
Dal ritrovamento di documenti inediti in italiano emerge la singolare vita di un frate tedesco, fervente patriota, morto ad Auschwitz per aver aiutato gli ebrei. Aniceto Koplin, cappuccino, autore di testi poetici e articoli scientifici, intesse in gioventù le lodi del soldato tedesco e del suo eroismo ed è un convinto sostenitore della potenza germanica e della funzione della guerra. Il suo patriottismo subisce però un notevole contraccolpo mentre si trova a Varsavia, la prima città europea occupata da Hitler. Cambia allora il suo cognome in Kopli?ski per solidarietà con la nazione polacca e dedica la maggior parte del suo tempo ai poveri. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, la capitale viene occupata dai tedeschi e viene istituito il ghetto. Padre Aniceto aiuta gli ebrei a nascondersi e fabbrica per loro certificati falsi. Il suo disprezzo nei confronti della Germania hitleriana diviene manifesto. Arrestato e condotto ad Auschwitz, vi troverà la morte. Viene beatificato nel 1999.
Lo studioso, il politico, il professore e rettore di universita convivevano in Lazzati in una sintesi dove la nota dominante era la tensione verso la santita" (Card. C.M. Martini)"
La vita e la spiritualita della Beata Elisabetta Canori Mora, scritte dalla figlia Maria Lucina Mora, monaca filippina. La vita della Beata Elisabetta Canori Mora, raccontata nei suoi scritti, consegnati dopo la sua morte a Padre Ferdinando di San Luigi Gonzaga, suo direttore spirituale. Dopo la morte di Padre Ferdinando, nel 1829, il diario di Elisabetta passa nelle mani di Padre Giovanni della Visitazione, trinitario, uomo di grande cultura che nel 1851 incoraggia la figliadi Elisabetta a concretizzarne un fedele racconto. Le trecento pagine manoscritte, che costituiscono questa pubblicazione, si conservano nell'archivio di San Carlo alle Quattro Fonritte 26 anni dopo la morte della protagonista, incutono un tale rispetto che non sfiora minimamente il dubbio che sianotane; le stesse ispirano semplicita e sincerita, e benche sc state contraffatte. Il libro tratta il tenore di vita della famiglia Mora, le grandi virtu di Elisabetta e i doni soprannaturali che Dio ha compartito alla Beata.
Affascinante e partecipata introduzione alla vita e alle opere di Eugenia Ravasco che ha consacrato la sua vita al Sacro Cuore e all'educazione dei giovani. Eugenia Ravasco (Genova, 1845-1900) e stata, per usare le parole dell'autore, una donna tra Vangelo ed educazione. Ha infatti saputo trovare nel Vangelo le motivazioni piu profonde alle sue imprese pedagogiche e ha saputo valorizzare il Vangelo come sapiente paradigma di valori per educare i giovani. Fondo la Congregazione delle Figlie del Sacro Cuore e l'Opera della Guardia d'Onore al Sacro cuore, dedicando la sua vita all'infanzia abbandonata, ai malati, ma anche all'educazione dei giovani costruendo numerosi istituti pedagogici.
La debolezza, intesa in senso religioso, non è un limite ma al contrario diventa un punto di forza qualora ce ne serviamo per essere sempre sereni e umili di fronte a quello che è il progetto di Dio su ciascuno di noi. In questo volume l’Autore prende in esame proprio questo tipo di debolezza, offrendo in proposito le sue riflessioni sull’esperienza religiosa di Padre André Louf, monaco belga scomparso nel 2010, unanimemente riconosciuto, grazie ai suoi insegnamenti, come una delle figure spirituali più autorevoli della Chiesa contemporanea.
Il libro è rivolto a tutti i fedeli che intendono fare proprio il messaggio di Padre Louf e diffonderlo alla comunità cristiana
“Correva l’anno 1943. Eravamo all’inizio del Movimento dei Focolari a Trento ed infuriava la guerra…”.
Iniziano così i “fioretti di Chiara”, esperienze vissute da Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, o da altri suoi compagne e compagni, dall’origine del movimento nel 1943 a Trento, fino ad oggi.
Si tratta di semplici fatti straordinari che colpiscono per un’evidenza di luce, per un candore quasi d’infanzia che commuove e fa esultare.
