
Dagli scritti di Mariachiara emerge una ricchezza interiore e un rapporto fecondo e vivido con il Signore, dal quale lei si lasciava plasmare docilmente. Questo libro è il testamento di una vita vissuta al massimo pur nella sofferenza, esempio di santità. Fino agli ultimi giorni della sua vita, Mariachiara è riuscita ad infondere in tutti coloro che la conoscevano quella pace del cuore che solo Dio può donare.
Con chiarezza e capacità di coinvolgimento il testo si propone di far conoscere don Lorenzo Milani nella sua complessa personalità. Il suo insegnamento profetico ha ancora tanto da dire su alcune questioni nevralgiche dei nostri giorni, come la potenza rivoluzionaria del messaggio cristiano, la centralità della scuola per la costruzione di una civiltà più a misura d’uomo e la sfida di una convivenza pacifica fra i popoli. La lettura del testo è utile a chi, giovane, ha sentito soltanto il nome di don Milani e a chi lo ha letto in passato, per riscoprirne la testimonianza in occasione del cinquantenario della morte (26 giugno 1967).
Attraverso abbozzi di diari, articoli di giornale e scambi epistolari, il libro ripercorre la vita di Don Filippo Di Grazia senza scadere in un asettico resoconto di eventi o, ancora peggio, in un’agiografia epurata da difetti ed errori. L’esperienza con Don Oreste Benzi, la collaborazione con Maria Massani, l’ordinazione a sacerdote, i numerosi viaggi e l’insegnamento in Terra Santa sono solo alcune delle tappe fondamentali della intensa vita di Don Filippo. Se la precoce vocazione all’insegnamento e all’educazione, seguita in età matura dall’ordinazione a sacerdote, mettono in luce il suo desiderio di dedicarsi agli altri, le sue lettere ci parlano di un uomo che non ha mai rinunciato alla sua libertà di pensiero ed azione. Un intellettuale che si è battuto per coniugare l’ortodossia e la norma alla concreta vita che incrociava ogni giorno nelle confidenze dei suoi discepoli spirituali. Un sacerdote che ha sempre rispettato il voto di obbedienza verso l’autorità senza mai rinunciare alle sue convinzioni. Un uomo che ci ha lasciato – anche tra le righe di queste pagine – uno spunto di riflessione, una polemica costruttiva, un insegnamento intelligente e pratico.
In un periodo storico nel quale non è chiaro quali siano i percorsi ecclesiali e teologici da intraprendere, il pensiero di Paolo De Benedetti (1927-2016) è essenziale e provocante. Mette in dubbio la logica occidentale nel fare Teologia. La mette in crisi e ci mette in crisi. Costringe chi lo ascolta a non essere banale nel parlare di Dio, della Bibbia, della fede e della vita. Nel leggere le Scritture Paolo De Benedetti spinge l’intercolutore a non fermarsi mai al primo “senso”, ma ad andare sempre oltre, fino ad arrivare al “settantunesimo senso”, cioè al “proprio” senso. Per De Benedetti la realtà della fede è misteriosa e sfuggente. Come il volto di Dio, che si mostra ma nello stesso tempo si nasconde, in un gioco quasi sempre incomprensibile. Le pagine di questo piccolo libro rileggono la vicenda esistenziale di Paolo De Benedetti come vicenda teologico- ecclesiale capace di aprire nuove piste di riflessione e di azione.
Scopo di questo breve saggio è dimostrare che Lutero non intendeva fondare una nuova Chiesa, bensì trasformare quella esistente, rendendola più confacente allo spirito evangelico delle origini. Per questo il monaco agostiniano si adoperò con zelante impegno a tratteggiare, per così dire, la planimetria del cristianesimo del futuro, configurandolo più come una fede, che come una religione. Solo così, alla luce anche di certe sue intuizioni, è possibile pensare che il cristianesimo, scevro dalle ipoteche dei condizionamenti culturali, sia in grado di fare ancora risuonare l'eco della voce di Cristo e risulti più "credibile", presso le nuove generazioni, nella sua "pretesa" di essere depositario di un messaggio universale da offrire all'umanità.
