
“Sì, Ernesto è un vero e convinto credente nella Provvidenza di Dio, come lo erano Francesco d'Assisi – del quale racconta il cardinal Comastri –, il Cottolengo a suo tempo, don Bosco e tanti altri santi e beati, uomini e donne «laici del quotidiano», come li possiamo chiamare, di cui è ricca la storia della Chiesa di Torino. Quanto sta facendo Ernesto, infatti, non è solo la classica forma di azione sociale basata sul volontariato cattolico e laico che pure caratterizza gran parte delle opere del Sermig, ma è qualcosa di puù, perché contribuisce ad elevare la cultura e la fede insieme all'azione corresponsabile dei giovani ai problemi degli altri e di tutta la comunità cristiana e civile"
Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino
Bollini arrivò a morire con eroismo grazie alla solida formazione ricevuta all'interno del suo oratorio e nella Giac, la Gioventù Italiana di Azione Cattolica. Da qui la necessità di alzare lo sguardo verso un orizzonte più ampio, ovvero quello costituito dalla partecipazione alla lotta di Liberazione dei giovani e degli uomini che nell'antica associazione militavano o avevano militato pochi anni prima. Il rapporto tra Ac e Resistenza è stato studiato finora sotto molti profili, ma per lo più in modo disorganico oppure apologetico o, ancora, all'interno della più vasta storia dei cattolici nella Resistenza. Le pagine che seguono non hanno certo la pretesa di colmare questa lacuna, ma vorrebbero sollecitare gli studiosi ad affrontare in modo più organico e completo questi argomenti, oltre che invogliare gli attuali appartenenti all'Azione Cattolica (e, certo, non solo loro) a riscoprire e valorizzare un patrimonio di idealità e di fede che non deve andare disperso.
Maurizio Zanini ripercorre la vita di Padre Andrea, al secolo Michel Forest, in otto incontri nei quali il fondatore della Comunità di Sant'Antimo racconta la sua vita molto intensa sia sotto il profilo spirituale che umano.
26 luglio 2016, Saint-Etienne-du-Rouvray. Durante la celebrazione della messa mattutina, un commando di jihadisti prende in ostaggio un gruppo di fedeli e sgozza l’anziano sacerdote, padre Jacques Hamel. È uno shock per il mondo intero, si tratta del primo martire in Europa nel 21° secolo.
Ma chi era questo prete morto sull’altare? Jan de Volder, esperto di dialogo interreligioso, si è recato sul luogo del brutale omicidio e ha ricostruito minuto dopo minuto, attimo dopo attimo, questo terribile rituale di sangue. Ha incontrato gli ostaggi, i parrocchiani e gli abitanti della zona. Insieme ai fratelli di padre Hamel, ha ripercorso la storia di questo prete-operaio, da sempre a fianco degli ultimi: la vocazione, i primi anni di sacerdozio, l’apostolato in Algeria durante la guerra, la sua scelta di vivere da povero in mezzo ai poveri, fino agli ultimi, drammatici, istanti di vita.
A padre Jacques Hamel, papa Francesco ha dedicato - durante la messa celebrata in suo suffragio - queste parole: “È un martire! E i martiri sono beati - dobbiamo pregarlo, che ci dia la mitezza, la fratellanza, la pace, anche il coraggio di dire la verità”.
Unico parlamentare della Repubblica ucciso dalla mafia mentre era ancora in carica, Pio La Torre è ancora oggi ricordato come un esempio da seguire. In queste pagine i suoi due figli, Franco e Filippo, raccontano l'eccezionale normalità di un eroe che non ha mai voluto diventare un eroe, l'umanità di un uomo e di un padre ancora scomodo, che interroga ciascuno di noi, chiedendoci fino a dove siamo disposti a metterci in gioco per vivere davvero le nostre battaglie. «Il motivo per cui nostro padre poté fare quello che fece sta proprio in questa identificazione totale e piena con le sue battaglie. Oggi come allora queste parole possono sembrare retoriche eppure non lo sono. Pochi hanno avuto e hanno la credibilità per pronunciarle, pochi possono davvero dire "Io sono la mia battaglia". Con la Prefazione di Giuseppe Tornatore.
Ancora un libro di don Antonio Mazzi!?! Sì, ma questa volta è la sua autobiografia: finalmente si può capire cosa ha in quella testa così bacata da proporre idee e pensieri che fanno impazzire alcuni e incazzare altri, tanti altri. Soprattutto mette a nudo il suo cuore, un cuore grande, così grande da riempirsi di tutte le debolezze, le fragilità, le schifezze che gli altri volentieri schivano o fanno finta di non vedere. È da questo cuore che sono nate le "carovane", gli "avamposti", Exodus; è questo cuore che ha fatto camminare e continua a far camminare - a ottant'anni suonati da un bel pezzo - don Antonio Mazzi. E allora, a noi e a te, don Antonio, ancora "tanta buona strada"!