Da quelle prime avventure sono ormai trascorsi quasi 60 anni e i Focolari oggi, nel mondo, tra aderenti e simpatizzanti, sono quasi 2 milioni e mezzo, presenti in 182 nazioni.
Un prodigio evangelico moderno.
Doriana Zamboni è una delle prime compagne di Chiara Lubich e oggi fa parte del Consiglio centrale dei Focolari.
Dobbiamo al vostro Fondatore, al caro e venerato Don Giacomo Alberione, la costruzione del vostro monumentale Istituto.
Nel nome di Cristo, noi lo ringraziamo e lo benediciamo. Eccolo: umile, silenzioso, instancabile, sempre raccolto nei suoi pensieri, che corrono dalla preghiera all’opera (secondo la formula tradizionale: “ora et labora”), sempre intento a scrutare i “segni dei tempi”, cioé le più geniali forme di arrivare alle anime, il nostro Don Alberione ha dato alla Chiesa nuovi strumenti per esprimersi, nuovi mezzi per dare vigore e ampiezza al suo apostolato, nuova capacità e nuova coscienza della validità e della possibilità della sua missione nel mondo moderno e con mezzi moderni.
Lasci, caro Don Alberione, che il Papa goda di cotesta lunga, fedele e indefessa fatica e dei frutti da essa prodotti a gloria di Dio e al bene della Chiesa; lasci che i suoi figli godano con Noi e che oggi le esprimano la loro affezione e la loro promessa di perseverare nell’opera intrapresa. (Paolo VI)
Domenico Agasso vive a San Bernardo di Carmagnola (Torino) dove è nato il 13 febbraio 1921, giornalista dal 1950. È stato redattore capo di Famiglia Cristiana e direttore del settimanale Epoca e del Nostro Tempo. Ha seguito tutti i viaggi di Paolo VI pellegrino per il mondo. Come storico ha curato in 8 volumi la Storia d’Italia (Mondadori, 1978) e Mi chiamerò Giovanni (Mondadori, 1978). Per le Edizioni Paoline: Le chiavi pesanti (1979); L’ultimo Papa santo: Pio X (1985); Don Bosco (1988); Michele Pellegrino (1989); Tecla: antenna della “buona notizia” (1993). Da oltre trent’anni collabora a Famiglia Cristiana, il Giornalino, Jesus, Vita Pastorale.
Due linee destinate a intersecarsi partono da un’unica data, il 1901: a Torino, in una famiglia dell’alta borghesia, nasce Pier Giorgio Frassati e, in una delle chiese più antiche della città, Santa Maria di Piazza, si stabiliscono i padri Sacramentini.
Dopo gli anni dell’adolescenza, in cui maturò sensibilità e spiritualità iniziando a fare della comunione quotidiana un costante punto di riferimento, ecco l’incontro del giovane studente universitario con i «figli spirituali» di san Pier Giuliano Eymard, votati, secondo le intenzioni del loro fondatore, al culto dell’Eucaristia.
Di qui intense ore di adorazione, trascorse dall’«uomo delle otto beatitudini» nella chiesa affidata ai sacerdoti del SS. Sacramento, e un’entusiastica partecipazione alle loro Opere eucaristiche, in un’esemplare dimensione di fede e di carità che è bello riscoprire.
Destinatari
Un ampio pubblico.
Autore
Carla Casalegno è nata e vive a Torino. Dopo gli studi classici, si è laureata in lettere nell’ateneo torinese. Dopo due monografie su Pier Giorgio Frassati, Una vita di preghiera (Piemme 1988) e Una vita di carità (Piemme 1990), ne ha scritto la biografia (Pier Giorgio Frassati, Effatà 2005). Altre sue pubblicazioni di carattere storico e biografico sono: Nella tenda di Marta. Tre voci in armonia (Itaca libri 2000); la biografia della prima duchessa di Savoia-Aosta, Maria Vittoria Dal Pozzo della Cisterna, Il sogno di una principessa in un regno di fuoco (Effatà 2003); Le più grandi storie d’amore di tutti i tempi (Effatà 2005); Vitalità spirituale a Torino (Effatà 2008), un percorso storico-artistico-religioso su una delle più antiche chiese di Torino, Santa Maria di Piazza.
