«Non c'è un uomo senza gli altri uomini, e ogni persona fa parte dell'umanità, fa parte di una realtà in cui ci sono gli altri... il dialogo è indispensabile se si vuole continuare ad abitare insieme in questo mondo che, senza pace e giustizia, è destinato all'invivibilità».
Tre saggi di grande umanità, attraversati da una forte tensione etica, dalla consapevolezza che il dialogo tra credenti cristiani e non cristiani, tra cattolici e laici, tra italiani e «stranieri» sia un necessario intrecciarsi di linguaggi, di sensi, di culture, di etiche, un reciproco progresso, un avanzare insieme.
Le riflessioni di Enzo Bianchi qui raccolte accolgono gli stimoli che vengono da eventi ordinari, ma vorrebbero aiutare a «pensare in grande», a cogliere nel frammento qualcosa del tutto, a ridare dignità e ampiezza di visione a prospettive troppo spesso tentate di ripiegarsi su un angusto cortile, a intraprendere un lavoro di apertura e ascolto nei confronti del diverso da sé.
Un lavoro faticoso ma prezioso, in grado di gettare le basi per una convivenza possibile e praticabile, che apra al futuro, dia senso all'oggi ed eviti il ritorno della barbarie.
Dio parla: questa è l’affermazione fondamentale che attraversa le Scritture. Con libera e gratuita iniziativa, Dio si è rivelato agli uomini per entrare in relazione con loro. E la storia del suo manifestarsi all’umanità trova il suo vertice in Gesù Cristo, Parola definitiva di Dio.Tutto ciò che noi possiamo sapere e dire su Dio si trova in Gesù: «Dio nessuno l’ha mai visto, ma il Figlio unigenito ce lo ha raccontato» (Gv 1,18), e tutta la vita di Gesù Cristo – dalla sua preesistenza al suo passare tra di noi facendo il bene, fino alla sua morte, resurrezione, ascensione e parusia – è ciò che Dio vuole comunicare all’umanità.
Questo ci testimonia anche il vangelo secondo Matteo, che leggiamo nell’anno A, particolarmente attento a mostrare come le Scritture si compiano in Gesù. Lo fa insistendo sul compimento di precisi passi biblici negli eventi della vita di Gesù; lo fa organizzando la sua esposizione intorno ai cinque grandi discorsi di Gesù, «nuovo Mosè»; lo fa tendendo un arco tra l’inizio e la fine della sua opera, con il quale mostra come Gesù sia l’Emmanuele, Dio-con-noi (Mt 1,23), colui che dopo la sua resurrezione «è con noi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20). Questa presenza del Signore Gesù è la nostra forza, che siamo chiamati ad attingere nella liturgia eucaristica domenicale.
Destinatari
Sacerdoti, gruppi parrocchiali e singoli credenti.
L’autore
Enzo Bianchi (Castel Boglione, Monferrato, 1943) è fondatore e priore della Comunità Monastica di Bose. Direttore di «Parola, Spirito e Vita», membro della redazione della rivista internazionale di teologia Concilium, è autore di numerosi testi, tradotti in molte lingue, sulla spiritualità cristiana e sulla grande tradizione della Chiesa, scritti tenendo sempre conto del vasto e multiforme mondo di oggi.Collabora con «La Stampa», «Avvenire», «Luoghi dell’infinito» e, in Francia, con «La Croix», «Panorama» e «La Vie». Per le Edizioni San Paolo ha già pubblicato Una vita differente (2006), Vivere è Cristo (2006), Il Padre nostro: Compendio di tutto il Vangelo (2008), L’amore vince la morte (2008), Ascoltate il figlio amato! (2008), Perché pregare, come pregare (2009) e per i più piccini Il Padre Nostro spiegato da Enzo Bianchi (2010).