Viviamo in un mondo pluralista con molte religioni, culture, lingue, gruppi etnici. Dovremmo essere capaci di conoscere, accettare e apprezzare gli altri. Dovremmo dialogare e collaborare per il bene di tutti. È necessario portare le persone a capire che l'unico Dio può essere raggiunto in maniere diverse. Le strade diverse dipendono dalla storia, dalle circostanze geografiche e culturali. La sfida non è solo quella di rispettare e di tollerare queste differenze, ma di celebrarle. Le religioni non salvano. Ma Dio sì. Dio può far uso di ogni mezzo per raggiungere le persone. Dio può parlare tramite santi e profeti in ogni religione. Con contributi di Brunetto Salvarani e Gaetano Sabetta.
con i contributi di Nicola Alfiero, Donato Ceglie, Goffredo Fofi, Amato Lamberti, mons. Raffaele Nogaro, Isaia Sales e Conchita Sannino.
Quando don Diana venne ucciso dalla camorra (la sua storia è tornata a essere famosa grazie al successo di Gomorra) alcuni amici vollero ricordarlo raccogliendo i suoi scritti e aggiungendovi testimonianze e saggi di giornalisti, politici, volontari, magistrati, sociologi sul suo operato e sulla zona in cui egli operava, Casal di Principe, regno delle “famiglie” criminali che ne avevano deciso la morte.
Il libro uscì pochi mesi dopo il delitto, a spese di pochi amici, presso l’editore napoletano Pironti con i contributi di Nicola Alfiero, Donato Ceglie, Goffredo Fofi, Amato Lamberti, mons. Raffaele Nogaro, Isaia Sales e Conchita Sannino.
Ci è parso opportuno riproporlo per il suo valore di testimonianza, di riflessione e di scandalo, e perché nel frattempo molti libri hanno raccontato la vita di don Diana, basandosi su questo, e raramente citandolo.
Dopo aver scritto 'Perchè vuoi scappare?' sulle avventure delle prime Famiglie in Missione in Olanda, ho pensato: e i figli? Non sarebbe giusto dare la parola anche ai figli? (molti dei quali nel frattempo sono diventati giovani adulti)... Quando ho chiesto ai figli di scrivere la loro esperienza, la proposta è stata accolta da tutti con entusiasmo, ma poi ognuno ha reagito a modo suo. C'è chi ha la penna facile e invece chi dà più rilievo ai fatti che alle parole scritte; c'è anche chi è così preso tra famiglia, lavoro ed evangelizzazione, che non riesce a trovare un momento per fermarsi a scrivere. Ho insistito a tempo e fuori tempo, tempestato di email, allungato il tempo di scadenza... E alla fine ecco il raccolto: abbondante e stupefacente.