All’epoca in cui visse Maddalena Volpato (1918-1946) il movimento ecumenico faceva i primi passi e l’importanza della comunione tra Chiese sorelle e fratelli separati non si nutriva di sensibilità e convincimenti largamente diffusi. Maddalena fu una pioniera in ciò: accettò la Croce, e l’abbracciò senza remore, con l’auspicio che il Signore gradisse quell’offerta e la utilizzasse per convertire i cuori di quanti si riconoscono come suoi discepoli. Dalle piaghe del corpo di Maddalena, Gesù trasse l’olio per sanare le lacerazioni del suo Corpo mistico. L’atroce sofferenza protrattasi per i quindici ultimi mesi della vita di Maddalena, il lento e inesorabile avanzamento della tubercolosi ossea furono come il profumo dell’incenso che saliva a Dio per impetrare la grazia dell’unità di tutti i cristiani.
Destinatari
Ampio pubblico.
Autore
Nicola Gori, laureato in lingue e letterature straniere presso l’Università di Firenze, collabora con la Cattedra di Letteratura spagnola della Facoltà di Lettere e Filosofia ed è corrispondente dell’Osservatore Romano. Studioso appassionato degli autori mistici, ha pubblicato numerosi libri in questo campo. È anche autore di premiati racconti e poesie.Tra i volumi pubblicati per le Edizioni San Paolo ricordiamo: Consolare Gesù: ecco la mia missione in terra (2010), Con Maria ai piedi della Croce. Biografia della Beata Maria Maddalena Starace Fondatrice delle Suore Compassioniste Serve di Maria (2010) e Una margherita per Gesù. Biografia di Madre Margherita Diomira Crispi (1879-1974) (2011).
Maria Luisa Spaziani è considerata una delle più grandi poetesse italiane viventi. In questo breve saggio dedicato alle sue poesie, Pietro Zovatto mette in luce la religiosità presente nei suoi versi e il concetto di Dio che ne emerge, questo nonostante la Spaziani ponga se stessa nella “stanza del dubbio”. Quest’analisi che tiene ben saldi tra loro sia l’aspetto metrico che simbolico del testo, fa risaltare con grande chiarezza come i riferimenti mistico-sapienziali siano tutt’altro che casuali, al di là di ogni comprensibile dubbio.
Un libro da leggere perché - come sosteneva il critico Luigi Balducci -accostarsi alla poesia di Maria Luisa Spaziani significa compiere un’esperienza che permette di ascoltare riflessioni private, brucianti e quotidiane, ma proiettate su un cielo lontano.
"Un un breve saggio che mette in luce la religiosità e il concetto di Dio della poesia di Maria Luisa Spaziani".
L’Autore
Pietro Zovatto, portogruarese d’origine, vive dalla giovinezza a Trieste dove si laurea con i professori Valerio Verra ed Augusto del Noce. La sua tesi costituisce il suo primo libro: Fénelon e il Quietismo (1968). La sua produzione scientifica riguarda il quietismo, il giansenismo e la storia religiosa dell’Istria e del Friuli. Su questo particolare aspetto ha mostrato una attenzione speciale per le ricerche su Manzoni, Rosmini, G. De Luca, H. Bremond, F. Tomizza, Quasimodo, Biagio Marin, G. Stuparich, V. Sabia. Si possono trovare questi scritti nelle opere: Pia Rimini (1978); Trieste tra umanesimo e religiosità (1986); Ugo Mioni scrittore popolare (1988); Giordana Stuparich (1999); Cultura cattolica rosminiana tra '800 e '900 (1999); Storia della spiritualità italiana (2002); Il fenomeno Turoldo (2004); Cattolicesimo e cultura a Trieste, in Istria e Friuli (2006); Il percorso spirituale di Ada Negri (2009). Ha curato due dei Diari del mistico di Settignano, Divo Barsotti: L’Attesa (1995) e Fissi gli occhi al sole (1997). Delle sillogi poetiche di Pietro Zovatto si ricordano: Amo Trieste (1995); Trieste città del Canzoniere (1996); Carso sublime (1998); La contemplazione del silenzio (2007). Su di lui è stato scritto: Trieste e un poeta: Pietro Zovatto (2002), e Pietro Zovatto tra storia e poesia a cura di G. Cavallini (2005).