
Da patriarca di Venezia ad arcivescovo della diocesi che fu di sant’Ambrogio. Un caso unico che in molti vedono come il passo che prelude all’ascesa al soglio pontificio. Il cardinale Angelo Scola – l’amico di Joseph Ratzinger – racconta come ha vissuto questo evento e ogni tappa della propria esistenza come frutto degli imperscrutabili disegni dell’amore di Dio.
Dai tanti episodi emerge il profilo di un credente, di un sacerdote e di un alto prelato dalle molteplici sfaccettature: l’infanzia a Malgrate, in provincia di Lecco, con il padre socialista e una madre profondamente cattolica, la scuola, la passione per la politica e i partiti marxisti, l’università e l’incontro con don Giussani. Quindi la vocazione, il sacerdozio e le frequentazioni con il promettente teologo tedesco, che sarà poi Benedetto XVI, fino all’episcopato a Grosseto. In un resoconto ricco di particolari inediti, riaffiorano vividi gli anni della Lateranense e quelli del patriarcato di Venezia.
In un percorso umano e spirituale che non dimentica i tanti amici e collaboratori che gli sono stati vicini, il nuovo arcivescovo di Milano lancia infine uno sguardo sul futuro ponendo i capisaldi della missione che lo attende: le sue idee sull’islam, l’immigrazione e il meticciato, le prospettive della civiltà italiana, la politica, la sua idea di società, di famiglia e di Chiesa.
ANDREA TORNIELLI, inviato e vaticanista del quotidiano «La Stampa», collabora con varie riviste italiane e internazionali. Numerose le sue pubblicazioni, tra cui ricordiamo presso Piemme: Pio XII. Il Papa degli Ebrei (2001), La scelta di Martini (2002), Papa Luciani. Il sorriso del santo (2003), Il Papa che salvò gli Ebrei (2004), Benedetto XVI. Il custode
della fede (2005), Il segreto di Padre Pio e Karol Wojtyla (2006) e Attacco a Ratzinger (con Paolo Rodari, 2010).
Aveva 17 anni, in quel lontano 1944 di guerra, quando con un fiammifero diede fuoco ai diari a cui aveva affidato le confidenze più intime dell’adolescenza. Era il segno della volontà di lasciare tutto per consacrarsi anima e corpo alla Compagnia di Gesù, che lo avrebbe portato a diventare sacerdote, teologo e cardinale della più grande diocesi d’Europa.
L’episodio giovanile è uno dei tanti particolari poco noti della vita di Carlo Maria Martini raccontati dal vaticanista Andrea Tornielli, che in questo ritratto disegna la parabola umana, spirituale e istituzionale di una delle figure più carismatiche della Chiesa cattolica del post-Concilio.
Cardinale dell’attenzione agli ultimi e dell’accoglienza agli immigrati, dell’ecumenismo e del confronto con le altre religioni, Martini fu uomo attento alle istituzioni e all’etica pubblica, capace di sferzare politici di destra e di sinistra e di denunciare con anni di anticipo il malcostume di Tangentopoli. Biblista di fama internazionale, non disdegnò di farsi indagatore di questioni complesse: dal fine vita alla fecondazione assistita, dal celibato dei sacerdoti all’accoglienza pastorale di divorziati e omosessuali. Uno stile di dialogo personalissimo lo portò a farsi anche umile visitatore di carceri e sperdute parrocchie della diocesi milanese, di ospedali e comunità alloggio. Indicato dalla stampa laica come “l’altro papa”, pur avendo in Conclave molti sostenitori lasciò a Joseph Ratzinger l’ascesa al soglio pontificio, adducendo come impedimento la malattia del Parkinson. Attraverso retroscena, curiosità e aneddoti emerge la vicenda di un uomo dallo sguardo lucido e lungo, capace di segnare in modo indelebile il cattolicesimo recente fino agli anni odierni della crisi della Chiesa che in un’ultima intervista lo costrinsero a constatare: «è rimasta indietro di 200 anni».
Andrea Tornielli
Inviato e vaticanista del quotidiano «La Stampa», collabora con varie riviste italiane e internazionali. Numerose le sue pubblicazioni, tra cui ricordiamo presso Piemme: Pio XII. Il Papa degli Ebrei (2001), La scelta di Martini (2002), Papa Luciani. Il sorriso del santo (2003), Il Papa che salvò gli Ebrei (2004), Benedetto XVI. Il custode della fede (2005), Il segreto di Padre Pio e Karol Wojtyla (2006) e Attacco a Ratzinger (con Paolo Rodari, 2010).
Paolo VI è stato il papa che ha condotto in porto il Concilio Vaticano II, che ha saputo tradurre in concreto le grandi intuizioni di Giovanni XXIII, un papa amato e odiato, lodato e criticato, talvolta sostenuto e talvolta abbandonato dagli stessi amici che lo avevano eletto.
Biografia del Card. Jose' Saraiva Martins. Questo libro ripercorre tappa dopo tappa, la vita e il curriculum di Saraiva. Si basa su tutta la documentazione esistente ma in molti passaggi, la biografia diventa autobiografia, grazie al racconto in prima persona del suo protagonista, che nel corso di alcuni colloqui ha risposto alle domande di chi scrive.
Il «Santo» dei poveri, fratel Ettore Boschini che viveva a Milano accogliendo i barboni nei magazzini vuoti sotto la Stazione Centrale, e di cui è attualmente in corso il processo di beatificazione - prima di morire confidò ad Andrea Tornielli - vaticanista della Stampa molto stimato da Papa Francesco, con cui ha firmato alcuni libri - una incredibile grazia di guarigione attribuibile alla Madonna Rosa Mistica e alle apparizioni di Montichiari e Fontanelle.
