
La "Teosofia" del beato Antonio Rosmini costituisce il vertice della sua speculazione metafisica, in cui i fondamenti ontologici della sua filosofia vengono presentati e guadagnati in modo cospicuo. Il "grande frammento" della "Teosofia" è il punto di riferimento fondamentale per chiunque voglia intendere il pensiero del filosofo roveretano; un pensiero sistematico, ma allo stesso tempo non chiuso in se stesso, capace di presentarsi come attuale e pronto a essere inteso oggi come spunto formidabile per riflessioni successive scevre da qualsiasi pregiudizievole valutazione teoretica. La "Teosofia", che nell'odierno contesto della "quarta fase" degli studi rosminiani viene recepita come il punto di partenza di una riaffermazione della metafisica come pensiero forte e concreto, è fonte inesauribile nel mostrare all'uomo di oggi, spesso vittima delle tendenze nichilistiche, un orizzonte nuovo in grado di elevarne lo spirito ad altezze che sembrerebbero impossibili, pur senza insuperbirne l'animo. Introduzione, note e apparati di Samuele Francesco Tadini.
L'emergere oggi del pensiero e della figura di Rosmini in proporzioni esponenziali anche all'estero ne evidenzia la natura e la funzione di "pietra di paragone": di scandalo e di volta. Entro il dominio delle "demitizzazioni" di fede speranza carità come essenziali ad ogni autentico progresso storico, le sue posizioni teoretiche misurano la storia con respiro senza pari ampio e fecondo. Vi acquisiscono le loro più vere proporzioni e articolazioni problemi costitutivi della persona come singolarità e come societarietà: i moti dello spirito e della storia. In un convivio nel quale Rosmini dialoga con protagonisti quali Tommaso d'Aquino, Vico, Leibniz, Hegel, Newman.
Un documento straordinario di grande capacità argomentativa e geniale nello stile del Rosmini sul significato della Felicità.
Nell'ampio dibattito che durante il XIX secolo si sviluppa entro il mondo cattolico italiano sul tema dell'unità nazionale, della sua configurazioni istituzionale, delle modalità per il suo conseguimento la posizione di Antonio Rosmini si caratterizza per la consistenza delle sue basi filosofiche e insieme per la problematicità c i dissensi che ne sono derivati. Condannato all'Indice prima, discusso in vita cpost mortem, proclamato infine beato nel 2,007, il sacerdote roveretano sul piano politico e civile si distingue per un forte e sincero spirito di italianità che lo induce, lui formalmente suddito austriaco, a considerare il Piemonte come sua seconda patria. Ma su quali basi giungere all'unità nazionale? La risposta di Rosmini si iscrive nel vasto disegno di un articolato e complesso sistema dottrinale ove religiosità, centralità della persona, nazionalità, statualità, progetti di carte costituzionali, monarchia, repubblica, famiglia, proprietà economica, varietà e autonomie territoriali sono altrettanti tasselli concettuali che debbono confrontarsi con le condizioni reali cui l'Italia soggiace dopo che Rivoluzione francese e Restaurazione hanno impresso il segno del loro passaggio sul profilo politico e culturale del continente europeo.
Tra i più significativi filosofi italiani dell'Ottocento e beatificato da Benedetto XVI nel 2007, Antonio Rosmini (1797-1855) fu anche pedagogista ed educatore di grande rilievo. Questo volume a lui dedicato costituisce una singolare antologia pedagogica, perché raccoglie non solo brani scelti dalle sue opere filosofiche, ma soprattutto appunti, lettere e discorsi di immutata freschezza su tutti i principali aspetti della questione educativa. Ne emerge in modo organico la figura del pensatore e insieme dell'educatore sul campo: un approccio vivo e accessibile in grado di illuminare con geniale acutezza anche le sfide educative del nostro tempo.
Questo volume viene pubblicato per la prima volta nel 1914, insieme a La colonna e il fondamento della verità di P. Florenskij, presso la medesima casa editrice. Prima della pubblicazione Vladimir Ern aveva vissuto, dal 1911 al 1913, a Roma. In due anni di ricerche cosa ha trovato Ern di tanto prezioso da volerlo trasmettere ai suoi amici, di ritorno in Russia?
“È assolutamente indubbio il fatto – afferma Ern – che tra l’ontologismo italiano e le correnti originali del pensiero filosofico russo ci siano dei tratti di una sorprendente familiarità interiore”.
