
Gli scritti di Romano Guardini su Friedrich Hölderlin (1770-1843), la cui filosofia e letteratura hanno caratterizzato il pensiero dell'Ottocento e del Novecento.
Il volume raccoglie gli scritti editi e inediti di Romano Guardini su Dostoevskij. Le figure religiose nelle sue opere: il popolo, le donne devote, i miti e il sacro, gli uomini spirituali, il pellegrino Makàr, l'angelo, la ribellione, La Leggenda del Grande Inquisitore e Ivan Karamazov, Kirìllov, il simbolo di Cristo, la figura di M?skin, l'Idiota. I temi: il paganesimo, l'ateismo, l'espressione religiosa e il male, il tramonto dei valori cristiani. Come afferma Guardini emerge "l'intensità religiosa" e "il modo di esprimere il sacro" nella "creazione di Dostoevskij".
ll XXII volume dell'Opera Omnia, in prima edizione mondiale, si articola in tre sezioni, in cui Guardini si confronta, rispettivamente, con il pensiero di Søren Kierkegaard, di Friedrich Nietzsche e di Madeleine Sémer. La prima sezione propone i saggi dedicati al filosofo danese, in cui l'autore riflette sui temi della malinconia, dell'angoscia e della disperazione e sul loro significato religioso. Di particolare rilevanza è la seconda sezione, che presenta due dattiloscritti inediti e una breve raccolta di appunti manoscritti in cui Guardini prende posizione nei confronti di Nietzsche, riflette sulle questioni del potere e del nichilismo e si confronta con lo Zarathustra e il tema centrale della corporeità. Nella terza sezione sono raccolti per la prima volta gli scritti dedicati a Madeleine Sémer, nei quali offre un'interpretazione inedita della figura intellettuale e spirituale della mistica francese, appassionata del pensiero di Nietzsche.
La nuova edizione del più importante saggio pedagogico di Romano Guardini. In queste pagine ci guida alla scoperta del nucleo originale del «fenomeno dell'educazione» nelle diverse età della vita, ciascuna con i propri problemi e le proprie conquiste, con la lucidità e la sapienza di chi conosce il segreto della persona e della libertà, e la credibilità del grande educatore. Una lettura per tutti, in quanto formatori di persone e di se stessi.
Che cosa è l'opera d'arte? Cosa si rivela in essa? Qual è la relazione fra l'opera d'arte e l'artista? Lettere, discorsi, saggi: sono qui per la prima volta raccolte le riflessioni di Romano Guardini intorno all'esperienza artistica, dagli anni giovanili alla maturità. Il confronto è con le opere d'arte classiche e contemporanee, dall'arte medievale a Rembrandt, da Van Gogh all'astrattismo. Proprio perché senza scopo, «l'opera d'arte è escatologica: proietta il mondo al di là, verso qualcosa che verrà». Chi fruisce di essa sperimenta una trasformazione interiore: è chiamato «a diventare un'opera d'arte vivente davanti a Dio». Quella di Guardini è una estetica del concreto artistico, che vive delle polarità uomo-mondo, mondo-Dio, uomo-Dio: le polarità dell'esistenza.
Se celebri sono le indagini di Guardini sull'Angelo in Dante, Dostoevskij, Rilke, gli scritti da lui dedicati alle origini dell'angelologia giudaico-cristiana non erano mai stati raccolti. Dall'Angelo di Giacobbe agli Angeli dei Vangeli, a quelli dell'Apocalisse... Guardini disegna i volti di una figura che appare come l'Altro dell'umano. L'Angelo aiuta l'uomo a essere se stesso proprio indicando - con la sua paradossale presenza - l'invisibile alterità di una mèta, di cui custodisce lo sguardo e il nome. Per Guardini, nell'ascolto della voce silente degli Angeli ne va della vocazione escatologica dell'umano. Un compito certo oggi temerario, cui invita un testo che può ben definirsi un compendio di angelologia biblica. Queste pagine sono anche il presupposto per disporsi all'interrogazione di quei poeti che, come suggerisce Guardini, meglio hanno saputo ascoltare quella voce. Prefazione di Silvano Zucal.
In quest'opera si presentano con tutta la profondità, la ricchezza teologica, la saggezza di guida spirituale, la forza di persuasione psicologica che li caratterizzava e che ne fece uno straordinario avvenimento nella storia della gioventù tedesca degli anni Trenta, gli esercizi spirituali tenuti da Romano Guardini al castello di Rothenfels. Ordinati secondo una classica ripartizione in istruzioni, considerazioni, conferenze, discorsi pronunciati durante la celebrazione eucaristica, in essi tuttavia l'autore immette la novità di riflessioni sull'aspetto anche umilmente umano (esercizi del corpo, della respirazione...) di ciò che deve predisporre alla meditazione, al lavorio interiore. Un dominio della fede e della vita cristiana, immedesimato con la conoscenza sapienziale della Scrittura, una forza di penetrazione e un acume pedagogico che sanno interpellare ciascun ascoltatore e risvegliarne il senso di responsabilità.
