
La vita di Cecilia Eusepi è durata appena diciott'anni (1910-1928), eppure, in questo breve lasso di tempo, è riuscita a vivere con una tale intensità da lasciare una traccia indelebile nei luoghi, illuminati dalle sue straordinarie qualità umane e spirituali, e nelle persone che l'hanno conosciuta, soprattutto nell'ultima fase della sua giovane esistenza, quando tremende sofferenze fisiche e psichiche, vissute da lei con esemplare serenità, ne minavano irrimediabilmente la salute. Aveva iniziato un cammino di consacrazione presso le Suore Mantellate Serve di Maria, professando i voti religiosi nel 1926; a causa della sua cagionevole salute, aveva dovuto lasciare la Congregazione, terminando santamente il suo cammino terreno nella sua cittadina di Nepi.
Costanza Starace (poi Madre Maria Maddalena, 1845-1921), dapprima Terziaria dell'Ordine dei Servi di Maria, fondò successivamente la nuova Congregazione delle Suore Compassioniste Serve di Maria. La sua vita fu contrassegnata da numerose e singolari prove: timori e tremori ingiustificati, vomiti, malattie misteriose, possessioni demoniache, stimmate ed estasi ne segnarono il passo. Fu beatificata il 15 aprile 2007.
Biografia di padre Placido Cortese, francescano conventuale e direttore del «Messaggero di sant’Antonio» dal 1937 al 1943. Una figura importante per la profonda umanità e l’impegno con cui si prodigò nel salvataggio di ebrei e perseguitati politici durante l’occupazione tedesca in Italia. Padre Placido faceva stampare clandestinamente dalla tipografia del «Messaggero di sant’Antonio» i documenti falsi per i rifugiati, utilizzando foto «rubate» dagli ex voto della cappella dell’Arca in Basilica e, grazie all’aiuto di semplici cittadini, organizzava loro la fuga. Egli fu tradito, arrestato dalle SS la mattina dell’8 ottobre del 1944 e per quasi cinquant’anni di lui non si seppe più nulla. Fino a quando preziose testimonianze di alcuni suoi collaboratori sopravvissuti ne riportarono a galla la vicenda eroica e venne avviata, nel 2002, la causa di beatificazione.
Destinatari
Ragazzi e chiunque desideri conoscere la figura di un uomo «giusto».
Autore
CRISTINA SARTORI (Padova), giornalista professionista, dopo la laurea in storia dell’arte presso la Facoltà di lettere dell’Università di Padova, inizia a collaborare con l’emittente televisiva regionale Telechiara e con il settimanale diocesano «La Difesa del Popolo», in seguito si specializza come addetto stampa. Dal 2002 è responsabile dell’Ufficio stampa «Messaggero di sant’Antonio» e dal 2004 cura anche la trasmissione radiofonica «Incontri del Messaggero di sant’Antonio». Nel 2005 ha vinto il primo premio giornalistico Emilio Vesce per l’emittenza radiofonica. Nel 2006 ha pubblicato il libro L’inattesa Camber. L’avventura di un oro olimpico, per la casa editrice Il prato.
Biografia di Maria Borgato, donna semplice e mite, che a Padova, dopo l'8 settembre 1943, mette a repentaglio la propria vita per salvare quella di prigionieri di guerra. Muore nel campo di concentramento di Ravensbrück (Prefazione di Livia Turco).
Correva l'anno 1287 e i Signori di Città di Castello aspettavano l'erede che, ovviamente immaginavano maschio! invece arrivò una bimba, Margherita, cieca e deforme. Troppo per la rispettabilità del casato e così la piccola fu allontanata dalla famiglia, sistemata in una dépendance e affidata a una governante. In un contesto così svantaggiato e senza il calore di una famiglia, Margherita vive la sua vita accettando le contraddizioni e soprattutto crescendo nella statura interiore che farà di lei un punto di riferimento per i suoi contemporanei che a lei chiedevano grazie di guarigione, consigli e indicazioni di vita: il fascino della sua trasparenza e armonia interiori cancellavano le barriere dettate dai suoi limiti fisici. Il libro si avvale della documentazione che fa riferimento a due testi: la Legenda maior e la Legenda minor, testi rilevanti perché raccolgono documenti storici considerati importanti per la conoscenza della vita di Margherita. Il libro raccoglie molte informazioni anche sulla vita del Medioevo, sui costumi culturali e sui mutamenti politici frequenti in quell'epoca, affascinante ma piena di contraddizioni.
Saggio su Pico della Mirandola: analisi delle opere e alcuni temi significativi ricorrenti e caratteristici del suo pensiero.
