
In un tempo in cui le religioni tendono ad assumere un ruolo sempre più invadente nella vita pubblica, questo libro ci ricorda la fondamentale importanza della laicità, garanzia di rispetto e libertà per tutti.
"Adesso" è una parola che sottolinea il bisogno di rottura che c'è oggi nel panorama politico. I giovani devono farsi spazio e trovare nuove forme di rappresentanza, in un momento storico di crisi culturale prima ancora che politica. Per questa ragione il Comitato Benvenuti in Italia ha deciso di ripartire dalla scuola, luogo principe di formazione e cittadinanza: una scuola capace di accogliere e valorizzare identità differenti e di generare capitale sociale. Un testo che vuole rimettere al centro i valori autentici della politica, come strumento per la realizzazione del bene comune.
Cinquant'anni fa, l'11 ottobre 1962, si apriva a Roma il concilio Vaticano II, che avrebbe cambiato il volto della chiesa cattolica. Alcuni negano questo fatto, altri dicono che il mutamento non toccò la sostanza delle cose. Altri ancora che il concilio fu un tradimento della tradizione. Giuseppe Ruggieri evidenzia i nodi centrali che hanno fatto del concilio un evento singolare, che ha dato inizio a una nuova stagione della chiesa: l'atteggiamento davanti alla Parola testimoniata nelle Scritture ebraico-cristiane, dopo la controversia antiprotestante; la considerazione della storia moderna non più ridotta a una congiura dei malvagi contro l'autorità della chiesa; la concezione della chiesa stessa nella sua liturgia, nel suo governo, nel rapporto con le chiese non cattoliche; la considerazione degli "altri": gli ebrei, le grandi religioni dell'umanità, le società fondate sul riconoscimento dei diritti umani, primo fra tutti la libertà religiosa.
La fine della stagione ideologica può costituire per la politica un'opportunità per ripensare le proprie ragioni e rigenerare il proprio Statuto regolativo. Già da qualche decennio si ripete, da più parti e da varie sedi, che viviamo in un'epoca di transizione. L'affermazione può essere intesa in vari modi ma prevalentemente sta a indicare che, mentre si è chiusa una lunga e definita stagione, non se ne è ancora aperta un'altra. Sicché, saremmo in una fase di passaggio, di transitus, consapevoli della provenienza e incerti della destinazione. La transizione può costituire un paradigma culturale al quale riferire tutta la vicenda umana, accogliendo la suggestione del transitivo. E la politica, che è la più fragile delle attività umane, può assumere la transizione come paradigma del suo agire, riconoscendo la natura necessaria e pur limitata delle sue azioni, assumendo il limite come razionalità del possibile e sofferenza per l'impossibile. La relatività è la concezione finita più che definita del pensare e dell'agire umano, l'esito, paradossalmente più significativo, della modernità. E la laicità non è che consapevolezza e responsabilità del relativo: perciò, misura etica della politica. Anche queste pagine, ispirate alla cultura del cattolicesimo democratico, sono poste sotto il segno del relativo, proprio del sapere problematico, e del limite, come soglia di responsabile ulteriorità del pensiero.
La Nota pastorale presenta alcune proposte per un progetto di educazione alla pace, con l'unico desiderio di contribuire all'elaborazione di un itinerario educativo.
Le indicazioni presentate dal documento della Presidenza della Cei sono raccolte attorno a quattro nuclei di fondo proposti come scelte qualificanti per una pastorale giovanile attenta alle esigenze dei tempi. Alcune esemplificazioni traducono poi ciascuna di queste opzioni pastorali in iniziative concrete.
La nota indica contenuti, finalità e modalità per itinerari di iniziazione cristiana che conducano alla maturità della fede, a divenire discepoli di Gesù in cammino con lui verso il Padre.
Il libretto contiene due documenti riguardanti i matrimoni misti interconfessionali, frutto di un dialogo più che decennale fra la Chiesa Cattolica e l'Unione delle Chiese Valdesi e Metodiste.
La Nota offre precise indicazioni volte a far maturare nella comunità cristiana un'apertura missionaria e un ascolto attento e disponibile delle domande ad essa rivolte, ed è una prima risposta all'impegno di mettere in atto un impegno di primo annuncio su cui innestare un vero e proprio itinerario di iniziazione o di ripresa della vita cristiana di quei battezzati che desiderano ricominciare un cammino di riscoperta della fede.
La Nota pastorale delinea, nella prima parte, il contesto delle indicazioni pastorali proposte in seguito. La seconda parte illustra le valorizzazioni e le scelte ritenute più significative, e raccolte per ambiti. Gli orientamenti dei Vescovi italiani invitano le comunità parrocchiali a un processo di rinnovamento missionario che coinvolga tutti, che veda il convinto convergere di ministri e di fedeli, di tutte le realtà ecclesiali.
Linee di fondo per una crescita concorde delle Chiese in Italia nell'arte delicata e sublime dell'educazione. In essa i vescovi italiani riconoscono una sfida culturale e un segno dei tempi, ma prima ancora una dimensione costitutiva e permanente della nostra missione di rendere Dio presente in questo mondo.
Il documento propone alle comunità parrocchiali alcuni orientamenti pastorali circa la natura, le finalità e lo stile educativo dell'oratorio nell'attuale contesto ecclesiale e socioculturale. Formula anche alcuni criteri di discernimento su aspetti della vita e dell'organizzazione dell'oratorio: la formazione e la responsabilità degli educatori, il rapporto con la pastorale giovanile, la catechesi in oratorio, le alleanze educative (in particolare con la famiglia), l'impegno delle aggregazioni ecclesiali, la sfida dell'integrazione sociale e culturale, l'animazione dello sport educativo, del gioco e del tempo libero, e la titolarità e la gestione dell'oratorio.

