
Un fatto è certo. Il panopticon esiste, ed è il web: un panopticon singolare, cieco, e con al posto di controllo non un essere umano ma una memoria infinita, e con un sapere che è essenzialmente burocratico. Tutto questo urta frontalmente con quanto ci era stato detto all'apparire del web, e cioè che i nuovi media avrebbero portato emancipazione, e tendenzialmente una riduzione del lavoro. Per quello che abbiamo visto sin qui, il web non è emancipazione ma mobilitazione. Non si limita a fornire ai suoi utenti nuove possibilità informative ed espressive; diviene lo strumento di trasmissione di responsabilità e ordini finalizzati al compimento di azioni. Trasformando ogni contatto in una richiesta che esige una risposta individuale, il web è un grande apparato su cui non tramonta mai il sole, in cui si lavora senza neppure sapere di stare lavorando. La risposta fondamentale che vuole il web è quella suggerita dallo smartphone quando si digita la s: "Sto arrivando!".
Viviamo il tempo dell'incertezza, dell'intolleranza, della paura, dell'ingiustizia. Tornare ai classici e riflettere sulla natura delle virtù cardinali - prudenza, temperanza, fortezza e giustizia - da sempre al centro della riflessione filosofica oltre che teologica, può orientare il nostro agire sia personale che collettivo. Da Aristotele a Machiavelli, da Locke a Hobbes, da Freud ad Arendt fino a Rawls scopriamo come la prudenza, la virtù deliberativa per eccellenza, sia l'unica capace di discernere il bene dal male e orientare le nostre decisioni; come la temperanza consenta agli uomini e alle donne di vivere in una società in cui nessuno impone la propria regola contro le altre; come il coraggio sia conoscenza dei propri limiti e condizione per vincere la paura; e infine come la giustizia faccia sì che i diritti non restino inchiodati entro i confini di comunità politiche chiuse.
Il comico in generale, il comico delle forme ed il comico dei movimenti, forza d'espansione del comico, il comico delle situazioni, il comico delle parole, il carattere comico. Henri Bergson uno dei più grandi filosofi contemporanei, ricevette nel 1928 per la sua produzione il premio Nobel.
"È giunta, ormai, l'ora di andare, io a morire, voi a vivere. Chi di noi vada a miglior sorte, nessuno lo sa, tranne dio". Così si chiude l'"Apologia di Socrate", una delle prime grandi riflessioni su che cosa sia la morte. E Paolo di Tarso, scrivendo ai Corinzi, domanda: "Dov'è, o morte, la tua vittoria?". Passano i millenni, ma l'interrogativo continua ad accompagnarci: che cos'è la morte? E perché ci spaventa? "Per chi suona la campana"? ci guida attraverso la storia dell'uomo e grazie alla letteratura, alla filosofia, all'arte e alle religioni ci fa scoprire come nei secoli sia stata percepita la morte fino ad arrivare a oggi, alla morte ostentata quotidianamente dai mass-media. E proprio oggi, la morte è diventata oscena, ovvero non rappresentabile per quello che è realmente. È in qualche modo scomparsa, ha smesso di far parte del corso della vita. Grazie a questo piccolo e agile libro di Oreste Aime, invece, è possibile tornare a riflettere su questo mistero, difficile, quasi incomprensibile, sia che ci riguardi personalmente sia che tocchi gli altri.
La figura e l'opera di Lessing consentono ad Hannah Arendt di delineare una teoria delle emozioni, in particolare dell'amicizia, e di proporre un'interpretazione dell'idea di "umanità in tempi bui" ancora fortemente attuale. Questo saggio uscirà nell'anno del centenario della nascita di Hannah Arendt e costituisce un'introduzione ai temi e alle esperienze fondamentali della grande pensatrice.
La filosofia è oggi chiamata a un compito antico: quello di affiancarsi alle terapie del disagio diffuso, anzi di precederle in una relazione non medicalizzata e dunque non terapeutica. Ma cosa potrà significare in questo caso "cura" e ci sarà davvero uno spazio sociale per una simile pratica filosofica? Questo libro analizza luci e ombre del fenomeno: non si tratta di rifiutare la consulenza filosofica ma di evitare il rischio di una banalizzazione della filosofia stessa, producendo invece uno sprone verso l'esercizio pratico e la concretezza, il che non è certo poco.
