card. Angelo Comastri
La vera forza di questo libro sta nel fatto che l’autore colloca l'imitazione di Maria nel contesto di oggi, spiegando come ci si dovrebbe comportare in tante situazioni della vita quotidiana, alla luce della vita e delle virtù di Maria. Il libro ha la struttura di un dialogo tra un catechista, lo scrittore appunto, ed un giovane che vive in un mondo lontano da Dio. Il giovane è desideroso di seguire Dio nella vita e interroga il saggio frate benedettino per ricevere insegnamenti da lui. Questi impartisce i suoi insegnamenti in modo semplice e immediato dando pratici consigli per la vita di ogni giorno per imitare le virtù di Maria. È un ottimo libro anche per “animare” la recita del Rosario meditando la santità di Maria in ogni mistero contemplato.
La presente raccolta di preghiere, illuminata dalla certezza offerta dalla Vergine a Fatima “Il mio Cuore Immacolato trionferà!”, ricostruisce sinteticamente il cammino della devozione al Cuore di Maria. In questo libro il lettore potrà ritrovare le varie devozioni al Cuore di Maria, troverà le preghiere per amare e onorare il suo Cuore Immacolato; potrà riparare alle offese che esso riceve tramite la devozione ai primi cinque sabati del mese; potrà consacrarsi con atti di consacrazione e avrà la possiblilità di servire il Cuore Immacolato di Maria, ad esempio, con la Guardia d'Onore.
Nelle chiese francescane conventuali, la festa e la devozione a sant’ Antonio erano accompagnate e sostenute da una serie di tredici invocazioni nelle quali si intrecciavano richieste di ordine materiale e spirituale. Ecco un comodo e pratico libretto da portarsi dietro, in tasca o in borsa, per prepararsi alla festa del Santo, oppure per pregare una tredicina a sant’Antonio ogni volta che lo si vuole onorare o chiedere una grazia al Signore per sua intercessione.
Questo manuale di pietà vuole essere un sussidio ai devoti di santa Rosalia, un aiuto per intensificare i rapporti personali con Dio.
Secondo alcuni studi di agiografi locali, Rosalia, figlia del duca Sinibaldo di Quisquina delle Rose, nipote per parte di madre di re Ruggero d’Altavilla, crebbe nel XII secolo alla corte dello zio, a Palermo. Era molto bella e suscitava interessi terreni, fra i tanti quello del principe Baldovino, all’epoca ospite di riguardo alla corte di Ruggero. La leggenda narra che, durante una battuta di caccia grossa, sul monte Pellegrino, la montagna sopra Palermo, un leone stava per uccidere re Ruggero; Baldovino, coraggiosamente, lo salvò uccidendo il leone. Re Ruggero chiese a Baldovino di indicare egli stesso un premio per la sua eroica azione, e quest’ultimo chiese la mano di Rosalia, che, in seguito alla proposta di matrimonio, fuggirà gettando nello sconforto la madre, lo zio e l’intera guarnigione di stanza a Palazzo Reale (o dei Normanni).
Vissuta per poco tempo alla corte di Ruggero II, in seguito alla morte del re, chiese ed ottenne il permesso di vivere da eremita in una grotta sul monte Quisquina, dove trascorse dodici anni della sua vita. Successivamente, si trasferì in una grotta sul monte Pellegrino, dove visse “a vita di contemplazione” fino alla morte.
Il suo culto si collega ad un evento particolare accaduto a Palermo in occasione di un’epidemia di peste. Il 7 maggio del 1624, infatti, attraccò nel porto della città un vascello proveniente da Tunisi, che in precedenza era approdato a Trapani e lì era stato sequestrato perché l’equipaggio era stato sospettato di essere stato contagiato dal morbo. Ben presto era stato dato l’allarme ma il viceré, mal consigliato, si lasciò convincere e fece scaricare dal vascello il carico, mentre il comandante, Maometto Cavalà, insieme con il guardiano del porto, si recò a Palazzo Reale per portare i doni a Sua Altezza Serenissima: cammelli, leoni, gioielli e pelli conciate, inviate dal re di Tunisi. “E si vedeva per tutta la città per tutto il mese di maggio e quasi il 15 giugno morire un gran numero di persone”. Palermo si trasformò in un lazzaretto sotto il cielo. Il resto è leggenda, mito e prodigio.
Nonostante le infinite preghiere della cittadinanza e le processioni, le quattro co-patrone della città - Santa Cristina, Santa Ninfa, Sant’Oliva e Sant’Agata - non erano riuscite a fermare la peste. Il miracolo, invece, fu attribuito alle reliquie di Santa Rosalia, le quali, portate in processione, impedirono l’ulteriore diffondersi dell’epidemia.
La stessa cura e lo stesso amore che entrambi ebbero del Figlio di Dio incarnato durante la sua vita terrena, sono ora rivolti verso la Chiesa. Perciò, se facciamo questa novena con viva fede e una ferma speranza, attendiamoci con certezza di ottenere tutte quelle grazie che chiederemo, a condizione, però, che le nostre richieste siano conformi alla volontà di Dio e per il nostro progresso spirituale.