Ern vede in Rosmini “un filosofico bussare, per così dire, alle porte della sconfinata Verità” ma apre una nuova pagina interpretativa: se la teoria della conoscenza “è la base e il fondamento della sua filosofia”, tuttavia “la dottrina sulla creazione deve essere riconosciuta in tutta l’ontologia di Rosmini come il punto più importante”.
Gli autori Vladimir Francevicˇ ern, compagno di classe di Pavel Florenskij, al termine degli studi si dirige con lui a Mosca per incontrare Vladimir S. Solov’ëv (1853-1900). Nel 1910 fonda la casa editrice Put’. Nel 1911 parte con moglie e figlia per l’Italia e si ferma a Roma. Nel maggio del 1913, al suo ritorno a Mosca, sceglie di dedicare a Rosmini la tesi di laurea e nel 1914 pubblica Rosmini e la sua teoria della conoscenza. Nel 1916 Ern pubblica La filosofia di Gioberti e comincia a lavorare a La suprema comprensione di Platone.Viene però stroncato da una nefrite a trentacinque anni, il 29 aprile (11 maggio, secondo il calendario ortodosso) del 1917. rosalia azzaro pulvirenti si è laureata nel 1975 in Pedagogia a Genova, dove ha seguito le lezioni di M. F. Sciacca, fondatore dello spiritualismo cristiano di scuola rosminiana. Si è specializzata in Bioetica all’Università Cattolica e alla Lateranense e ha insegnato Bioetica e Storia della medicina all’Università Tor Vergata e alla Sapienza. Alcune pubblicazioni: Scienza & Etica. Percorsi di comunicazione e formazione (2009); Ern e Rosmini: “una sorprendente familiarità interiore” (2006); Miceli e Rosmini, con l’opera inedita “Idea di un nuovo sistema” (1990); La rinascita del Tomismo in Sicilia (1986).
"Senza dubbio il più importante filosofo italiano. E uno dei principali maestri della storia della filosofia cattolica. Circa 120 volumi: un'opera monumentale sul piano teologico e metafisico, ma anche psicologico, logico, etico, giuridico, politico. In connessione con il pensiero platonico e agostiniano, egli rinnova una tradizione tomista decadente e prende un orientamento personalista. Personalista, in un senso totalmente inedito nella modernità, anche in ambiente cristiano, egli prefigura le correnti dell'esperienza vissuta, della solidarietà del riflettere e del sentire, e de "l'essere nel mondo"; egli integra e supera l'empirismo e il sensualismo, la filosofa dei Lumi e soprattutto l'idealismo kantiano ed hegeliano.
…dopo essere sfuggito alle trappole di un imprigionamento. egli moriva in circostanze ancora oscure<, il suo amico, il poeta Manzoni, raccolse le sue ultime parole che esortavano in quel momento a una silenziosa rassegnazione: "adorare, tacere, godere". La sua influenza è latente in molti movimenti filosofici e nelle scienze umane del XX secolo essa si eserciterà che sul Concilio Vaticano II e mediante la personalità di Giovanni XXIII. E non accadrà una sola volta che Giovanni Paolo II ponga il suo nome esplicitamente in evidenza. Infine è significativo che la riflessione accademica e culturale vi sia recentemente connessa, e che la società civile italiana gli abbia reso un omaggio solenne senza precedenti nel momento del bicentenario della sua nascita. Il caso Rosmini illustra perfettamente il modo di perseguitare che colpisce nei tempi moderni ogni istanza intellettuale e caritativa di verità filosofica e cristiana spinta fino alla testimonianza assoluta…".
Pier Paolo Ottonello
Un testo sul contributo pedagogico di Antonio Rosmini sulle sfide di un'emergenza educativa, che lo stesso dovette affrontare a suo tempo.
Frutto di una travagliata gestazione, l'Introduizione al Vangelo secondo San Giovanni si compone di due libri, preceduti da due lezioni propedeutiche, in cui Rosmini fornisce al lettore gli elementi utili, di carattere ermeneutico-critico ed esegetico, per potersi orientare nella lettura successiva. Il primo libro, intitolato Della generazione eterna del Verbo, commenta i primi due versetti del Prologo giovanneo: «Nel principio era il Verbo, e il Verbo era appo Dio, e Dio era il Verbo». Il secondo libro, intitolato Della creaiJone fatta peu Verbo commenta i seguenti versetti del Prologo giovanneo: «Questo era nel principio appo Dio. Tutte le cose furono fatte per esso e senz'esso non fu fatta né pur una che è stata fatta. In esso era vita, e la vita era la luce degli uomini». Un'opera eminentemente teologica, ma in cui confluiscono, sapientemente orchestrate, filosofia, mistica e ascetica, che rivela quindi, lo sforzo, la grandezza e la compiutezza del pensiero rosminiano.
