
Parte dall’immagine del Duomo, «emblema della nuova Milano e casa degli antichi e nuovi milanesi» e alla necessità, come per la Cattedrale, di «rimettere mano continuamente» alla costruzione delle «nostre amate città», la lettera pastorale del cardinale Angelo Scola, Il campo è il mondo. Vie da percorrere incontro all’umano, articolata in sette capitoli e in una appendice.
Nel primo capitolo “Preziose conferme”, il Cardinale ripercorre il cammino dell’anno pastorale concluso, la chiusura dei “cantieri” e il passaggio a linee pastorali comuni. Ricorda anche le dimissioni di Benedetto XVI - «un gesto umile di profonda fede» - e l’elezione di Papa Francesco, attraverso i cui gesti e parole «lo Spirito del Risorto ha voluto toccare in modo singolare il cuore non solo dei cristiani, ma di tutti gli uomini». Concentrando lo sguardo sulla Diocesi, l’Arcivescovo ne sottolinea la realtà popolare e i segni di vitalità, ma nota anche come il cattolicesimo ambrosiano sia «chiamato a rinnovarsi». E poi uno sguardo all’Expo 2015, occasione «perché la Milano del futuro trovi la sua anima».
Nel secondo capitolo “Il ‘buon seme’ del Vangelo”, viene presentato il Vangelo del buon seme e della zizzania (Mt 13, 24 - 30, 36-43), evidenziandone alcuni insegnamenti. Il mondo è il luogo in cui Dio si manifesta gratuitamente agli uomini. Gesù «ama la nostra libertà e la pro-voca chiamandola a decidersi per Lui» e «la risposta personale della libertà che permette al buon seme di diventare grano maturo ha bisogno di tempo». «Non tocca a noi giudicare in modo definitivo, condannare senza appello»: serve quello «sguardo nuovo sul mondo» che dona Gesù per essere capace di non inoltrarsi «sui sentieri della condanna, del lamento e del risentimento».
Il terzo capitolo “Il campo è il mondo” pone in evidenza alcuni punti centrali: è Dio che viene al nostro incontro, «la fede è riconoscerLo»; l’entrata di Dio nella storia ha cambiato la vita degli uomini attraverso «una trama di relazioni nata dall’incontro con Lui»; il mondo «che Gesù chiama “il campo”» è costituito da tutti gli ambiti dell’esistenza quotidiana (famiglie, quartieri, scuole, università, lavoro, modalità di riposo e di festa, luoghi di sofferenza, di fragilità, di emarginazione, luoghi di condivisione, ambiti di edificazione culturale, economica e politica...). Si individuano poi i “cardini” dell’esistenza umana - affetti, lavoro, riposo - e importanti implicazioni come fragilità, tradizione e giustizia.
Nel quarto capitolo “Gesù Cristo Evangelo dell’umano”, partendo dal presupposto che nulla e nessuno è estraneo ai seguaci di Cristo, si afferma che «non dobbiamo costruirci recinti separati in cui essere cristiani». Si ribadisce che il mondo è il campo in cui è offerto l’incontro con Gesù e che l’attenzione non va posta sul “fare”, «ma sul seme buono che il seminatore, Gesù, vi ha gettato». Dio, entrando nella storia, vuole fecondare la realtà «con la sua presenza rinnovatrice». Ogni fedele e ogni realtà ecclesiale della Diocesi sono quindi chiamati a rileggere il senso dell’esistenza cristiana alla luce dell’urgenza «a uscire da se stessi per entrare in campo aperto» attraverso la testimonianza, «esponendo se stessi». E il testimone, quando è autentico, «fa sempre spazio all’interlocutore e a tutte le sue domande», in un confronto leale, a 360 gradi, «con tutti e in tutti gli ambienti dell’umana esistenza». Il cattolicesimo popolare ambrosiano deve radicarsi «più profondamente nella vita degli uomini attraverso l’annuncio esplicito della bellezza, della bontà e della verità di Gesù Cristo all’opera nel mondo». Non in modo egemonico, però, perché i cristiani non cercano la vittoria: ciò a cui sono chiamati «è solo l’essere presi a servizio del disegno buono con cui Dio accompagna la libertà degli uomini». Ecco dunque il senso di una verifica «non più rinviabile» sulla propria testimonianza nelle «tre dimensioni della comune e elementare esperienza umana» - affetti, lavoro, riposo -, a cui l’Arcivescovo dedica specifici interrogativi.