L'avventura con Dio è qualcosa che ti affascina e rimane colpita e scolpita per sempre dentro di te, anche perché Dio non chiama una volta sola, ti chiama tutti i momenti del giorno e mentre ti chiama ti rifà, ti ricostruisce nuovo. La tua tristezza la cambia in gioia, la tua debolezza la cambia in forza, il tuo peccato lo cambia in misericordia. Non puoi resistere a questo Dio che ti crea e ti ricrea, e guai a me se fossi la stessa di ieri. È nella sua fedeltà che noi camminiamo, nella sua grazia che noi cambiamo. Oggi, dopo questi anni, anch'io posso dire di essere cambiata, di essere più buona, di credere di più, di aver sperimentato in modo più vero l'amore di Dio. Sì, Dio esiste, noi lo abbiamo incontrato. È qui, è vivo, cammina con noi!»
Che cosa significa ritrovarsi a poter camminare, correre, stare con gli altri senza più dolori sedati dalla quotidiana morfina, da un giorno all'altro? Che cosa si prova a essere esaminata dai medici più ancora di quando si era malate? Come tacere quando si è protagonisti di una trasformazione della propria vita radicale e incomprensibile ai più? Come annunciare la speranza a chi è ancora nel dolore, quando dal dolore si è stati liberati per grazia? Tutte queste e molte altre domande attraversano il racconto della guarigione di suor Bernadette Moriau: il miracolo che l'ha vista protagonista non si risolve, infatti, per lei in un prodigio isolato, ma in una profonda rilettura della propria vita e in un'interpretazione originale della fede e della vita di Chiesa. Il miracolo, infatti, non è solo un dono per chi lo riceve, ma un'offerta di amore e di speranza per tutti coloro che lo vedono accadere.
Il Signore Gesù ha rivelato alla sua serva Luisa Piccarreta il meraviglioso valore del vivere nel Volere Divino. Vivere nella Volontà Divina è imitare l'operato eterno di Dio nelle nostre preghiere e opere, azione che conferisce loro una qualità eterna, per cui le preghiere e le opere buone a favore degli altri esercitano un forte influsso su tutte le anime del passato, del presente e del futuro contemporaneamente. Il pregare per gli altri assume così un valore e ottiene un beneficio che va oltre lo spazio e il tempo. Come non lasciarsi conquistare dalla grandezza di questo dono che ci permette di fare del bene a tante anime? Oltre alle rivelazioni di Gesù a Luisa Piccarreta, questo libro ci presenta l'esperienza di altri mistici contemporanei all'apostola del Divin Volere che, come lei, avevano una particolare sensibilità verso le anime in Purgatorio: Beata Maria della Passione, Beata Edvige Carboni, Suor Josefa Menendez, Venerabile Lucia Mangano, Beata Alexandrina Maria da Costa, Suor Erminia Brunetti, Beata Maria Bolognesi, Fra Modestino, Teresa Musco. In appendice del libro, alcune delle più belle preghiere a favore delle anime in Purgatorio.
Una lampada sempre accesa nel salotto di casa davanti all'immagine del Santo Volto di Cristo, la fede di un uomo eccezionale che con la Sua preghiera di riparazione e di intercessione ha ottenuto miracoli. E' il venerabile Léon Dupont (1797-18776), "il sant'uomo di Tours", come era chiamato in tutta la Francia e fin oltre oceano.
L'abate Janvier, suo grande amico e prosecutore della sua opera, ha scritto questo libro, che ha avuto moltissime ristampe, e in esso ci racconta Dupont, gli aneddoti che lo riguardano e che solo chi era in confidenza con lui può conoscere.
Ma questo testo non è unicamente una biografia, è anche il manuale di preghiere utilizzato dalla Confraternita del Volto Santo fondata da Léon Dupont e tuttora esistente.
Molte delle preghiere presenti sono state composte da colui che resterà sempre nella storia come "il sant'uomo di Tours".
Tre donne, in un ordito meraviglioso di vite provvidenzialmente intrecciate, preparano, confermano e danno seguito ai fatti miracolosi delle Tre Fontane. Tre donne consacrate, tre donne profondamente mariane, tre donne intensamente dedite alla preghiera per la santità del clero e che, mai conosciutesi in vita, sono in un certo modo anime sorelle, figlie della Bella Signora delle Tre Fontane, della cui vita Maria si è servita per farsi riconoscere e amare dai suoi figli.
La vita di Maryam Baouardy, figlia della Galilea, orfana a tre anni e adottata da alcuni zii, è una successione sorprendente di manifestazioni soprannaturali, dalle stimmate al combattimento contro satana. Entrata nel Carmelo col nome di suor Maria di Gesù Crocifisso, l'umile portinaia e robusta costruttrice, riceve le visite di Gesù e Maria. Le loro parole, perle meravigliose che Maryam ci trasmette, sono per noi, cristiani di questo tempo, e rischiarano l'avvenire dell'umanità tanto angosciata. Papa Francesco l'ha canonizzata il 17 maggio 2015. Chi scopre Maryam non può non innamorarsene, non può non desiderare di diventare santo alla sua scuola!

