
La testimonianza di come l'impegno e l'assunzione di responsabilità da parte di una comunità, che si riunisce intorno a una motivazione di giustizia, vissuta sia in chiave cristiana sia civica, può davvero generare un cambiamento sociale, culturale e educativo. Nei comuni della cintura sud-ovest di Milano, si conta un bene confiscato ogni mille abitanti. È un dato che dice chiaramente quanto la presenza della criminalità organizzata è forte, reale, pervasiva. Una presenza che sottrae risorse alla comunità e impatta su tutti. Pensiamo alla fatica che devono fare tante aziende sane per competere con chi non rispetta le regole, anzi le infrange ricorrendo a minacce e violenza. Se da un lato la criminalità toglie, dall'altro i beni confiscati devono essere in grado di restituire, cioè diventare volano di solidarietà, inclusione, accoglienza. In primo luogo, restituire senso di giustizia. E per vincere davvero, lo Stato, inteso come comunità che vive e abita un territorio, deve essere in grado di far generare qualcosa di positivo da quel bene, mettendolo a disposizione di chi ha più bisogno. Ecco che cosa racconta Libera Masseria: un bene confiscato, oggi "liberato", che testimonia come l'impegno e l'assunzione di responsabilità da parte di una comunità possono davvero generare un cambiamento sociale, culturale e educativo. «Ecco cosa accade quando un sogno incontra la giustizia! E don Massimo è uno abituato a sognare in grande. Grande come un edificio in stato di abbandono che un giorno scopre esistere nel comune di Cisliano, cintura sud di Milano. Si tratta di un immobile appartenuto a una famiglia della 'ndrangheta, giunto quasi al termine di un processo di confisca e il cui destino è ancora incerto. Per fortuna, la consapevolezza dei problemi da affrontare non basta a scoraggiare le persone come don Massimo, né le centinaia di associazioni e gruppi impegnati nel recupero e nella riconversione dei beni mafiosi. Tutte queste realtà hanno capito una cosa fondamentale: l'importanza di mandare segnali di concretezza alle popolazioni colpite dalla prepotenza mafiosa. Segnali senza i quali tutti i discorsi sulla legalità, la responsabilità e la partecipazione civica rischiano di suonare sempre più vuoti e retorici. Questo è un libro che merita di essere letto, perché, nel raccontare una singola storia, ci parla di molte questioni cruciali dell'Italia di oggi.» (don Luigi Ciotti).
C’era una volta la scuola in ospedale. E c’è ancora. Come ci sono Sandra, Luca, Anna, Federico e molti altri. Ragazzi che fanno parte di un villaggio di confine, dove si cresce confrontandosi con difficoltà serie, con una malattia da combattere, con il tempo da conquistare. Ragazzi che hanno combattuto una battaglia per la vita nel reparto di Oncologia pediatrica del Gemelli di Roma e l’hanno vinta. E così uno di loro oggi fa il ricercatore, un’altra disegna fumetti, un terzo sta per iscriversi all’università in Danimarca. E così via. Ma quello che conta è che tutti sono qui, a raccontarci la loro vita, le loro “storie di incredibile felicità”.
“Proverete emozioni vere, legate a storie reali. Storie magari non adatte ai social, ma aderenti al sociale. E che ci possono aprire il cuore e la mente”. (Massimo Giletti)
“La vera felicità ha il sapore di una giornata di sole fuori dall’ospedale, di una gita, di una vacanza, di un sorriso e di un sentimento di amore che ti accarezza”. (Benilde Naso Mauri).
La Stazione Trastevere, a Roma, è un luogo d’incontro e di passaggio per decine di migliaia di persone ogni giorno, ma è anche casa per tante donne e tanti uomini che la vita ha portato ad accamparsi in qualche modo nei suoi dintorni. Dietro le barriere che talvolta discriminano, si svela un mondo popolato non di “scarti della società”, ma di famiglie in estrema povertà, di padri senza più lavoro, di figli non desiderati, di ragazze maltrattate in un ambiente ostile, di donne abbandonate alla solitudine. Qui un gruppo della Comunità di Sant’Egidio si dà da fare ogni notte per aiutare queste persone a resistere alle insidie del freddo e dell’abbandono, facendosi compagno di strada di tanti di loro e raccogliendone l’anelito profondo al cambiamento, oltre che le storie. Che non sono semplicemente tragedie, ma vere storie di vita da conoscere, se si vuole consapevolmente sapere.