Il quinto capitolo “Uno strumento offerto a tutti” rimarca come la Lettera pastorale sia offerta a tutti come strumento di riflessione sul senso, il significato e la direzione della vita. «Mi permetto di chiedere una lettura attenta attraversata da autentica simpatia», scrive il Cardinale. E, rivolto in particolare ai fedeli ambrosiani, «la Lettera pastorale deve mettere in moto un confronto che aiuti ciascun fedele e ciascuna comunità a rivisitare la vita ordinaria, la prassi abituale, le iniziative e i calendari».
Per questo, nel sesto capitolo, sono indicati “Tre criteri”: valorizzare l’esistente, attraverso la “grammatica comune” fornita dalla Lettera pastorale; assumere «con decisione» il criterio della «pluriformità nell’unità», nell’accoglienza e nel coinvolgimento dei diversi carismi presenti nelle parrocchie e comunità pastorali, negli istituti religiosi, nelle associazioni, nei movimenti a livello diocesano; ripensare l’attività della Curia e degli uffici diocesani.
Il settimo e ultimo capitolo “Una metropoli europea, una Chiesa presa a servizio”, parte dalla “ambrosianità” di Milano, nelle sue dimensioni civile e religiosa impossibili da separare. Nella metropoli anche le contraddizioni e le fragilità, i conflitti e le manifestazioni del male fisico e morale chiedono di essere affrontati con «amicizia civica resa possibile da un incessante dialogo, teso al riconoscimento reciproco». Poi lo sguardo si allarga all’Europa, dove «si riconosce in una fede religiosa ancora il 71% della popolazione», anche se l’esperienza religiosa «tende a caratterizzarsi in modo spiccatamente individuale». Un altro dato significativo è la permanenza di «una spinta inequivocabile a fare famiglia». In questo quadro, i nuovi orientamenti della società plurale vanno considerati «più che una minaccia, una opportunità per annunciare il Vangelo dell’umano». Così intende guardarli la Chiesa ambrosiana, perché i cristiani «sono presi a servizio dal Seminatore e cercano, al di là dei loro limiti e peccati, di favorire la crescita del buon grano».
Nell’appendice, infine, sono elencati alcuni appuntamenti e impegni comuni: non un programma vero e proprio, quanto lo stimolo a maturare uno stile missionario rinnovato.
Gli scritti pubblicati in questo volume rappresentano una sorta di sintesi del cammino di riflessione sulla questione "Europa" per chi, come Don Mario, ha studiato per oltre un ventennio l'insegnamento dei papi sull'Europa e ha seguito successivamente, in qualità di esperto, con attenzione, partecipazione, studio e apporto personale il lungo itinerario della Chiesa, dal primo sinodo sull'Europa, svoltosi nel 1991, al secondo sinodo, svoltosi nel 1999, arrivando poi, come logica "conseguenza", a curare il bel volume di scritti di giovanni Paolo II, "Profezia per l'Europa", e a dedicare il suo impegno alla preparazione dell'Esortazione apostolica Ecclesia in Europa.
Anche quest'anno la tradizionale lettera di Natale dell'arcivescovo Angelo Scola ai bambini. Età di lettura: da 6 anni.
Testo base per la preparazione del 48? Congresso eucaristico internazionale (Guadalajara, Messico, 2004). Il testo propone alle Chiese particolari alcune tracce di riflessione che possano servire da base per ulteriori sviluppi ed approfondimenti negli incontri di studio e di preghiera, sia durante la preparazione, sia nella celebrazione del Congresso. Si esordisce con l'invito a sperimentare l'anelito della contemplazione di Gesu Cristo, vero Dio e vero uomo, a lasciarsi guardare da Lui e a sperimentare la sua presenza: Vogliamo vedere il tuo volto, Signore, per mezzo della contemplazione che non ci allontana dai nostri contemporanei, ma al contrario ci rende attenti ed aperti alle gioie ed alle fatiche degli uomini e dilata il nostro cuore alle dimensioni del mondo". "Culmine di tutta l'evangelizzazione e testimonianza eminente della risurrezione di Cristo", l'Eucaristia e luce e vita del nuovo millennio per la Chiesa pellegrina che si impegna nell'opera di una nuova evangelizzazione. "
Documento teologico di base del prossimo Congresso Eucaristico Internazionale (il 51°), che sarà celebrato a Cebu, nelle Filippine, nel gennaio del 2016. Al centro del documento, che sviluppa il tema del Congresso ("Cristo in voi, speranza della gloria"), c'è il rapporto tra l'Eucaristia e la missione: missione evangelizzatrice della Chiesa, sviluppata in Asia soprattutto attraverso il triplice dialogo con le culture e le religioni, con i poveri, con i giovani. Un metodo per raggiungere quelle periferie geografiche e quelle marginalità sociali verso le quali spinge con risolutezza la scelta ecclesiale indicata dall'Evangelii Gaudium di Papa Francesco.
