
"Oggetto di questo corso di lezioni è la storia mondiale come storia filosofica, vale a dire non riflessioni generali sulla storia, ricavate di qui e da illustrare muovendo dal contenuto storico preso solo come esempio, bensì la storia mondiale stessa". Le "Lezioni" di Hegel sono riproposte nell'edizione a cura del figlio Karl, risalente al 1840.
Dagli incunaboli pre-omerici al tramonto della civiltà ellenica, attraverso i misteri di Eleusi, la religione 'dionisiaca' e 'apollinea', l'orfismo, Platone e il neoplatonismo, Erwin Rohde scardina la ricorrente tesi della Grecia 'olimpica' terra di pacata razionalità e riconduce l'origine della fede greca nell'immortalità dell'anima all'estasi dionisiaca, un'esperienza religiosa antichissima, devota a potenze infere e permeata dal senso tragico dell'esistenza.
"Esistenza": è difficile pensare che si possa spiegare in che cosa consista l'esistenza, o a che cosa equivalga esistere. Semmai ci si può chiedere che cosa significhi dire che qualcosa esiste. Quando si dice che un certo oggetto è rosso, si sta attribuendo a quell'oggetto una certa proprietà, e quando si dice che un oggetto non è rosso si sta negando che l'oggetto abbia la proprietà in questione. Ma che cosa significa dire che quell'oggetto esiste? E che cosa mai potrebbe significare affermare che non esiste? "Persistenza": l'esperienza del mondo si basa sulla certezza che le cose che lo abitano persistano nel tempo. Eppure non c'è qualcosa di paradossale in questa certezza? Al trascorrere del tempo le cose cambiano. Come può qualcosa cambiare e ciò nonostante conservare la propria identità? Sono due esempi delle introduzioni di Achille Varzi ai sei capitoli tematici di questo volume che raccoglie i testi più autorevoli - molti dei quali tradotti qui per la prima volta - dei filosofi più influenti degli ultimi decenni.
Gli "Analitici secondi" sono il quarto degli scritti aristotelici che la tradizione ha radunato sotto il titolo di "Organon" (strumento), con l'intento di raccogliere tutto ciò che, nel pensiero del maestro, concerne la dialettica, la logica e la dottrina della scienza e non ha un contenuto dottrinale autonomo ma costituisce un prerequisito metodologico di ogni sapere filosofico. Temi specifici degli "Analitici secondi" sono la dottrina dell'argomentazione dimostrativa, la classificazione dei principi della conoscenza, la struttura assiomatica della scienza e la teoria della definizione. Il volume offre una nuova traduzione condotta sul testo greco edito da W.D. Ross, riportato a fronte, e un commento continuo e approfondito. Traduzione e commento, a firma di Mario Mignucci, sono completati da un'introduzione scritta da Jonathan Barnes, che mette a fuoco e affronta alcune delle questioni esegetiche più dibattute.
"La filosofìa si è dissolta nelle scienze ed è ormai diventata una disciplina puramente ornamentale, o può ancora essere feconda, e quale filosofìa può esserlo? Chiederselo non costituisce una novità, perché la riflessione filosofica è sempre stata in una certa misura un discorso sulla filosofìa. Ma, con la nascita della scienza moderna, tale domanda è diventata più difficile, oltre che urgente e imbarazzante. Io sostengo che la filosofia può ancora essere feconda solo se è un'indagine sul mondo. Questa affermazione, apparentemente banale, ha invece un'importante conseguenza. Implica che la filosofìa è un'attività che mira innanzitutto alla conoscenza, una conoscenza che non differisce in alcun modo essenziale dalla conoscenza scientifica."
Giordano Bruno non ha mai cessato di essere una di quelle poderose figure dell’immaginario collettivo attraverso le quali trovano espressione le tensioni ideologiche e culturali di un’intera epoca. È potuto diventare così volta a volta il simbolo del libero pensiero per gli illuministi, di una prepotente volontà anti-intellettualistica per i romantici, dell’anticlericalismo per i laici del Novecento. Il libro di Francis A. Yates – un grande classico della storia delle idee – ricostruisce per intero il pensiero di Giordano Bruno e lo ricollega alla tradizione magica ed ermetica rinascimentale, troppo spesso fraintesa.
Frances A. Yates – scrive Cesare Vasoli – colloca il filosofo in «una prospettiva storiografica veramente nuova, nella quale molti aspetti e motivi della drammatica vicenda filosofica e umana del Bruno trovano finalmente una collocazione più esatta, [...] una vera e propria storia dell’ermetismo, al di là della stessa esperienza bruniana, sino agli anni di Campanella ed oltre, alle origini di tendenze filosofiche, movimenti religiosi e ideologie politiche che continuarono ad operare anche nella nuova realtà dell’Europa seicentesca e settecentesca».
