
Prendendo in considerazione un brano della Lettera ai Romani (8, 12-17) e portando numerosi esempi dei Padri della Chiesa, don Divo aiuta a riconoscere l'opera dello Spirito Santo nella vita di ciascuno di noi e ci mostra la meta verso la quale stiamo faticosamente camminando: essere figli del Padre nello sguardo stesso di Cristo.
La legge del cristiano è lo Spirito Santo che vive nel cuore dell'uomo; non c'è una legge che costringa dall'esterno, soltanto lo Spirito che vive dentro di te e al quale devi abbandonarti è la tua vita e la tua legge.
Due brevi, ma intense meditazioni che ci aiutano ad entrare con consapevolezza nella dinamica della vita del cristiano. Don Divo ci introduce in un cammino che ci porterà a vivere nel mondo gustando già una partecipazione alla beatitudine stessa di Dio, tutti raccolti, nascosti, affondati nel silenzio divino.
In queste meditazioni Divo Barsotti tratta delle virtù teologali in rapporto con le cosiddette virtù negative: l'umiltà e l'obbedienza. Il dono delle virtù teologali, per realizzare il suo fine - la partecipazione alla vita divina da parte dell'uomo - comporta necessariamente l'esercizio delle virtù negative. Sono queste, infatti, che aiutano l'anima a collocarsi da creatura davanti a Dio, nella verità di un autentico rapporto con Dio. Sta qui il fondamento della vita contemplativa: "Attraverso l'esercizio delle virtù teologali noi ci trasformiamo in Dio... Nella misura in cui tu fai posto a Dio nella fede, nella speranza e nella carità, tu divieni Dio stesso perché Dio vive in te".
Non è il solito diario di viaggio che rievoca, giorno dopo giorno, con sforzo di esattezza, i luoghi visitati. In queste pagine Divo Barsotti confida piuttosto le impressioni, le vibrazioni interiori, le brevi ma intense meditazioni che l’incontro diretto, da tempo atteso e agognato, con la «santa Russia» ha fatto nascere nella sua anima. Nessuna pretesa di spiegare la ricchezza della spiritualità e dell’anima cristiana dei russi. Ma la constatazione gioiosa che la sintonia e le affinità interiori con la Russia, che da sempre hanno caratterizzato la sua esperienza di studioso e soprattutto di mistico, trovano conferma nella simpatia e nella venerazione con cui egli è stato accolto dall’umile gente cristiana.
Queste meditazioni hanno come obiettivo di portare l'anima all'esperienza dell'Amore di Dio. Se ti senti arido, se ti senti impotente, è proprio allora che devi insistere, finché il vuoto e il silenzio non ti scoprano il volto di Dio... un volto che non è più il volto che conoscevi, ma un volto nuovo. Che io veda il tuo volto, Signore! Incapaci di ogni bene, impotenti a compiere anche la minima opera, inadatti a formulare anche un solo pensiero buono, noi tuttavia possiamo fare affidamento sull'onnipotenza dell'amore infinito; possiamo procedere tranquilli in una via che ci impegna nella perfezione della carità. Il problema è credere nell'Amore nel senso di "rimanere fermi". Don Divo scrive che "non è facile, ma è semplice": è semplice, perché per lasciarsi trasformare da Dio basta questa sola operazione, credere nel suo Amore.
«In Cristo Oriente e Occidente non sono due mondi divisi; rappresentano piuttosto due civiltà, due mentalità distinte, destinate a completarsi nella Chiesa una. Ma se noi togliamo Cristo a questi due mondi non ci potrà essere alcuna possibilità di unione o d'intesa: Oriente e Occidente rappresentano allora due mondi divisi e destinati a scontrarsi in un urto che elida o l'uno o l'altro e sia, forse, la fine dell'uno o dell'altro». Dalla Prefazione di don Divo Barsotti, 1948)
Delitto e Castigo, L’Idiota, I demoni, I fratelli Karamazov... l’opera del grande Dostoevskij indagata alla luce della fede da Divo Barsotti.
“L’opera di Dostoevskij è stata per me un messaggio e mi ha svegliato dal sonno. Non mi avrebbe svegliato e oggi non mi interesserebbe più, se Dostoevskij fosse stato per me solo uno scrittore.