Dall'8 al 15 settembre 2024 la città di Quito, capitale dell'Ecuador, si vestirà a festa per il 53° Congresso Eucaristico Internazionale: nell'intreccio variopinto delle sue strade coloniali ospiterà migliaia di persone provenienti da tutto il mondo. In vista di questo evento, la Commissione teologica ecuadoriana e il Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali hanno elaborato un "testo base" sul tema Fraternità per sanare il mondo. Questo strumento teologico-pastorale è offerto alle comunità cristiane perché la fraternità umana al centro della riflessione congressuale non resti un sogno ma trovi il modo di concretizzarsi a partire dalla celebrazione eucaristica.
Il volume presenta gli interventi della LIV Settimana Liturgica Nazionale (Acireale, 25-29 agosto 2003). Il tema affrontato riguarda i 40 anni della Costituzione sulla Sacra Liturgia Sacosanctum Concilium", l'origine e il suo sviluppo oggi " La Sacrosanctum Concilium a 40 anni dalla sua pubblicazione. Attenta verifica della sua recezione e attuazione nelle nostre chiese. Le tematiche affrontate dalle relazioni sono i principi di base relativi alla natura della liturgia e ai criteri fondamentali della riforma, sul mistero eucaristico, sui sacramenti, sull'Ufficio divino e sulla Liturgia delle Ore, sull'anno liturgico, sulla musica e sull'arte per la liturgia.
Breve riflessione sull'Enciclica Spe Salvi di Benedetto XVI.
Questo libro non intende affrontare i molteplici aspetti del variegato e complesso tema dell’educazione. Il suo scopo principale è di richiamare l’orientamento pedagogico presente nei documenti conciliari e, in parti- colar modo, nella Gravissimum educationis.
L’Autore ritiene che la recezione del Concilio Vaticano II richieda una “svolta mistagogica” della pastorale. Essa consi- ste in una azione ecclesiale che, partendo dalla centralità del mistero pasquale di Cri- sto, consideri la vita cristiana come “espe- rienza mistica”, cioè come intima unione con Cristo e, conseguentemente, intenda l’educazione come “accompagnamento mi- stagogico”. In altri termini, secondo l’Auto- re, il rinnovamento conciliare si fonda su tre concetti chiave: mistero, mistica e mi- stagogia. Queste tre idee-guida propongono un nuovo orientamento per la riflessione teo- logica, una conversione dell’agire pastorale, una differente proposta educativa.
Paolo VI si è fatto interprete e artefice primo della riforma promossa dalla Sacrosanctum Concilium. Riandare a lui è un'opportunità preziosa per cogliere il significato e le prospettive del rinnovamento liturgico, così come emergono dai suoi discorsi, attraverso lo sviluppo della riforma.
ENCHIRIDION DOCUMENTORUM INSTAURATIONIS LITURGICAE IV (1994-2003)
Sussidio per la IX Giornata Mondiale del Malato. Le parole eloquenti del Salmo 28 introducono una proposta per celebrare la GMM senza limitarsi ad una parata di carrozzine e di stendardi. L'attenzione all'incontro ed al dialogo, espressa dal titolo, ritorna puntuale nelle varie componenti del sussidio celebrativo. Un'attenta rilettura del messaggio del Santo Padre, introduce un itinerario biblico secondo lo schema della lectio divina. Infine una ricca antologia di testi per la meditazione ed alcune celebrazioni, completano il cammino proposto dal sussidio.

