"La convenienza umana della fede" (1985-1987) è il secondo volume della serie BUR Cristianesimo alla prova, che raccoglie le lezioni e i dialoghi di don Giussani durante gli Esercizi spirituali della Fraternità di Comunione e Liberazione. Il fondatore di CL lancia una sfida: incapacità, fragilità e incoerenza morale possono essere alibi per non muoverci; tutti inoltre dobbiamo ammettere che facciamo fatica "ad accogliere l'ideale dentro la convenienza umana" per la paura di perdere qualcosa. Ma se ci affidiamo a Dio, attraverso un'adesione sincera alla fede cristiana, possiamo sperimentare una "rivoluzione pacifica e piena di letizia". L'uomo, infatti, è stato creato per la gioia. La proposta di Giussani è rivolta a chiunque stia cercando una strada per superare insicurezza e paura e provi curiosità per il cristianesimo come esperienza di vita adeguata alle esigenze dell'uomo di oggi.
Realtà e giovinezza. La sfida ripropone dialoghi con i giovani e interventi su di essi, svolti da don Luigi Giussani tra il 1955 e il 1994. A distanza di anni, stupisce la loro pertinenza alla situazione attuale. Anticipando una percezione oggi diffusa, grazie a una quotidiana convivenza con i giovani, don Giussani si era reso conto che il contesto educativo e sociale tendeva a fare tacere le loro esigenze fondamentali (verità, bellezza, giustizia, felicità), mortificando il desiderio che proprio nella giovinezza trova il suo momento più espressivo. Abbandonata la carriera teologica per dedicarsi all’educazione dei giovani, prima nel Liceo classico Berchet di Milano e poi nell’Università Cattolica del Sacro Cuore, don Giussani ha rappresentato per migliaia e migliaia di ragazzi la possibilità di incontrare un adulto capace di ridestare - con la sua presenza - quelle esigenze fondamentali così tristemente ridotte dal mondo circostante. Con la sua proposta educativa don Giussani ha mostrato qual è la strada per ritrovare le domande costitutive del cuore: «Imbattersi in persone in cui quelle domande sensibilmente determinino ricerca, aprano a una soluzione, provochino pena o gioia. Allora la montagna di sassi rotola via». Realtà e giovinezza. La sfida è un viaggio affascinante alla riscoperta della persona nella sua irriducibilità a qualunque potere umano; e un inno alla giovinezza come atteggiamento del cuore.
La memoria lieta di un evento che ha poi segnato positivamente tutta la loro vita: è questo il tratto comune delle testimonianze delle ventotto persone che nelle pagine di questo libro rievocano il loro incontro con don Giussani. Su Luigi Giussani (1922-2005), figura di primo piano nella storia della Chiesa del XX secolo, biografi, storici e teologi si sono già messi al lavoro. Con la speranza che ciò possa essere per tutti questi studiosi di ulteriore utile documentazione, ma soprattutto con il desiderio di raccontare l'uomo Giussani anche a chi non lo conobbe, ne parlano qui persone che lo incontrarono negli anni in cui egli avviò a Milano, a partire da Gioventù Studentesca, il movimento che più tardi avrebbe preso il nome di Comunione e Liberazione. Un'attenta simpatia per chiunque gli stesse dinnanzi e un modo sempre geniale di riproporre Cristo come risposta convincente alle grandi domande esistenziali sono i lineamenti del ritratto di don Giussani che, al di là di ogni differenza, riemergono costantemente da queste testimonianze.
«Per questo il cristiano può percorrere il suo cammino nel mondo con una speranza fresca, credibile, creata dall'origine divina, e nella misura in cui permane alla fonte e beve da essa può indirizzarvi anche gli altri, gli assetati: sì, per mezzo suo può far bere anche gli altri a questa origine (Gv 4,14; 7,37ss). Può realizzare attorno a sé un modello di esistenza libero dalle potenze personali e sociali del mondo, e donare al di sopra della morte (in tutte le sue possibili forme) un presentimento di vita di resurrezione: nel nascondimento è vero (Col 3,3), ma con tanta efficienza da cambiare a livello di vita il tessuto della società umana.» (Hans Urs von Balthasar, Einsiedeln 1971) «Il destino e l'intenzione profonda della comunità cristiana è il mondo, "per gli uomini": una dedizione profonda e appassionata agli uomini e al loro destino, una tensione a rendere presente dentro la trama della convivenza solita, in cui gli uomini soffrono, sperano, tentano, negano, attendono il senso ultimo delle cose, il Fatto di Gesù Cristo unica salvezza degli uomini. Il "per gli uomini" è il motivo storicamente esauriente la vita della comunità cristiana. L'apertura incondizionata alla missione è garanzia di verità e di autenticità della vita stessa della comunità cristiana: "Per essi io consacro me stesso, affinché siano anch'essi consacrati in verità"» (Luigi Giussani, Einsiedeln 1971). Prefazione di Julián Carrón.