I grandi narratori sono stati in grado di darci dell’io una rappresentazione di straordinaria efficacia, che aiuta a comprendere meglio quel che al riguardo hanno faticosamente voluto dire i filosofi.
E questo accade perché spesso sono stati proprio i grandi scrittori, in particolare Wolfgang Goethe, Jean-Jacques Rousseau, Henry James e Marcel Proust, ad anticipare quanto circa i confini di quell’io è stato messo in evidenza dall’altro rivale della riflessione filosofica: l’indagine scientifica.
Stefano Poggi insegna Storia della filosofia all’Università di Firenze. Nelle nostre edizioni ha pubblicato La vera storia della Regina di Biancaneve (2007) e curato, con M. Bettetini, I viaggi dei filosofi (2010).
Qual è la relazione che tiene insieme stress e libertà? Siamo sempre più oppressi da frustrazioni, insoddisfazioni e disagi di ogni genere. Viviamo presi nella morsa di una routine insieme noiosa e affannosa, vittime di desideri irrealizzabili, di ansie e paure per il futuro, schiacciati da un consumismo egoistico. Eppure stiamo ancora insieme. È vero stress? È un’invenzione dei media? E soprattutto, da una condizione come questa possono nascere forme di libertà nuove? Ancora una volta il lettore sarà stupito dalle risposte offerte in questo breve e fulminante libro da Peter Sloterdijk, che prosegue qui l’analisi dello spirito del nostro tempo che caratterizza la sua filosofia.
L'autore
Peter Sloterdijk insegna alla Hochschule für Gestaltung di Karlsruhe e alla Kunstakademie di Vienna. Tra gli ultimi volumi pubblicati nelle nostre edizioni, Devi cambiare la tua vita (2010), Stato di morte apparente (2011), La mano che prende e la mano che dà (2012).
C'è una parola che sale alle labbra di molti, da tanti anni: rinnovamento. Una parola luminosa e difficile da maneggiare con attenzione: rinnovamento di cosa e rispetto a cosa? L'emergere di tale esigenza nasce anzitutto dall'indignazione per ruberie, mancanza di etica pubblica e di senso delle istituzioni. Progetti di riforma della nostra democrazia non mancano. Lo sfondo di questa riflessione è anzi la presenza nuova sulla scena di un movimento che tenta di attuare una trasformazione radicale della vita politica italiana, da democrazia rappresentativa a democrazia diretta. Ma la questione che il libro affronta riguarda lo strato più profondo di questa diffusa aspirazione al cambiamento. Secondo Roberta De Monticelli, se la domanda di rinnovamento non si fa domanda di verità prima che ricerca di consenso nessun programma politico costituirà davvero un'alternativa. E una domanda di verità è tale quando impegna la vita degli individui e la cambia, rovesciando la proporzione tra profondità e superficie, tra banalità e crescita personale.
Questo volume è un'introduzione al pensiero di uno dei massimi esponenti della filosofia cattolica del Novecento, Jacques Maritain. Attraverso la ricostruzione dell'itinerario biografico vengono analizzate le tappe più significative della formazione intellettuale ed etico-religiosa del filosofo francese, in cui gioca un ruolo particolare il confronto con la filosofia ed il pensiero teologico di San Tommaso. Con attenzione critica, l'autrice pone al centro del volume quella riflessione antropologica che fonda il nuovo "umanesimo cristiano" proposto da Maritain contro le ideologie secolarizzate e nichiliste che sembrano contrassegnare il destino del mondo contemporaneo.
Il difficile momento che la diagnosi attraversa nell'attuale contesto della medicina cilnica è all'origine del disagio che, sui due fronti, viene avvertito sia dai pazienti che dai medici. Il dialogo che qui viene proposto parte dalla constatazione che la diagnosi solleva importanti questioni filosofiche non sempre presenti nella mente dei medici e tanto meno in quella dei pazienti.