Per conoscere e amare la storia e la devozione dell'unica medaglia ideata e voluta dalla Madonna e somigliarLe sempre di più! Se Santa Caterina Labouré, a cui la Vergine comparendo nel 1830, chiese di coniarla, si lamentò che il dono della Medaglia miracolosa non era apprezzato come si conveniva, dobbiamo far sì che questo lamento non valga per noi... Dipende da noi, dal nostro amore per la Madonna.
Meditare sulla figura e la missione di san Giuseppe; darne "testimonianza" attraverso la vita dei Santi che si sono distinti nella devozione a lui l'hanno promossa con il loro esempio; proporre un "fioretto" e la "giaculatoria" ricavati per intero dalla Sacra Scrittura, in sintonia di azione e di preghiera con quanto Dio ci insegna attraverso la sua parola ispirata: ecco come dedicare un mese al custode del Redentore.
Da diversi anni affluiscono al Santuario di Marienfried, situato nella parrocchia di Pfaffenhofen (Germania), pellegrini provenienti non solo dalla Germania, ma anche dall’estero. Vogliono pregare, ma anche conoscere l’evento storico da cui il Santuario ha avuto origine e il suo significato religioso. Con il presente scritto si intende rispondere a tali esigenze. Agli avvenimenti di Marienfried si sono interessati sia il Vescovo locale di Augsburg che i teologi, i quali hanno fatto un rapporto all’autorità competente. La Chiesa non ha preso ancora una posizione definitiva sull’autenticità del Messaggio di Marienfried. “Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi... Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere” (Mt 7, 17-20). I frutti di Marienfried già si possono vedere: sono i pellegrini che vi si recano sempre più numerosi, attirati dai “miracoli nelle anime” che la Madre Celeste, Mediatrice di tutte le grazie, compie silenziosamente.
Olga Bejano (Madrid, 1963) visse tutta la sua infanzia tra Madrid, Pamplona, Palma di Mallorca, Ciudad Real e Logroño, dove vive attualmente. Nel 1987 una malattia neuromuscolare cominciò a paralizzare il suo corpo e a soli 23 anni rimase senza voce. Dopo la pubblicazione di questo libro in spagnolo, nel 1998 il popolo Riojano la proclamò Riojana dell’Anno e a giugno dello stesso anno gli concedettero la Medaglia d’Oro di La Rioja. Comunica con l’esterno per mezzo di movimenti quasi impercettibili della sua mano destra. La sua infermiera interpreta quello che ai nostri occhi sono scarabocchi; in questo modo è riuscita a scrivere un secondo libro, Anima di colore salmone, terza edizione, e sta per uscire il suo terzo lavoro. “Voce di carta” è qualcosa di più di una memoria autobiografica: è come un canto alla vita, alla gioia che supera tutti gli ostacoli. Ti farai amico di Olga, sia tu credente o ateo, uomo o donna, fin dalle prime righe di questo libro.
Nonostante la scarsità di notizie storiche unita al fatto che i nomi di Gioacchino ed Anna, genitori di Maria e nonni terreni di Gesù, non siano nominati dai Vangeli, ma citati nel Protoevangelo di Giacomo, un libro apocrifo assai noto, la vicenda liturgica di questi due santi è assolutamente interessante; tanti Pontefici, infatti se ne occuparono. Sant'Anna però è assai più popolare di Gioacchino e non c'è reparto ospedaliero, nella divisione ostetricia, ove non ci sia una statua di sant'Anna con fiori sempre freschi, come freschi sono i fiori che si portano alle neo-mamme.
«Quando i pellegrini salgono a Cascia per onorare la santa degli Impossibili, portano nel cuore mille problemi e tante preoccupazioni che vorrebbero condividere con santa Rita.
Vengono da ogni parte del mondo, si aggrappano a quella grata che protegge il corpo prezioso della santa e lì riversano, talvolta con le lacrime, le loro preghiere...
Signore donami la salute; Signore guariscimi; Signore ottienimi un buon lavoro per mio marito o mia figlia. Qui, allora, è importante avere in mano un libro di preghiera che riesca in qualche modo a riaccendere nel cuore il desiderio della presenza di Dio e della sua pace.
Padre Remo e Natalino hanno pensato e redatto questo libro in onore di Dio e di Santa Rita per aiutare la preghiera dei devoti della Santa Rita di Cascia a suscitare, innanzitutto il desiderio di Dio e del suo amore, servendosi anche della spiritualità di sant'Agostino, maestro di preghiera per generazioni. Se la preghiera fosse solo un chiedere per sé, non raggiungerebbe il cuore di Dio. Questo libro, invece, ci suggerisce che il grido e lo slancio della preghiera è dato anche dal fervore della carità intensamente vissuta, mentre il non testimoniare l'amore impedirà alla preghiera di innalzarsi fino a Dio. Il tuo desiderio sia sempre al cospetto di Dio e il Padre tuo, che vede nel segreto, lo esaudirà».
Padre Franco Casagrande, agostiniano
Rettore della Basilica di Santa Rita in Cascia