Egli non è semplicemente uno scrittore, sia pur grande, egli è un profeta. Per lui mi ha parlato Dio. L’ho riconosciuto
nel tormento di Raskòlnikov dopo il delitto; nella pietà e nella forza di Sonja. Mi ha disturbato ne L’idiota la gura
del principe perché mi sembrava voler sostituire il Cristo; ma l’ho amato nell’umiltà e nella dolcezza di Sonja de L’adolescente, nella luminosa bellezza di Macario, l’ho sentito presente nell’umiltà di Tichon ma anche nell’orrore della morte di Kirillov e nella condanna di Stavrògin; nalmente l’ho veduto nello staretz Zosima e in Aljòša. Sempre Dio era presente. La sua presenza dava un senso agli avvenimenti, dava un nome a ogni uomo. Il silenzio non era vuoto,
era il silenzio di Dio che riempiva di sé ogni luogo, ogni avvenimento, era la vita nella comunione con lui, era la morte nella volontà di ri utarlo, di volerlo negare”.
Con una magistrale espressione, il Concilio Vaticano II fa centro sul nòcciolo essenziale dell'opera salvifica e messianica di Gesù Cristo, quando dice: Cristo ha ucciso nella sua carne l'odio e, nella gloria della sua risurrezione, ha diffuso lo Spirito di amore nel cuore degli uomini (Gaudium et Spes, 78c). - Ha ucciso l'odio e ha diffuso l'amore: non si poteva esprimere meglio ciò che ha fatto Gesù per noi. - Ha ucciso l'odio nella sua carne: ecco il venerdì santo. - Ha diffuso l'amore nel cuore degli uomini: ecco la Pasqua. Mistero di morte e di risurrezione, la Pasqua sta al centro del mistero di Cristo e della sua missione di salvezza. E poiché la Pasqua rivive nel mistero eucaristico, l'Eucaristia sta al centro del mistero della Chiesa e della sua opera di salvezza. La centralità del mistero pasquale di Cristo emerge con vigore in questo libro di don Divo e l'approfondimento che ne fa diventa l'approfondimento del mistero eucaristico, che è pasquale in ciascuno dei suoi tre aspetti: presenza reale, sacrificio e convito.
«Una lotta. Un dramma. Una instancabile e appassionata ricerca di Dio. È questo ciò che emerge dalla lettura de La lotta con l'angelo, il primo diario di Divo Barsotti pubblicato anonimo nell'ormai lontano 1954. Chi conosce la Bibbia avrà già riconosciuto nel titolo un evidente rimando all'episodio narrato in Gn 32,23-33, in cui l'autore sacro racconta la lotta di Giacobbe con Dio presso il torrente Iabbok». (dalla Prefazione di Stefano Albertazzi) «In questo diario si parla dell'autore come di un'"anima sacerdotale che la grazia interiormente sollecitava al Signore". Si usa il procedimento d'una fictio letteraria, fingendo che l'autore sia sconosciuto, morto poi nell'estate del 1942. [...] Barsotti giustifica la ragione della pubblicazione con il desiderio di "aprire le anime a una visione più alta di vita soprannaturale". Le parole del diario, per il Barsotti, "rivelano meno l'uomo che Dio", [...] Dio conosciuto e amato tramite Gesù Cristo» (da Emilio Grasso, "L'esperienza di don Divo Barsotti attraverso la lettura dei diari" in: S. Tognetti - G. Guarnieri - L. Russo [a cura di], Cerco Dio solo. Omaggio a don Divo Barsotti, Comunità dei figli di Dio, Settignano 1994, 21.27).
Nel 1957 Divo Barsotti dava alle stampe il suo diario spirituale La fuga immobile, relativo agli anni 1944-1946. Il giovane sacerdote toscano era già noto all'ambiente ecclesiale per l'attività di giornalista, che lo aveva impegnato nei primi anni '40 presso "L'Osservatore Romano" e il suo nome andava ancor più divenendo noto per i suoi primi sostanziosi lavori in ambito liturgico, esegetico e spirituale. In occasione del suo novantesimo genetliaco, la "Comunità dei figli di Dio", da lui fondata e guidata per lunghi anni, ha pensato di riproporre la pubblicazione di questo diario spirituale: testo fondamentale per entrare nel mondo interiore del Barsotti mistico, tutto proteso su Dio e insieme acutissimo osservatore dell'"oggi" della storia. Si è scelto di pubblicare il testo così come è uscito dalla penna dell'autore, senza appesantirlo di note o commenti. L'immediatezza e la radicalità del discorso barsottiano, con la sua suggestiva capacità evocativa di quanto accadeva intorno a lui, ci sembrano elementi in sé essenziali per far sì che il lettore tragga la sua particolare lezione di vita e di fede.