“Chi vive per la strada coltiva il desiderio di una vita normale. Di una vita meno da soli. Perché la solitudine è un peso in più per chi è fragile e povero”. (Marco Impagliazzo)
La figura di san Lorenzo da Brindisi (1559-1619) è esemplare per le spiccate virtù morali e le qualità intellettuali. Santo, dottore della Chiesa, apostolo, diplomatico, operatore di pace, apprezzato uomo di governo dell'Ordine Francescano Cappuccino.
"La mano fece di nuovo cenno a me. Entrai. Sopra alla barba bianca due occhi luminosi. Quando uscii la mia vita non era cambiata: avrebbe solo cambiato direzione, ma io non lo sapevo ancora. Che direzione stava prendendo la mia vita quando, solo per accompagnare alcune persone, quegli occhi luminosi mi guardarono? Quegli occhi mi dissero che c'era un mondo dello spirito che non inquietava, ma dava pace; che non spaventava, ma dava coraggio. Non era il mondo degli spiriti, ma dello Spirito." (M. Giuliani)
Un "diario" senza date o successione cronologica di eventi descritti in modo dettagliato. Una "storia" nella quale molti si possono ritrovare, fatta di domande, riflessioni, dubbi attorno a un unico pensiero: come può un amore grande e vero, capace di ridare senso a tutta l'esistenza, essere motivo di lontananza da Dio e dalla sua misericordia? È il percorso di una donna che, proprio nel momento in cui ritrova la fede, scopre di avere un posto da "irregolare" nella Chiesa, in quanto sposa di un uomo che ha conosciuto la dolorosa esperienza del divorzio. Un cammino lungo e onesto, dove la luce, anche se non sempre al massimo del suo splendore, non smette mai di lasciar intravvedere spiragli di speranza. Un percorso di fede e di riscoperta del volto accogliente della Chiesa. Un libro che trasmette grande serenità, che suggerisce forza e pazienza a quanti sono nella medesima condizione dell'autrice, offrendo spunti interessanti al percorso che anche la Chiesa sta compiendo nei confronti di separati, divorziati e risposati, sulla spinta del messaggio di papa Francesco.
Bruno Varacalli è un giovane poliziotto, appassionato del suo lavoro. Non ha mai cercato la notorietà ma Ia sua storia sta facendo il giro del mondo.
Un terribile incidente in moto gli ha cambiato Ia vita: ha perso una gamba, ha rischiato di morire e di dover rinunciare alle cose che amava, prima di tutto la divisa, conquistata a denti stretti. Ma non si è arreso. Con grande coraggio e determinazione ha imparato a camminare e a correre con una gamba bionica ed è tornato in Polizia.
"Non rinunciate ai vostri sogni, ai vostri progetti, perché se abbiamo una seconda possibilità non dobbiamo sprecarla piangendoci addosso, la vita deve andare avanti", scrive ai giovani e ai tantissimi follower che Io seguono sui social.
Nel dicembre 2004 ad Alberto Del Corno viene diagnosticato un tumore maligno alla tiroide. Dopo un lungo percorso di cura è dichiarato "in remissione completa". Tuttavia «per sentirti davvero fuori dal tunnel non basta quella scritta su un pezzo di carta. Sei tu che devi accettare di essere guarito e io non ero ancora pronto». Così entrano in gioco i social. «Scoperta l'esistenza dei gruppi facebook, la prima cosa che mi venne in mente fu cercare se ne esistessero di dedicati alle patologie della tiroide. Mi si aprì un mondo, il mio mondo; lessi avidamente i primi post e mi resi conto di una stupenda realtà: non ero più solo. Fino ad allora avevo combattuto il mio tumore nel silenzio della solitudine. In tanti mi erano stati vicini, ma nessuno può capire veramente cosa provi, se non chi sta vivendo la tua stessa esperienza.» Comincia così un'avventura che prosegue tuttora e che l'Autore descrive in queste pagine intense e vivaci con tono leggero, presentando i tanti amici e le tante storie che da anni lo accompagnano. Con uno stile schietto e immediato, Del Corno ci permette di entrare nella "Casetta" da cui ha preso vita una nuova realtà più ampia, al servizio di chi si trova ad affrontare una patologia tiroidea: il gruppo facebook "Vivere senza tiroide".