Giovanna Meneghini (1868-1918), figlia di pastori, dai tre anni risiedette a Breganze (VI) con gli zii, lavorando duramente e testimoniando la propria fede in umile spirito di servizio, soprattutto a sostegno delle ragazze e delle donne più svantaggiate. Chiamata ancora giovane da Dio ad avviare una nuova Congregazione religiosa, dopo 19 anni come consacrata Orsolina, nel 1907 diede inizio a una realtà di Sorelle che vivevano, in forma comunitaria, la spiritualità di Sant’Angela Merici: la corrispondenza all’amore di Cristo Sposo, nella fraternità e nella carità verso tutti, con un’attenzione particolare alla promozione del mondo femminile. La povertà, la fragilità fisica, la mancanza di appoggi sociali, il difficile contesto segnato da ostilità verso la Chiesa e conflitti interni ad essa (tra cattolici intransigenti e moderati) non impedirono a Giovanna di realizzare la volontà di Dio fondando le Suore Orsoline SCM per la salvezza e la santificazione della classe popolare femminile.
Padre Andrea Maria Cecchin (1914-1995) apparteneva all’Ordine dei Servi di Maria. La vita di padre Andrea è stata segnata da una costante meditazione del mistero di Dio, esperito e scrutato nella molteplicità della vita quotidiana: come studioso e docente, superiore e fratello, ma soprattutto ricercato confessore e apprezzato maestro dello spirito. Un disegno esistenziale che ha toccato altissimi momenti di “conformità” al Cristo della croce, specialmente durante l’incalzare della sofferenza. Questa traccia esistenziale è il luogo teologico del quale scrive,in questo lavoro, padre Danilo Maria Sartor, con la lucidità del ricordo, la passione della ricerca e l’autorevolezza del testimone.Questa,infatti,non è una biografia nel senso tecnico del termine, sebbene il testo sia fedelmente documentato e cronologicamente strutturato, ma ha un valore essenzialmente testimoniale, poiché molti avvenimenti della vita di padre Andrea Cecchin coincidono con alcuni importanti e decisivi momenti esistenziali dell’autore. Il testo offre quindi una testimonianza diretta e immediata degli aspetti fondamentali della vita di padre Cecchin.
Andrea Sarto firma questo agile volume dedicato al giudice Rosario Livatino, brutalmente assassinato dalla mafia. Un personaggio, un episodio, una virtù: I buoni maestri è una serie di dieci volumi pensata per raccontare la vita, il pensiero e l'opera di uomini e donne capaci di ispirare le nostre vite sulla strada verso il bene.
Racchiudere Girolamo Savonarola da Ferrara in una formula non è facile. La scomunica e la condanna come eretico non hanno infatti impedito a personaggi esemplari di ispirarsi al suo insegnamento e di considerarlo un santo. Lo si può collocare in continuità con le tante voci che, a vario titolo e in modi anche radicalmente diversi, avevano già evidenziato il bisogno di una riforma dei costumi nella Chiesa a partire da san Francesco. Qualcosa però rende peculiare l'esperienza di Savonarola. È il tema della religione civica, il fatto che abbia resto una città, la splendida Firenze, un grande laboratorio in cui, balugina qualcosa di profetico, qualcosa che, in forme diverse, sarebbe tornato a rivelarsi nella storia degli Stati nazionali europei.
La straordinaria testimonianza del colloquio tra un padre e un figlio, oltre i limiti della morte. Una storia avvincente di dolore, di fede e di speranza, un annuncio rivolto al mondo: esiste l'aldilà.
Don Giuseppe Diana fu ucciso il 19 marzo del 1994 nella sua chiesa a Casal di Principe. A vent'anni da quel delitto di camorra, il libro racconta, attraverso il dialogo tra don Diana e il padre Gennaro, cosa è avvenuto dopo la morte del sacerdote. Una storia tra romanzo e cronaca che descrive le tappe più significative di una vicenda che ha fortemente segnato un territorio che oggi tenta il riscatto proprio nel nome di don Diana. I capi camorra sono tutti in carcere e le nuove generazioni cercano altri punti di riferimento. La camorra e la violenza sono i protagonisti di ieri. I giovani e le associazioni che gestiscono i beni confiscati sono i protagonisti di oggi. L'eredità del passato è pesante e la crisi sociale non aiuta a scegliere nuove strade. Il rischio di tornare indietro è concreto. Un argine lo sta faticosamente costruendo un popolo nuovo. È il popolo di don Peppe, che vuole trasformare quelle che una volta erano conosciute come le terre della camorra, nelle terre di don Diana.