
«La storia di don Giussani è così significativa, perché ha vissuto le nostre stesse circostanze, e ha dovuto affrontare le stesse sfide e gli stessi rischi, ha dovuto fare lui stesso il cammino che descrive in tanti brani delle sue opere» (Julián Carrón). Le circostanze che ha attraversato e le persone incontrate sono state decisive per il delinearsi della vocazione di don Luigi Giussani: i suoi genitori, i professori e i compagni del Seminario, le sue letture, il sacerdozio, i primi giovani conosciuti in confessionale o in treno, l’insegnamento, le incomprensioni e i riconoscimenti, la malattia. Don Giussani ha sempre considerato il cristianesimo come un fatto, un evento reale nella vita dell’uomo, che ha la forma di un incontro, invitando chiunque a verificarne la pertinenza alle esigenze della vita. Così è stato per i tanti ragazzi e adulti di tutto il mondo che hanno riconosciuto in quel prete dalla voce roca e attraente non solo un maestro dal quale imparare, ma soprattutto un uomo col quale paragonarsi, un compagno di cammino affidabile per rispondere alla domanda: come si fa a vivere? Oggi uno di quei “ragazzi”, che con lui hanno percorso un tratto importante della loro vita e continuano a seguire ciò che egli stesso seguiva, prova a raccontare chi era e come ha vissuto don Giussani attraverso molti documenti inediti. Nasce così questa biografia che, oltre a ricostruire per la prima volta la cronaca dei giorni del fondatore di Comunione e Liberazione, offre ai lettori il segno della sua eredità per la vita delle persone e della Chiesa.
“Tutto per me si è svolto nella più assoluta normalità, e solo le cose che accadevano, mentre accadevano, suscitavano stupore, tanto era Dio a operarle facendo di esse la trama di una storia che mi accadeva e mi accade davanti agli occhi.” Verso la fine dei suoi anni, don Giussani (1922-2005) parla così della sua vita, tanto evidente è per lui che è Dio a operare tutto attraverso le circostanze della sua esistenza. Alberto Savorana, che con lui ha trascorso un tratto importante della propria vita, racconta chi era e come ha vissuto il fondatore di Comunione e Liberazione: affidandosi a molteplici fonti, alle parole degli amici, e soprattutto a quanto lo stesso Giussani ha scritto e detto, l’autore ripercorre le vicende di un uomo che ha reso di nuovo attraente il cristianesimo diventando per tanti ragazzi e adulti un maestro e un compagno di cammino. La testimonianza di Savorana, preziosa per completezza e capacità di rivelare particolari spesso sconosciuti, non solo ricostruisce la cronaca dei giorni del sacerdote ambrosiano, ma offre anche ai lettori il segno della sua eredità per la vita delle persone e della Chiesa.
Cosa hanno in comune un poliziotto della Stradale e un camionista? Solamente la strada, mi verrebbe da dire perché - fuori dai denti - le due categorie non si sono mai amate, anzi tutt'altro. Ma a volte le cose della vita sorprendono con un inaspettato contropiede e capita che "cani e gatti" si ritrovino a giocare insieme con un unico intento, quello di unire le forze per raggiungere l'obiettivo. Una strana coppia, forse, ma unita da un messaggio importante da trasmettere ai giovani: la sacralità della vita e quanto sia assurdo perderla sulla strada. Perché la vita rimane la cosa più bella che abbiamo!
Pagine dirette, quotidiane, ficcanti, sincere, senza fronzoli e senza manipolazioni raccolgono storie di gioventù fallite, degradate, non a lieto fine. L'autore non tenta una facile redenzione o ingenue soluzioni edulcorate, ma si impegna con forza e coraggio in un'opera di prevenzione, partendo dal principio che tutti siamo "capolavori di Dio": occorre saper riconoscere l'immenso valore della nostra vita per non buttarla via ma anche quando tutto sembra distrutto e si tocca il fondo, non è mai troppo tardi per riscoprire la bellezza essenziale di ogni essere umano e recuperare la dignità perduta.
In apparente contrasto con la vita frenetica moderna, ancora oggi giovani uomini e donne abbracciano la scelta eremitica e vegliano, come gufi nella notte, meditando e scoprendo la presenza di Dio nel silenzio. Ma questi eremiti, che per la prima volta prendono qui la parola, non sono persone tagliate fuori dal mondo o lontane dai problemi della gente. Ben al contrario dimostrano una sorprendente vivacità e curiosità.
Destinatari
Un ampio pubblico per un tema di crescente interesse.
