
Ogni volume di questa collana costituisce un capitolo di storia della filosofia, in questo caso dedicato alla figura di Spinoza. L'"Introduzione" offre gli strumenti critici essenziali per intendere l'opera del filosofo alla luce delle più recenti prospettive storiografiche.
Ogni volume di questa collana costituisce un ampio capitolo di storia della filosofia, dedicato a un autore o a una corrente di pensiero. Le singole Introduzioni offrono gli strumenti critici essenziali per intendere l'opera dei filosofi alla luce delle più recenti prospettive storiografiche.
"Il primo accostamento di Schiller alla filosofia è in un contesto anomalo: la facoltà di medicina dell'Accademia militare di Stoccarda, la cosiddetta Karlsschule. A questa scuola dalla disciplina feroce, che si rivelò tuttavia una straordinaria palestra intellettuale, Schiller si era iscritto obtorto collo nel 1773 per volontà del duca del Wurttenberg, che gli aveva imposto dapprima lo studio del diritto, ignorando un interesse per la teologia manifestatosi fin dall'infanzia. Lo scarso entusiasmo per la giurisprudenza lo indusse dopo due anni a passare alla facoltà medica, fondata da poco e ispirata a un progetto formativo assai innovativo, che alle tradizionali discipline mediche e biologiche affiancava lo studio intensivo della filosofia e della psicologia. Il giovane Schiller, che da tempo aveva cominciato i primi esercizi letterari e mal tollerava la limitazione della libertà personale imposta dal duca, si dedicò dapprima svogliatamente ai corsi universitari, fino all'incontro decisivo con un giovane professore di filosofia, Jacob Friedrich Abel": da qui prende il via l'avventura intellettuale di uno dei maggiori protagonisti del Romanticismo tedesco. Johann Schiller (1759-1805) è stato poeta, filosofo, drammaturgo e storico. Influenzato dall'opera di Immanuel Kant, introdusse il concetto di "anima bella" come il culmine e lo scopo sommo dello sviluppo umano, un elemento nuovo di passione e irrazionalità rispetto alla morale e all'etica kantiana.
«Cominciamo con una domanda: «È utile, per l'uomo moderno, è opportuno, può avere qualche senso che non sia una pura curiosità erudita, il ritornare a Tommaso d'Aquino?». Dal suo tempo ad oggi la conoscenza del mondo ha ormai più volte cambiato la sua figura: non solo la scienza e la tecnica hanno rivoluzionato il nostro modo di vivere e la stessa concezione del mondo fisico e biologico, ma con essa anche l'ago magnetico che misura le oscillazioni dello spirito ha cambiato direzione, anzi procede in senso opposto. Non si procede più dal mondo (dalla physis) all'uomo come nell'antichità, né da Dio all'uomo come nell'evo cristiano, ma dall'uomo all'uomo: oggi sembra che tutto e ovunque - nell'arte, nella letteratura, nella scienza e per suo tramite nella tecnica - graviti attorno all'uomo». Tutto il lavoro dell'Autore è volto ad evidenziare l'importanza di un ritorno allo studio di San Tommaso d'Aquino.
Le ragioni di un ordine sociale giusto, capace di conciliare una vita degna di essere vissuta con le esigenze della collettività: la grande lezione del filosofo John Rawls.
John Rawls (1921-2002) è stato il più influente filosofo politico del nostro tempo. È stato uno dei pochi intellettuali contemporanei la cui opera, come quella di Freud e Darwin, è stata conosciuta al di là del suo campo scientifico, fino a far parte della cultura generale. Questo è il primo testo introduttivo sistematico all’opera del filosofo statunitense, con particolare attenzione ai suoi tre testi principali: Una teoria della giustizia, Liberalismo politico e Il diritto dei popoli. Sebastiano Maffettone conduce la sua analisi con tre ipotesi esegetiche: interpretativa, metodologica e teoretica. La prima investe il dibattito accademico su continuità-discontinuità riguardo ai due periodi in cui è generalmente divisa l’opera di Rawls (1940-1980 e 1980-2002). L’ipotesi metodologica propone un filo rosso attraverso cui si può leggere in maniera unitaria tutta l’opera dello studioso statunitense: è la celebre teoria della ‘priorità del giusto’ secondo cui il giusto (right) precede il buono (good) nel senso che in tutte le deliberazioni pratiche che riguardano la giustizia, i desideri e le preferenze, che definiscono ciò che è buono per le persone, devono essere subordinati alle richieste del giusto. Infine il livello teoretico affronta le teorie critiche sull’opera del filosofo.
Karl R. Popper (1902-1994) ha posto al centro della propria riflessione il carattere intrinsecamente fallibile della nostra conoscenza. A suo modo di vedere, l'edificio della scienza non poggia su un solido strato di roccia ma eleva l'ardita struttura delle proprie teorie sopra una palude. Nel corso di oltre sette decenni di riflessione, Popper ha saputo elaborare una visione del mondo coerente, rigorosa e insieme instabile, che vede nella continua lotta con i problemi il senso e lo scopo della vita stessa. La sua filosofia offre una terza via fra due opposti approcci autoritari alla scienza e alla società, il dogmatismo e il relativismo. Ci presenta una visione entro cui la conoscenza scientifica riesce a essere oggettiva e razionale senza per questo presentarsi come una conoscenza certa. La caratteristica fondamentale del pensiero di Popper - la chiave per comprenderne le idee in tema di oggettività e di razionalità, ma anche di politica e di società - è che esso non considera la conoscenza come una forma di credenza giustificata. Nella sua opera principale, Logica della scoperta scientifica (1935), Popper denuncia gli errori di ogni tentativo teso a dare un fondamento alla nostra conoscenza e descrive la scienza come empirica ma non induttiva, suscettibile di controllo e di conferma ma mai certa.
Il dirompente pensiero di Nietzsche ha fatto saltare certezze e stabilità, e ha aperto interrogativi drammatici, ancora privi di risposta. I saggi di Sossio Giametta mostrano in che modo Nietzsche persegua, attraverso uno scetticismo profondo e sconvolgente, l'ideale dell'indipendenza umana e l'educazione di sé e degli altri alla grandezza, rivestendo di alta poesia la multiforme tragedia del vivere; ma anche in che modo egli, sotterraneamente sospinto dalle correnti dell'epoca, per combattere la decadenza nel suo aspetto morboso-estetizzante sviluppi l'altra sua faccia, quella della violenza, accelerando la crisi involutiva della civiltà cristiano-europea giunta al tramonto.
Gianni Vattimo guida il lettore e lo studente alla comprensione del pensiero di Friedrich Nietzsche, offrendo gli strumenti critici essenziali per intendere l'opera del filosofo alla luce delle molteplici prospettive storiografiche.
John Stuart Mill (1806-1873) è una figura di riferimento per l'etica e la filosofia politica contemporanea. Il suo contributo spazia dalla riflessione sul romanticismo ai grandi lavori sulla logica, l'economia politica, il liberalismo, l'utilitarismo, il governo rappresentativo, la filosofia della psicologia e la religione. Il filo rosso che attraversa e accomuna l'intervento di Mill nei campi più diversi delle scienze umane è l'idea di ripensare il quadro illuminista e utilitarista alla luce dei nuovi temi che il romanticismo aveva messo al centro della scena, in particolare la dimensione della soggettività e dell'interiorità e il ruolo della storia e della cultura.