
Una riflessione a più voci per accompagnare il lettore nell'approfondimento del messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Tema del 52° Messaggio del Santo Padre è «La verità vi farà liberi» (Gv 8,32). Faine news e giornalismo di pace, una suggestione di stringente attualità, che coinvolge la nostra società a più livelli, dai giornalisti alla comunità tutta. Su questa sollecitazione si confrontano accademici e studiosi (filosofi, esperti di comunicazione, teologi, poeti, pedagogisti, giornalisti) che, mediante approcci diversi, mettono a disposizione una ricchezza di prospettive e chiavi di lettura tradotte, nella seconda parte del testo, in proposte operative.
Per il quarto anno consecutivo studiosi e professionisti della comunicazione approfondiscono il Messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali: “Siamo membra gli uni degli altri” (Ef 4,25). Dalle social network communities alla comunità umana. I commenti offrono una pluralità di sguardi (socio-culturale, letterario, filosofico, semiotico, etico, giornalistico, teologico, pedagogico) e approcci per comprendere appieno la riflessione del Papa, il suo invito a saper abitare con passo sicuro e responsabile lo scenario attuale. Il volume è arricchito da strumenti per aiutare famiglie, educatori, insegnanti e animatori a “tradurre” il corpus del Messaggio in pratiche pastorali.
Sul tracciato delle parole di papa Francesco, percorrendo i sentieri e i rivoli del suo Messaggio, «Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria» (Es 10,2). La vita si fa storia, si rinnova anche quest'anno - alla quinta edizione - la proposta di riflessione e di approfondimento attraverso una prospettiva multidisciplinare che coinvolge accademici e giornalisti, intellettuali e teologi, artisti internazionali e grandi testimoni di impegno civile. Un "cortile dei gentili" pronto a dare riverbero alle parole del Papa, un invito a raccontare «il nostro essere parte di un tessuto vivo; che riveli l'intreccio dei fili coi quali siamo collegati gli uni agli altri», per individuare chiavi di lettura del Messaggio, per attivare raccordi con la vita quotidiana e la prassi pastorale.
Come pensare e agire per la giustizia sociale nell'epoca dell'intelligenza artificiale e della politica populista? Quali soggetti possono ridare un futuro al desiderio di maggiore uguaglianza? Ancora oggi le questioni sociali sono il punto di equilibrio di un paese che vuole affrontare le sfide epocali, senza che nessuno si perda. Nella realtà leggiamo i segni dei tempi e i segnali positivi: serve lavorare sulle connessioni per realizzare un mondo più giusto. I cattolici, in questo, hanno un compito speciale, quello di ritrovare l'universale per salvare l'umano e rinnovare un patto di convivenza a partire da alcuni punti comuni: ricostruire la comunità, ridare centralità al lavoro (e ai lavoratori) e all'ambiente con un'economia civile e sostenibile, lottare contro la povertà investendo in istruzione e formazione, per insegnare il futuro.
La via di uscita dalla crisi che attanaglia il globo è una sola: la fratellanza accompagnata dalla solidarietà. Questo il cuore del messaggio della terza enciclica di Papa Francesco, firmata ad Assisi il 3 ottobre 2020 che trae spunto per il titolo da scritti di San Francesco: "Guardiamo, fratelli tutti, il buon pastore che per salvare le sue pecore sostenne la passione della croce" (Ammonizioni, 6, 1: FF 155). Dalla città del santo di cui reca il nome e che colse la fraternità in ogni creatura di Dio una nuova tappa del magistero papale attraverso un documento considerato il programma per affrontare - dal punto di vista spirituale, teologico e sociale - il futuro del mondo travolto dal Covid-19. L'edizione qui approntata presenta, con un format originale e ben collaudato nelle precedenti encicliche - oltre il testo integrale - i contributi di noti specialisti in diverse discipline per comprendere le pagine di "Fratelli tutti. Sulla fraternità e l'amicizia sociale": tutte attraversate dal valore messo al centro da Jorge Bergoglio dalla sera dell'elezione alla recente Dichiarazione di Abu Dhabi pure nata "dalla fede in Dio che è Padre di tutti e Padre della pace". Il testo contiene 16 pagine con ilustrazioni a colori.
Giovanni Bazoli è Presidente della Banca Intesa e Presidente della Fondazione Cini, esponente di rilievo della vita economica e civile italiana, nonché professore di Diritto costituzionale all'Università Cattolica di Milano. In questo libro offre una lettura, in chiave cristiana, dei problemi sociali, politici ed etici posti dalla globalizzazione.
