
Prete eremita, che cammina a piedi dal 2013, da quando ha compiuto in solitaria il Cammino di Santiago senza zaino e senza soldi, Johannes Maria Schwarz racconta la sua parabola umana e spirituale, i suoi viaggi e i suoi pellegrinaggi. Una voce molto conosciuta nel mondo cattolico: sul proprio canale YouTube, infatti, l'autore ha 95.000 iscritti e quasi un milione di visualizzazioni. Le sue parole si rivolgono a un pubblico trasversale ed estremamente eterogeneo, interessato alle storie di vita e di fede e ai cammini a piedi.
Pier Giorgio Frassati (Torino 1901-1925) è uno dei santi giovani più conosciuti e amati nel mondo: in tutti i continenti ci sono persone e gruppi che si sentono ispirati dalla sua testimonianza cristiana a camminare nella fede e a rendere la propria vita piena di senso e di bellezza. Nell'arco di una vita breve ma intensamente vigilante e operosa, egli orientò la sua esistenza alla ricerca di valori autentici. Studente in Ingegneria mineraria, sportivo esuberante, appassionato soprattutto di montagna, iscritto a molte associazioni del suo tempo attive in ambito sociale, politico e spirituale, partecipava con passione alla vita della Chiesa e alle vicende della società del suo tempo. Vedeva negli altri il volto di Dio e si apriva al prossimo con parole di conforto e di aiuto, con l'amicizia comprensiva e disponibile e con il dono di sé offerto nell'umiltà. La sua personalità continua oggi ad affascinare, animare ed entusiasmare, comunicando, soprattutto ai giovani, che vivere da cristiani è possibile ed è bello. «Tu mi domandi se sono allegro; e come non potrei esserlo? Finché la Fede mi darà forza sempre allegro! Ogni cattolico non può non essere allegro: la tristezza deve essere bandita dagli animi cattolici; il dolore non è la tristezza, che è una malattia peggiore di ogni altra.» (Pier Giorgio Frassati). Prefazioni di Stefano Jacomuzzi e Roberto Repole.
Daniele Comboni (1831-1881) visse in Sudan proprio quando le società e le economie tradizionali stavano per essere travolte dagli effetti della scoperta delle sorgenti del Nilo. La sua opera di evangelizzazione si inserì nella complessa trama di rapporti politici, diplomatici ed economici che avevano come soggetti le potenze europee, l'Egitto e le compagnie commerciali, e come oggetti l'avorio e le popolazioni subsahariane. A queste Comboni si dedicò infaticabilmente, combattendo il commercio degli schiavi e sognando e progettando l'autogoverno del continente, in base al principio della "rigenerazione dell'Africa coll'Africa stessa".
Il cofanetto contiene quattro volumi di meditazione su libri del Nuovo Testamento, opere di monsignor Bregantini, già pubblicate separatamente. LA STRADA E LA STELLA. I Vangeli dell'infanzia I COLORI DI LUCA. Il Vangelo di Luca VOLTI E LUOGHI DI UNA CHIESA GIOVANE.Gli Atti degli Apostoli VIVENTE È LA NOSTRA SPERANZA. Riflessioni sulla Prima Lettera di Pietro.
Ampia biografia di suor Maria Troncatti (1883-1969), Figlia di Maria Ausiliatrice, infermiera crocerossina durante la prima guerra mondiale, poi missionaria fra gli indigeni dell'Ecuador. Da queste pagine emerge la figura di una donna semplicissima, tutta dedita alla sua missione: visse con totale noncuranza di sé il sacrificio e il servizio, superando gravissime difficoltà di ogni genere. Donna di frontiera, suor Maria è stata creativa e solidale con i più poveri e sofferenti, e con le giovani generazioni autoctone.
Vera Grita (1923-1969), insegnante e salesiana cooperatrice, dopo aver contratto una malattia cronica ai polmoni fu chiamata dal Signore a essere nella Famiglia salesiana e nella Chiesa “voce- del Dio vivente. Gesù Eucaristia, attraverso il dono delle locuzioni interiori, le dettava l'''Opera dei tabernacoli viventi- per la salvezza delle anime. Questo volume contiene l'espistolario in parte inedito di Vera Grita e dei suoi padri spirituali: un itinerario di fede intenso, ispirato a quello della mistica beata Maria Alexandrina da Costa e sulle tracce di grandi figure quali santa Teresa di Lisieux e santa Caterina da Siena. La pubblicazione è corredata da un inserto fotografico.
Descrizione dell'opera
Monsignor Giuseppe B. Pasini (1932) ha segnato la storia recente di due grandi organizzazioni cristiane: le ACLI, di cui è stato vice assistente nazionale dal 1967 al 1971, e la Caritas Italiana, di cui ha contribuito alla fondazione ed è stato direttore nel decennio 1986-1996, consolidandone la presenza e la connotazione educativa e sociale.
Nel corso di circa trent'anni di impegno civile ed ecclesiale, Pasini è stato tra le figure più influenti del panorama nazionale. Dalla sua posizione di «osservatore privilegiato», alla direzione del più grande organismo socio-pastorale della Chiesa italiana con un radicamento capillare e stabile in tutte le 220 diocesi, ha potuto cogliere luci e ombre del nostro paese ed evidenziare il persistere di varie forme di povertà ed emarginazione.
Nella ricorrenza degli ottant'anni di monsignor Pasini, il volume propone gli editoriali da lui scritti per Italia Caritas dal 1986 al 1996, una sua conversazione col curatore, una contestualizzazione storica e un'appendice con lettere di apprezzamento e di riconoscenza completata da una galleria fotografica.