Lino Maupas, frate francescano, nacque a Spalato, in Dalmazia, il 30 agosto 1866. Si tratta di una figura molto nota a Parma, dove i suoi sandali, custoditi nella basilica cittadina, sono oggetto di continuo pellegrinaggio. La sua è stata una vita spesa, fino alla precoce scomparsa, per tutti i diseredati e i bisognosi, primi fra tutti i detenuti a cui Padre Lino dedicò buona parte della sua attività di pastore di anime. Morì a Parma, il 14 maggio 1924 presso il pastificio Barilla, mentre chiedeva l'assunzione di un giovane bisognoso.
Un libro che non celebra ma racconta ciò che è stata la scelta di Marcello Candia imprenditore milanese che negli anni ’70 decide di vendere la sua azienda e partire in Brasile ad aiutare i lebbrosi. Con il suo consueto stile fine e poetico Giorgio Torelli cerca di scandagliare le motivazioni di una scelta così radicale, prova a capire chi era l’uomo e il cristiano. E per fare questo attinge dai suoi ricordi diretti: il loro primo incontro, lo svolgersi di un’amicizia sempre più coinvolgente negli anni, il soggiorno nell’ospedale fondato a Macapà. E poi l’oggi: come continua ciò che il seme di quella scelta ha generato? Come cresce, cosa insegna a noi e cosa annuncia al mondo. Chi sono le persone compiono nuovamente quella scelta?
In occasione della chiusura del Processo Diocesano per la causa di beatificazione e canonizzazione, è stata celebrata una Giornata di stuDio sul servo di Dio don Nunzio Russo (1841-1906), presbitero della Chiesa di Palermo e fondatore della congregazione religiosa “Figlie della Croce”. Il volume presenta gli Atti di questa giornata, tenutasi a Palermo, nell’aula magna della Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia “S. Giovanni Evangelista”, il 21 novembre 2006. I teologi Conigliaro e Scordato hanno presentato il pensiero trinitario ed eucaristico del presbitero palermitano. Gli storici Lo Manto, Vacca e Stabile si sono soffermati sulle missioni popolari, l’apostolato della stampa e la congregazione di preti fondata da don Russo per l’azione missionaria nei paesi siciliani.
Il libro è d’interesse per la congregazione delle Figlie della Croce, di cui N. Russo è fondatore, per l’ambiente ecclesiastico palermitano cui è appartenuto e, certamente, per gli studiosi del Movimento cattolico italiano. Purtroppo le varie storie del Movimento cattolico apparse sino ad anni recenti hanno tacciono su di lui. Solo in questi ultimi decenni, grazie al certosino lavoro di ordinamento e catalogazione degli scritti suoi e su di lui, la celebrazione di convegni e la pubblicazioni di alcuni studi, è emersa la grandezza della figura del prete palermitano
Autori: Francesco Conigliaro, Francesco Lo Manto, Cosimo Scordato, Francesco Michele Stabile, Salvatore Vacca .
Le tappe biografiche del sacerdote palermitano ucciso dalla mafia e le motivazioni che hanno portato i mafiosi a uccidere don Puglisi, una riflessione sull'antievangelicità della mafia.
Perché l’omicidio di don Giuseppe Puglisi (15 settembre 1993) è stato compiuto in odiumfidei? Perché si può parlare di un vero e proprio martirio?
Nella prima parte vengono presentate le tappe biografiche principalidel prete palermitano ucciso dalla mafia.
Nella seconda, descritto il martirio materiale, viene approfondito dettagliatamente quello formale sia ex parte victimae sia ex parte persecutoris. In special modo il lettore avrà modo di conoscere le motivazioni che hanno portato i mafiosi a uccidere don Puglisi, la riflessione sull’antievangelicità dellamafia e il perché si può affermare che l’odium fidei della mafia costituisce la causa di questo omicidio.
Una breve bibliografia e un’appendice fotografica concludono il volume.
Don Pino Puglisi ha vissuto la sua vita in modo coerente col Vangelo di Gesù Cristo e per questo è stato brutalmente assassinato dalla mafia. In questo volume, Mario Torcivia ne racconta la vita e la morte e dedica particolare attenzione alle motivazioni di chi lo ha voluto morto. L'omicidio - avvenuto il 15 settembre 1994 - fu compiuto in odium fidei; ciò porta l'autore del libro a una forte riflessione teologica e sull'anti evangelicità della mafia.
Questo libro si compone di due parti ben distinte. Nella prima parte don Carmelo Torcivia esamina il ministero presbiterale di don Pino Puglisi. Sulla base delle fonti scritte egli descrive le tappe più salienti del suo ministero presbiterale, offrendo così una sintesi suo essere figlio di Dio. Nella seconda parte la prof.ssa Lia Caldarella ci offre un 'diario' dei rapporti tra don Puglisi e sua madre. Si tratta di un 'diario' che, seppur inventato nella sua forma letteraria, risulta tuttavia autentico nel suo contenuto (vedi la lettera dei fratelli di don Puglisi e di Agostina Aiello, sua fedele collaboratrice di sempre) e aggiunge così una preziosa testimonianza scritta di quanti l’hanno conosciuto, che permette di valutare meglio l’influenza della propria famiglia di origine e in particolare del ruolo unico della propria madre. La cifra sintetica di queste due parti, in sé diseguali per numero di pagine e soprattutto per genere letterario, è profondamente unitaria: la scelta della povertà evangelica è la scelta dell’anti-potere come cammino di obbedienza a Dio.