"Una strana compagnia" (1982-1984) è il primo volume della nuova serie BUR Cristianesimo alla prova, in cui si riproducono le lezioni e i dialoghi di don Luigi Giussani durante gli Esercizi spirituali della Fraternità di Comunione e Liberazione, a partire dal 1982, anno del riconoscimento pontificio. È possibile vivere da cristiani in quello che papa Francesco chiama "un cambiamento di epoca", dominato dalla insicurezza, dalla paura e dallo smarrimento? Come scoprire la pertinenza della fede alle esigenze della vita? Si può vivere senza essere sopraffatti dalle circostanze? La risposta a queste domande attraversa come un sottofondo tutto il volume. Senza la fede in Cristo, sottolinea appassionatamente l'autore, anche le cose più belle e interessanti della vita diventano opache. In queste pagine, la proposta di una fede che si rende attrattiva e sperimentabile attraverso la "strana compagnia" di coloro la cui vita è stata raggiunta e cambiata dall'incontro cristiano.
La liturgia è un argomento di fondamentale importanza per rendersi conto di come qualsiasi realtà di comunione cristiana viva e intenda la Chiesa. Il punto veramente rivelatore della liturgia è proprio quanto essa riesca a essere «radice» nella vita cristiana, una radice che dà vita all’albero, ai fiori, ai frutti. Questo libro, nato da lunghe conversazioni, ragiona su alcuni questioni fondamentali: il mistero della vita liturgica è paradigma della vita, occasione d’incontro con la Presenza che salva il mondo e che, se si accetta come tale, non può essere vissuta in un contesto che la releghi a momento di sosta spirituale, magari confortante, ma non incidente sulla vita e sulla personalità.
Romano Guardini (Verona 1885 - Monaco di Baviera 1968) è, indubbiamente, uno dei teologi più significativi del Novecento. La sua copiosa opera, che spazia dai temi di natura antropologica e pedagogica a quelli di politica e di estetica, è intessuta della drammatica riflessione sul fondamento della vera identità cristiana. Di fronte all'avanzata delle ideologie totalitarie e alla manipolazione dell'essenza religiosa dell'uomo, Guardini, in dialogo con la modernità, si adopera per superare la riduzione del cristianesimo a dottrina, riaffermandone "l'essenza": Cristo stesso. Luigi Giussani (Desio 1922 - Milano 2005) è tra coloro che colgono la novità di Guardini e dei suoi scritti, letti e studiati già durante la sua formazione seminaristica. Giussani fin da subito condivide l'approccio di Guardini all'uomo e alla storia, la necessità di una ricomprensione e rifondazione dei concetti di fede e religiosità, del superamento della riduzione razionalistica del cristianesimo a insieme di norme o a sistema etico, riaffermandone la sua natura di "avvenimento". In un dialogo a distanza, Giussani rilegge, con accenti personali e innovativi, alcuni temi guardiniani, come la concezione della realtà della Chiesa, del significato della moralità e della cultura, fino a una ripresa del significato del potere e del senso dell'agire umano. L'incontro e il confronto con l'opera di Guardini nella "lettura originale" di Giussani si offre, così, come occasione di approfondimento di alcune categorie-chiave della loro esperienza.
Questo breve saggio è una delle opere più originali nella produzione di don Giussani, che subito afferma: "Il tema principale, per noi, in tutti i nostri discorsi, è l'educazione". Facendo tesoro della sua esperienza di insegnante, prima al liceo Berchet di Milano e poi all'Università Cattolica, don Giussani espone, in modo sistematico e critico, l'impianto complessivo di una proposta educativa fondata sulla comunicazione di una tradizione che, tuttavia, ha lo scopo di liberare i giovani e metterli nelle condizioni migliori per valutare criticamente ogni aspetto della realtà. Il testo è uscito per la prima volta nel 1977 ed è stato pubblicato precedentemente da Jaca Book e SEI.
Di fronte alla grave crisi personale e sociale che attanaglia il tempo presente, due amici, discepoli di mons. Luigi Giussani, rendono pubblico il loro dialogo sull'uomo e sul bene comune che continua, anche oltre la morte, quotidianamente, col Fondatore del Movimento di CL, attraverso i suoi scritti e, grazie alla preghiera, nella comunione dei santi. Un testo che, nel suggerire un metodo per discernere la realtà e vivificarla, ripropone con speciale evidenza l'identikit del cristiano, uomo nel mondo ma non di questo mondo. Così gli spunti qui offerti si fanno invito ad approfondire l'intera opera di Giussani a cui puntualmente si riferiscono, per imparare, come lui, a pensare, amare e agire nella presenza di Cristo a ogni livello dell'esistenza, ogni istante della propria vita.
Una testimonianza di prima mano che costituisce un documento eccezionale.
Basta, per renderlo tale, il riepilogo delle Profezie di Barbiana, con la messa in evidenza di quella sulla necessità dei “Ventimila Sammarini”, che si rileva, in questo momento storico, di impressionante realismo.