Sabrina Bergamini Vitali, mamma di Davide, un ragazzo tetraplegico morto a 27 anni, racconta la sua storia attraverso le pagine di un "diario" che scandisce gli ultimi mesi di vita del figlio. E mentre scrive, la memoria va a tanti episodi e incontri avvenuti nel corso dell'esistenza di Davide: un mosaico di immagini vivide, che mostrano bene quanto il ragazzo sia stato sempre vivace, attivo, e quanto la sua vita sia stata piena. Sono pagine che trasmettono un grande messaggio di amore e la consapevolezza che ogni esistenza, pur con le forti limitazioni fisiche e i condizionamenti causati dalla malattia, è degna di esprimersi al meglio e di sperimentare "tutte le cose belle" possibili, grazie alla vicinanza e all'aiuto dei propri cari e di un'intera comunità.
Un libro sulla vita e la spiritualità di don Ottorino Zanon (1915-1972).
Dice l’Autore: 'Ci siamo immaginati di essere lassù, in Paradiso, e di dare voce a Don Ottorino Zanon (Vicenza, 1915 - 1972), un prete contento, un santo dei nostri tempi, un apostolo di fuoco, fondatore della Pia Società San Gaetano, Congregazione di preti, diaconi e sorelle nella diaconia. Molti di noi hanno vissuto con lui su questa terra; tutti, quando ne incontrano gli scritti, lo percepiscono vicino, familiare, estremamente accessibile, e allo stesso tempo straordinariamente profondo. Forse per questo abbiamo preso il coraggio a due mani e abbiamo ardito esprimerci con questa costruzione letteraria. La nostra parola, prestata a lui, si trova scritta in stampatello; i suoi testi originali, frutto di rudimentali registrazioni che ce ne hanno conservato la memoria, sono riportati in corsivo. Ma è il contenuto ciò che in realtà c’ha reso facile l’intento: i fatti della Provvidenza, un piccolo Vangelo intessuto di vicende feriali e di incontri semplici, ma impregnato di una presenza ‘quasi matematica’ di Dio. Il desiderio è che capiti ai lettori, quello che è capitato a noi suoi religiosi, di vedervi cioè rispecchiati nella vostra vita normale perché l’ordinarietà della vita divenga luogo di una santità straordinaria. Era il sogno di don Ottorino su ogni uomo'.
La seconda parte del libro presenta alcuni spunti per la riflessione personale (o di gruppo).
Biografia di DON OTTORINO ZANON (1915 - 1972), fondatore della Pia Società San Gaetano di Vicenza. Umile prete vicentino capace di cose straordinarie, ha cambiato il cuore di tantissime persone grazie al suo profondo amore al Signore e alla sua generosa donazione verso i bisognosi del suo tempo; ha attirato tanti con il sorriso contagioso, la comunicativa immediata e credibile, il suo stile geniale e intraprendente tutto rivolto alla diffusione del Regno di Dio. Il lettore attento non mancherà di provare gioia e desiderio di imitarlo nella sua spiritualità semplice, profonda e alla portata di tutti. Scopo della biografia, oltre a far conoscere un prete ‘rivoluzionario’, è quello di suscitare nel lettore una spinta interiore ed una risposta generosa a fare di Cristo il centro della vita, il motore di tutte le sue azioni e provare la gioia di lasciarsi trascinare nel suo progetto di amore.