Sommario
Presentazione(F. Soddu). Introduzione (S. Ferdinandi). I. Una visione della carità di alto profilo. (G. Brunet). II. Un ministero a servizio del vangelo della carità. III. Tra memoria e prospettive. A colloquio con mons. Giuseppe Pasini (S. Ferdinandi). APPENDICE. Lettere di riconoscimento. Galleria fotografica.
Note sul curatore
SALVATORE FERDINANDI, sacerdote della diocesi Terni-Narni-Amelia, dal 1982 al 2001 è stato direttore della Caritas diocesana, esperienza pastorale riversata poi in Caritas Italiana, dove è responsabile per gli ambiti della formazione e della promozione delle Caritas diocesane e parrocchiali, della documentazione e della sussidiazione. Dopo la specializzazione all'Accademia Alfonsiana di Roma, ha insegnato Dottrina sociale della Chiesa alla Pontificia Università Urbaniana ed è ora docente di Teologia pastorale al Pontificio Collegio Leonino di Anagni. Per EDB ha pubblicato Per una carità aperta al mondo (2003); Radicati e fondati nella carità. Itinerario di formazione alla carità per sacerdoti, seminaristi e diaconi nella Chiesa italiana (22008); Quarant'anni di Caritas. Metodo e strumenti pastorali per educare alla carità (22012).
"Don Luigi è stato e ha voluto rimanere, sempre, un uomo povero, un prete povero, perché ha voluto essere, con genuina coerenza, con i poveri, e innanzitutto con Cristo povero": parole del cardinale Camillo Ruini, nell'omelia pronunciata al Laterano il 15 ottobre 1997, in occasione dell'ultimo saluto a don Luigi di Liegro. Fondatore e direttore della Caritas romana, don Luigi è stato fra i maggiori protagonisti della vita religiosa di Roma dagli anni Settanta fino alla morte. La sua attività in favore dei più poveri, dai senza tetto, agli immigrati, agli ammalati di AIDS - "in difesa di ladri, brigatisti, zingari e barboni", questo di lui si disse - lo ha portato a collaborare e insieme spesso a scontrarsi con le autorità locali; e in qualche caso, pur godendo della fiducia e dell'affetto di Giovanni Paolo II, anche con le autorità religiose. La sua concezione del volontariato ha segnato una generazione; e ancora oggi rimangono attive le sue istituzioni, dalle mense alle case-alloggio ai centri di ascolto, alimentate anche dalla Fondazione che porta il suo nome. Il volume rappresenta una prima ricostruzione della biografia di un uomo che è stato e rimane uno dei grandi segni di contraddizione della storia religiosa e politica della Chiesa italiana del Novecento.
L'obiettivo quotidiano e primario di ogni uomo è "agire bene", orientare il proprio atteggiamento e la propria azione verso un'esistenza piena e felice. Sembra però che nel mondo contemporaneo sia sempre più difficile comprendere il posto dell'uomo nella natura. Ciò che vale nell'ambito personale si riverbera nelle grandi questioni che affronta l'umanità: la crisi ecologica, la giustizia, la difesa della pace. In un mondo che si dice secolarizzato, la teologia può e deve tornare a dire qualcosa di significativo per tutti. Teilhard de Chardin ha saputo leggere i mutamenti del mondo contemporaneo e la direzione presa dall'umanità, delineando sfide, minacce e opportunità. Osannato o avversato, egli ha segnato indelebilmente la cultura del Novecento. Il sacerdote e paleontologo francese ha aperto nuove vie di ricerca che chiedono di essere percorse, continuate. Lontano dalle polemiche che hanno accompagnato la pubblicazione delle sue opere, l'autore ha accostato in questo libro il cuore eucaristico del pensiero teilhardiano all'opera di alcuni grandi autori del cristianesimo orientale Ortodosso, in particolare Pavel Florenskij e Iannis Zizioulas. I due approcci, a prima vista distinti, se non lontani, mostrano convergenze e assonanze che illuminano la visione teilhardiana del mondo, conducendo a considerare la liturgia - al di là di ogni concezione riduttiva e funzionale - come esperienza sintetica, capace di esprimere e orientare la pienezza dell'esistenza di ogni uomo.
Il titolo, suggerito dalla metafora della «goccia d’acqua» spesso usata dall’autore, intende comunicare il senso del libro, che desidera non tanto ripercorrere gli avvenimenti della vita di Panikkar ma illustrare il cammino che lo ha portato a scoprirsi «acqua». Come egli scrive nei suoi diari (8 novembre 2000): «Sono consapevole dei miei difetti, ma non posso negare la mia esperienza della Resurrezione. Essa comporta la mia coscienza di vivere ora la vita eterna – di essere acqua e non goccia, mentre ancora sono goccia». Alcune note biografiche si trovano nella Postfazione. Anche questa tuttavia è intesa soprattutto a evidenziare, per quanto possibile, la vera identità dell’autore. Siamo convinti, come dice Panikkar, che «un libro è una goccia nell’oceano dell’opinione pubblica, una vera preghiera è un bicchiere d’acqua, ma un libro frutto della contemplazione può essere una pioggia benefica» (18 febbraio 1996).
La ricerca di Biffi mette in luce un filo rosso di pensiero che attraversa la storia moderna e ci conduce al XIX secolo. Proprio la frequentazione della complessità tomistica e della creatività e dolcezza del pensare monastico hanno iniziato l’autore a cercare gli esploratori della fede in quel mondo moderno in cui sviluppano il pensiero scientifico e i sistemi filosofici. Questo libro c fa gustare la qualità e l’acutezza di pensatori da Maldonado a Rosmini che hanno mantenuto vivo il connubio tra l’entusiasmante procedere della ragione e le meraviglie dello spirito.