In quattro intense meditazioni, Guardini anzitutto getta uno scandaglio nel cuore e nella mente del cristiano che percorre il cammino delle settimane d'Avvento, forse «eroicamente» illuso di riuscire con l'impegno e la lotta a preparare da sé l'arrivo di Colui che è invece gratuito dono. L'autore rivive poi un singolare dialogo tra Maria e Giovanni, in cui la Santa Notte, il Natale, appare carica di tutto il dramma d'una vita diretta alla croce, eppure immersa nella luce mattinale di Pasqua. Con mano ferma, dopo la festosità sfrenata di Capodanno, egli conduce a scorgere il timore della transitorietà, la ripulsa atterrita dell'insignificanza. Il colorito fiabesco dell'Epifania col fastoso corteo dei «Tre Re», infine, deve cedere il posto alla realtà teologica di quella "manifestazione" di Dio in Cristo, che si svela solo all'occhio aperto al "balenare del mistero" in Gesù di Nazaret. Prefazione di Silvano Zucal.
Il corpus di omelie di Romano Guardini costituisce una parte tutt'oggi inesplorata della sua produzione. Il volume presenta per la prima volta in italiano le prediche giovanili di Guardini: dodici omelie tenute nel 1915 ed una tredicesima datata l'anno seguente. Di particolare interesse poiché mostrano gli esordi di una feconda attività di predicazione. Il filo rosso che percorre queste omelie è il desiderio di unire la fede della Chiesa alla vita del singolo uomo: la fede illumina il quotidiano e la reale esistenza umana, non quella ideale o sognata. In tale contesto si comprendono le sue esortazioni sulla possibilità della preghiera e dell'affidamento al Signore in ogni condizione e momento. Una insistenza più che mai necessaria negli anni della Grande Guerra, che lo portano a riflettere con particolare attenzione sull'importanza della famiglia e sul ruolo fondamentale della madre.
Il volume raccoglie per la prima volta gli scritti ecclesiologici di Romano Guardini. Pur non essendo un "ecclesiologo di professione", Guardini ha più volte approcciato il mistero della Chiesa, al punto che il saggio "Il senso della Chiesa" - edito per la prima volta nel 1922 - viene spesso considerato il punto di avvio di un'intensa stagione di rinnovamento dell'ecclesiologia cattolica, che avrebbe trovato il suo approdo nel Concilio Vaticano II. Gli scritti ecclesiologici di Guardini si caratterizzano per la sostanziale omogeneità tematica (la Chiesa come prosecuzione dell'opera di Cristo, come incontro tra santità divina e debolezza umana, come garante oggettiva della verità rivelata contro le derive soggettivistiche), per le sue intersezioni con altri ambiti del pensiero guardiniano (la filosofia della persona e della comunità come "realtà viventi"; la reazione all'idealismo e al positivismo; l'interesse per il rinnovamento liturgico), per la sua sintonia con la dottrina del Vaticano II. Finalmente l'edizione completa e critica di questi suoi studi ecclesiologici, che costellano l'intera sua produzione con un tratto di assoluta originalità.
Del tutto inedito nell'originale tedesco, è qui presentato per la prima volta in traduzione italiana il dattiloscritto redatto da Romano Guardini per il suo ultimo corso universitario su Platone e Agostino (1955/1956 e 1961/1962). Questo testo rappresenta il risultato più esteso e maturo a cui il filosofo italo-tedesco giunge su un tema che torna a più riprese durante l'intera sua riflessione: il confronto tra il platonismo, da un lato, e il nascente pensiero cristiano, dall'altro. Non interessa qui a Guardini presentare né un Platone cristiano, né un Agostino schiacciato sul platonismo, o senza alcun rapporto o in conflitto con esso. Il suo obiettivo è quello di identificare e confrontare le tensioni ricorrenti nella storia del platonismo con quelle del pensiero cristiano di Agostino, nonché la diversa immagine di esistenza che emerge dalle une rispetto alle altre. Sono questioni che si intrecciano profondamente con la stessa attività teorica di Guardini, sui temi della filosofia della religione, della teologia e della filosofia della storia. Approfondire come la tensione fra riflessione critica e visione dell'Assoluto si configuri in Platone, e come Agostino trasfiguri quella tensione a partire dal rapporto rivelativo cristiano, resta per Guardini un momento di confronto ineludibile anche per l'epoca «che giunge ed è ancora ignota» nella quale viviamo.