Autore
Cristina Saviozzi, nata a Pisa nel 1955, è laureata Storia della Chiesa Moderna e Contemporanea. Nel 1997 si trova fra le mani un libro che parla di eremiti: donne e uomini che hanno scelto di vivere la loro esistenza, nel XX secolo, in totale solitudine. Ne viene colpita al punto da decidere di prendere quell’argomento come tema della sua tesi di laurea.Nel frattempo le capita di conoscere Daniele, che da eremita vive. L’argomento accademico si incrocia con l’esperienza vissuta. Cristina si mette in gioco e comincia a “cercare eremiti” per “raccontarli” innanzitutto a se stessa.
Nel bel mezzo del dibattito politico e mediatico sul tema delle nozze gay, e dopo le sentenze della Corte Suprema americana e della Corte Europea dei diritti umani, questo testo appassionato e meditato scompagina le categorie solite e la contrapposizione laici/credenti, militanti LGBT/conservatori, progressisti/tradizionalisti. Da magistrato, Savarese riconosce l'importanza dei diritti. Ma da cattolico non riesce a essere soddisfatto della dimensione semplicemente laica dell'agognato riconoscimento del diritto al matrimonio da parte di persone dello stesso sesso. La "Lettera" cerca di ripensare la tradizione, di rifondare le categorie, di interrogarsi profondamente sulla natura dell'amore, anche omosessuale, di prendere di petto il cuore del problema: l'allontanamento dell'uomo da Dio e la bellezza di un ritorno verso Dio per ciò che l'uomo veramente è, gettando finalmente lontano la paura delle insondabili, inclassificabili attitudini della natura umana. Ibridazione di saggio, racconto e testimonianza, la "Lettera" è un atto d'amore e di fiducia. D'amore verso l'umanità e verso Dio. Di fiducia nella nascita di una rinnovata relazione tra uomo e Dio.
Don Domenico Cassandro, giovane parroco di Moiano, diocesi di Sorrento Castellammare, è stato un testimone della vita bella del Vangelo. Morto in odore di santità nel 2012 a soli 33 anni a causa di un tumore che lo ha colpito in due riprese - la prima volta a soli 24 anni e poi nel 2010 -, ha lasciato un segno indelebile nella comunità parrocchiale che gli era stata affidata. I suoi scritti, le lettere e le omelie, che in queste pagine sono presentati, delineano il cammino spirituale di un'anima innamorata profondamente di Dio. Don Domenico è stato un pastore che ha amato il suo gregge, ha offerto davvero tutto per la conversione dei cuori a lui affidati e si è ancorato alla Croce nel momento più difficile della sua vita. Una vita resa breve dal cancro, ma vissuta con una intensità che ancora ci raggiunge a distanza di tanti anni.
Milena di Praga. Così era solita presentarsi. Curiosa, intelligente, ribelle, aperta al mondo e generosa, ma spesso sola. Sola in una famiglia difficile, sola nelle tante malattie che le segnarono la vita, sola nei legami d'amore complessi e difficili, come quello con Franz Kafka. Milena la giornalista, che muove i suoi primi passi a Vienna per poi tornare a Praga, la città che ama, quella in cui firmerà articoli per le testate più importanti. Milena l'oppositrice del regime, che combatte l'ascesa del nazismo, si lega al Partito comunista e alla Resistenza e purtroppo pagherà con la vita le sue scelte coraggiose. Milena Jesenská, la storia straordinaria di una donna che ha saputo difendere le sue idee.
Vorrei solo poter stringere a me, uno ad uno, i malati impegnati a fare a cazzotti con il loro male, vorrei dirgli di non deporre le armi e sussurrargli di non arrendersi mai, anche quando non ci credono più. Vorrei proteggere chi ha perso qualcuno dopo aver lottato come un leone. Vorrei che vincesse la consolazione sullo sconforto. Vorrei passare gli appunti della mia lezione, augurandomi di aiutare qualcuno a superare l'esame. La sofferenza fisica ti chiede un atto di fede senza fine: immaginare che quella cosa che ti senti dentro - non si sa quando - smetterà.
Il libretto illustrato racconta la vita della serva di Dio Maria Bolognesi (1924-1980), una mistica veneta che rivisse sul suo corpo le sofferenze della passione di Cristo. Patì anche un periodo di possessione demoniaca e soffrì per varie malattie. La morte le impedì di portare a compimento la realizzazione di una casa per convalescenti bisognosi. È in corso la causa di beatificazione.
Profilo biografico di Maria Eleonora Giorgi (1882-1945), fiorentina, per dodici anni madre Generale della Congregazione delle Suore Serve di Maria SS. Addolorata di Firenze. Visse esperienze mistiche e ottenne guarigioni miracolose alle sue malattie. Nella sua Congregazione fu una figura carismatica per le consorelle, ma soprattutto con le novizie. È in corso il processo di beatificazione.