In queste pagine Enzo Bianchi cerca di rispondere a una domanda fondamentale che l’uomo si pone fin dalla Creazione: “Dio, dove sei?”. Un interrogativo che Dio stesso solleva in noi, suscitando la ricerca e il desiderio dell’uomo. Ma in questo cammino non siamo soli: il nostro Dio è il Dio dei nostri padri e nell’analisi lucida ed esaustiva del priore di Bose ritroviamo quindi gli incontri fra il Signore e alcuni dei più significativi personaggi dell’Antico Testamento, da Abramo a Giacobbe, da Mosè a Elia. Dio infatti non può essere incontrato che nella storia e nella carne umana, in particolare dopo la vita terrena di Gesù Cristo: in lui, parola fatta carne, ha rivelato la sua Presenza agli uomini e ha trovato la sua dimora ultima. Proprio qui si situa lo specifico del cristianesimo, “il grande mistero dell’incarnazione, dell’umanizzazione di Dio”: in Gesù il Signore si è manifestato, abita in mezzo al suo popolo, incontra l’uomo e l’uomo incontra Dio, e l’umanità del figlio unigenito è la tenda innalzata da Dio in mezzo a noi.
«Il pane di ieri è buono domani», dice per intero il proverbio. Con la bussola di queste parole Enzo Bianchi racconta storie e rievoca volti della propria esistenza: il Natale di tanti anni fa e la tavola imbandita per gli amici, il suono delle campane nella veglia dell'alba e il canto del gallo nel silenzio della campagna, i giorni della vendemmia e la cura dell'orto.
Trova il momento della solitudine e quello della veglia, accoglie la vecchiaia come una stagione che arriva alla vita.
Ogni racconto è la tappa di un cammino sapienziale che parla dell'amicizia, della diversità, del vivere insieme, dei giorni che passano e della gioia.
Della vita di ogni uomo in ogni tempo e terra del mondo.
Sempre di piú la questione dell'immigrazione in Italia sembra diventata un'emergenza, ingigantita continuamente da drammatici fatti di cronaca. Sempre di piú si stronca ogni richiamo verso la solidarietà e l'ascolto dell'altro con un malcelato scherno, additandolo come «buonismo» pericoloso, denigrando le «anime belle»che credono nella forza del dialogo e della pace.
Niente di piú sbagliato, secondo padre Enzo Bianchi: bisogna invece riconoscere che «essere straniero» è parte fondamentale dell'esperienza umana, al di là e al di sopra delle contingenze politiche e storiche, e che quando rifiutiamo di accogliere l'altro, stiamo rifiutando di guardare in noi stessi.
Come sempre capace di parlare a laici e credenti insieme, Bianchi propone un lavoro di apertura e ascolto nei confronti del diverso da sé, un lavoro faticoso ma prezioso che ciascuno può compiere nella propria interiorità, ma che dovrebbe essere intrapreso anche dalla società nel suo complesso, per evitare che il confronto tra persone divenga un muro contro muro tra identità violente.
Enzo Bianchi non concede nulla al rumore delle mode o ai rituali della comunicazione mediatica, che, negli ultimi anni, hanno fagocitato anche i più diversi temi della fede impoverendoli o svuotandoli. Sceglie il terreno più difficile da calcare, ma anche quello di più vitale importanza per la storia e per la fede. Si rimette dunque sulle vie della Palestina dell’epoca di Gesù, ripercorre le rive del Giordano e del Mar Morto, scava i diversi strati della composita religiosità del tempo, accogliendo l’ipotesi di un Gesù vicino, come d’altra parte lo era Giovanni Battista, al movimento essenico e alla comunità di Qumran.
I “delitti” compiuti da Gesù, le azioni “blasfeme” in cui si compendiano la sua vita e il suo insegnamento sono tutti gesti e parole di libertà e di misericordia. Ma Gesù ferisce il corpo della tradizione e la struttura del potere religioso, colpisce il suo cuore recidendo il sistema di connessioni attraverso cui esso si riproduce: la Legge, il legame con la Terra e quello con la Famiglia, il Tempio. Questi sono gli elementi che sostengono la tradizione, e qui, su queste pietre, batte la parola di Gesù, qui passa il vento impetuoso della sua proposta di libertà, che spezza questi legami liberando lo Spirito rimastovi imprigionato. Per questa libertà Gesù viene condannato e messo a morte. Una libertà che le fedi, impigliate nella trama vischiosa della storia, non sempre sono state capaci di sostenere. Una libertà che sempre spaventa, con la sua sfida, l’ordine chiuso dei poteri costituiti.