Indice
Prefazione all’edizione italiana - Prefazione - Abbreviazioni - I. Ermete Trismegisto - II. Il "Pimander" di Ficino e "l’Asclepius" - III. Ermete Trismegisto e la magia - IV. La magia naturale di Ficino - V. Pico della Mirandola e la magia cabalistica - VI. Lo Pseudo-Dionigi e la teologia di un mago cristiano - VII. Cornelio Agrippa e la sua rassegna della magia rinascimentale - VIII. Magia e scienza nel Rinascimento - IX. Contro la magia - X. L’ermetismo religioso nel secolo XVI - XI. Giordano Bruno: il primo viaggio a Parigi - XII. Giordano Bruno in Inghilterra: la riforma ermetica - XIII. Giordano Bruno in Inghilterra: la filosofia ermetica - XIV. Giordano Bruno e la cabala - XV. Giordano Bruno: dagli Eroici furori al culto di Elisabetta - XVI. Giordano Bruno: il secondo viaggio a Parigi - XVII. Giordano Bruno in Germania - XVIII. Giordano Bruno: l’ultima opera pubblicata - XIX. Giordano Bruno: il ritorno in Italia - XX. Giordano Bruno e Tommaso Campanella - XXI. Dopo la datazione di Ermete Trismegisto - XXII. Ermete Trismegisto e le controversie fluddiane - Indice analitico
Virginio Marzocchi ripercorre il pensiero politico dei maggiori filosofi, da Platone a oggi, mettendo in luce i concetti di fondo, attraverso cui l'ambito del politico viene ritagliato e illuminato. Al contempo questa tradizione di pensiero è posta in relazione ai contesti geo-storici (dal mondo mediterraneo prima e cristiano-europeo poi a quello globalizzato), giuridico-istituzionali (dal diritto romano e medioevale alle Costituzioni degli Stati nazionali verso un ordine internazionale) e culturali, a loro volta connessi con l'affermarsi di nuovi saperi (la teologia sistematica, le scienze esatte della natura, l'economia politica, la sociologia) e di differenti forme di trasmissione di questi saperi (dalle accademie alle università).
Fino a circa trent'anni fa il mondo filosofico americano guardava a Hegel con sospetto. Esoterico, faticoso da comprendere e irrimediabilmente metafisico, Hegel - come ha scritto Terry Pinkard - era agli occhi di quel mondo l'emblema di "come molte cose potessero andare storte in un sistema di pensiero". In tempi più recenti si è potuto tuttavia assistere a una decisa inversione di rotta: pensatori di grande calibro hanno riportato il filosofo tedesco alla ribalta infondendo nuova linfa alle sue idee e coniando strumenti concettuali volti a rileggerne i testi in chiave contemporanea. Questo libro introduce al lettore cinque dei più importanti filosofi "hegeliani" d'oltreoceano (Wilfrid Sellars, John McDowell, Robert Brandom, Robert Pippin e Terry Pinkard), fornendo una prospettiva d'insieme tanto sul loro pensiero, quanto sulle rispettive interpretazioni hegeliane. Affrontando temi come la filosofia della percezione, l'epistemologia e la filosofia dell'azione, il volume traccia un percorso storico-teoretico attraverso un ambito fondamentale della filosofia americana contemporanea e mostra in che modo Hegel sia tornato ad essere una figura cardine del panorama filosofico odierno.
Viene qui riproposto il capolavoro di uno dei maggiori filosofi del Seicento, con il testo originale a fronte e con il nutrito commento di Giovanni Gentile. Le dottrine metafisiche e gnoseologiche possono essere considerate come propedeutiche alla definizione di una teoria morale che si propone di liberare gli uomini dalle passioni. E dal momento che il riconoscimento della necessità della sostanza divina è per Spinoza il concetto fondamentale della concezione della realtà e della conoscenza, esso costituirà anche il perno concettuale della sua costruzione etica.
Nato a Malaga, Avicebron (Shelomon Ibn Gabirol, ca. 1021-1058) è una delle figure più originali e controverse della filosofia ebraica medievale. L'ambivalenza del suo sapere - oscillante fra la tradizione religiosa ebraica e la cultura filosofica greca (tra Gerusalemme e Atene, per riprendere la fortunata espressione di Leo Strauss) - giustifica il fascino che Avicebron esercitò alternativamente nel mondo ebraico come poeta e in quello latino-cristiano come pensatore. Il suo capolavoro filosofico, la "Fonte della vita", composto originariamente in arabo, si è conservato integralmente solo nella traduzione latina realizzata nella prima metà del XII secolo da Domenico Gundisalvi e Giovanni Ispano. In quest'opera, presentata con il testo latino a fronte, si ritrovano le radici di molti dei successivi dibattiti scolastici sul ruolo della Volontà di Dio, sulla pluralità delle forme sostanziali e soprattutto sulla composizione degli enti finiti (la celebre dottrina dell'ilemorfismo universale).
Vi sono poi altre azioni le quali, sia che derivino dalla natura, sia da disposizioni dell’animo, possono essere buone e cattive: buone, se vengono ricondotte alla giusta misura da alcune circostanze, cattive, invece, se vengono spinte ad un estremo. Ora, le azioni dei Cortigiani sono di questo genere, sia che consistano in parole, sia in impulsi dell’animo, sia in gesti. Le circostanze – come spiegò Aristotele, il principe dei filosofi – sono: il “chi”, che si riferisce alla persona che è l’agente principale. Non è infatti di poca importanza se Platone ami sua moglie o se Socrate sia adultero. Il “che cosa”, cioè che cosa la persona fa, che riguarda la specie dell’atto. C’è molta differenza, infatti, se uno mangia per sfamarsi o se è spinto a soddisfare la libidine con atto venereo. “Riguardo cosa” che considera la materia ossia l’oggetto. “In quale tempo” o “in quale luogo”, naturalmente. “Con quale mezzo” e “a causa di che cosa”: per salvarsi oppure per voluttà. E “in che modo” cioè intensamente o con calma, con delicatezza o con veemenza.