Antologia in italiano corrente di una delle più importanti opere filosofiche di Rosmini. A cura di Giovanni Chimirri. Antonio Rosmini (1797-1855) è stato un pensatore enciclopedico, e i suoi scritti hanno spaziato dalla teologia alla politica, dal diritto alla filosofia, dall'ascetica alla psicologia. Ecco un'agile antologia commentata della Logica (apparsa per la prima volta nel 1853), un'opera davvero fondamentale, ma trascurata. La logica è l'arte di pensare correttamente, è metodo di studio e d'insegnamento, è chiarificazioni dei termini del linguaggio. La logica è, soprattutto, uno strumento per cercare la verità.
La poesia di Rebora e le sue profonde radici rosminiane. Un confronto tra Rosmini e Rebora che consente di entrare in un mondo complesso ma affascinante, dove la vita viene formalizzata in pensiero, e il pensiero viene tradotto in poesia. Il connubio Rosmini-Rebora offre a studiosi e lettori una indagine ricca di proposte avvincenti che stimolano l'approfondimento di personaggi determinanti per la storia del pensiero filosofico e dell'arte poetica, e delle loro rispettive e reciproche influenze.
Nell’orizzonte della questione antropologica, il volume si confronta con il fenomeno che costituisce una delle grandi sfide contemporanee: la rivoluzione biotecnologica, che sta modificando i modi del pensare e dell’agire e, quindi, del vivere. Di fronte a questo fenomeno il cristiano non può non porsi la domanda su fin dove la ricerca scientifica che sfocia in una nuova cultura sia autorizzata a violare i confini della natura umana, ignorando il principio fondamentale per il quale se tutto è permesso all’uso della scienza per l’uomo, non tutto è permesso all’uso dell’uomo per la scienza. La sfida della rivoluzione biotecnologica, infatti, è la componente culturale dell’identità umana, la quale deve rapportarsi sempre alla componente naturale della medesima. Tale rapporto oggi è diventato molto problematico, perché la stessa natura umana è stata “culturalizzata”, nel senso che viene “ripensata”, rivoluzionata, trasformata. Gli interventi sono raccolti attorno a tre plessi: la dignità della persona, il suo fondamento e il dibattito bioetico da esso suscitato; i problemi specifici legati al fine vita; infine la fondazione della legge naturale.
Ignazio Sanna (1942), arcivescovo di Oristano, dottore in filosofia, teologia e diritto canonico, è stato Pro-Rettore dell’Università Lateranense e docente ordinario di Antropologia teologica presso la Facoltà di Teologia della medesima Università. È autore di numerosi saggi su riviste specializzate e di numerose voci in dizionari ed enciclopedie teologiche. Tra le sue pubblicazioni: La cristologia antropologica di Karl Rahner, Paoline, Roma 1970; L’uomo via fondamentale della Chiesa, Dehoniane, Roma 19893; Immagine di Dio e libertà umana, Città Nuova, Roma 1990; Dalla parte dell’uomo. La Chiesa e i valori umani, Paoline, Roma 1992; Chiamati per nome. Antropologia teologica, San Paolo, Cinisello Balsamo 20043; Le beatitudini del prete. Un progetto di spiritualità sacerdotale, Piemme, Casale Monferrato 1995; Fede, scienza e fine del mondo. Come sperare oggi, Queriniana, Brescia 1996; La teologia e l’esperienza di Dio. La prospettiva cristologica di Karl Rahner, Queriniana, Brescia 1997; Karl Rahner, Morcelliana, Brescia 2000; L’antropologia cristiana tra modernità e postmodernità, Queriniana, Brescia 2004; L’identità aperta, Queriniana, Brescia 2006. Per le nostre edizioni ha curato i volumi: La sfida del post-umano (2005), Legge di natura e interculturalità (2006) e Emergenze umanistiche e fondamentalismi religiosi. Con quale dialogo? (2008).