COMMENTO: Per la Pasqua 2010 un limpido e chiaro dialogo sul mistero della Resurrezione.
ENZO BIANCHI è priore della Comunità Monastica di Bose. Per la Morcelliana ha pubblicato: Quale fede (20022); I paradossi della Croce (20012); La vita altrimenti. Pensieri sul monachesimo (2006); Immagini del Dio vivente (2008).
Come pregare? Cosa fare quando il dubbio e la stanchezza rallentano il cammino? Come abitare il silenzio? Cos’è l’umiltà? Come vivere la notte della fede? Molte sono le domande che nascono in un “cercatore di Dio”: queste lettere rispondono con dolcezza e pedagogia agli interrogativi posti da un giovane che desidera mettersi in cammino sui sentieri dell’avventura interiore. L’autore affronta con grande semplicità tutte le dimensioni della vita spirituale cristiana: brevi consigli da gustare e meditare per procedere con gioia e fiducia sul cammino della fede.
I testi qui raccolti sono stati pubblicati dal mensile cattolico francese Panorama.
Enzo Bianchi (Castel Boglione 1943), priore della Comunità monastica di Bose, è autore di numerosi testi sulla spiritualità cristiana e sulla grande tradizione della chiesa. Per le nostre edizioni ha pubblicato, tra l'altro, Ascoltare la Parola, preziosa introduzione alla “lectio divina”, Adamo, dove sei?, Non siamo migliori , Dare senso al tempo e presto uscirà Presbiteri: Parola e liturgia.
Per l’anno sacerdotale.
La parola di Dio nella vita del presbitero.
Come celebrare la messa?
Sono qui raccolte le riflessioni attorno a due snodi fondamentali del ministero presbiterale: il rapporto con la parola di Dio e la celebrazione della liturgia eucaristica. Apre il volume una “lettera” più personale, con indicazioni su come celebrare la messa affinché possa irradiare in pienezza la sua grazia sacramentale. Solo quando viene celebrata con autentica e rinnovata fede, la liturgia plasma la vita del presbitero.
Enzo Bianchi (Castel Boglione 1943), priore della Comunità monastica di Bose, è autore di numerosi testi sulla spiritualità cristiana e sulla grande tradizione della chiesa. Per le nostre edizioni ha pubblicato anche Ascoltare la Parola, preziosa introduzione alla “lectio divina”.
Il primo approccio al Padre Nostro attraverso le parole di un grande maestro spirituale e le immagini. Un libro per grandi e piccini.
Destinatari
Un libro illustrato per bambini che piacerà anche ai grandi.
Gli autori
Enzo Bianchi (Castel Boglione, Monferrato, 1943) è fondatore e priore della Comunità Monastica di Bose. Direttore di Parola, Spirito e Vita, membro della redazione della rivista internazionale di teologia Concilium, è autore di numerosi testi, tradotti in molte lingue, sulla spiritualità cristiana e sulla grande tradizione della Chiesa, scritti tenendo sempre conto del vasto e multiforme mondo di oggi. Collabora con La Stampa, Avvenire, Luoghi dell’infinito e, in Francia, con La Croix, Panorama e La Vie. Tra i suoi libri ricordiamo i più recenti: La differenza cristiana (2006), Dio dove sei? (2008), Il pane di ieri (2008). Per le Edizioni San Paolo ha già pubblicato Una vita differente (2005, 20062), Vivere è Cristo (20062), Il Padre nostro: Compendio di tutto il Vangelo (20082), L’amore vince la morte (20082), Ascoltate il figlio amato! (2008), Perché pregare, come pregare (2009).