DESCRIZIONE: Questa traduzione italiana di alcuni tra i più significativi saggi di Ernst-Wolfgang Böckenförde sul rapporto tra cristianesimo, libertà e democrazia si propone un duplice obiettivo: in primo luogo, favorire la conoscenza del pensiero teologico-politico di uno tra i più significativi intellettuali tedeschi contemporanei; in secondo luogo, introdurre nel dibattito civile, che si è aperto nel nostro Paese sul rapporto tra religione e politica, prospettive di pensiero e di azione di ampio respiro, fondate in modo serio e rigoroso su di una profonda cultura giuridica e teologica e nutrite costantemente da un’attenta analisi storica. Rispetto ai vari ideologismi che infestano la discussione pubblica su questi temi, i saggi di Böckenförde rappresentano una ventata di aria fresca che ci auguriamo possa contribuire a collocare il dialogo tra le diverse posizioni al livello alto che è richiesto dalla posta in gioco non banale – ossia la convivenza civile pacifica, ordinata ai princìpi di libertà e giustizia.
Chi ama l’intreccio singolare tra cristianesimo, libertà e democrazia che le tradizioni occidentali hanno saputo costruire e coltivare potrà trovare in queste pagine ragioni teoriche e concreti orientamenti per rendere fecondi questi temi nelle condizioni attuali del nostro vivere. (Michele Nicoletti)
COMMENTO: Un classico di "teologia politica" che tocca le categorie di libertà, coscienza e autorità, i temi della secolarizzazione (rapporto Chiesa-Stato nell'età moderna), l'etica e la sua intersezione con cristianesimo e democrazia e infine una disanima del concetto di teologia politica.
L'AUTORE (1930) ha insegnato presso le Università di Münster, Heidelberg, Bielefeld e Freiburg i.B. Dal 1983 al 1996 è stato giudice del Tribunale Costituzionale tedesco. Tra le sue opere ricordiamo: La storiografia costituzionale tedesca nel secolo decimonono: problematica e modelli dell’epoca (Giuffrè 1970); Stato, Costituzione, Democrazia (Giuffrè 2006). Presso la Morcelliana: La formazione dello Stato come processo di secolarizzazione (2006).
A distanza di poco più di quarant'anni non appare fuori luogo riprendere il testo del capitolo III della Costituzione sulla Chiesa della Lumen Gentium nel commento di uno dei protagonisti della discussione in vista della sua elaborazione, soprattutto attraverso i suggerimenti che offriva al card. Döpfner e tramite lui ai vescovi tedeschi, notoriamente vivaci difensori della "nuova" dottrina sull'episcopato. Karl Rahner era uno dei periti maggiormente influenti, e appena prima dell'inizio del Vaticano II, nel fervido clima della ricerca teologica sull'episcopato, aveva dato alle stampe, insieme con Joseph Ratzinger, il volume Episcopato e primato, che a dire dello stesso Rahner era conosciuto da qualche padre conciliare. Si tratta ovviamente di un commento che sottolinea le sintonie tra la visione dell'autore e il testo del Concilio. Bisogna però riconoscere la meticolosa attenzione al dettato del testo. In questo sta - osiamo affermare - il suo valore singolare: comprendere il significato dei termini, metterne in evidenza la portata teologica è infatti il primo atto che un teologo deve compiere, soprattutto se intende cercare nel Magistero avallo autorevole alle sue posizioni.
La grande crisi che ha scosso l’economia mondiale negli ultimi anni ha costretto il pensiero a uscire dal «sonno dogmatico» in cui si era accomodato e a riprendere il suo cammino inquieto di ricerca. I saggi di Böckenförde e Bazoli – osserva Michele Nicoletti nell’Introduzione – sono la testimonianza di questo sforzo di riprendere la fatica del pensare ciò che è avvenuto, perché solo chi cerca di comprenderne la logica può guadagnare spazi di libertà rispetto alla forza degli eventi. Da ottiche diverse, gli autori si sforzano di interpretare la crisi economica mondiale e la risposta ad essa alla luce delle proprie competenze e del comune riferimento alla Dottrina sociale della Chiesa e all’antropologia che l’ispira. La posta in gioco è come salvare la modernità dalla propria spirale autodistruttiva, a partire da quei fondamentali princìpi di solidarietà, libertà e uguaglianza che hanno dato vita alla società moderna e che la crisi rischia di travolgere.