Il libro che hai tra le mani, caro lettore, intende essere una guida attraverso la vita e la missione di Carmen Hernández, sotto forma di domande e risposte. Esplora la sua infanzia, gli studi, la vocazione missionaria e le fasi chiave della sua vita, tra cui il periodo trascorso in Terra Santa e l'inizio del Cammino Neocatecumenale in un quartiere marginale di Madrid. Il libro mette in luce il suo profondo amore per Gesù Cristo, la Chiesa, la preghiera e le Sacre Scritture, nonché il suo rapporto con i vari papi che ha incontrato e la sua visione, chiara e innovativa, del ruolo della donna nella Chiesa. Accompagnato da immagini d'archivio, molte delle quali ancora inedite e da abbondanti dati statistici sul Cammino Neocatecumenale, conclude parlando degli ultimi tempi della sua vita e dell'apertura della sua Causa di beatificazione e canonizzazione con la proclamazione a "Serva di Dio", invitando i lettori - soprattutto i più giovani - a conoscerla meglio e a chiedere la sua intercessione. Carmen Hernández nasce a Ólvega (Soria, Spagna) il 24 novembre 1930. Trascorre la sua infanzia a Tudela (Navarra). Si laurea in Scienze Chimiche all'Università di Madrid. Fin da bambina sente la vocazione missionaria sotto l'influenza di san Francesco Saverio e per alcuni anni è membro dell'Istituto Missionarie di Cristo Gesù. Studia Teologia a Valencia. Nel 1964 ha conosciuto Kiko Argüello nelle baraccopoli di Palomeras Altas a Madrid, con il quale ha annunciato il Vangelo ai poveri con cui vivevano. L'allora arcivescovo di Madrid, Mons. Casimiro Morcillo, li ha incoraggiati a diffonderlo nelle parrocchie. Il Signore li ha guidati verso una sintesi teologico-catechetica basata sulla Parola di Dio, la liturgia e la comunità, che sarà il fulcro del Cammino Neocatecumenale, i cui Statuti sono stati approvati in modo definitivo dalla Santa Sede nel 2008. Per più di 50 anni, insieme a Kiko Argüello, ha dedicato la sua vita all'annuncio del Vangelo in tutto il mondo. È morta a Madrid il 19 luglio 2016. Il 4 dicembre 2022 è stata aperta la sua Causa di beatificazione e canonizzazione nella diocesi di Madrid, ed è stata dichiarata Serva di Dio.
Antonietta Meo (1930-1937) è la più piccola candidata alla beatificazione nella storia della Chiesa. Con papa Benedetto XVI (2007) ha raggiunto la tappa della proclamazione dell'eroicità delle virtù. Questo libro approfondisce l'universo spirituale, ma anche materiale della bambina, evitando di lasciare il suo ritratto tra i fenomeni mistici straordinari, l'eccezionalità di una bambina-prodigio. Il messaggio di Antonietta, a prima vista duro e aspro nelle sue punte di dolore innocente, è un "Magnificat" continuo, un inno di gioia, un preludio di risurrezione che è già contenuta nel suo cuore. È un messaggio che indica la "notizia" fondamentale del Vangelo: Cristo è morto e risorto e questa è la salvezza del mondo. Una bambina di sei anni e mezzo oggi ce lo ricorda con forza, con la sua vocina semplice e squillante, sofferente e gioiosa insieme.
Una commovente parabola di un santo dei nostri giorni, raccontata attraverso la testimonianza di uno dei suoi più stretti amici e collaboratori. Non è una biografia del Santo. Piuttosto, quelli raccolti sono i frammenti della storia di un santo che ha vissuto in un secolo furibondo, episodi magari trascorsi insieme, qualche frase ascoltata a suo tempo senza darle peso e rimasta impigliata nella memoria. Dai pochi segmenti di vita emerge una personalità forte, indomita, amante di Maria e di suo Figlio nello spirito di San Camillo...
"Mariagrazia Licitra con la sua fatica e il suo appassionato studio consente di capire e di testimoniare a tutti che il cammino di Madre Maria Candida dentro il mistero eucaristico è stato un itinerario progressivo e non già quello che diremmo, per intenderci, una semplice e personale devozione. L'autrice ci guida, con mano ferma e precisa, dentro questo cammino di spogliamento di sé e al contempo di immedesimazione d'amore con la presenza di Cristo nell'Eucaristia, ma a tappe dilatate e tuttavia concentriche in una interiorità profondamente unificata nel suo centro di fede fatto d'amore, ammirazione e dedizione. E, alla fine, ne nasce uno straordinario "messaggio": Madre Maria Candida è stata, innanzitutto, una discepola del mistero eucaristico, una discepola che ha ascoltato, giorno dopo giorno, anno dopo anno e sino alla fine della sua vita, quel Maestro divino che parla e si rende presente in quel mistero del pane e del vino che è il cuore e l'anima della fede cristiana.