Donata dal Molin Casagrande è un’illustratrice di grande talento e molto conosciuta per il suo stile evocativo. Sue le tavole di Max e Benedetto (EMP), Ron ron, gatto invisibile e Il monaco Goto (Edizioni San Paolo).
Neppure la morte potrà tradire la vita, perché la morte stessa sarà vinta per sempre dall'amore.
Oggi si compie per voi la scrittura. Il vangelo festivo. Domeniche, solennità del signore, proprio dei santi, anno C
di Enzo Bianchi.
I commenti sintetici alle tre letture delle domeniche dell’anno liturgico elaborati da Enzo Bianchi per la riflessione, la preghiera personale e l’animazione dei gruppi biblici. Il volume segue i tempi dell’Anno Liturgico: Avvento, Natale, Ordinario, Quaresima, Pasqua, Feste e Solennità, presentando, per ogni domenica e festa, i riferimenti ai testi liturgici e il commento del priore di Bose. Lo stile di Enzo Bianchi è inconfondibile, sobrio, profondamente radicato nel testo biblico ma attento alle dinamiche liturgiche della comunità che celebra la propria conversione e salvezza ogni domenica.
destinatari
Fedeli laici e sacerdoti, comunità cristiane
autore
Enzo Bianchi (Castel Boglione, Monferrato, 1943) è fondatore e priore della Comunità Monastica di Bose. Direttore di Parola, Spirito e Vita, membro della redazione della rivista internazionale di teologia Concilium, è autore di numerosi testi, tradotti in molte lingue sulla spiritualità cristiana e sulla grande tradizione della Chiesa, scritti tenendo sempre conto del vasto e multiforme mondo di oggi. Collabora a La Stampa, Avvenire, Luoghi dell’infinito e, in Francia, a La Croix, Panorama e La Vie. Tra i suoi libri ricordiamo: i commenti esegetici e spirituali, Adamo dove sei? (1994), Apocalisse di Giovanni (1990, n.e. 2000); i saggi, Pregare la Parola (1974, n.e. 1994), Il radicalismo cristiano (1980), Vivere la morte (1983, n.e. 1996), Da forestiero (1995), Altrimenti (1998), Le parole della spiritualità. Per un lessico della vita interiore (1999, n.e. 2003), Non siamo migliori (2002), Cristiani nella società (2003), Dare senso al tempo (2003), Nuove apocalissi (2003), Ai presbiteri (2004), Una vita differente (2005, 20062), Vivere è Cristo (2006), La differenza cristiana (2006), L’amore vince la morte. Commento esegetico-spirituale alle lettere di Giovanni (2008); Ascoltate il Figlio amato! Il vangelo festivo, anno B (2008); «Signore, insegnaci a pregare. Breve scuola di preghiera» (2009); l’intervista a cura di Marco Guzzi, Ricominciare (1991, n.e. 1999).
“Amate lo straniero, perché anche voi
foste stranieri in terra d’Egitto.”
Deuteronomio 10,19
Spinto dall’urgenza di affrontare i fenomeni dell’immigrazione e dell’integrazione, di quotidiana e spesso drammatica attualità, Enzo Bianchi cerca nell’Antico e nel Nuovo Testamento risposte complesse e non condizionate da facili pregiudizi. È etico, infatti, accogliere qualcuno senza potergli fornire casa, pane, vestiti e, soprattutto, una soggettività e una dignità nel nostro corpo sociale? Partendo dal presupposto che l’accoglienza è altra cosa dal soccorso in caso di emergenza, e ricordando che i cristiani sono stati nella storia “stranieri e pellegrini” che hanno dovuto subire la diffidenza, l’ostilità e addirittura la persecuzione, Enzo Bianchi analizza la condizione dello straniero per riscoprire le origini dell’ospitalità al pellegrino, dell’apertura al viandante, che sono al centro dell’etica cristiana.