“Gli imperialismi? Ci vorrebbero ventimila sammarini per eliminarli.
Il mondo cambierebbe radicalmente in meglio, sarebbero protette le culture e le identità.
Sostanzialmente sarebbe protetta anche la pace, perché le guerre diverrebbero guerricciole”.
Dietro a questa Profezia - eravamo nel 1966 - stava l’intuizione profetica del disastro criminale del mondialismo. L’altro grande Profeta del secolo scorso, Don Luigi Giussani, il fondatore di “Comunione e Liberazione”, non soltanto condivise lo splendido e immortale “Decalogo di Barbiana” e l’intero impianto profetico, ma di fronte alla Profezia dei “Ventimila Sammarini” esclamò: “Don Lorenzo ha ragione… Ha ragione! O ventimila sammarini o la barbarie !” Ma nessuno si faceva illusioni, a cominciare dallo stesso Don Milani che afferma: “…prima che le masse si accorgano che abbiamo ragione scorrerà molto sangue e sia la degenerazione morale che quella politica arriveranno a livelli di incredibile bassezza”.
Parte da Barbiana, da quel 31 luglio 1966, una battaglia che l’Autore, pur privo di mezzi, combatterà per mezzo secolo.
Infatti aveva dato al Profeta di Barbiana, su Sua richiesta, la solenne promessa di “non tradirlo per nessuna ragione”.
Il libro rende conto e documenta puntigliosamente l’ultima testimonianza, attraverso il Movimento Autonomista Toscano, che si svolge a partire dal 1998, dopo aver passato in rassegna i fatti davvero clamorosi che gli sono capitati in cinquant’anni.
ALESSANDRO MAZZERELLI (Firenze, 1943), fonda nel 1962 l’Associazione Giovanile “Forza del Popolo”, nelle cui idee si riconobbe Don Lorenzo Milani, che nel 1966-67 vi fece aderire i suoi “ragazzi”. Presidente del Movimento Autonomista Toscano, è stato fondatore e direttore della rivista Il Solidale e del “Movimento Solidale” che precedette anche “Solidarnosc”. Direttore della rivista Autonomia Toscana, ha pubblicato per Il Cerchio Né schiavi di Roma, né servi di Milano. Storia del Movimento Autonomista Toscano (1998); Ho seguito don Lorenzo Milani, Profeta della Terza Via (2007) e Parole Eterne del mio Amico Don Lorenzo Milani, Profeta in Barbiana (2010)
La riflessione di Luigi Giussani (1922-2005) appare un contributo di grande rilievo in seno al pensiero cattolico contemporaneo. La lezione tomista, assimilata nel Seminario teologico di Venegono, viene ripensata dall'autore in chiave esistenziale alla luce di un'esperienza educativa unica, senza analogie nell'Italia del '900. Il risultato è, da un lato, la nozione di senso religioso, per la quale la verità deve, modernamente, passare attraverso la libertà, e dall'altro, quella di incontro come modalità fondamentale con cui l'Essere si manifesta. Al centro vi è la categoria originale di esperienza, verifica della corrispondenza tra l'io, nelle sue esigenze naturali fondamentali, e la realtà. Giussani delinea, in tal modo, un percorso che va al di là della tradizionale opposizione tra agostinismo e neotomismo e, nella Chiesa post-conciliare, tra modernisti e tradizionalisti. Il fine è quello di pervenire a Dio come un "Tu" esistente in Gesù Cristo, incontrato "fattualmente" nella storia. Lo può fare perché la nozione di "conoscenza amorosa", nella relazione io-tu, consente di pensare l'esperienza del vero in direzione di un pensiero "immaginativo", concreto. Il volume mette a fuoco nodi e momenti essenziali del pensiero giussaniano ponendolo a confronto sia con i suoi critici (Benvenuto, Barcellona, Severino, de Mattei) che con la questione dell'integrismo, cruciale per delineare il rapporto tra cristianesimo e libertà moderne.
Giussani colloca la preghiera al centro della consapevolezza di sé, come il gesto che riconosce la presenza di Dio. Da questa coscienza, attesa, desiderio, nasce il senso che ogni mattina motiva il nostro esistere e la capacità di assorbire e bruciare ogni male del mondo. Così questo libro diventa un vero e proprio percorso. L'autore presenta una lunga serie di inni e cantici della tradizione classica (gregoriani, trappisti, autori cristiani) e li commenta ad uno ad uno, conducendo per mano il lettore all'interiorizzazione e al gusto della ripetizione, quasi come le nenie coraniche o i mantra indiani. Un libro di grande valenza culturale e spirituale, in un momento storico in cui l'uomo alza la testa per cercare luce e speranza. Destinato non solo chi già conosce le parole e gli scritti di Giussani, ma anche tutti coloro che cercano, spesso nelle altre religioni o sette, un nuovo respiro interiore e una consapevolezza di sé.